“CASO” GNOCCHI & PALMARO / 2. UN’ANALISI DEL PUBBLICISTA E SCRITTORE CARLO DI PIETRO
Tempo
fa e con grande amarezza, scrivevo della tanta “Confusione
e belligeranza nel «Cattolicesimo» contemporaneo”
[1], parlavo di “zizzania”,
di “tempi
cattivi”
(cit. Sant’Agostino, Discorsi,
LXXX,8) e di “ignoranza
vincibile”;
nello scritto commentavo anche quel labile confine- purtroppo oggi
strumentalizzato e/o male interpretato- che c’è fra la
“resistenza
all’errore”
, che comunque mai può essere “in
faccia a tutti”
, e le ipotizzate procedure canoniche necessarie parimenti per
“impedire
l’esecuzione della volontà[di
un eretico]”. La situazione attuale è degenerata con evidenza in
ambienti laici a seguito del “Commissariamento
dei Frati Francescani dell’Immacolata” di
cui si era già parlato [1a].
Il
22 settembre 2013, il sito Radio Spada aveva sottoposto- a chi di
dovere e pubblicamente- una serie di “quesiti
che possano essere accessibili a tutti”
[2] per capire se “per
ottenere la grazia sovrannaturale della salvezza”
è ancora “necessario
rispettare i Comandamenti di nostro Signore ed i Precetti della Santa
Chiesa”,
o se diversamente è cambiato qualcosa. Interrogativi d’uopo poiché
oggigiorno l’evangelizzazione “web” e/o “face to face”
sembra essere gravemente lesa o compromessa, in quanto quello che
“abbiamo
sempre imparato e saputo”
pare non avere più valore, sembra divenire “sciocchezza”
e “pelagianesimo” dacché
il “confronto” con l’infedele, con il giudeo, con l’eretico,
con l’apostata, con lo scismatico e con lo scomunicato, si fa
sempre più arduo ed improduttivo.
Il
corretto e necessario “proselitismo”,
come vedevamo nel “Breve
studio sulla predicazione e sulla testimonianza”
[2a], diviene difficilissimo, talvolta privo di immediata efficacia
e, pare, contraddetto ed ostacolato nei contenuti e nel metodo da chi
è “più
in alto”
del semplice catechista e dell’onesto parroco.
In
un contesto così tumultuoso tutto può accadere, difatti anche la
settimana appena conclusasi è stata caratterizzata da un episodio
“forte” nei contenuti e “grave” nelle conseguenze. “Il
Foglio”
ha pubblicato un editoriale critico dal titolo “Questo
Papa non ci piace”
[3] recante la doppia firma di due fra i più noti e quotati cronisti
della crisi etica e sociale contemporanea, gli stimati Gnocchi e
Palmaro, ove gli autori denunciavano quel “campionario
di relativismo morale e religioso”
nell’operato concreto e nelle parole di mons. Bergoglio (Francesco)
e la conseguente attenzione “del
circuito mediatico-ecclesiale che va alla persona di Bergoglio e non
a Pietro”.
L’Agenzia
di informazione settimanale “Corrispondenza
Romana”
ha rilanciato il “pezzo galeotto”, ha inoltre reso noto [4] che i
due “arditi” sarebbero stati “epurati”
da Radio Maria, emittente che da dieci anni trasmetteva: “Incontri
con la bioetica”
(Palmaro) e “Uomini
e letteratura: incontri alla luce del Vangelo”
(Gnocchi).
Anni
fa pubblicai un comunicato dal titolo “Lo
sciacallaggio mediatico di Radio Maria”
[5], in cui feci presente al lettore che già nel 2005 mons. Bertone,
sottoposto a linciaggio radiofonico per una vicenda connessa a
Medjugorje, “scomunicò”
l’emittente che si dice cattolica usando frasi lapidarie. Ne cito
due: “Sono
state-
si legge nel documento- reazioni
scomposte e offensive di fedeli e sacerdoti che si definiscono
«medjugorjani» e anche da parte della stessa Radio Maria, attacchi
non certo compatibili con i fautori di un’autentica devozione
mariana”;
“… deploro
gli eccessi di fanatismo, come i manifestini distribuiti in diverse
chiese, nei quali si assicura anche la possibilità di assistere a
un’apparizione della Madonna”.
