In questi giorni, più che in altri momenti, mentre guido, mentre faccio la fila dal dottore o al supermercato, mi trovo a pensare alle cose della Fede.
Quanto scritto sotto, frutto di questi pensieri riportati senza autocensure, non vuole avere nessun valore se non di riflessione per me e, spero, per qualche fratello o sorella nella Fede.
Dio non voglia, ma ho la sensazione che si stia procedendo a tappe forzate alla eliminazione, “manu militari”, di quella Chiesa che ha accompagnato l’umanità per 2000 di storia, la Chiesa Militante, quella Chiesa che per sua natura è anche “Mater et Magistra”, Mater perché sempre fertile generando sempre nuovi figli nel Battesimo e Magistra perché non ha mai lasciato soli i propri figli, educandoli, accompagnandoli in tutti i momenti della vita sia con i Sacramenti sia con la Catechesi.
Penso che il tutto sia cominciato con l’attacco al pontificato di Benedetto XVI costretto a dimettersi chissà con quale violenza. Poi passo dopo passo, con l’aiuto dei mass-media e dei “benpensanti cattolici” si sta distruggendo, anche sulla carta, quello che già si stava distruggendo nella pratica quotidiana. “Manu militari”, dicevo, perché le varie vicende di questi giorni, mettono in luce la volontà di non permettere nessuna opposizione al piano di distruzione.
La Chiesa “Mater”: la si vorrebbe sterilizzare impedendoLe di generare nuovi figli tramite l’opera missionaria tesa, ovviamente, a fare nuovi proseliti (generare nuovi figli), viste le polemiche mi sono preso la briga di consultare l’enciclopedia Treccani on-line:
Qualcuno, tra i cattolici benpensanti, ha voluto precisare che il Papa parlando di proselitismo si sarebbe riferito alla “missione violenta”, a tali cattolici (definiti “normalisti”) vorrei porre delle domande:
Ma vi sembra giusto assurgere a portavoce del Romano Pontefice senza che nessuno vi abbia mai nominato?
Come considerereste una persona che volesse dire una cosa ma ne dicesse un’altra?
Se il Papa voleva parlare di “missione violenta” non doveva essere, vista l’importanza dell’argomento, più chiaro ed esplicito?
Se il Papa voleva parlare di “missione violenta” non avrebbe fatto meglio a denunciare casi di tali metodi missionari?
Onestamente ritengo che siano i missionari cattolici ad essere colpiti dalla violenza (da parte dei “fratelli musulmani” soprattutto) e non fautori di violenza; non riconoscere questa verità è “infame” e antistorico.
Ma allora, anche il battesimo in tenera età è o non è una sciocchezza secondo il pensiero del Romano Pontefice? Eppure anche se è una tradizione multisecolare, si potrebbe configurare come forma di violenza sui bambini che ovviamente non sono in grado di difendersi da tale imposizione … mi è venuto il dubbio che il Papa consideri proprio il Battesimo in tenera età come cosa di “enorme sciocchezza” … ma era meglio dirlo chiaramente!
Un altro degli attacchi alla Missione e quindi alla Chiesa “Mater” viene fatto volendo identificare la Missione con le Opere di Misericordia Corporale : “ Dar da mangiare agli affamati. ….”. Il comando di Gesù alla Missione : “Andate per il mondo…” mi sembra non faccia riferimento alcuno alle necessità materiali che anche allora non dovevano essere poche. L’impegno per le necessità materiali dovrebbe allora essere un accessorio rispetto all’impegno per la Missione, nel senso che la Missione è identificata dall’impegno a convertire e non a sfamare, la Missione esiste anche laddove, per le più svariate ragioni non è possibile o necessario svolgere opere di Misericordia Corporale.
Il comandamento dell’Amore (nel senso dell’aiuto materiale) deve essere praticato sempre dove se ne riscontra la necessità: in ufficio, per strada, a scuola, etc …
Il comandamento dell’Amore (nel senso dell’aiuto alla Salvezza) deve essere praticato sempre, in ogni occasione ed a prescindere, ovviamente, dalle condizioni materiali, quindi siamo chiamati (tutti) alla Missione permanente, anche quando si concedono interviste o si parla coi giornalisti. Vivere la condizione di “peccatore” non ci esime assolutamente dall’impegno missionario perché se così non fosse non ci sarebbero più stati missionari sulla Terra dopo l’Assunzione di Maria al Cielo. Le storie di Pietro e di Paolo dovrebbero toglierci ogni dubbio …
Un’ultima considerazione sulla necessità, per la Chiesa tutta e per ciascuno di noi, della Missione, che è l’azione, l’opera, il mezzo con il quale la Chiesa è resa fertile per la generazione di nuovi figli e con cui prosegue nel mondo l’opera iniziata dal Maestro e da Lui trasmessa ai propri discepoli, in primis agli Apostoli. La Missione è opera di Salvezza e Conversione universale in quanto rivolta a tutti, nessuno escluso (nemmeno gli insigni giornalisti), sotto ogni latitudine e in ogni tempo: sia di giorno sia di notte, mentre si gioca a calcio o mentre si è a cena con gli amici al ristorante; in parole povere tutte sono occasioni per la Missione, come dice San Paolo: “… quelle opportune e quelle inopportune …”, non ci può essere né luogo né tempo inopportuno per donare agli altri la Salvezza che è possibile solamente in Gesù Cristo Nostro Signore e nella Chiesa Una Santa e Cattolica.
