"Stiamo sperimentando, in questi giorni, la ferocia della Chiesa della Misericordia...", uno sfogo legittimo di Alessandro Gnocci al Convegno di Rimini della FSSPX. Prime impressioni.
Invio un primo e molto sintetico resoconto del caro Marco Bongi che mi
ha fatto pervenire or ora, sul convegno di studi cattolici, organizzato
dal distretto italiano della FSSPX fra il 25 e il 27 ottobre a Rimini.
L'afflusso di pubblico è parso in forte aumento rispetto alle ultime
edizioni, nonostante la concomitanza del Pellegrinaggio romano "Summorum
Pontificum".
"Stiamo sperimentando, in questi giorni, la ferocia della Chiesa della Misericordia...".
Con queste significative parole Alessandro Gnocchi ha iniziato il suo
breve e commovente intervento al XXI Convegno di Studi Cattolici che la
FSSPX ha organizzato, anche quest'anno, nella città romagnola di Rimini.
E così ha quindi proseguito, dopo il lunghissimo applauso del folto
pubblico: "Se il nostro garbato articolo, pubblicato sul quotidiano 'Il
Foglio' del 9 ottobre ha provocato così tante reazioni, significa
certamente che abbiamo toccato un aspetto molto importante della
situazione ecclesiastica attuale e che tale situazione è molto grave".
Ma, a parte la toccante testimonianza di Alessandro Gnocchi, il simposio
riminese, dedicato principalmente allo studio della gnosi e della
massoneria, ha ospitato numerosi interventi di grande spessore
culturale. Proveremo a passarli brevemente in rassegna, pur nella
consapevolezza che è assai difficile sintetizzare, in poco spazio,
contenuti così profondi e complessi.
Si è iniziato venerdì sera con l'intervento di Stefano Colombo che ha
presentato un profilo storico della massoneria moderna: dai Rosacroce
alle varie obbedienze inglesi e francesi. Secondo il suo pensiero la
genesi di questa società segreta va ricercata essenzialmente in ambito
protestante e potrebbe essere scaturita dal tentativo maldestro di
ricomporre la perduta unità religiosa dell'Europa teorizzando una nuova
dottrina che si ponesse al di sopra di Cattolicesimo e Riforma. Sabato
mattina è quindi stata la volta del prof. Giovanni Turco. Egli ha
analizzato, con grande profondità di argomentazioni, la storia e
l'evoluzione del naturalismo liberale. Il suo intervento si è sviluppato
partendo dagli studi di p. Matteo Liberatore, un colto gesuita vissuto
nella seconda metà del XIX secolo. Attraverso ampie citazioni di questo
autore il prof. Turco ha dimostrato come il liberalismo tende sempre a
separare la natura dalla Grazia, e, in ambito più filosofico, la ragione
dalla Fede.
Don Mauro Tranquillo ha quindi proseguito il filo di questo ragionamento
esponendogli effetti del liberalismo e del modernismo all'interno della
Chiesa con particolare riferimento alla sistematica distruzione del
concetto di Papato.
La relazione successiva, affidata invece ad Andrea Giacobazzi, ci ha
riportato a temi di attualità geopolitica: la complessa situazione del
Medio Oriente e, soprattutto, la drammatica condizione dei cristiani
perseguitati sia dagli islamici che da Israele.
Nel pomeriggio è intervenuto il dott. Domenico Savino il quale, partendo
dalla gnosi antica, ha evidenziato le numerose assonanze, collegate a
tale pensiero filosofico, nella cultura contemporanea. Prima fra tutte
l'ideologia del gender che nasce inequivocabilmente da un rifiuto della
realtà naturale, della creazione e, in ultima analisi, di Dio stesso.
Infine, prima delle conclusioni del superiore di distretto don Pierpaolo
Petrucci, abbiamo potuto ascoltare, come è ormai tradizione del
convegno riminese, l'appassionata relazione del prof. Matteo d'Amico.
Egli ha sapientemente ricostruito la storia della gnosi evidenziandone
come, pur essendo nata come eresia cristiana, essa abbia poi finito per
configurarsi come un anti-Cristianesimo esoterico ed, in fin dei conti,
satanico. In definitiva, sempre secondo il prof. D'amico, anche molte
espressioni teologiche del modernismo, non fanno altro che incarnare,
adeguandole ai tempi, posizioni nate all'interno della galassia
gnostica: il desiderio utopistico di un mondo nuovo e perfetto su questa
terra, la rimozione del peccato originale, l'atteggiamento benevolo nei
confronti della sessualità contro natura ecc.
Marco BONGI
1 commento:
-
Lo sfogo di Gnocchi non mi convince. Dove stava lui quando Enzo Bianchi
recentemente durante il convegno liturgico svoltosi a Bergamo su Radio
Maria insultava tutta la Tradizione e il culto tridentino?
Onestamente avremmo gradito lì, le sue dimissioni dalla Radio, una Radio che "non può (!) parlare male della Chiesa".
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