ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 gennaio 2014

Eminenze rosse, grigie e rosa.

Esclusi&Inclusi al primo concistoro di Francesco


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Vaticanismo da ridere

Sorrido sornione quando da questa e quella diocesi, da quella e quell’altra corrente ecclesiale, dal codazzo di qualche arcivescovo mi scrivono trafelati per chiedermi “Mastino, sai se il papa darà la porpora al mio vescovo?”… “Mastino, il mio arcivescovo non ne sa niente, tu sai niente?”. Come sei io davvero fossi non dico il vaticanista diAvvenire ma addirittura il segretario della Congregazione dei Vescovi, o magari il portavoce del papa. Ma come fai a no ride?
Mi riportano i “lanci” di un poveretto che non sa più a chi vendersi per atteggiarsi a “vaticanista”, un fac-simile di vaticanista che scrive sul blog di un noto giornale di sinistra e che ha un nome non sai se caseario o da jettatore: lo compatisco, con enorme pena. Il quale, a proposito delle prossime porpore, fa con il fiatone i suoi lanci sventurati: “Oggi, Epifania, il papa farà i nomi dei prossimi cardinali”. E invece niente, prima figura di merda, ma non si rassegna e rilancia: “Domenica all’angelus…”. Niente. Rilancia ancora: “Nella prossima udienza del mercoledì”. Manco, una vera grana, povero stronzo! Fosse finita lì: ha ridato appuntamento al papa per il prossimo “Angelus”. E prima o poi succederà!
Tra ieri e oggi ho collezionato qualche ora qua e là di fluviali “confidenze” sul, va da sé, Vaticano. Siccome è tardi e la mia memoria filtra e scarta molto, ve ne accenno qualcuna, il resto lo lascio all’allusione, alle parole oblique, alla libera interpretazione, all’intuito e al non detto. Cazzatine, cazzeggio: rilassatevi e godetevela.

Immacolata la papessa immaginaria, umiliata dal papa

Immacolata....
Immacolata….
Secondo una mia clericale corpulentafonte non so quanto attendibile (anche perché è la stessa che nello scorso conclave mi disse “certamente non sarà eletto un latinoamericano, questo e poco ma sicuro!”, e non è la prima cantonata che prende), lo scorso mercoledì è successo, lui presente, un fatto stranamente passato inosservato all’udienza del mercoledì in Piazza San Pietro.
All’improvviso s’è vista la papessa (immaginaria) Francesca Immacolata Chaouqui (vedi QUI) mentre si tirava appresso un malato in carrozzella, posizionandosi in un punto dove era sicura sarebbe passato il papa a salutare. Come mai?
Praticamente, dice la fonte, si è ridotta a questi mezzucci perché il papa non la vorrebbe né vedere né incontrare, e le sarebbe stata negata non solo udienza ma qualsiasi occasione di avvicinare Francesco. Persino le sarebbe  impedito di accedere alle file del “baciamano”  a Santa Marta, nei dopo-udienza. E allora ecco l’idea: usare un malato per scambiare due parole col papa, probabilmente richiedere un appuntamento.
In effetti il papa è passato a salutare il malato, e subito l’Immacolata si è sbracciata per distogliere l’attenzione del papa dal malato e richiamarla su di sé. Il papa ha sollevato la testa e gelidamente ha rivolto l’attenzione alla Immacolata, che ne ha approfittato per chiedergli qualcosa. Il papa ha capito il gioco, è rimasto freddissimo, il volto scuro e lungo di una maschera incaica, ed è andato oltre. Era incazzato.
Appena terminata l’udienza e tutti i convenevoli, ha preso il cellulare di servizio e ha immediatamente chiamato la papessa. E lì l’ha fulminata e frustata con una ramanzina agghiacciante, nella quale – mi si dice – il papa l’ha rimproverata anche per aver usato un malato, tenuto oltretutto per ore al sole in piena Piazza… quando lui i malati li riceve anche direttamente a Santa Marta senza troppi filtri, e se proprio voleva per i suoi scopi usare un poveraccio, beh, poteva allora portarlo direttamente a Santa Marta invece di stressarlo così.  Questo mi è stato raccontato: vero? falso? Boh!
Ci sarebbe dell’altro, per la verità:  Immacolata Chaouqui, per volontà dello stesso pontefice, in Vaticano sarebbe stata stretta in un cordone sanitario, dopo tutto quel che è venuto a galla su di lei (fate una ricerca su google, circa i corvi del Vaticano): venutone a conoscenza, pare ne sia rimasto mortificato e risentito il papa: era sta ingannato. Per cui, adesso, la Immacolata se ne starebbe con le mani in mano, senza avere accesso alcuno alle famigerate secrete carte dello IOR, quelle che le sarebbe spettato d’autorità consultare, secondo contratto, in quanto membro di rilievo della Commissione Referente sulla banca vaticana. Niente! Così pare…  il papa non vuole più! Non la caccerebbe solo per salvare la faccia, più che della signora, la sua, essendo tipo che, almeno apparentemente, non torna mai sui suoi passi, una volta presa una decisione; in caso, neutralizza gli effetti delle sue scelte sbagliate ma pubblicamente non lo dà a vedere.
Insomma, la Immacolata pare giri per il Vaticano con le mani in mano, senza avere un ruolo preciso. Così dice. Dice pure che, non avendo niente di meglio da fare, fa danno. Soprattutto chiede informazioni a tutti tipo “ehi tu, sai niente se in Vaticano c’è qualcuno che fa il doppio gioco?”. Riceve amici confidenti al secondo piano dell’Hotel Columbus di via della Conciliazione.
Ma chi l’avrebbe veramente fatta entrare questa qui in Vaticano? Qualcuno aveva detto all’inizio l’Opus Dei, cosa alla quale io non ho mai creduto perché so bene l’intelligenza, lo scrupolo e il rigore col quale l’Opus, questa benemerita organizzazione cattolica, seleziona il personale da mettere al servizio della Chiesa. E infatti non è stata l’Ovra. È stato invece il vescovo Vincenzo Paglia, è stato Andrea Riccardi l’ex ministro di infame memoria, è stato insomma il sinistrorso ed equivoco Sant’Egidio che ha rifilato questa donna al papa, con le migliori garanzie… e non è un caso che il papa se ne sia pentito amaramente quasi subito. Di essersi fatto coinvolgere nella macchinazioni tipiche di quella gente dubbia e dalla pratiche inquietanti qual è quella che ruota intorno al mondo santegidino.
Il faccendiere Alessandro Proto, finito alla sbarra
Il faccendiere Alessandro Proto, finito alla sbarra
Ma perché un noto e ambizioso vescovo come Paglia, amico dei potenti e padre spirituale dei culi di pietra, perché uno così si è friccicato tanto per raccomandare la Chaouqhi. Perché pare che questa arrampicatrice calabro-marocchina abbia presentato a Sant’Egidio imprenditori danarosi, pronti a finanziare. Ed è stata dunque a dovere ricompensata dalla venerabile coppia di fatto Paglia-Riccardi. A spese del papa. Fra gli imprenditori di maggior spicco, c’era l’amico della Chaouqui: Alessandro Proto (vediQUI). Che guardacaso adesso l’hanno schiaffato dentro. Dimmi con chi vai… era un truffatore, pare.

