Da Bologna con amore: fermatevi
Il Card. Muller ha detto che è
deprecabile che i cattolici non conoscano la dottrina della chiesa e che
questa mancanza non può giustificare l’esperienza di adeguare
l’insegnamento cattolico allo spirito del tempo. Manca una pastorale
familiare?
“E’ mancata. E’ una gravissima
responsabilità di noi pastori ridurre tutto ai corsi prematrimoniali. E
l’educazione all’affettività degli adolescenti, dei giovani? Quale
pastore d’anime parla ancora di castità? Un
silenzio pressochè totale, da anni, per quanto mi risulta. Guardiamo
all’accompagnamento delle giovani coppie: chiediamoci se abbiamo
annunciato veramente il Vangelo del matrimonio, se l’abbiamo annunciato
come ha chiesto Gesù. E poi perchè non ci domandiamo perchè i giovani
non si sposano più? Non è sempre per ragioni economiche come solitamente
si dice. Parlo dell’occidente. Se si fa un confronto tra i giovani che
si sposavano fino a trent’anni fa e oggi le difficoltà non erano minori
rispetto ad oggi. Ma quelli costruivano un progetto, avevano una
speranza. Oggi hanno paura e il futuro fa paura; ma se c’è una scelta
che esige speranza nel futuro, è la scelta di sposarsi. (…)
Uno degli assunti più citati da chi auspica un’apertura della
Chiesa alle persone che vivono cosiddette irregolari è che la fede è una
ma i modi di applicarla alle circostanze particolari devono essere
adeguati ai tempi, come la chiesa ha sempre fatto. Lei che ne pensa?
La Chiesa può limitarsi ad andare là
dove la portano i processi storici come fossero derive naturali?
Consiste in questo annunciare il Vangelo? Io non lo credo, perchè
altrimenti mi chiedo come si faccia a salvare l’uomo.
Le racconto un episodio. Una sposa
ancora giovane ha detto che vive nella castità, ma fa una fatica
terribile. Perchè, dice, “non sono una suora, ma una sposa normale”. Ma
mi ha detto che non potrebbe vivere senza eucaristia. E quindi anche il
peso della castità diventa leggero, perchè pensa all’eucaristia.
Un altro caso. Una signora con quattro
figli è stata abbandonata dal marito dopo più di venti anni di
matrimonio. La signora mi dice che in quel momento ha capito che doveva
amare il marito nella croce, “Gesù ha fatto con me”. Perchè non si parla
di queste meraviglie della grazia di Dio? Queste due donne non si sono
adeguate ai tempi? Certo che non si sono adeguate ai tempi. Resto, le
assicuro, molto male nel prendere atto del silenzio, in queste settimane
di discussione, sulla grandezza di spose e sposi che, abbandonati,
restano fedeli.
Ha ragione il professor Grygiel quando
scrive che a Gesù non interessa molto cosa pensa la gente di lui.
Interessa cosa pensano i suoi apostoli. Quanti parroci e vescovi
potrebbero testimoniare episodi di fedeltà eroica. Dopo un paio di anni
che ero qui a Bologna, ho voluto incontrare i divorziati risposati.
Erano più di trecento coppie. Siamo stati assieme un’intera domenica
pomeriggio. Alla fine, più di uno m’ha detto di aver capito che la
Chiesa è veramente madre quando impedisce di ricevere l’eucaristia,
comprendono quanto sia grande il matrimonio cristiano, e bello il
Vangelo del matrimonio”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.