Una
volta un collega ateo per provocarmi mi chiese: “Com’è che la Madonna
quando appare ai veggenti chiede sempre l’edificazione di chiese e non
di ospedali?”
E’ chiaro che per chi non crede nella Vita Eterna, nell’esistenza di Dio e dell’anima, la cosa più importante è la cura del corpo. E sovente solo quella del proprio corpo, e non quello degli ammalati, per cui invece spesso invoca l’eutanasia, o dei bimbi non nati, per cui magari promuove l’aborto…
Per chi è credente, il corpo e la vita terrena sono importanti ma certamente non più dell’anima e della vita eterna. Esistono infatti le opere di misericordia corporale, come dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi e ospitare gli stranieri, tutte azioni nobilissime, ma ci sono anche e soprattutto le opere di misericordia spirituale, come istruire gli ignoranti o correggere chi sbaglia.
Compito del cristiano è quello di esercitare ambedue i tipi di opere ricordando però che le seconde, appartenendo all’ambito spirituale, sono infinitamente superiori alle prime. Ecco perché è pericoloso a mio parere la troppa insistenza da parte di uomini della Chiesa nello spronare i cristiani affinché si dedichino alle opere del primo tipo, come ci capita di sentirci dire spesso in questi tristi tempi ultimi, forse tali anche in senso escatologico. Compito della Chiesa non è curare il corpo, per quello esistono già gli ospedali, le organizzazioni laiche umanitarie, volontarie o statali, ma il suo vero scopo è quello della cura delle anime. Infatti a che serve salvare il corpo e poi perdere la propria anima?
Ho come l’impressione purtroppo però che il Nemico si sia infiltrato e mostrando la sua veste di agnello, mentre sotto è solo un lupo, inganna le moltitudini con la storia dell’umanitarismo, cercando nel frattempo di svilire la Liturgia e far trascurare il discorso spirituale.
Quando ero piccolo al catechismo mi insegnarono che se si pensa solo ai poveri e ai loro bisogni materiali, senza nel frattempo amare e pregare il Signore, si fa solo carità, con la c minuscola, che non è altro che ‘filantropia’, mentre se si ama veramente il prossimo e ci si dedica quindi oltre che ai suoi bisogni materiali anche a quelli spirituali, cercando anche di convertirli, e si fa tutto per amore di Dio, allora si esercita la Carità, con la C maiuscola, quella che per San Paolo è la più eccelsa tra le virtù, l’unica che ha veramente valore agli occhi di Dio e che porta alla salvezza eterna.
E’ chiaro che per chi non crede nella Vita Eterna, nell’esistenza di Dio e dell’anima, la cosa più importante è la cura del corpo. E sovente solo quella del proprio corpo, e non quello degli ammalati, per cui invece spesso invoca l’eutanasia, o dei bimbi non nati, per cui magari promuove l’aborto…
Per chi è credente, il corpo e la vita terrena sono importanti ma certamente non più dell’anima e della vita eterna. Esistono infatti le opere di misericordia corporale, come dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi e ospitare gli stranieri, tutte azioni nobilissime, ma ci sono anche e soprattutto le opere di misericordia spirituale, come istruire gli ignoranti o correggere chi sbaglia.
Compito del cristiano è quello di esercitare ambedue i tipi di opere ricordando però che le seconde, appartenendo all’ambito spirituale, sono infinitamente superiori alle prime. Ecco perché è pericoloso a mio parere la troppa insistenza da parte di uomini della Chiesa nello spronare i cristiani affinché si dedichino alle opere del primo tipo, come ci capita di sentirci dire spesso in questi tristi tempi ultimi, forse tali anche in senso escatologico. Compito della Chiesa non è curare il corpo, per quello esistono già gli ospedali, le organizzazioni laiche umanitarie, volontarie o statali, ma il suo vero scopo è quello della cura delle anime. Infatti a che serve salvare il corpo e poi perdere la propria anima?
Ho come l’impressione purtroppo però che il Nemico si sia infiltrato e mostrando la sua veste di agnello, mentre sotto è solo un lupo, inganna le moltitudini con la storia dell’umanitarismo, cercando nel frattempo di svilire la Liturgia e far trascurare il discorso spirituale.
Quando ero piccolo al catechismo mi insegnarono che se si pensa solo ai poveri e ai loro bisogni materiali, senza nel frattempo amare e pregare il Signore, si fa solo carità, con la c minuscola, che non è altro che ‘filantropia’, mentre se si ama veramente il prossimo e ci si dedica quindi oltre che ai suoi bisogni materiali anche a quelli spirituali, cercando anche di convertirli, e si fa tutto per amore di Dio, allora si esercita la Carità, con la C maiuscola, quella che per San Paolo è la più eccelsa tra le virtù, l’unica che ha veramente valore agli occhi di Dio e che porta alla salvezza eterna.
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