Peccato
per Radio Maria, perde due voci importanti ed autorevoli perché- si
legge- “Padre
Livio ritiene che non si possa essere conduttori di Radio Maria e,
contemporaneamente, esprimere critiche sul Papa”
[v. 4]. Come possa poi essere compatibile una radio che si dice
cattolica con le aspre critiche contro i vescovi mons. Zanic, mons.
Peric, contro gli esperti della Prima Commissione (1982-1984), quelli
della Seconda (1984-1986), quelli della Terza (1987-1990), contro la
Conferenza Episcopale Juogoslava (1991) e contro la Santa Sede (4
interventi lapidari su Medjugorje) [6] … resta un mistero
probabilmente “di iniquità”!
Ho
letto attentamente le critiche mosse a mons. Bergoglio
(Francesco) dagli editorialisti Gnocchi e Palmaro e devo dire
che, specie nella seconda parte dello scritto, ho apprezzato
l’analisi “al metodo”, evidentemente scorretto, di parte della
stampa contemporanea: come dar loro torto? Oggi numerosi giornalisti
e pubblicisti sembrano essere piuttosto edicolanti e pubblicitari. Mi
rattrista tuttavia il titolo del pezzo incriminato, “Questo
Papa non ci piace”,
come mi addolora il messaggio, ciò che l’interessato percepisce
leggendo: un papa può “relativizzare
pubblicamente”
e con grande enfasi mediatica “fede
e costume”.
Questo-
credo- sia un messaggio poco edificante (cf. Sant’Agostino, Contro
Mani),
d’altronde la Dottrina cattolica ci insegna che un Papa deve
piacere anzitutto a Dio e solo dopo- se Dio lo ritiene opportuno- può
piacere anche all’uomo; quanti Pontefici nella storia del
cattolicesimo non piacquero agli uomini- per infiniti motivi- eppure
furono molto graditi a Dio, lasciandoci documenti di inestimabile
valore dottrinale e di importante edificazione per le anime?
Credo
che questo sia il vero problema contemporaneo: “fede
e costume”
(propri della dogmatica) possono essere adulterati nella “Chiesa
docente”?
Posto
che farò adesso un discorso meramente teorico, quindi mi slegherò
per un tratto dalle vicende attuali, resta comunque evidente che quel
“campionario
di relativismo morale e religioso”
di cui parlano Gnocchi e Palmaro va provato oltre ogni ragionevole
dubbio. Cosa significa questo: il commentatore dovrebbe sottoporre i
suoi studi “accusatori” ad una Autorità Ecclesiastica
competente, la quale, se opportuno, dovrebbe attenzionare il presunto
“reo” (che diviene “indagato” dapprima ed “imputato” poi)
e dovrebbe richiederne il “ravvedimento” se sussistono i
presupposti. L’“imputato” sarebbe così obbligato a decidere:
a)
Prendo atto della “monizione” ma mantengo la mia posizione di
“relativismo
morale e religioso”,
quindi escludo assolutamente un mio errore personale, un
fraintendimento, una leggerezza, una follia, ecc…, sono convinto di
ciò che insegno, dico e faccio;
b)
Prendo atto della “monizione”, mi correggo e pongo rimedio allo
scandalo.
(si
studi il De Romano Pontifice di San Bellarmino, lib.
II, cap. 30; cf. Che cosa succede quando muore il Papa,
Piemme, 1997)
Attenzione,
non dimentichiamoci che tutto va provato con dovizie di particolari,
altrimenti fa fede il concetto biblico di “accusatore”
ovvero Satana.
