Il
14 giugno a Roma c’è stata un’adunata, tutto sommato poco partecipata,
voluta dagli ambienti della destra conciliare con questo slogan: “Con
Papa Francesco in Favore dei Fondatori dei Francescani dell’Immacolata”.
Francamente questa manifestazione mi ha lasciato molto perplesso. Da
quasi un anno abbiamo sentito e letto della ‘persecuzione’ che questa
Congregazione subisce dalle gerarchie ecclesiastiche, a seguito di una
aspra resa dei conti interna finita con un commissariamento e con la
rimozione del fondatore. Tale manifestazione in realtà, è stata in
favore di una parte dei FFI (quella ‘perseguitata’) contro l'altra
(‘golpista’) e contro la gerarchia (‘persecutrice’), ma non ha voluto
esserlo esplicitamente.
I provvedimenti contro una parte dei frati, sono di natura dottrinale o di natura disciplinare? Secondo alcune voci trattasi della persecuzione (qualcuno ha parlato di Lager) di una gerarchia (hitleriana?) che vede con fastidio, 'l’unico ordine rimasto cattolico' in una 'Chiesa' ormai strumento di Satana. Allora ci si chiede come si possa rimanere in comunione con una 'Chiesa', ormai considerata strumento di Satana per ‘opprimere’ i ‘santi’e promuovere gli eretici. Molti frati dello stesso ordine invece, raramente portati in auge dai vari siti ‘criptolefevristi’, sostengono che trattasi di provvedimenti disciplinari a seguito di scabrose storie di natura molto profana, anche inerenti beni mobiliari ed immobiliari. Chi ha ragione? Tutto viene deciso ed approvato dall' alto e pertanto appare curioso manifestare “Con Papa Francesco”, come se la ‘persecuzione’ venisse da un gruppo terroristico islamico o da un Capo di Stato alla Calles e non fosse invece iniziata già col predecessore di J.M. Bergoglio. Vi sarebbe insomma una questione interna, magari segnata da differenti sensibilità o preferenze 'liturgiche', ma anche un’altra di carattere economico, che non andrebbero rimesse ai voti o al numero di firme dei laici, cosa tanto antitradizionale. Antitradizionale è pensare che un corteo debba influire sugli equilibri interni di un ordine. Antitradizionale è minimizzare al massimo il valore dei provvedimenti della gerarchia su quell'ordine. Se poi si dice che è tutto un miserabile complotto, allora non è martirio ma masochismo e non è obbedienza vera ma di comodo. In altri termini è complicità amorosa col proprio carnefice. Pertanto non deve essere un complotto ma i 'tradizionalisti' non vogliono saperne: tutta la ragione e la santità stanno solo in una fazione, nell'altra l'infamia. Paradossale quindi la difesa della Tradizione di certi 'tradizionalisti' con motivazioni antitradizionali, come quella di un Ordine mezzo santo e mezzo infame, della ‘Chiesa Persecutrice dei Santi’ e con metodi altrettanto antitradizionali come il tentativo di ingerenza mediatica e piazzaiola in favore di una parte, quella vicina ai “Fondatori”, come se gli altri frati fossero agenti del KGB e non più loro confratelli. Se l’obbedienza è vera e i puniti (quasi sospesi a divinis) hanno torto, devono obbedire veramente ammettendolo ed adeguarsi (spiegandolo ai loro seguaci), ma se sono invece convinti davvero di essere perseguitati senza ragione, dovrebbero resistere pubblicamente, forti nella Fede (anche per il Bene dei loro seguaci) e magari condividere una seria riflessione sulla crisi che attraversa la Chiesa fino alla questione dell’Autorità. La cosa tragicomica poi, è che questi poveri frati, tralaltro spesso persone ottime e preparate, sono pure scherniti dalla quasi totalità del resto del clero conciliare, quello però più coerente con lo spirito postconciliare. Occorre ribadire come in verità, “I Fondatori” dell’ordine avessero