Ritengo che a questo siamo chiamati e sia peccato lasciar perdere le occasioni che ci capitano, ma sia peccato gravissimo teorizzare l’inopportunità della Missione soprattutto da parte di coloro che a questo sono “ESPLICITAMENTE” chiamati.
La demolizione del ruolo magisteriale della Chiesa (Mater et Magistra) è ormai opera che data da decenni e sempre si è fatto riferimento al primato della coscienza individuale sulla Verità.
Ad onor del vero sono ormai passati alcune migliaia d’anni da quando il serpente tentò Eva: “Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male»” (Gen, 3, 4-5). Ecco finalmente il coronamento del più grande desiderio dell’uomo (anche del mio): essere Dio a se stesso, non dipendere più da nessuno e decretare ipso facto la propria infallibilità.
Esagerazione ? No non credo … leggo infatti dal colloquio tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari, come riportato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro nel loro articolo “Questo Papa non ci piace” : “E qui lo ripeto” ribadisce il papa, al quale non pare vero neanche a lui. “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.
Forse i due autori cattolici (gente pericolosa e da far tacere), hanno travisato, hanno volutamente riportato quello che faceva loro comodo? Chissà … Mi sono preso la briga di andare a consultare quanto dell’incontro ha riportato uno dei due presenti, personaggio non cattolico e quindi di provata onestà.
Cosa ho trovato su Repubblica a firma Eugenio Scalfari ?
Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.
«E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».
Ecco finalmente che qualcuno ci spiega qual è la via per migliorare il mondo. Non importa cheQualcuno abbia dichiarato senza peli sulla lingua: “Io sono la Via, la Verità e la Vita …” quello che davvero serve al mondo e che ognuno scelga il bene secondo i propri gusti, e voilà! … il mondo è salvato.
Mi è venuto il dubbio che tutte le guerre siano state combattute perché gli uomini hanno sempre coltivato concetti di bene e di male diversi ed in contrasto tra loro;
chi può escludere che i miei vantaggi economici (legittimi) siano un bene, mentre quelli del vicino, se in contrasto con i miei, siano un male ?
Ma Hitler, Stalin, Pol Pot etc … erano convinti di lottare per la loro idea del bene ?
I trecento bambini italiani uccisi ogni giorno nei nostri ospedali non sono diretta conseguenza della infame legge che pure è stata approvata dalla maggioranza degli italiani che giuravano di perseguire il bene ? (anche dei bambini … ovviamente).
Gli esempi su quale ciglio del burrone stiamo camminando, come uomini di questo mondo, sarebbero ovviamente innumerevoli.
Tutta l’umanità, la parte che lo sa e quella che non lo sa, ha bisogno di essere ammaestrata da Gesù Cristo perché in Lui e solo in Lui c’è Salvezza e solo Lui parla con quella Autorità che Gli deriva dall’essere Dio (scusate se è poco).
Ora, poiché Pietro, che lo riconosca o meno, è il rappresentante di Gesù Cristo in terra ed è stato messo a capo della Chiesa e di tutta l’umanità, è chiaro che quest’ultima si aspetti di essere da lui ammaestrata, sia la parte che lo sa, sia la parte che non lo sa.
Il fatto poi che Pietro si senta peccatore ci conforta e non ci scandalizza, ci scandalizzerebbe se dichiarasse di non esserlo. Il peccato di Simone (poi Pietro) non ha impedito al primo Papa di ammaestrare tutti, senza guardare al proprio tornaconto e senza paura del martirio (anche mediatico). Non so ora, ma una volta ai vescovi era richiesto di lottare per il Vangelo fino alla effusione del sangue … lasciamo perdere …
Quanto scritto sotto, frutto di questi pensieri riportati senza autocensure, non vuole avere nessun valore se non di riflessione per me e, spero, per qualche fratello o sorella nella Fede.
Dio non voglia, ma ho la sensazione che si stia procedendo a tappe forzate alla eliminazione, “manu militari”, di quella Chiesa che ha accompagnato l’umanità per 2000 di storia, la Chiesa Militante, quella Chiesa che per sua natura è anche “Mater et Magistra”, Mater perché sempre fertile generando sempre nuovi figli nel Battesimo e Magistra perché non ha mai lasciato soli i propri figli, educandoli, accompagnandoli in tutti i momenti della vita sia con i Sacramenti sia con la Catechesi.