San
Tommaso d’Aquino nell’opera dal titolo “Contra
impugnantes Dei cultum et religionem”
[7], confutazione al libello dei persecutori in lotta ai “Frati
Mendicanti”, difendendo i Frati
dagli accusatori:
“… vediamo
che per opera di questi religiosi è estirpata in molte parti
l’eresia, non pochi infedeli sono convertiti alla fede, molti
istruiti nella legge di Dio, moltissimi richiamati a penitenza, tanto
che se qualcuno, mentendo, vuol sostenere che questa religione è
inutile, può essere chiaramente convinto che – quasi invidioso
delle grazie divine – fa peccato contro lo Spirito Santo”;
“…
se
trovate conveniente che si siano fondati Ordini religiosi per i
poveri e gli ammalati, fu molto più conveniente fondare un Ordine
religioso per il bene delle anime”.
“E
la verità bisogna farla valere nel mondo contro i detrattori con la
pazienza, ma anche con lo zelo della giustizia e della carità,
perché dall’impunità alcuni sono resi insolenti e più proclivi
al male; e chi – col pretesto della pazienza – non si oppone alla
semina degli errori e della falsità, assomiglia al cane muto
ricordato da Isaia, che non è capace di abbaiare; ed è quasi reo di
rapina chi – per negligenza – permette il danno altrui; e
soprattutto perché appartiene al dovere della carità vendicare gli
oppressi contro gli oppressori”
Nello
stesso scritto il Dottore Angelico ricorda che “nel
fondare una società”
gli uomini si riuniscono “al
fine di compiere una cosa in comune”
e “questa
cosa in comune”
altro non è che “il
bene comune della società stessa”.
Scopo del capo di questa società è “guidare
l’intera comunità ai fini che le sono propri, ossia al bene
comune”
e l’autorità di questo capo “ha
il suo fondamento nell’autorità di Dio, nella stessa provvidenza
di Dio”
[8]. Si consideri che la Chiesa è quella “Società
visibile e gerarchica fondata da Cristo e guidata da Pietro, che è
Una, Santa, Cattolica ed Apostolica”:
il fine della Chiesa è di salvare le anime. Non posso dilungarmi più
del dovuto, ma per approfondimenti vi rimando alla lettura degli
studi in nota 9.
Nel De
Comparatione Auctoritatis papae et Concilii, Tommaso de Vio (noto
card. Gaetano), studiando il Primato di Pietro e quindi il Primato di
Giurisdizione del Papa [10], si trovava davanti ad un bivio:
a)
un Papa divenuto eretico manifesto è deposto ipso facto,
per diritto divino, da Cristo;
b)
un Papa divenuto eretico manifesto ha sopra di sé un potere
superiore in terra dal quale può essere deposto.
Il
Gaetano- che comunque è corretto nella fase conclusiva da San
Bellarmino- risolve la questione analizzando l’eresia manifesta
che, di suo, è “separazione
volontaria del soggetto dalla fede”,
come ci ricorda anche Pio XII nella Mystici
Corporis:
“…
così
non si può avere che una sola Fede (cfr. Eph. IV, 5), sicché chi
abbia ricusato di ascoltare la Chiesa, deve, secondo
l’ordine di Dio,
ritenersi come etnico e pubblicano (cfr. Matth. XVIII, 17). Perciò
quelli che son tra loro divisi per ragioni di fede o di governo, non
possono vivere nell’unita di tale Corpo e per conseguenza neppure
nel suo divino Spirito.”
In Verità
della Fede, Sant’Alfonso Maria de Liguori condanna la
cosiddetta “Collegialità” [11], secondo cui un presunto
Collegio di vescovi avrebbe maggior potere del Pontefice arrivando
fino a destituirlo, e “in contro” ci ricorda la Dottrina
cattolica:
“… e
lo stesso sarebbe nel caso, che il Papa cadesse notoriamente e
pertinacemente in qualche eresia. Benché allora, come meglio dicono
altri, non sarebbe il Papa privato del pontificato dal concilio come
suo superiore, ma ne sarebbe spogliato immediatamente da Cristo,
divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio”.
