Tre riti pasquali a Bormio, Sulmona e Enna
In Valtellina si sfidano le portantine dei 5 rioni storici. In Abruzzo c'è la Madonna che scappa. E in Sicilia sembra di essere a Siviglia.
Paese che vai, usanza che trovi. Lungo lo Stivale, durante la Settimana Santa ci si può imbattere in celebrazioni di ogni tipo.
Ci sono località in cui si svolgono solo sagre o eventi goliardici, oppure città come Firenze in cui si tengono rituali più famosi come lo scoppio del carro. Ma ci sono anche centri più piccoli dove assistere a celebrazioni suggestive e praticamente sconosciute a chi non è del posto. È il caso di Bormio, Sulmona ed Enna.
A BORMIO CI SONO I PASQUALI. I Pasquali di Bormio sono una tradizione che non ha eguali in Italia. L’evento è folkloristico, con una forte connotazione religiosa anche se affonda le sue radici nella cultura pastorale. Durante i Pasquali, per le strade di Bormio sfilano delle portantine allegoriche a tema religioso. Sono realizzate dai cittadini che, divisi in cinque rioni storici, ovvero Maggiore, Dossorovina, Buglio, Combo e Dossiglio, si sfidano proprio nel giorno di Pasqua. Sulle portantine, chiamate barelle, vengono trasportate opere artigianali la cui realizzazione inizia ogni anno molti mesi prima, appena dopo Natale. Vengono tenute nascoste fino a Pasqua e, alla fine, vengono giudicate in base a tre criteri: significato religioso, aspetto estetico e qualità della lavorazione. Anticamente, sulle barelle i cittadini di Bormio trasportavano un agnello destinato al sacrificio il giorno di Pasqua. L’animale veniva agghindato nel miglior modo possibile con nastri e fiocchi e, con il passare del tempo, il rituale si è trasfomato nei Pasquali di oggi, che si ripetono in questa forma dal 1932. Per mangiare pizzoccheri e polenta taragna, ma anche gli sciatt, piccole e croccanti frittelle tondeggianti tipiche della Valtellina, con all’interno un cuore di formaggio Casera fuso, consigliamo il ristorante Al Filò (per informazioni link in basso). È ricavato da un vecchio fienile e da una stalla dalle volte in pietra risalenti al Seicento e per una cena si spendono 25 euro. E per la stesa cifra, sempre in centro, c’è il wine bar Perbacco (per informazioni link in basso). Oppure l’enoteca Guanella, che oltre a una cucina raffinata propone l’esposizione permanente di opere dell’artista Margherita Piuselli (per informazioni, vedi link in basso). Per la notte, con 84 euro si dorme in due all’hotel Nazionale (per informazioni link in basso), mentre una matrimoniale al bed&breakfast Rustico (per informazioni link in basso) si spendono 90 euro. Bormio si trova in provincia di Sondrio: dista 200 km da Milano e, per raggiungerla, occorre prima arrivare a Lecco e poi proseguire sulla SS36 e poi SS38 in direzione Sondrio/Valtellina. L’aeroporto più vicino è quello di Bergamo, ma anche da Malpensa c’è la navetta con il biglietto che costa a partire da 40 euro a tratta (per informazioni link in basso).
LA MADONNA CHE SCAPPA A SULMONA. In Abruzzo c’è una città in cui, a Pasqua, la Madonna scappa in piazza. È Sulmona, in provincia dell’Aquila. Alle 11 del giorno di Pasqua, dalla chiesa di S. Maria della Tomba parte la processione della Confraternita della Madonna di Loreto. In piazza Garibaldi arrivano le statue del Cristo risorto e dei santi Giovanni e Pietro. C’è sempre una grande folla, ma rimane un lungo corridoio aperto per permettere il passaggio della Madonna durante la corsa dei portatori. Il Cristo viene posizionato su un baldacchino allestito sotto l’arco centrale dell’Acquedotto Svevo, all’ingresso dell’ampia piazza. San Pietro si ferma a metà strada, mentre San Giovanni arriva invece fino alla chiesa di San Filippo, al cui interno c’è la statua della Madonna, vestita a lutto. Il rito rievoca il momento della resurrezione di Cristo: San Giovanni annuncia (tramite un confratello) la resurrezione, ma la Madonna non ci crede, allora arriva anche San Pietro. Niente da fare, serve un terzo annuncio, di nuovo di San Giovanni, per convincere la Vergine ad uscire. Trasportata su una portantina, la statua della Madonna arriva fino al centro della piazza, poi “riconosce” il figlio risorto ed inizia a correre verso di lui, o meglio corrono gli uomini che la portano in processione, dopo aver tolto, grazie ad un ingegnoso sistema di fili, il mantello nero scoprendone uno verde. Nel frattempo, dodici colombe si alzano in volo. Se tutto avviene senza problemi, secondo la tradizione l’anno sarà propizio, in caso contrario si attendono sventure o calamità naturali. La storia del rito non è chiara: probabilmente si svolge dal Seicento, anche se c’è chi ritiene abbia origini medievali. A proposito: la Locanda Al Quadrivio (per informazioni link in basso) propone cucina medievale, ma anche menù completi a 20 euro. Per assaggiare specialità tipiche della zona come primi al sugo di agnello, arrosticini di pecora, ma anche i pasquali fiadoni, dolci al formaggio, c’è il ristorante Il Canestro (per informazioni link in basso). Dove si mangia con 25 euro. Per la notte, consigliamo la storica Locanda di Gino (per informazioni link in basso), con matrimoniali a 80 euro, e il b&b La Magnolia (per informazioni link in basso), dove in coppia si spendono 75 euro. Sulmona dista 145 km da Roma e 175 km da Napoli, per chi arriva in aereo lo scalo di riferimento è quello di Pescara.