Penso che il tutto sia cominciato con l’attacco al pontificato di Benedetto XVI costretto a dimettersi chissà con quale violenza. Poi passo dopo passo, con l’aiuto dei mass-media e dei “benpensanti cattolici” si sta distruggendo, anche sulla carta, quello che già si stava distruggendo nella pratica quotidiana. “Manu militari”, dicevo, perché le varie vicende di questi giorni, mettono in luce la volontà di non permettere nessuna opposizione al piano di distruzione.
La Chiesa “Mater”: la si vorrebbe sterilizzare impedendoLe di generare nuovi figli tramite l’opera missionaria tesa, ovviamente, a fare nuovi proseliti (generare nuovi figli), viste le polemiche mi sono preso la briga di consultare l’enciclopedia Treccani on-line:
PROSELITISMO Attività svolta da una religione, un movimento, un partito per cercare e formare nuovi seguaci.
Mentre le religioni tribali e nazionali non hanno alcuna tendenza a estendersi al di là della comunità sociale che le pratica, le religioni soprannazionali tendono a esercitare partendo dalla convinzione di essere la vera religione, non legata a un singolo popolo, ma valida per tutti e di rappresentare la via di salvezza per ogni individuo umano: mossi da ideali soteriologici i rappresentanti della religione cercano di conquistare il maggior numero di proseliti. L’attività missionaria è una forma organizzata del proselitismo.
Mentre le religioni tribali e nazionali non hanno alcuna tendenza a estendersi al di là della comunità sociale che le pratica, le religioni soprannazionali tendono a esercitare partendo dalla convinzione di essere la vera religione, non legata a un singolo popolo, ma valida per tutti e di rappresentare la via di salvezza per ogni individuo umano: mossi da ideali soteriologici i rappresentanti della religione cercano di conquistare il maggior numero di proseliti. L’attività missionaria è una forma organizzata del proselitismo.
Qualcuno, tra i cattolici benpensanti, ha voluto precisare che il Papa parlando di proselitismo si sarebbe riferito alla “missione violenta”, a tali cattolici (definiti “normalisti”) vorrei porre delle domande:
Ma vi sembra giusto assurgere a portavoce del Romano Pontefice senza che nessuno vi abbia mai nominato?
Come considerereste una persona che volesse dire una cosa ma ne dicesse un’altra?
Se il Papa voleva parlare di “missione violenta” non doveva essere, vista l’importanza dell’argomento, più chiaro ed esplicito?
Se il Papa voleva parlare di “missione violenta” non avrebbe fatto meglio a denunciare casi di tali metodi missionari?
Onestamente ritengo che siano i missionari cattolici ad essere colpiti dalla violenza (da parte dei “fratelli musulmani” soprattutto) e non fautori di violenza; non riconoscere questa verità è “infame” e antistorico.
Ma allora, anche il battesimo in tenera età è o non è una sciocchezza secondo il pensiero del Romano Pontefice? Eppure anche se è una tradizione multisecolare, si potrebbe configurare come forma di violenza sui bambini che ovviamente non sono in grado di difendersi da tale imposizione … mi è venuto il dubbio che il Papa consideri proprio il Battesimo in tenera età come cosa di “enorme sciocchezza” … ma era meglio dirlo chiaramente!
Un altro degli attacchi alla Missione e quindi alla Chiesa “Mater” viene fatto volendo identificare la Missione con le Opere di Misericordia Corporale : “ Dar da mangiare agli affamati. ….”. Il comando di Gesù alla Missione : “Andate per il mondo…” mi sembra non faccia riferimento alcuno alle necessità materiali che anche allora non dovevano essere poche. L’impegno per le necessità materiali dovrebbe allora essere un accessorio rispetto all’impegno per la Missione, nel senso che la Missione è identificata dall’impegno a convertire e non a sfamare, la Missione esiste anche laddove, per le più svariate ragioni non è possibile o necessario svolgere opere di Misericordia Corporale.