Nell’opera De
Ecclesia Christi (Pontificia
Università Gregoriana, 1927), il card. Billot a pag. 262:
“…
notate
che si parla della successione formale, distinta dalla successione
meramente materiale che è compatibile con la mancanza
dell’apostolicità. La successione materiale consiste nella nuda
occupazione della Sede attraverso una serie continua di vescovi. La
successione formale invece aggiunge l’identità permanente della
medesima persona pubblica, cosicché nonostante la molteplicità dei
titolari, non sarà mai intervenuto un cambiamento
sostanziale nell’esercizio e
nell’attribuzione dell’autorità”.
Della
stessa idea del Billot furono il card. Mazzella, Van Noort,
Zubizareta, De Groot, Berry D.D., Cercià, Serapius ab Iragui,
Palmieri S.S., De La Brière, MacGuinness C.M., Hurter S.J.Dorsch,
Jugie, ma- in un certo senso e non forzando- anche lo stesso San
Bellarmino quando individuava nel Papato tre elementi: il Pontificato
stesso o Primato, il soggetto del Pontificato o persona, l’unione
dell’uno con l’altro (De Romano Pontifice di San
Bellarmino, lib. I, cap. 2, c. 17).
Il
discorso che segue è lungo e complesso, quindi eviterò di parlane
anche solo in sintesi poiché potrei creare ulteriore confusione al
già confusionario e talvolta “scismatico” contesto attuale,
tuttavia -in coscienza- mi sento solo di aggiungere che la questione
fu risolta in maniera astratta da mons. Michel Guérard des Lauriers
O.P. [12] nella sua “Tesi di Cassiciacum”; il padre
domenicano fu autore anche del “Breve esame critico del Novus
Ordo Missae”, presentato a mons. Montini (Paolo VI) dai
cardinali Antonio Bacci e Alfredo Ottaviani il 25 settembre 1969.
Posto
che quel “campionario
di relativismo morale e religioso”
nell’operato di mons. Bergoglio (Francesco)- denunciato da Gnocchi
e Palmaro- sia vero, reale, tangibile, di conseguenza il soggetto si
sarebbe “escluso
dalla Chiesa, dalla Comunione dei Santi”
poiché “intento
a non credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata dalla
chiesa stessa”
[13]; nel caso concreto va rilevata tuttavia, benché ancora solo
canonicamente, la PERTINACIA, ovvero l’OSTINAZIONE, come per
esempio accade nei Protestanti; sarebbe tuttavia già teologicamente
corretto ipotizzare che il soggetto in realtà sia un Papa detto
“materialiter”
e non “formaliter”,
anche analizzato il cinquantennio passato (e lo stesso presente) che,
in un modo o in un altro, ha visto levarsi decine di migliaia di
critiche ed ovunque, anche molto autorevoli e rumorose, talvolta
inviate materialmente alla Santa Sede alla c/a corretta. (Per capire
bene si studi- non superficialmente- la vicenda: popolo di
Costantinopoli vs Nestorio).
Attenzione
a non farvi imbrogliare sul concetto di infallibilità [13a; 13b]
solo quando fa comodo, io lo chiamo il metodo “all’uso
gallicano”.
Ovvero,
avendo rinunciato liberamente alla Fede cattolica, come sarebbe
oltremodo evidente, sarebbe privato da Cristo del Primato di
Giurisdizione, ma, in attesa di una Dichiarazione canonica di Sede
Vacante, sarebbe ancora seduto sullo Scranno riservato ai Successori
di Pietro, nel contempo sarebbe privato del “diritto
di legiferare e di insegnare”
(i suoi atti e fatti sarebbero nulli) ma potrebbe ancora “designare”.
Cosa
significa? Sarebbe una sorta di “attore”
che “occupa
la Sede”
per motivi a noi ignoti o per tentare di “distruggere
la Chiesa dall’interno”,
a cui Cristo impedisce comunque e sapientemente di “promulgare
l’errore”,
“promulgare
leggi nocive”
e “promuovere
l’uso di un falso culto o il culto ad un falso Dio”
appunto privandolo della Giurisdizione, quindi i suoi atti e fatti
sarebbero totalmente nulli poiché questi, come il Liguori ci
spiegava, avrebbe “vacato
la sede”.