LA SETTIMANA SANTA DI ENNA. Sono certe, invece, le origini dei rituali della Settimana Santa di Enna, derivanti da antiche tradizioni spagnole. Ogni anno attraggono in città migliaia di turisti, soprattutto in occasione della processione del Venerdì Santo, durante la quale 2.500 confratelli sfilano trasportando i fercoli di Gesù Morto e della Madonna Addolorata. In città ci sono dieci confraternite, e i figuranti, incappucciati e con il saio, sono caratterizzati da diversi colori a seconda del gruppo di appartenenza. La processione è accompagnata da marce funebri e i partecipanti portano in mano torce, stendardi e simboli del martirio di Cristo. Fatte le dovute proporzioni, le celebrazioni di Enna somigliano molto a quelle della Semana Santa di Siviglia: e le confraternite siciliane avevano lo stesso ruolo delle confradias iberiche, ad esempio quello di portare sollievo spirituale agli ammalati. Durante il periodo pasquale i confrati depositano i misteri ai piedi dell’altare del Duomo, per poi ripartire il Venerdì Santo con una lunga e sentita processione, che dura fino a notte fonda. Enna ha una gastronomia ricchissima di specialità legate alla sua tradizione contadina: da provare la guastedda, che qui è conosciuta come vastedda cu sammucu. È una focaccia di origini medievali, abbondantemente farcita con tocchetti di salame e formaggio tuma. Al ristorante Centrale (per informazioni link in basso) un menù fisso di quattro portate costa 18 euro, per una pizza consigliamo invece Divini Sapori (per informazioni link in basso). Per la notte, all’Hotel Bristol (per informazioni link in basso) una matrimoniale costa 80 euro, ma in città c’è anche un ostello, il C.C.Ly (per informazioni link in basso): combina un design moderno con l’architettura storica dell’edificio, risalente al XVII secolo. Anche qui ci sono matrimoniali, a 65 euro. Enna è la provincia più centrale della regione e a questo la città deve l’appellativo di “ombelico di Sicilia”: dista 90 km da Catania e 140 km da Palermo. E proprio alle pendici dell’Etna si trova l’aeroporto più vicino. Qui si può volare low cost con Ryanair (per informazioni link in basso): da Bologna, Milano, Bergamo, Torino, Treviso e Roma per andata e ritorno possono bastare 45 euro. Da Catania a Enna si può poi facilmente arrivare con un treno regionale (per informazioni link in basso).
PER INFORMAZIONI: Al Filò – Perbacco – Enoteca Guanella – Nazionale – Rustico – Navetta per Bormio – Al Quadrivio – Il Canestro – Locanda di Gino – La Magnolia – Centrale – Divini Sapori – Bristol – C.C.Ly – Ryanair –Trenitalia
Stop |
MATTEO INNOCENTI
http://www.oggiviaggi.it/28865/tre-riti-pasquali-a-bormio-sulmona-e-enna/
Ora 1. Licenziatosi da Maria, fa la cena.
2. Lava i piedi agli apostoli ed istituisce il SS. Sacramento.
3. Fa il sermone e va all'orto.
4. Fa orazione nell'orto.
5. Si mette in agonia.
6. Suda sangue.
7. È tradito da Giuda, ed è ligato.
8. È condotto ad Anna.
9. È menato a Caifas e riceve lo schiaffo.
