di Carlotta Zavattiero
I gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di Papa Francesco
“LE
LOBBY DEL VATICANO è la prima mappatura organica delle principali
realtà laicali in Italia, descritte dall’interno per mostrarne il
potere nella Chiesa e le ingerenze nella politica e nell’economia
del nostro paese.”
Ferruccio Pinotti
Un libro che mancava. Il racconto dall’interno dei principali movimenti che si contendono potere e prestigio nella Chiesa. Non solo.
Questi movimenti, di cui l’autrice traccia la storia e
l’incredibile ascesa, appoggiata dal Vaticano, sono anche
un’occasione per capire quanto la politica italiana sia dominata
dal mondo cattolico più integralista.Ferruccio Pinotti
Un libro che mancava. Il racconto dall’interno dei principali movimenti che si contendono potere e prestigio nella Chiesa. Non solo.
Gli esempi sono tantissimi. Dal premier Enrico Letta, cattolico di ferro, che appartiene all’Intergruppo per la Sussidiarietà, espressione di Comunione e liberazione, ai ministri Maurizio Lupi e Mario Mauro, di Cl. Contiguo a Cl è anche il ministro Flavio Zanonato. Paola Binetti è numeraria dell’Opus Dei; l’onorevole del Pd Maria Letizia De Torre è dei Focolari; Raffaello Vignali del Pdl è stato presidente della Compagnia delle Opere. Formigoni è memor domini di Comunione e liberazione e Raffaele Bonanni, sindacalista della Cisl, fa parte del Cammino neocatecumenale. La lista è lunga.
I movimenti raccontati in questo libro, insieme ai loro leader carismatici (da Marcial Maciel Degollado dei Legionari di Cristo, condannato alla damnatio memoriae per reati sessuali, a Kiko Argüello e Carmen Hernández dei Neocatecumenali), rappresentano una delle sfide più ardue per il nuovo papa. Francesco lotta per una Chiesa aperta, dalla parte dei poveri e degli ultimi, oltre ogni lobby. Ce la farà? Solo la storia potrà dirlo. L’importante però è conoscere, per capire. E questa preziosa inchiesta consente di farlo.
Carlotta Zavattiero, giornalista e scrittrice, collabora con il “Corriere della Sera”. È autrice di diversi libri, tra i quali ricordiamo Giorgio Perlasca. Un italiano scomodo (Chiarelettere 2010), Lo Stato bisca (2010) e Poveri padri (2012), pubblicati da Ponte alle Grazie.
SANTI SUBITO, NESSUNO METTE IN OMBRA FRANCESCO
di Carlotta
Zavattiero-
La
canonizzazione di papa Wojtyla e Giovanni XXIII vista con sguardo
religioso rileva la volontà di riconciliazione e unità che anima la
missione di papa Bergoglo. Con occhi laici la cosa può essere
interpretata come l'atto politico e strategico che ci si può
aspettare da un gesuita.
Santi
subito. Neppure la canonizzazione di papa Wojtyla e Giovanni XXIII
riesce a mettere in ombra la fortissima personalità dell'argentino
Bergoglio. La santificazione di due pontefici così diversi come
Giovanni Paolo II e il papa "buono" è espressione della
complessa personalità di papa Francesco. Che significato dare a
questa duplice canonizzazione? Vista con sguardo religioso rileva la
volontà di riconciliazione e unità che anima la missione di
Francesco. Con occhi laici la cosa può essere interpretata come
l'atto politico e strategico che ci si può aspettare da un gesuita.
Nella storia della Chiesa i gesuiti, che hanno vissuto vicende di
alterne fortune, sono sempre stati abituati a confrontarsi sia con
gli ultimi che con le élites del potere politico ed economico: tanti
i "grandi" della terra che hanno frequentato scuole gestite
dai seguaci di Sant'Ignazio.
Il Vaticano, prima dell'elezione di Bergoglio era un covo di vipere. Lotte per il potere, scontri interni fortissimi, degrado morale hanno portato alle straordinarie dimissioni di papa Benedetto XVI. Che fine hanno fatto i nemici? Dove si sono acquattate le vipere? Da un altrettanto straordinario conclave è uscita "l'eccezione" papa Francesco. Bergoglio ha parole di compassione per i divorziati e gli omosessuali, vuole una Chiesa per i poveri, si è apertamente schierato dalla parte degli ultimi.
Con il suo carisma umano, che funziona anche dal punto di vista mediatico, sta rinnovando profondamente la Chiesa. Compie gesti inediti al suo ruolo: la sua linea non può essere condivisa da quei gruppi integralisti che per loro intima costituzione, sono autoreferenziali, chiusi, ermetici nel linguaggio e nelle pratiche quasi settarie. Come può l'Opus Dei così profondamente coinvolta nelle vicende dello Ior, la banca vaticana, apprezzare l'opzione di una Chiesa per i poveri? Come possono i Neocatecumenali condividere la scelta netta di apertura di cui è espressione papa Francesco?
Bergoglio si muove su una linea inedita per la Chiesa e sa di essere al vertice di una istituzione che comprende galassie di realtà: alcune particolarmente influenti. Che vanno in qualche modo accontentate. Fare santo un papa come Giovanni Paolo II, controverso per molti aspetti (pensiamo alla stima data fino all'ultimo a padre Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo, cocainomane, poligamo riconosciuto) significa assecondare i desideri di quanti lo volevano santo subito. Sia canonizzato dunque il pontefice che ha dato eccezionale impulso allo sviluppo di gruppi definiti da Wojtyla "la primavera" della Chiesa, ma che per altri, fra i cattolici progressisti, sono stati il suo "inverno". La Chiesa di Bergoglio intanto, va in tutt'altra direzione.
Il Vaticano, prima dell'elezione di Bergoglio era un covo di vipere. Lotte per il potere, scontri interni fortissimi, degrado morale hanno portato alle straordinarie dimissioni di papa Benedetto XVI. Che fine hanno fatto i nemici? Dove si sono acquattate le vipere? Da un altrettanto straordinario conclave è uscita "l'eccezione" papa Francesco. Bergoglio ha parole di compassione per i divorziati e gli omosessuali, vuole una Chiesa per i poveri, si è apertamente schierato dalla parte degli ultimi.
Con il suo carisma umano, che funziona anche dal punto di vista mediatico, sta rinnovando profondamente la Chiesa. Compie gesti inediti al suo ruolo: la sua linea non può essere condivisa da quei gruppi integralisti che per loro intima costituzione, sono autoreferenziali, chiusi, ermetici nel linguaggio e nelle pratiche quasi settarie. Come può l'Opus Dei così profondamente coinvolta nelle vicende dello Ior, la banca vaticana, apprezzare l'opzione di una Chiesa per i poveri? Come possono i Neocatecumenali condividere la scelta netta di apertura di cui è espressione papa Francesco?
Bergoglio si muove su una linea inedita per la Chiesa e sa di essere al vertice di una istituzione che comprende galassie di realtà: alcune particolarmente influenti. Che vanno in qualche modo accontentate. Fare santo un papa come Giovanni Paolo II, controverso per molti aspetti (pensiamo alla stima data fino all'ultimo a padre Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo, cocainomane, poligamo riconosciuto) significa assecondare i desideri di quanti lo volevano santo subito. Sia canonizzato dunque il pontefice che ha dato eccezionale impulso allo sviluppo di gruppi definiti da Wojtyla "la primavera" della Chiesa, ma che per altri, fra i cattolici progressisti, sono stati il suo "inverno". La Chiesa di Bergoglio intanto, va in tutt'altra direzione.
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