Lo
stesso avverrebbe in caso di scisma, anche in presenza di due o più
presunti “papi”, così come il Liguori ci ricorda:
“… così
neppure importa che in caso di scisma siasi stato molto tempo nel
dubbio chi fosse il vero pontefice; perché allora uno sarebbe stato
il vero, benché non abbastanza conosciuto; e se niuno degli antipapi
fosse stato vero, allora il pontificato sarebbe finalmente vacato”.
[14]
Ma
allora- il lettore potrà domandare- terminerebbe la perpetuità e
l’invariabilità della Chiesa? Certo che no, difatti il Barbier
spiega:
“…
La
Chiesa cattolica, apostolica, romana rimase invariabile da Gesù
Cristo in qua per la sua unità nella fede, nei sacramenti, nelle sue
leggi, nel’ suo capo. Ella ha veduto succedersi alla sua testa una
non interrotta genealogia di sommi Pontefici e di vescovi; noi ne
siamo certi per le storie e per i monumenti autentici che ci notano
la successione dei primi pastori non solamente di secolo in
secolo, ma di anno in anno. E non importa se si è talvolta protratta
per mesi ed anche per anni l’elezione di un nuovo Papa, o se
sorsero antipapi; l’intervallo non distrugge la successione,
perchè allora il clero ed il corpo dei vescovi sussiste tuttavia
nella Chiesa, con intenzione di dare un successore al defunto
Pontefice non appena le circostanze lo permettano”.
[15]
La
situazione denunciata dagli stimati Gnocchi e Palmaro è certamente
tanto confusionaria quanto complessa, pertanto io direi che sarebbe
opportuno attendere; se effettivamente esiste un “campionario
di relativismo morale e religioso”
nell’operato di mons. Bergoglio (Francesco), bisognerebbe attendere
che il “vincolo”,
anche se evidentemente solo “materialiter”,
venga “dichiarato
nullo con una dichiarazione legale che spetta all’Autorità”
[16].
Nel
contempo, se è tutto vero e provabile, credo che il Cattolico- che
ha conoscenza piena- sia autorizzato a “criticare”
l’operato del soggetto, tuttavia facendo presente esplicitamente
quello che la Dottrina cattolica prevede, ovvero che fra i casi di
“privazione”
da parte di Cristo del Primato di Giurisdizione al Pontefice, v’è
anche la situazione di “aperto
scandalo dottrinale della Chiesa universale”
nel sedente [17]; ciò è confermato anche dal Magistero quanto
all’incompatibilità esistente fra “eresia,
scisma, apostasia”
e “Corpo
mistico”.
La
mia sensazione, e concludo, è che molti malumori che covano nel
sottobosco Cattolico da circa 50 anni, ora stanno emergendo con
tracotanza poiché ci sarebbe una sorta di “ruota di scorta”,
ovvero mons. Ratzinger o “papa emerito”; tutto questo, credo,
qualora sia provabile la consapevolezza, oltre ad essere
intellettualmente disonesto, denota la grande ignoranza vincibile che
c’è sulla materia per vari motivi:
a)
l’“emerito” non ha alcun “Primato di Giurisdizione”, di
fatto- se mai lo avesse ottenuto- ha “rinunciato” [18];
b)
l’“emerito” tuttora sarebbe reo di “tacito assenso” e
mancata “correzione”, quindi “colpevole” anch’egli
(abbiamo visto in San Tommaso la definizione: “non
si oppone alla semina degli errori e della falsità, assomiglia al
cane muto ricordato da Isaia, che non è capace di abbaiare”);
c)
potrebbe eventualmente ottenere la Giurisdizione (il discorso è
molto complesso e ci sono numerosi ???) solo a seguito di una
sua libera e pubblica condanna lapidaria a quel famoso “campionario
di relativismo morale e religioso”,
all’uomo che ne è divulgatore ed alle cause prime qualora presenti
(secondo alcuni il CV2);
d)
la promessa “invisibilità
al mondo”
è venuta meno più volte ma, purtroppo, non per correggere
l’ipotetico errante. Piuttosto per confermalo.
