Card. Marx: “E’ tempo di recuperare il sogno europeo”
Un appello a 50 anni dalla morte di Schuman
“Invece di svilire o abbandonare il progetto europeo o anche solo diminuire la sua ambiziosa visione socio- economica attraverso il perseguimento di meri interessi nazionali , questo è il momento di recuperare lo spirito di generosità e di coraggio che ha segnato la carriera politica di Schuman”.
Ne è convinto il card. Reinhard Marx, presidente dei vescovi accreditati presso l’Unione Europea (COMECE). In occasione del 50° anniversario della morte di uno dei Padri dell’idea europea, l’arcivescovo di Monaco-Frisinga, non tralascia di ricordare cosa abbia significato per gli stati nazionali del vecchio continente, per secoli nemici fra loro, essersi riuniti in un organismo che si è dato obiettivi comuni, primo fra tutti la pace e il benessere dei cittadini. E la prosperità che oggi è goduta da un numero di persone che non ha precedenti in Europa, la condivisione delle scelte politiche come all’interno di una famiglia allargata, sono da attribuire alla visione profetica di Robert Schuman, nato in Lussemburgo da padre francese, e madre tedesca e morto il 4 settembre 1963, autore della Dichiarazione del 9 maggio 1950 che prende il suo nome. Mentre spirano minacciosi venti di guerra, si tratta di un documento – quello istitutivo della Comunità Europea - che ha contribuito, scrive Marx, ad “una pace a lungo termine in un continente già segnato dalla guerra e ha creato nei popoli uno spirito di solidarietà che ha trasformato la vita sociale ed economica dell’Europa”.
Ma la sua preziosa eredità è pur sempre vulnerabile e lo vediamo quotidianamente, continua Marx, teologo morale che ha sempre avuto un’attenzione particolare ai temi socio-economici. La crisi economico-finanziaria cui siamo immersi dal 2008, se non gestita in base ai principi enunciati da Schuman oltre 60 fa , corre il rischio di minare gran parte di ciò che l'Unione Europea ha raggiunto in questi anni. “Pace e Solidarietà , sono i principali obiettivi indicati nel 1950 da colui che viene considerato forse il maggiore fra i Padri fondatori dell'Europa ma devono essere perseguiti anche oggi nel 2013 con ancora maggiore intensità. L’impatto della crisi sulla società europea ad ogni livello è causa di grande difficoltà per molti, e in particolare per le persone tra le più vulnerabili nel nostro continente”.
Ricordando come più volte papa Francesco abbia voluto in questi mesi attirare l’attenzione degli uomini politici e dei cittadini europei sulla situazione dei "nuovi poveri" che arrivano o vivono nelle nostre nazioni, in qualità di presidente della Commissione dei vescovi UE, mons. Marx esprime un auspicio: “Vorrei altresì suggerire che abbiamo bisogno di un maggior numero di uomini e donne capaci di guardare lontano per indicare scenari ispirati ai valori evangelici o comunque da un profondo impegno per i valori umanitari , e mantenere così vivo il sogno europeo”.
Marx sembra aver voluto ribadire ancora una forte il forte impegno europeo che ha caratterizzato le dichiarazioni e i documenti sia dei vescovi COMECE, fino al 2012 guidati dal vescovo di Rotterdam, Adrianus van Luyn, che della CCEE, la Commissione delle Conferenze Episcopali europee, quasi a ricondurre nel seminato le tante voci contrarie (anche di matrice cattolica) che si levano un po’ da ogni parte del continente che mostra troppo spesso segnali di chiusure egoistiche e intolleranti.
“Non è questo il momento per un nuovo rilancio dell'Europa? Non dovremmo forse impegnarci insieme nella ricerca di "un'anima per l'Europa" con una nuova energia ? Quelli di noi che si impegnano a livello pubblico, con la guida della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, non contribuiscono forse, come cittadini e credenti, alla creazione di una Europa che saremmo orgogliosi di trasmettere alla prossima generazione?”.
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