Il comandamento dell’Amore (nel senso dell’aiuto materiale) deve essere praticato sempre dove se ne riscontra la necessità: in ufficio, per strada, a scuola, etc …
Il comandamento dell’Amore (nel senso dell’aiuto alla Salvezza) deve essere praticato sempre, in ogni occasione ed a prescindere, ovviamente, dalle condizioni materiali, quindi siamo chiamati (tutti) alla Missione permanente, anche quando si concedono interviste o si parla coi giornalisti. Vivere la condizione di “peccatore” non ci esime assolutamente dall’impegno missionario perché se così non fosse non ci sarebbero più stati missionari sulla Terra dopo l’Assunzione di Maria al Cielo. Le storie di Pietro e di Paolo dovrebbero toglierci ogni dubbio …
Un’ultima considerazione sulla necessità, per la Chiesa tutta e per ciascuno di noi, della Missione, che è l’azione, l’opera, il mezzo con il quale la Chiesa è resa fertile per la generazione di nuovi figli e con cui prosegue nel mondo l’opera iniziata dal Maestro e da Lui trasmessa ai propri discepoli, in primis agli Apostoli. La Missione è opera di Salvezza e Conversione universale in quanto rivolta a tutti, nessuno escluso (nemmeno gli insigni giornalisti), sotto ogni latitudine e in ogni tempo: sia di giorno sia di notte, mentre si gioca a calcio o mentre si è a cena con gli amici al ristorante; in parole povere tutte sono occasioni per la Missione, come dice San Paolo: “… quelle opportune e quelle inopportune …”, non ci può essere né luogo né tempo inopportuno per donare agli altri la Salvezza che è possibile solamente in Gesù Cristo Nostro Signore e nella Chiesa Una Santa e Cattolica.
Ritengo che a questo siamo chiamati e sia peccato lasciar perdere le occasioni che ci capitano, ma sia peccato gravissimo teorizzare l’inopportunità della Missione soprattutto da parte di coloro che a questo sono “ESPLICITAMENTE” chiamati.
La demolizione del ruolo magisteriale della Chiesa (Mater et Magistra) è ormai opera che data da decenni e sempre si è fatto riferimento al primato della coscienza individuale sulla Verità.
Ad onor del vero sono ormai passati alcune migliaia d’anni da quando il serpente tentò Eva: “Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male»” (Gen, 3, 4-5). Ecco finalmente il coronamento del più grande desiderio dell’uomo (anche del mio): essere Dio a se stesso, non dipendere più da nessuno e decretare ipso facto la propria infallibilità.
Esagerazione ? No non credo … leggo infatti dal colloquio tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari, come riportato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro nel loro articolo “Questo Papa non ci piace” : “E qui lo ripeto” ribadisce il papa, al quale non pare vero neanche a lui. “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.
Forse i due autori cattolici (gente pericolosa e da far tacere), hanno travisato, hanno volutamente riportato quello che faceva loro comodo? Chissà … Mi sono preso la briga di andare a consultare quanto dell’incontro ha riportato uno dei due presenti, personaggio non cattolico e quindi di provata onestà.
Cosa ho trovato su Repubblica a firma Eugenio Scalfari ?
Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.
«E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».
Ecco finalmente che qualcuno ci spiega qual è la via per migliorare il mondo. Non importa cheQualcuno abbia dichiarato senza peli sulla lingua: “Io sono la Via, la Verità e la Vita …” quello che davvero serve al mondo e che ognuno scelga il bene secondo i propri gusti, e voilà! … il mondo è salvato.
Mi è venuto il dubbio che tutte le guerre siano state combattute perché gli uomini hanno sempre coltivato concetti di bene e di male diversi ed in contrasto tra loro;
chi può escludere che i miei vantaggi economici (legittimi) siano un bene, mentre quelli del vicino, se in contrasto con i miei, siano un male ?
Ma Hitler, Stalin, Pol Pot etc … erano convinti di lottare per la loro idea del bene ?
I trecento bambini italiani uccisi ogni giorno nei nostri ospedali non sono diretta conseguenza della infame legge che pure è stata approvata dalla maggioranza degli italiani che giuravano di perseguire il bene ? (anche dei bambini … ovviamente).
Gli esempi su quale ciglio del burrone stiamo camminando, come uomini di questo mondo, sarebbero ovviamente innumerevoli.
Tutta l’umanità, la parte che lo sa e quella che non lo sa, ha bisogno di essere ammaestrata da Gesù Cristo perché in Lui e solo in Lui c’è Salvezza e solo Lui parla con quella Autorità che Gli deriva dall’essere Dio (scusate se è poco).
Ora, poiché Pietro, che lo riconosca o meno, è il rappresentante di Gesù Cristo in terra ed è stato messo a capo della Chiesa e di tutta l’umanità, è chiaro che quest’ultima si aspetti di essere da lui ammaestrata, sia la parte che lo sa, sia la parte che non lo sa.
Il fatto poi che Pietro si senta peccatore ci conforta e non ci scandalizza, ci scandalizzerebbe se dichiarasse di non esserlo. Il peccato di Simone (poi Pietro) non ha impedito al primo Papa di ammaestrare tutti, senza guardare al proprio tornaconto e senza paura del martirio (anche mediatico). Non so ora, ma una volta ai vescovi era richiesto di lottare per il Vangelo fino alla effusione del sangue … lasciamo perdere …
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