Credo
che non accadrà mai [19; 20; 21]! Preghiamo.
Note:
[1] http://radiospada.org/2013/10/confusione-e-belligeranza-nel-cattolicesimo-contemporaneo-la-zizzania/
[1a] http://radiospada.org/2013/09/sul-commissariamento-dei-francescani-dellimmacolata/
[2] http://radiospada.org/2013/09/domande-e-risposte/
[2a] http://radiospada.org/2013/08/breve-studio-sulla-predicazione-e-sulla-testimonianza/
[3] http://www.ilfoglio.it/soloqui/20109
[4] http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/la-nostra-epurazione-da-radio-maria/
[5] Sì, Sua Eminenza è furibondo. E risponde al fuoco. Perché a tirarlo per la veste fino a costringerlo a un comunicato ufficiale, quasi una diffida, non sono stati gli eretici o i tifosi. Sono stati proprio i fratelli di fede, gli ultrà della Madonna che qualche sera fa l’hanno sentito parlare da Bruno Vespa, a «Porta a porta», non hanno gradito il suo scetticismo sulle apparizioni di Civitavecchia e di Medjugorje e hanno sparato alzo zero, via mail o dai microfoni di Dio: «Reazioni scomposte e offensive — ha censurato lunedì il cardinale — di fedeli e sacerdoti che si definiscono “medjugorjani”», attacchi inaccettabili «anche da Radio Maria, non certo compatibili con i fautori di un’autentica devozione mariana». Della polemica forse non si sarebbe accorto quasi nessuno, se Bertone non avesse deciso di renderla pubblica. «E’ stato un sacerdote a segnalarci per primo quello che accadeva venerdì sera su Radio Maria» spiegano in Arcivescovado. Ore 21, novanta minuti in diretta con gli ascoltatori, a condurre negli studi di Erba il direttore della seguitissima emittente mariana, padre Livio Fanzaga. «Sconcerto», è la parola più frequente di chi interviene: com’è possibile che un arcivescovo vada su Raiuno a dire che per la Chiesa, al momento, non c’è stato nessun evento soprannaturale né a Civitavecchia, né a Medjugorje? In realtà, Bertone sa quel che dice: braccio destro di Ratzinger, accademico di diritto canonico ed ecclesiastico, inviato del Papa a Fatima per i funerali di suor Lucia, ha seguito tutta l’istruttoria sulle apparizioni in Erzegovina e conosce la storia della Madonnina che lacrima sangue nel Lazio. Non nega il diritto a pregare la Vergine in quei luoghi, ci mancherebbe, ma «deplora gli eccessi di fanatismo, come i manifestini distribuiti in diverse chiese, nei quali si assicura anche la possibilità di assistere a un’apparizione della Madonna, il 18 marzo, a ora stabilita». (di F. Battistini, dal Corriere della Sera del 24.02.2005).
[6] http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=437
[7] Contra impugnantes Dei cultum et religionem, cap. 4; 15, 19
[8] cf. De papatu materiali, rev. D. Sanborn, CLS, 2002, p.45
[9] https://www.google.it/webhp?source=search_app&gws_rd=cr#q=%22carlo+di+pietro%22+site:radiospada.org
[10] http://radiospada.org/2013/09/dalla-chiesa-monarchica-alla-chiesa-conciliare-la-potesta-di-giurisdizione/
[11] http://radiospada.org/2013/08/sulla-necessita-dellinfallibilita-del-pontefice-e-sulla-condanna-della-collegialita/
[12] http://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Gu%C3%A9rard_des_Lauriers
[13] Spiegazione del Catechismo di San Pio X, ai n° 125 e succ., di Padre Dragone, CLS, 2009, p.198 e succ.