riconosciuto ed accettato il Vaticano II e il “novus ordo missae”, proprio per ottenere il riconoscimento canonico mentre tanti sacerdoti, pur di non celebrare col nuovo ‘messale’ e di non rinunciare alla Fede di sempre, da quaranta anni si ritrovano senza onori, edifici ecclesiastici, stipendi ritrovandosi coi fedeli anche in luoghi di fortuna. Che si ricordi ogni volta! Forse il Motu Proprio di Joseph Ratzinger chiaramente diretto, nel clima 'ecumenico-tradizionalista' della revoca della scomunica e dell'apertura delle trattative, a riassorbire la dialogante FSSPX e a dare al laicato sensibile ai merletti la possibilità di "tornare in parrocchia", ha ottenuto un frutto inaspettato: ad abboccare all'amo è stato il pesce sbagliato, quello già nato con lo "spirito conciliare", quello che non doveva assolutamente prendere troppo sul serio l'equivoca "svolta restauratrice" e cioè proprio una parte dei FFI. I riottosi tradizionalisti, che da mesi tirano per la tonaca questi frati vittime sì, ma certamente di questo equivoco, dovrebbero invece lasciarli in pace a riflettere, pregare e meditare affinché dopo un attento quanto doloroso discernimento degli accadimenti, possano fare la scelta più opportuna.
I provvedimenti contro una parte dei frati, sono di natura dottrinale o di natura disciplinare? Secondo alcune voci trattasi della persecuzione (qualcuno ha parlato di Lager) di una gerarchia (hitleriana?) che vede con fastidio, 'l’unico ordine rimasto cattolico' in una 'Chiesa' ormai strumento di Satana. Allora ci si chiede come si possa rimanere in comunione con una 'Chiesa', ormai considerata strumento di Satana per ‘opprimere’ i ‘santi’e promuovere gli eretici. Molti frati dello stesso ordine invece, raramente portati in auge dai vari siti ‘criptolefevristi’, sostengono che trattasi di provvedimenti disciplinari a seguito di scabrose storie di natura molto profana, anche inerenti beni mobiliari ed immobiliari. Chi ha ragione? Tutto viene deciso ed approvato dall' alto e pertanto appare curioso manifestare “Con Papa Francesco”, come se la ‘persecuzione’ venisse da un gruppo terroristico islamico o da un Capo di Stato alla Calles e non fosse invece iniziata già col predecessore di J.M. Bergoglio. Vi sarebbe insomma una questione interna, magari segnata da differenti sensibilità o preferenze 'liturgiche', ma anche un’altra di carattere economico, che non andrebbero rimesse ai voti o al numero di firme dei laici, cosa tanto antitradizionale. Antitradizionale è pensare che un corteo debba influire sugli equilibri interni di un ordine. Antitradizionale è minimizzare al massimo il valore dei provvedimenti della gerarchia su quell'ordine. Se poi si dice che è tutto un miserabile complotto, allora non è martirio ma masochismo e non è obbedienza vera ma di comodo. In altri termini è complicità amorosa col proprio carnefice. Pertanto non deve essere un complotto ma i 'tradizionalisti' non vogliono saperne: tutta la ragione e la santità stanno solo in una fazione, nell'altra l'infamia. Paradossale quindi la difesa della Tradizione di certi 'tradizionalisti' con motivazioni antitradizionali, come quella di un Ordine mezzo santo e mezzo infame, della ‘Chiesa Persecutrice dei Santi’ e con metodi altrettanto antitradizionali come il tentativo di ingerenza mediatica e piazzaiola in favore di una parte, quella vicina ai “Fondatori”, come se gli altri frati fossero agenti del KGB e non più loro confratelli. Se l’obbedienza è vera e i puniti (quasi sospesi a divinis) hanno torto, devono obbedire veramente ammettendolo ed adeguarsi (spiegandolo ai loro seguaci), ma se sono invece convinti davvero di essere perseguitati senza ragione, dovrebbero