E quattro. Il Vaticano fa poker con le multinazionali
Le quattro maggiori società al mondo di revisione di bilancio e di consulenza legale e fiscale sono nell’ordine la PricewaterhouseCoopers (PwC), la Ernst & Young, la Deloitte e la KPMG.
Fino a ieri il Vaticano aveva chiamato in soccorso due di esse, la Ernst & Young e la KPMG, incaricate la prima di ammodernare le attività economiche e di gestione del governatorato e la seconda di allineare agli standard internazionali la contabilità di tutti gli istituti ed uffici con sede entro le mura leonine.
Ma dal 31 gennaio il Vaticano ha fatto poker. Ha scritturato anche le altre due società.
Alla PricewaterhouseCoopers ha affidato la “due diligence” dei processi economici, amministrativi e gestionali dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Mentre alla Deloitte – già di casa in Vaticano fino al 2011 come revisore dei conti dello IOR – ha dato mandato per la “due diligence” della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale fondato da padre Pio.
Per entrambe le società l’obiettivo è di “migliorare i modelli di gestione e garantire trasparenza ed efficienza”.
La PwC e la Deloitte sono state scelte tra altre società con procedura di gara, su iniziativa della pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economica ed amministrativa della Santa Sede, la commissione di cui è segretario e factotum il sacerdote dell’Opus Dei Lucio Vallejo Balda e di cui fa parte l’ineffabile Francesca Immacolata Chaouqui, che è anche addetta stampa della Ernst & Young.
Sul dilagare in Vaticano delle grandi società di consulenza finanziaria e gestionale, www.chiesa ha dato conto in un servizio di due settimane fa: “La curia di Francesco, paradiso della multinazionali“.
Oltre alle quattro società citate, infatti, il Vaticano sta facendo ricorso anche alla McKinsey & Company, per riorganizzare il sistema delle comunicazioni, e in misura massiccia al Promontory Financial Group, per il risanamento dello IOR.
A dispetto della decantata trasparenza nulla si sa dei costi di questi aiuti esterni.
Per quanto riguarda il solo contratto con Promontory, il presidente dello IOR Ernst von Freyberg ha comunque detto al “Financial Times” che tali costi sono “well above seven digits”, ben sopra le sette cifre, cioè da 10 milioni di euro in su.
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