La piscina di Domenico Giani

Comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani
Comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani
A proposito, una cosa che non c’entra niente: in Vaticano, qualche manina che non avendo nulla da fare passa le giornate a giocare coi pollici, da un po’ manda qua e là, magari pure su qualche sito di spetteguless, magari proprio su Dagospia, “rivelazioni” sul venerabile capo della Sicurezza Vaticana, quel gentiluomo di Domenico Giani. Che nonostante sia oberato da mille impegni, stante le sòle una inculata all’altra che il papa ha preso a proposito di nomine IOR (vedi anche QUI), non ultima anche quella di Ricca e della femmina fatale al photoshop, donna Immacolata, stante tutto questo si è visto nominare in una posizione di preminenza anche nella ormai famigerata Commissione Referente sullo IOR. Di fatto a sostituire gli altri commissari (le sòle succitate: Ricca e la marocchina…), che lì sarebbero praticamente passati in  men che non si dica  da commissari a “commissariati” e  non possono più sapere, vedere e dir nulla. Per volontà del papa. Così si dice.
Guardacaso, seduta stante sono cominciati a circolare, pubblicati dai giornali, resoconti scandalosi (vedi QUI) su Domenico Giani appena assurto a tanta gloria, circa presunti suoi appartamenti extralusso con piscine e via dicendo che si sarebbe fatto costruire a spese di chissà chi: resoconti vergati, si presume, da una manina adusa a queste smanettate e che non ha niente di meglio da fare tutto il giorno, in Vaticano. Di chi è quella manina? La calligrafia è maschile o… femminile? Certo è che deve essere di uno/a abituata alle dagospiate.
Sì, avete capito bene, l’uomo dal grande futuro dietro le spalle, del quale a lungo scrivemmo, cioè mons. Battista Ricca, quello chiamato a portare “pulizia” allo IOR e finito inzozzato un giorno dopo, da un suo stesso curriculum a luci rosse spuntato fuori all’improvviso, sarebbe oggi non un sorvegliante ma un sorvegliato speciale… un commissariato.
Il papa, qui pure, non l’ha ufficialmente rimosso il Ricca per salvare e salvarsi la faccia e non dare l’impressione che riconosca un suo errore ritornando sui suoi passi; di fatto però l’avrebbe esautorato da tutte le sue funzioni pur restando egli formalmente in carica. E quando gli è capitato a tiro, dopo lo scandalo, gli ha fatto un cazziatone nel quale all’incirca gli avrebbe detto «ok, ci siamo incontrati tante volte, abbiamo parlato, ci siamo confidati, ma tu mi vai a tacere certe cose quando io sto per nominarti a una carica tanto delicata, mettendomi così pubblicamente in imbarazzo?! Non sei stato onesto con me!». Fatto è che adesso mons. Ricca allo IOR conta meno dello scopino.