10. È bendato, percosso e schernito.
11. È condotto al concilio e chiamato reo di morte.
12. È portato a Pilato ed accusato.
13. È schernito da Erode.
14. È ricondotto a Pilato e posposto a Barabba.
15. È flagellato alla colonna.
16. È coronato di spine e mostrato al popolo.
17. È condannato a morte e va al Calvario.
18. È spogliato e crocifisso.
19. Prega per li crocifissori.
20. Raccomanda lo spirito al Padre.
21. E muore.
22. È ferito colla lancia.
23. È schiodato e consegnato alla Madre.
24. È seppellito e lasciato nel sepolcro.
2. Lava i piedi agli apostoli ed istituisce il SS. Sacramento.
3. Fa il sermone e va all'orto.
4. Fa orazione nell'orto.
5. Si mette in agonia.
6. Suda sangue.
7. È tradito da Giuda, ed è ligato.
8. È condotto ad Anna.
9. È menato a Caifas e riceve lo schiaffo.
10. È bendato, percosso e schernito.
11. È condotto al concilio e chiamato reo di morte.
12. È portato a Pilato ed accusato.
13. È schernito da Erode.
14. È ricondotto a Pilato e posposto a Barabba.
15. È flagellato alla colonna.
16. È coronato di spine e mostrato al popolo.
17. È condannato a morte e va al Calvario.
18. È spogliato e crocifisso.
19. Prega per li crocifissori.
20. Raccomanda lo spirito al Padre.
21. E muore.
22. È ferito colla lancia.
23. È schiodato e consegnato alla Madre.
24. È seppellito e lasciato nel sepolcro.
L' orologio della Passione era già usato ai tempi di S. Alfonso, con qualche piccola variante qua e là. Anche quello riportato dal santo ha qualche variante nelle diverse edizioni. Così nell' edizione del 1751 (Napoli, Pellecchia) e in quella di De' Rossi (Roma, 1755) manca l' ora 20, e nella 21 si legge: Raccomanda lo spirito al Padre e muore; Gessari (Napoli, 1755) e Remondini (Venezia, 1763) dividono l' ora 21 in due comprendendo così la 20 e la 21: Paci (Napoli, 1751, ediz. II) all' ora 20 pone: “Chiede da bere e l' è dato aceto e fiele.” Noi seguiamo le ediz. Napoletane (Gessari, 1755, Di Domenico, 1761) e la Veneta (Remondini, 1763).
Edizioni contemporanee a S. Alfonso
1751 Napoli, Pellecchia, insieme alle Visite e alle Massime Eterne, in 12°, pp. 216. 1754, Napoli, Gessari, insieme alle Visite e Massime Eterne, in 12°, p. 216. 1755, Napoli, Gessari, nelle Opere Spirituali, t. 2, p. 201. 1755, Roma, De Rossi. 1758, Venezia, Remondini. 1773, Napoli, Paci.
All’inizio dell’opera un Orologio della Passione, seguito da una invocazione a Gesù e a Maria e da una introduzione sui frutti che si ricavano dalla meditazione delle sofferenze di Gesù Cristo.
Vengono di seguito 16 capitoli contenenti ciascuno una meditazione sull’amore che il Salvatore ci mostra nella sua dolorosa Passione.
Al termine una preghiera di S. Bonaventura e un Avviso al lettore. (questo Avviso erratamente fu posto in testa ad un’altra opera).
Nell’Avviso è lo stesso Santo a fare la storia di questa pubblicazione: "Amato mio lettore, io ti promettei nel mio libro delle Glorie di Maria un altro dell'Amore di Gesù Cristo: ma poi, per cagione delle mie infermità corporali, dal mio direttore non mi e stato concesso di farlo. Appena m'è stato permesso il dare alla luce queste succinte Riflessioni sopra la sua Passione, nelle quali per altro ho ristretto il fiore di ciò ch'io tenea raccolto su questa materia; eccettuate alcune altre cose appartenenti all'Incarnazione e Nascita del Signore, che ho pensiero, se m'è permesso, di dare appresso alla stampa in un libretto della novena di Natale".
Nel 1758 quest’ultimo desiderio sarà realizzato dalla Novena del Santo Natale. Frattanto dal 1751 egli offre ai fedeli il suo Amore delle Anime, un piccolo libro di circa 150 pagine, del quale dirà egli stesso che è uno "dei trattatelli più belli" (lettera a Remondini, 10 agosto 1758).
L’opera apparve la prima volta a Napoli nel 1751 insieme alle Visite al SS. Sacramento.
