Tarcisio Bertone, disoccupato in porpora
Il cardinale lascia Segreteria di Stato e vigilanza Ior. In Vaticano ha i giorni contati. Mentre fuori tutti lo cercano.
Il suo motto, iscritto nello stemma cardinalizio, «fidem custodire, concordiam serbare» non è stato profetico.
Perché mentre è vero che Tarcisio Bertone è stato segretario di Stato con un papa, Benedetto XVI, che ha fatto della tutela della fede la sua bandiera, per l'altro verso il cardinale salesiano è stato al vertice della Curia in anni nei quali «vipere e corvi» (come li ha definiti egli stesso) hanno imperversato nelle mura vaticane, con svolazzi e morsi velenosi assestati un po' ovuque, anche a mezzo stampa.
Perché mentre è vero che Tarcisio Bertone è stato segretario di Stato con un papa, Benedetto XVI, che ha fatto della tutela della fede la sua bandiera, per l'altro verso il cardinale salesiano è stato al vertice della Curia in anni nei quali «vipere e corvi» (come li ha definiti egli stesso) hanno imperversato nelle mura vaticane, con svolazzi e morsi velenosi assestati un po' ovuque, anche a mezzo stampa.
Quella concordia auspicata dal teologo e giurista piemontese dentro la Santa Sede ora non c'è e spetterà al nuovo segretario di Stato, Pietro Parolin, provare a restaurarla insieme con papa Francesco.
IL RUOLO DI CAMERLENGO. Il futuro politico di Bertone, dopo le dimissioni impostegli dal pontefice, è di assai corto respirto.
La successione alla segreteria di Stato è in agenda, formalmente, il 15 ottobre, ma il cardinale era già da mesi, per la Curia, un morto che cammina, dopo aver perso la fiducia di Ratzinger e non aver mai incassato quella di Bergoglio.
ADDIO POTERE. Bertone conserva per il momento la carica di Camerlengo, cioè di cardinale incaricato di gestire la sede vacante in caso di morte o dimissioni papali, e di sovrintendere agli affari correnti di Santa Romana Chiesa quando il pontefice è in viaggio oppure impedito da malattia.
Si tratta di un ufficio con ben pochi poteri e di scarso peso politico, e l'ex segretario di Stato potrebbe conservarlo ancora, sotto l'occhio vigile di altri porporati ben più fedeli al papa argentino: passaggio di consegne lungo, per rispettare modi e tempi della rivoluzione 'dolce' ma decisa avviata da Bergoglio sin dai primi giorni del suo pontificato.
La sorveglianza sullo Ior
Bertone per il momento continua a sedere sulla poltrona di presidente della commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior, la banca vaticana travolta da scandali, intrighi e polemiche, e della quale papa Francesco intende cambiare forma, intenti e modalità operative.
Ma si tratta di una presenza anche in questo caso con una scadenza ben precisa: l'ex segretario di Stato ai appresta a lasciare anche questa non appena sarà pronto il rapporto sul riciclaggio all'interno dello Ior fermamente voluto da Bergoglio.
Pochi mesi, dunque, e Bertone (79 anni) sarà un pensionato con la porpora.
IL PRECEDENTE DI CASAROLI. La Curia vaticana è quanto di più simile possa esistere, nel mondo di oggi, alla corte del tardo Impero romano, dove fortune e disgrazie dei potenti seguivano un corso ben preciso: d'altra parte, di quella corte la Chiesa è in qualche modo discendente ed erede di parte dell'etichetta e del modus operandi.
Il cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato fino al 1990, prima con Paolo VI e poi con Giovanni Paolo II, una volta dimesso si dedicò a una vita fuori del Vaticano, fatta di conferenze universitarie e di assistenza spirituale ai minori detenuti nel carcere romano di Casal del Marmo.
L'UMILTÀ DI MARTINI. Più dura fu la regola imposta da Benedetto XVI a Carlo Maria Martini: l'ex cardinale di Milano (pensionato) fu rivale di Ratzinger nel Conclave e in quel tempo (2005), pur non avendo mai lavorato in Curia, aveva comunque una forte influenza politica sull'ala progressista del Collegio cardinalizio. Così, Martini fu spedito per un po' in giro per l'Europa a presentare un libro scritto proprio da Ratzinger, del quale il porporato gesuita non condivideva l'approccio rigido e conservatore alla dottrina della Chiesa. Un atto di umiltà imposto, al quale Martini (uomo umile di suo) si prestò senza polemiche.
Ma si tratta di una presenza anche in questo caso con una scadenza ben precisa: l'ex segretario di Stato ai appresta a lasciare anche questa non appena sarà pronto il rapporto sul riciclaggio all'interno dello Ior fermamente voluto da Bergoglio.
Pochi mesi, dunque, e Bertone (79 anni) sarà un pensionato con la porpora.
IL PRECEDENTE DI CASAROLI. La Curia vaticana è quanto di più simile possa esistere, nel mondo di oggi, alla corte del tardo Impero romano, dove fortune e disgrazie dei potenti seguivano un corso ben preciso: d'altra parte, di quella corte la Chiesa è in qualche modo discendente ed erede di parte dell'etichetta e del modus operandi.
