Molti Paesi un tempo roccaforti del cattolicesimo si stanno ormai scristianizzando rapidamente. C'è da piangere al pensiero che queste terre sono state conquistate alla fede grazie al sangue di innumerevoli martiri e adesso le stiamo perdendo; purtroppo non sarà facile ricondurle a Cristo, forse ci vorranno secoli.
Pensiamo ad esempio alla diocesi francese di Evreux (Francia). Osserviamo i numeri: nel 1950 i preti diocesani erano 312, oggi il loro numero è precipitato a 83 dei quali solo 68 sono in attività! La percentuale dei cattolici era al 96% della popolazione residente, ora è crollata all'incirca al 70% (molti ormai non battezzano più i bambini). Ma il dato che sconvolge di più è quello del numero delle parrocchie che nel 1950 erano 582 e oggi sono scese a 31 con un saldo negativo di 551. La causa di ciò sta nel tracollo del numero dei preti, perché le poche decine di parroci ancora in attività non erano sufficienti a gestire le centinaia di parrocchie del passato.
I numeri non sono né tradizionalisti, né modernisti, sono dati di fatto dei quali è necessario prenderne atto. Se il presente è drammatico, il futuro della diocesi di Evreux appare ancora più tragico. Degli 83 preti diocesani attualmente in vita, solo una ventina hanno meno di 60 anni. Considerando il bassissimo numero di vocazioni, tra dieci o vent'anni, l'intera diocesi conterà solo una manciata di preti. E pensare che erano 312!
Insomma, quando dico che la situazione è drammatica non è un'esagerazione. E' come se uno tsunami avesse travolto molte diocesi dell'orbe cattolico. Fortunatamente gli istituti legati alla liturgia tradizionale godono di un abbondante afflusso di nuove vocazioni, le quali, se Dio vorrà, dovranno rievangelizzare nuovamente le diocesi terremotate dalla terribile crisi che ha colpito il cattolicesimo negli ultimi decenni.
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