Già nel 1755 la piccola opera si è estesa fuori del Regno di Napoli e stampata a Roma presso De Rossi. S. Alfonso, tuttavia, desidera dargli una più larga diffusione nel pubblico attraverso Remondini di Venezia. Dal 1756 al 1758 lo vediamo insistere nelle sue lettere al grande editore per farlo decidere su questa pubblicazione. E quando verso la fine del 1758 l’opera esce dai tipi veneziani, valicherà la frontiera italiana; nel 1760 appare a Colonia, tradotta in tedesco da un Padre della Compagnia di Gesù.
Il traduttore tedesco riprese fedelmente il titolo originale Liebe der Seelen, cosa che non fecero il traduttori francesi. La maggior parte di questi intitolarono la loro versione Orologio della Passione, dandogli come titolo generale dell’opera l’intestazione di una piccola tavola sinottica preliminare (l’Orologio della Passione) che il Santo, ad imitazione del Sarnelli (in Il Mondo Riformato) aveva passato, con qualche modifica, al P. Auriemma S. J. (Ore dolorose del Redentore, in Stanza dell’Anima nelle Piaghe di Gesù, Venezia 1755)
Il P. Dujardin, che deplora il comportamento dei traduttori francesi, in quanto si prestano ad una lamentevole confusione, ha meritato gli stessi rimproveri. Egli pone il titolo Amore delle Anime, usato da S. Alfonso per il solo opuscolo del 1751, al frontespizio dei tre volumi contenenti le opere del Santo sull’Incarnazione, sulla Passione e sull’Eucaristia.
A partire dal 1755, l’Amore delle Anime è apparso come il seguito o parte seconda della maggior parte delle Visite, che S. Alfonso chiama abitualmente, per questo momento, il libro o libretto del Sagramento e della Passione. Nelle prime edizioni ciascuna di queste due opere ha un suo frontespizio; più tardi, dal 1755, la raccolta si intitola Opere spirituali e l’Amore delle Anime si trova in testa al volume secondo.
Prima della morte del Santo ci sono state più di 30 edizioni in Italia e almeno 4 in Germania.
di P. Maurice De Meulemeester
Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,
Louvain 1933, pp. 74-76
Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,
Louvain 1933, pp. 74-76
da: S. Alfonso Maria de Liguori, L'amore delle anime, OROLOGIO DELLA PASSIONE. Nelle prime ediz. Napoletane (Pellecchia, 1751- Paci, 1751, ed. II) ed in quella Romana (De' Rossi, 1755), il titolo dell' opera era: L' Amore dell' Anime, cioé Riflessi ed Affetti sulla Passione di Gesù Cristo. Da meditarsi avanti al SS. Sacramento. Che perciò i capitoli son diversi con numeri acciocché ogni numero possa servire per un punto di meditazione.
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
http://radiospada.org/2014/04/le-ore-della-passione-di-cristo/
Uno come Lui
18venerdìapr 2014
Pubblicato
Cercate pure e trovatelo, se siete capaci, uno così. Rovistate fra libri di storia moderna e antica, spulciate enciclopedie, dove volete. Trovatelo, se riuscite, qualcuno che si faccia o si sia fatto abbandonare da suoi, tradire, arrestare, processare, martoriare e crocifiggere, il tutto – attenzione – potendolo benissimo evitare dall’inizio; nel suo caso con mezzi divini, incenerendo ogni cosa, oppure con quelli umani, fin troppo umani, rinnegando cioè se stesso.
Soprattutto trovatelo, se c’è, un altro che accetti tutto questo e chieda, anzi implori, perdono per i carnefici. Che spenda l’ultimo respiro per chi non sa cosa fare del proprio, arrivando a macellare l’innocente oppure ad ignorarlo. Trovate chi abbia il coraggio di testimoniare fino in fondo l’Amore che predica, di salire su una croce per fermare le nostre lacrime che scendono, di farsi umiliare più di tutti per dare un senso alle umiliazioni di ognuno.
Trovatelo un altro che si sia fatto conficcare chiodi nel corpo e spine sul capo, ma non abbia permesso neppure ad una goccia d’odio di entrare nel cuore. Un altro che quando tutti lo credevano morto in realtà s’apprestava ad uccidere lei, la sola implacabile, la Morte. E neppure ad ucciderla per sé ma per gli altri, per vendicare non la Sua sofferenza ma la nostra tristezza, per lanciare un messaggio di Salvezza rivolto anche a voi, anche a noi, tutte le volte che sbagliamo illudendoci di trovarlo, pensando possa esistere uno così, un altro come Lui.
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