Polonia, polemiche per il Papa pro-kosher con gli ebrei
Fanno discutere le frasi di Bergoglio contro il bando proclamato da Varsavia alla macellazione ligia alla tradizione ebraica. Lombardi: “Nessuna missione per Koch”
Sono diventate un caso, in Polonia, le frasi pronunciate ieri da papa Francesco in solidarietà con gli ebrei contro il bando proclamato da Varsavia alla macellazione «kosher», ligia alla tradizione religiosa ebraica. Ricevendo ieri in udienza una delegazione del World Jewish Congress, guidata dal presidente Ronald S. Lauder e rappresentativa delle comunità ebraiche mondiali, papa Francesco tra le altre cose - secondo quanto ha poi riferito il Wjc - ha espresso «preoccupazione» (concern) sui divieti alla macellazione kosher in Polonia e ha dato incarico al cardinale Kurt Koch, presidente della commissione vaticana per le relazioni con gli ebrei, di «indagare» (to investigate) sull'argomento e di convocare uno specifico incontro entro la prossima settimana.
Della cosa parla oggi anche il «Jerusalem Post», mentre, rimbalzate in Polonia, le affermazioni hanno suscitato varie polemiche nel Paese, dove in ambito politico l'idea dell'«indagine» papale è stata vista da molti come un'iniziativa indebita. Tanto che, interpellato da giornalisti polacchi, oggi il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dovuto in parte rettificare quanto riferito dal World Jewish Congress. «Non risulta che il Papa abbia dato alcuna missione specifica al card. Koch circa le normative sulla macellazione delle carni in Polonia», ha dichiarato padre Lombardi.
La controversia sulla macellazione rituale ebraica è scoppiata in Polonia dopo che la Corte costituzionale l'ha giudicata contraria alla legge, scatenando la protesta dell'Associazione ebraica europea che ha denunciato un «effetto devastante per la libertà religiosa». Recentemente il Parlamento di Varsavia ha respinto una legge, promossa dal governo, che avrebbe riammesso la macellazione kosher in osservanza della direttiva Ue che l'ha autorizzata a partire dal gennaio scorso. Anche Israele ha definito il divieto polacco come «totalmente inaccettabile». Ma ora è la solidarietà del Papa agli ebrei su questo argomento a far discutere in Polonia, con in più il piccolo «giallo» su quello che Bergoglio ha effettivamente affermato, esistendo solo il resoconto del Wjc.
La polemica, inoltre, arriva in un momento delicato, proprio alla vigilia dell'insediamento del nuovo ambasciatore polacco presso la Santa Sede, Piotr Nowina-Konopka, che lunedì prossimo sarà ricevuto dal Papa per la presentazione delle lettere credenziali.
L'amicizia e la forte vicinanza del Papa argentino agli ebrei è comunque un dato più che consolidato. Sempre nell'udienza al Wjc, Francesco ha ripetuto che «un cristiano non può essere un antisemita», aggiungendo che «per essere un buon cristiano è necessario capire la storia e le tradizioni ebraiche».
Oggi, intanto, gli ebrei italiani hanno accolto «con amicizia e spirito di fratellanza» gli auguri formulati dal Papa alla vigilia di Rosh ha Shanah, la festività che segna l'inizio dell'anno ebraico 5774, ha dichiarato all'Osservatore Romano il presidente dell'Ucei (Unione delle comunità ebraiche) Renzo Gattegna. In un messaggio al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni', il Pontefice ha formulato il suo «augurio più vivo», assicurato il «ricordo nella preghiera» e auspicato che «il Dio dei Padri effonda abbondanti benedizioni lungo tutto il corso del nuovo anno e rafforzi il cammino di amicizia tra ebrei e cristiani».
REDAZIONEROMA
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