Il chi è dei primi cardinali di Francesco. Parolin non sarà cardinale e…

Pietro Parolin per stavolta non sale in sella
Pietro Parolin per stavolta non monta in sella
Il papa dunque sta rimandando l’annuncio della creazione dei nuovi cardinali, per il concistoro di febbraio: di norma avrebbe già dovuto annunciarli per l’Epifania. Se non lo ha fatto, significa che la lista non ce l’ha ancora, e che diversi nomi sono in bilico, su altri si sta trattando.
Mi hanno riferito delle cose, che giusto per farvi contenti vi dico, ma che io prenderei comunque con le pinze, visto che personaggio imprevedibile e impenetrabile è Bergoglio: qualcuno ha detto che “l’incognita è il suo stile”, l’incognita e aggiungo io le idiosincrasie, gli umori variabili, l’impulsività e l’improvvisazione che non poche volte gli ha fatto prendere cantonate pazzesche.
Chi ci sarà dunque nella prima infornata cardinalizia di papa Francesco, e chi no? Si sente dire che persino quel buon diavolo dell’arcivescovo di Perugia, mons. Bassetti, sarebbe nella lista, si danno per “sicuri” Parolin, l’incontenibile stravagante Baldisseri, per incerti Moraglia e Nosiglia.
Le cose dovrebbero stare così come sto per dirvi, a prescindere dall’imprevedibilità del papa. Il segretario di stato Pietro Parolin – sussurrano – avrebbe stipulato un accordo con Francesco per saltare questo turno e rimandare la sua creazione cardinalizia, e di per sé questa sarebbe la notizia più grossa.
Quanto al vescovo di Perugia, Bassetti, la sua nomina è pura fantasia giornalistica. Certa pare invece quella di Beniamino Stella, giunto a capo della Congregazione per il Clero, e che sta entrando come membro in tutte le commissioni cardinalizie (rimpiazzando i cardinali colpiti dalla ripicca di Bergoglio, perché gli si sono schierati contro in conclave: Piacenza, Bagnasco etc., e rimossi da ogni dove), roba che non si vedeva dai tempi del cardinale Francesco Marchisano, che qualcuno, non forse con tutti i torti, all’epoca vide come vertice di un giro oscuro interno al Vaticano. Certo è il successore di Bergoglio a Buenos Aires, mons. Poli.
Il santo Patriarca di Venezia, Moraglia: alcuni lo preconizzano prossimo papa
Il santo Patriarca di Venezia, Moraglia: alcuni lo preconizzano prossimo papa
Molti però vogliono sapere, più che dell’insignificante arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia (mi pare gli sia stato già consegnato il biglietto con la promessa di nomina), del patriarca di Venezia, il santo arcivescovo Francesco Moraglia, che proprio perché viene dalla “scuola genovese” che aveva per maestro Siri, ma che è anche quella dei castigandi Piacenza e Bagnasco, molti temono sia escluso dalla porpora; così come anche che Venezia, la più blasonata delle diocesi, sia privata del titolo di sede cardinalizia; temono l’una e l’altra cosa perché il patriarcato nello scorso secolo ha dato alla Chiesa ben tre papi e perché, soprattutto, molti preconizzano (non a torto) proprio Moraglia come futuro pontefice, in successione di Bergoglio.
Ecco, temono che il papa, consapevole di questo, voglia esentarlo dalla porpora così da impedirgli di ascendere un giorno al Soglio. Chiacchiere. Chiacchiere perché, a quel che ne so, a Francesco Moraglia, proprio a lui il bigliettino riservato della Santa Sede con la promessa di creazione cardinalizia nel prossimo concistoro, gli è stato da poco consegnato. Mi sbaglio, dite? Può darsi. Può darsi che non mi sbaglio neppure se ipotizzo l’elevazione al cardinalato di un francescano duro, famoso, carismatico e conservatore come  l’arcivescovo di Filandelfia, Charles Joseph Chaput. Sebbene i tipi così diano l’orticaria al parziale e partigiano papa Francesco.
Di Antonio Margheriti Mastino, il  

1 commento:

  1. Non c'è che dire, previsioni ineccepibilmente avverate! Caro Mastino, cambi fonte!

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