ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 17 ottobre 2013

Fatima e Papa Francesco



C’è stata molta attesa, ma anche grande delusione per la cerimonia svoltasi in San Pietro domenica 13 ottobre. L’attesa nasceva dalla notizia che circolava: Papa Francesco avrebbe consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, davanti alla statua della Madonna di Fatima giunta dal Portogallo. Le speranze sembravano avere conferma dal fatto che il Papa aveva chiesto al cardinale José Policarpo, patriarca di Lisbona, di consacrare il suo ministero petrino alla Madonna di Fatima.L’afflusso dei fedeli è iniziato il sabato, quando la statua della Madonna, giunta in elicottero, è stata venerata dalla folla e poi è stata trasferita al santuario mariano del Divino Amore. La domenica sono stati oltre centomila i fedeli che hanno gremito la piazza antistante la Basilica, per assistere alla cerimonia. Molti speravano che la consacrazione di Papa Francesco comprendesse una menzione specifica della Russia. A Fatima infatti la Madonna ha chiesto un atto solenne e pubblico di riparazione e consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, compiuto dal Papa in unione con i vescovi del mondo. 
Pio XII nel Radiomessaggio al Portogallo del 31 ottobre 1942, consacrò al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa e il genere umano.
Lo stesso Papa Pacelli, il 7 luglio 1952, con la lettera apostolica Sacro Vergente Anno, consacrò tutti i popoli della Russia alla Madre di Dio. La Russia venne esplicitamente nominata, ma mancò l’unione solenne con i vescovi cattolici di tutto il mondo.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II sarebbe stata un’occasione straordinaria per adempiere alla richiesta della Madonna. Nel 1965, ben 510 arcivescovi e vescovi di 78 paesi sottoscrissero una petizione in cui si chiedeva che il Papa, in unione con i Padri conciliari, consacrasse al Cuore Immacolato di Maria il mondo intero, ed in modo speciale la Russia e le altre nazioni dominate dal comunismo.
Paolo VI non accolse però la richiesta. 
Giovanni Paolo II, dopo essere stato drammaticamente ferito nell’attentato del 13 maggio 1981, attribuì alla Madonna di Fatima una miracolosa protezione e il 13 maggio 1982 si recò pellegrino al suo santuario, dove affidò e consacrò alla Madonna «quegli uomini e quelle nazioni che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno». 
Un’analoga consacrazione fu da lui ripetuta il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, alla presenza della statua della Vergine giunta appositamente dal Portogallo. Il Papa aveva scritto ai vescovi di tutto il mondo chiedendo di unirsi a lui, ma non tutti ricevettero l’invito e pochi lo fecero proprio. Neanche in questa occasione fu espressamente nominata la Russia, ma ci fu solo un riferimento «ai popoli di cui tu ti aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento». Un terzo atto di affidamento della Chiesa e dell’umanità alla Vergine Maria, fu pronunciato l’8 ottobre 2000, davanti alla statua della Madonna di Fatima, da Giovanni Paolo, insieme ad oltre 1500 vescovi rappresentanti dell’episcopato mondiale. 
Benedetto XVI fece divulgare il Terzo segreto di Fatima (il cui testo viene però da molti giudicato incompleto) e il 12 maggio 2010, inginocchiandosi davanti all’immagine della Madonna nella cappella delle Apparizioni di Fatima, elevò a Lei una preghiera di affidamento, chiedendo la liberazione «da ogni pericolo che incombe su di noi».

I devoti di Fatima attendevano da Papa Francesco un passo avanti, rispetto ai suoi predecessori, ma sono stati profondamente delusi. Il Papa ha pronunciato in tono stanco una formula più debole di quelle precedenti, senza usare la parola consacrazione, e senza citare né Fatima, né il Cuore Immacolato, né il mondo, né la Chiesa, e tantomeno la Russia. Il Papa, in una parola, contrariamente a quanto era stato annunciato (cfr. ad esempiohttp://www.zenit.org/it/articles/l-importanza-di-consacrare-il-mondo-al-cuore-immacolato-di-maria) , non ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria. C’è stato un generico accenno a «Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla», ma senza richiamare i pericoli che oggi incombono sull’umanità impenitente.

La Beata Vergine Maria non fu una donna verbosa e sentimentale, e i suoi messaggi, quando sono autentici, vanno dritto all’essenziale. Le sue parole sono un dono del Cielo per confermare gli uomini nella fede o per dar loro orientamento e conforto nelle difficoltà.
A Lourdes, nel 1858, Maria suggellò il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato quattro anni prima da Pio IX.
A Fatima, nel 1917, annunziò un grande castigo per il mondo, se non si fosse pentito per i propri peccati. In questa profezia che Benedetto XVI ha definito «incompiuta», la Madonna ha voluto farci comprendere come il mondo vive un’ora tragica della sua storia, richiamando ognuno alle proprie responsabilità.

Un insegnamento forte, sulla stessa linea di quello di Fatima, ci viene da un altro messaggio mariano, poco conosciuto, di cui proprio il 13 ottobre 2013 è caduto il quarantesimo anniversario: quello di Akita. Akita è il nome del luogo, in Giappone, in cui avvennero le apparizioni della Madonna alla suora Agnese Katsuko Sasagawa, dell’ordine delle Serve dell’Eucarestia.
Il 13 ottobre 1973, la religiosa ricevette l’ultimo e più importante messaggio nel quale la Madonna descrive il castigo che attende l’umanità con queste parole: 
«Se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti. L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli … chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro».

Nell’aprile del 1984 monsignor John Shojiro Ito, vescovo di Niigata in Giappone, dopo un’approfondita investigazione dichiarò che le rivelazioni di Akita sono da considerarsi di origine soprannaturale e autorizzò nella diocesi la venerazione della Santa Madre di Akita.
Nel giugno del 1988 il cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, definì attendibili gli eventi di Akita. L’ambasciatore filippino presso la Santa Sede, Howard Dee, ha testimoniato pubblicamente che in una conversazione con il cardinale Ratzinger, quest’ultimo gli avrebbe confermato che i messaggi, di Fatima e di Akita hanno lo stesso contenuto.

Le profezie di Fatima e di Akita prevedono castighi per l’umanità e per la Chiesa sul piano naturale, politico e soprattutto spirituale, e ci ricordano che Dio è infinitamente misericordioso perché è, prima, infinitamente giusto.
Non è l’ora delle illusioni, dell’ottimismo, dei sorrisi superficiali, ma della serietà e della lotta. E l’Immacolata ha promesso di assisterci fino al suo trionfo finale.
di Roberto de Mattei
Articolo pubblicato sul sito Corrispondenza Romana
Impaginazione e neretti sono nostri

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