Così parlò Maradiaga
La prima volta che sentii parlare di Maradiaga fu quando col don dell’oratorio – prete operaio obviously – ne leggemmo alcuni stralci da una recente biografia (credo quella dell’Ancora): un superuomo, questa l’indelebile impressione.
Genio della musica, eccellente nelle relazioni, umile ma lanciatissimo in carriera, sfrenato pilota di aerovelivoli, il vero cristiano del secolo, evangelizzatore anti-setta infallibile, belloccio (bah), ruspante e papabile.
Alla fine della lettura – io per primo me ne stupii – risultò antipatico quanto basta anche al mio prete operaio obviously, non se ne parlò più.
Settimana scorsa però il papabile è tornato alla ribalta con frasi degne esse pure di un superomismo estremo (anche se vecchio baffo Nietzsche attingeva il suo prospettivismo dall’oriente asiatico più che dalla barbarie maya). son cose note, ne riporto il peggio stralcio anti-Muller:
«è un professore di teologia tedesco, nella sua mentalità c’è solo il vero e il falso… Però, fratello mio, il mondo non è così, tu dovresti essere un po’ flessibile quando ascolti altre voci… Per ora però ascolta solo il suo gruppo di consiglieri»
Sì, siamo al di là del vero e del falso, verso ermeneutiche che vogliono ridefinire a piacere il cuore della morale, a danno di plurisecolari tradizioni di studio, sentendosi i migliori e i più avanzati, liberi da inutili zavorre di cammello, ruggenti come leoni e, ancor più, incoscienti e ilari come bambini. Danzanti, nel caos della chiesa abbandonata al suo nulla.
Comunque vecchio baffo Satiricus resta fermo sulla sua: per capire il tutto o il nulla di un Pastore, bisogna vedere se il Pastore ha capito molto o poco di sacralità e liturgia. E Maradiaga, con decenza parlando, non ci ha capito una sega.
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Qualche articolo sul tema
La segnalazione del caso Maradiaga su Vaticaninsider
Il commento appassionato di Socci
L’analisi reazionaria di Riscossa Cristiana
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Maradiaga e altri che, a colpi di Sax, ridisegnano le morali familiari
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