Il cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato fino al 1990, prima con Paolo VI e poi con Giovanni Paolo II, una volta dimesso si dedicò a una vita fuori del Vaticano, fatta di conferenze universitarie e di assistenza spirituale ai minori detenuti nel carcere romano di Casal del Marmo.
L'UMILTÀ DI MARTINI. Più dura fu la regola imposta da Benedetto XVI a Carlo Maria Martini: l'ex cardinale di Milano (pensionato) fu rivale di Ratzinger nel Conclave e in quel tempo (2005), pur non avendo mai lavorato in Curia, aveva comunque una forte influenza politica sull'ala progressista del Collegio cardinalizio. Così, Martini fu spedito per un po' in giro per l'Europa a presentare un libro scritto proprio da Ratzinger, del quale il porporato gesuita non condivideva l'approccio rigido e conservatore alla dottrina della Chiesa. Un atto di umiltà imposto, al quale Martini (uomo umile di suo) si prestò senza polemiche.
Una segreteria travagliata: dallo scandalo Ior al «corvo»
I potenti dimissionari o dimissionati possono tuttavia conservare un peso politico dentro la Chiesa cattolica.
Come avvenne con il cardinale Camillo Ruini che, anche dopo aver lasciato la presidenza della Conferenza episcopale italiana ad Angelo Bagnasco (nel 2007), riuscì a mantenere una influenza importante soprattutto sul mondo politico italiano, con il quale per anni aveva mantenuto stretti, felici se pur controversi, e spesso sotterranei rapporti.
SCANDALI IN SERIE. Ma in questo senso Bertone appare bruciato. La sua segreteria è stata costellata dalle vicende dello Ior, dalle indiscrezioni del 'corvo' e dal caso Dino Boffo (direttore dell'Avvenire fatto oggetto di accuse tramite lettere anonime). Ma anche dalla fuga di notizie scottanti dal Vaticano e dal rischio di crac economico dei Salesiani, la congregazione religiosa alla quale il cardinale piemontese (come il fondatore san Giovanni Bosco) appartiene.
Così in Vaticano e dintorni si parla già di un Bertone impegnato a spendere, nei prossimi anni, il suo patrimonio di fede e di cultura (è laureato il Teologia e in Diritto canonico, ed è stato rettore della Pontificia università salesiana) in una serie di conferenze, dibattiti seminari accademici.
TUTTI VOGLIONO BERTONE. Nel frattempo sono diversi gli ambienti che già si contendono pezzi del futuro di Bertone. In primis c'è la stampa, con decine di giornalisti che tentano di strappare interviste e verità nascoste all'uomo che ha governato la Chiesa all'ombra di Ratzinger. E poi c'è Roma che, sì, non è più quella del papa-re e della sua nobiltà: eppure nella Città eterna (e forse anche immutabile) vi sono salotti, circoli e associazioni varie pronti a invitare il cardinale come ospite d'onore per nobilitare cene, inaugurazioni e cerimonie varie, in uno scenario che ricorda un po' la nostalgica fine – in altri tempi e altre terre – di Buffalo Bill e Toro Seduto i quali, dopo aver combattuto nelle praterie, finirono le loro carriere esibendosi nell'imitazione di se stessi di fronte ai pubblici paganti del Circo Barnum e del Wild West Show.
Come avvenne con il cardinale Camillo Ruini che, anche dopo aver lasciato la presidenza della Conferenza episcopale italiana ad Angelo Bagnasco (nel 2007), riuscì a mantenere una influenza importante soprattutto sul mondo politico italiano, con il quale per anni aveva mantenuto stretti, felici se pur controversi, e spesso sotterranei rapporti.
SCANDALI IN SERIE. Ma in questo senso Bertone appare bruciato. La sua segreteria è stata costellata dalle vicende dello Ior, dalle indiscrezioni del 'corvo' e dal caso Dino Boffo (direttore dell'Avvenire fatto oggetto di accuse tramite lettere anonime). Ma anche dalla fuga di notizie scottanti dal Vaticano e dal rischio di crac economico dei Salesiani, la congregazione religiosa alla quale il cardinale piemontese (come il fondatore san Giovanni Bosco) appartiene.
Così in Vaticano e dintorni si parla già di un Bertone impegnato a spendere, nei prossimi anni, il suo patrimonio di fede e di cultura (è laureato il Teologia e in Diritto canonico, ed è stato rettore della Pontificia università salesiana) in una serie di conferenze, dibattiti seminari accademici.
TUTTI VOGLIONO BERTONE. Nel frattempo sono diversi gli ambienti che già si contendono pezzi del futuro di Bertone. In primis c'è la stampa, con decine di giornalisti che tentano di strappare interviste e verità nascoste all'uomo che ha governato la Chiesa all'ombra di Ratzinger. E poi c'è Roma che, sì, non è più quella del papa-re e della sua nobiltà: eppure nella Città eterna (e forse anche immutabile) vi sono salotti, circoli e associazioni varie pronti a invitare il cardinale come ospite d'onore per nobilitare cene, inaugurazioni e cerimonie varie, in uno scenario che ricorda un po' la nostalgica fine – in altri tempi e altre terre – di Buffalo Bill e Toro Seduto i quali, dopo aver combattuto nelle praterie, finirono le loro carriere esibendosi nell'imitazione di se stessi di fronte ai pubblici paganti del Circo Barnum e del Wild West Show.
di Marco Mostallino
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