[13a] http://radiospada.org/2013/06/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/
[13b] http://radiospada.org/2013/07/sullinfallibilita-nella-canonizzazione/
[14] Verità della fede, parte III, cap. VIII
[15] http://radiospada.org/2013/09/sulla-perpetuita-ed-invariabilita-della-chiesa-anche-in-caso-di-sede-vacante/
[16] cf. De papatu materiali, rev. D. Sanborn, CLS, 2002, p.73
[17] cf. http://radiospada.org/2013/10/confusione-e-belligeranza-nel-cattolicesimo-contemporaneo-la-zizzania/
[18] cf. Const. Ap. Vacante Apostolicae Sedis, Pio XII, 8 Dicembre 1945; http://www.conclave.name/documenti.php?id=vacantisapostolicaesedis#n91
[19] http://radiospada.org/2013/10/si-vede-subito-che-tali-teorie-sono-in-contrasto-con-la-fede-cattolica/
[20] http://radiospada.org/2013/08/sulla-liberta-religiosa-e-sulla-dignitatis-humanae/
[21] http://radiospada.org/2013/07/bendetto-xvi-rileggere-i-documenti-del-concilio-alla-luce-del
13 ottobre 2013 by ricciotti
http://radiospada.org/2013/10/caso-gnocchi-e-palmaro-2-unanalisi-del-pubblicista-e-scrittore-carlo-di-pietro/DAMNATIO CADAVERE - ORA CHE PRIEBKE HA TIRATO LE CUOIA, PARTE IL TEATRINO DEL “NON LO VOGLIAMO” - IL VATICANO NEGA IL FUNERALE IN CHIESA E IL VIMINALE IMPONE ESEQUIE SEGRETE
Domani e giovedì i giorni più probabili per i funerali, se mai si terranno, ma non è escluso che si celebrino di notte o all’alba - E’ possibile anche che alla fine avvengano direttamente all’obitorio, annunciati magari a cerimonia già conclusa - - -
Gabriele Isman per "La Repubblica"
PRIEBKE
«La verità è che siamo in stallo. Ci dicano dove tenere i funerali del signor Priebke: in strada o davanti a un sagrato, e noi li faremo. Sulla sepoltura decideremo con i due figli che non sono ancora arrivati»: Paolo Giachini - avvocato e tutore dell'ex Ss morto venerdì a 100 anni - non perde la calma, ma ieri persino la benedizione della salma in obitorio è diventata un giallo: era prevista, ma non è certo che sia stata impartita.
PRIEBKE
Oggi arriveranno le firme sugli ultimi certificati e l'ispezione cadaverica. Poi i funerali che, per decisione del Viminale, dovranno essere in forma riservatissima. «Non si terranno mercoledì per evitare sovrapposizioni con l'anniversario del rastrellamento del ghetto» promette Giachini.
Proprio quel giorno, 16 ottobre, anche il presidente Napolitano sarà alla Sinagoga di Roma e sarà letto il contenuto di una lettera consegnata venerdì da Papa Francesco al rabbino capo Riccardo Di Segni. Quindi sono domani e giovedì i giorni più probabili per i funerali, se mai si terranno, ma non è escluso che si celebrino di notte o all'alba e neppure che alla fine non avvengano proprio all'obitorio, annunciati magari a cerimonia già conclusa.
PRIEBKE OK
Il Vicariato ieri non è intervenuto per ribadire il divieto alle celebrazioni; ha parlato ancora il sindaco Marino spiegando che «d'accordo con il prefetto Pecoraro saranno negati utilizzo e occupazione di qualunque spazio pubblico», mentre il ministro degli Esteri Emma Bonino chiede di rispettare le norme sulle sepolture: «Se non piace la legge si può cambiarla, ma niente eccezioni ad personam».
PRIEBKE
Sono arrivati però i taglienti suggerimenti del presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici: «Torni in Germania e sia sepolto nella sua città natale». E in caso di sepoltura a Roma «la gente è già mobilitata per protestare, e io sarò con loro - dice ancora Pacifici - Di fronte a queste tragedie non potrei perdonarmi se restassi indifferente. Non avrei più il coraggio di vedere in faccia miei figli. E una tomba nella città delle Fosse Ardeatine sarebbe come uccidere due volte quelle vittime».
Giachini è durissimo: «Vorrei evitare di denunciare la violazione della legge Mancino. Dire "scenderemo in piazza" è un'istigazione all'odio politico. Per le aggressioni in occasione dei 100 anni del signor Priebke abbiamo già presentato denunce, due persone sono state identificate, di altre tre gli investigatori hanno le foto. Sì, sono anche della comunità ebraica. Il Vicariato dice no ai funerali? Non è necessaria una chiesa, e la sepoltura a Roma è prevista dalla legge: il cadavere si sta putrefacendo, troveremo un'altra soluzione.
Qui vicino c'è la Pineta Sacchetti: il panorama è bello».
RICCARDO DI SEGNIQui vicino c'è la Pineta Sacchetti: il panorama è bello».
E circa i dubbi della cristianità di Priebke, Giachini mostra le foto dell'ex Ss in chiesa: «Se era stato battezzato? Vadano a vedere i registri a Vipiteno, anno 1945, lo leggano sulla sua autobiografia o lo chiedano al cappellano militare di Forte Boccea. La casa in cui viveva è stata benedetta. Ha condotto una vita morigerata, perché sarebbe un peccatore manifesto?». Harry Shindler - rappresentante di "Italy Star Association 1943-45", associazione di veterani dell'esercito britannico che hanno combattuto in Italia - propone che «il boia Priebke venga seppellito nel cimitero tedesco di Pomezia. Sarà in compagnia dei suoi pari visto che in quel cimitero ci sono soldati tedeschi che hanno preso parte a parecchie stragi avvenute in Italia, come quella di Marzabotto. Sarà in buona compagnia».
SINAGOGA
Alle Fosse Ardeatine ieri è apparso un lenzuolo con la scritta "Priebke boia". Ad Atessa, in provincia di Chieti, sui muri sono stati affissi dei necrologi per l'ex Ss, ma i camerati che li hanno firmati sono stati già contestati dai loro compaesani. A Verona Roberto Bussinello, ex leader di Forza Nuova e da poco nominato nell'organismo di vigilanza di Agsm, l'azienda pubblica dell'energia scaligera, su Facebook scrive «capitano non è importante chi ti fa il funerale e dove sarai sepolto, tu vivrai per sempre nel cuore di chi sogna e di chi lotta. Il nostro onore si chiama fedeltà».
PRIEBKE PALETTEPRIEBKE
Decisa la reazione del sindaco di Verona Flavio Tosi: «Proporremo che siano chieste le dimissioni di Bussinello dall'incarico in Agsm. Il boia delle Fosse Ardeatine non deve avere esequie in Italia e neppure trovarvi sepoltura». Sullo stesso social network il presidente della Provincia di Salerno Antonio Iannone, esponente di Fratelli d'Italia, scrive: «Ernesto Che Guevara è stato un macellaio peggiore di Priebke nei primi anni del regime di Castro a Cuba».
Ancora su Facebook, per 510 persone che dall'Argentina dicono no ai resti di Priebke a Bariloche, altre 266 si sono iscritte alla pagina per ricordare ed esaltare l'ex Ss. E l'altro giorno era apparso anche un post di aderenti ad Alba Dorata, il partito di estrema destra che in Grecia è arrivato ad avere rappresentanti in Parlamento e anche leader arrestati.
PRIEBKEFOSSE ARDEATINE
Si davano appuntamento sotto casa di Priebke per il 18: «Sarebbe un errore. Non è il momento di queste azioni - dice Giachini - che rischiano di dare adito ad atti di delinquenza come per i suoi 100 anni». Intanto ieri sera cinque militanti di Milizia sono stati fermati e identificati proprio in via Cardinale Sanfelice: avevano rose e scritte inneggianti al capitano nazista.
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