resistere pubblicamente, forti nella Fede (anche per il Bene dei loro seguaci) e magari condividere una seria riflessione sulla crisi che attraversa la Chiesa fino alla questione dell’Autorità. La cosa tragicomica poi, è che questi poveri frati, tralaltro spesso persone ottime e preparate, sono pure scherniti dalla quasi totalità del resto del clero conciliare, quello però più coerente con lo spirito postconciliare. Occorre ribadire come in verità, “I Fondatori” dell’ordine avessero riconosciuto ed accettato il Vaticano II e il “novus ordo missae”, proprio per ottenere il riconoscimento canonico mentre tanti sacerdoti, pur di non celebrare col nuovo ‘messale’ e di non rinunciare alla Fede di sempre, da quaranta anni si ritrovano senza onori, edifici ecclesiastici, stipendi ritrovandosi coi fedeli anche in luoghi di fortuna. Che si ricordi ogni volta! Forse il Motu Proprio di Joseph Ratzinger chiaramente diretto, nel clima 'ecumenico-tradizionalista' della revoca della scomunica e dell'apertura delle trattative, a riassorbire la dialogante FSSPX e a dare al laicato sensibile ai merletti la possibilità di "tornare in parrocchia", ha ottenuto un frutto inaspettato: ad abboccare all'amo è stato il pesce sbagliato, quello già nato con lo "spirito conciliare", quello che non doveva assolutamente prendere troppo sul serio l'equivoca "svolta restauratrice" e cioè proprio una parte dei FFI. I riottosi tradizionalisti, che da mesi tirano per la tonaca questi frati vittime sì, ma certamente di questo equivoco, dovrebbero invece lasciarli in pace a riflettere, pregare e meditare affinché dopo un attento quanto doloroso discernimento degli accadimenti, possano fare la scelta più opportuna.
Pregare sempre, ci mancherebbe, ma poi decidersi.
Manifestazione pubblica dei laici dei F.I.
Sabato mattina c’è stata una manifestazione di alcuni laici legati ai Francescani dell?immacolata.
A seguire il comunicato, ripreso dal vaticanista Marco Tosatti e da altri.
COMITATO DELL’IMMACOLATA
UNA MATTINATA DI PREGHIERA
IN FAVORE DEI FONDATORI DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA
ROMA – LARGO GIOVANNI XXIII
Dalle ore 9.00 alle ore 12.00
COMITATO DELL’IMMACOLATA
UNA MATTINATA DI PREGHIERA
IN FAVORE DEI FONDATORI DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA
ROMA – LARGO GIOVANNI XXIII
Dalle ore 9.00 alle ore 12.00
“ Con Papa Francesco in Favore dei Fondatori dei Francescani dell’Immacolata”
Roma, 14 giugno 2014 – Il Comitato dell’Immacolata, costituito e sostenuto da laici appartenenti alla Missione dell’Immacolata Mediatrice e all’Ordine Terziario Francescano dell’Immacolata e da familiari di Frati e Suore dell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata, organizza, con i delegati delle varie città d’Italia, una mattinata di preghiera, sabato 14 giugno, dalle ore 09,00 alle ore 12,00, a Roma, in largo Giovanni XXIII, nell’area pedonale tra i giardini di Castel Sant’Angelo e piazza Pia.
L’iniziativa è tutta rivolta a Papa Francesco perché ci mostri il
Suo sguardo paterno e misericordioso.
Suo sguardo paterno e misericordioso.
Noi laici siamo affranti per la sospensione delle attività dei cenacoli
dove avveniva la nostra formazione curata dai religiosi fedeli al carisma Mariano Serafico. Ci affiancano i genitori e le famiglie di frati e suore addolorati per aver già assistito allo scompaginamento del ramo maschile dell’Istituto e costretti, ora, ad assistere alla Visita Apostolica anche per il ramo femminile.
Contro i pochi che accusano contraddittoriamente padre Manelli di essere ora mentalmente debole, ora abile manovratore di scismi consumati di nascosto sotto mentite spoglie cripto lefebvriane, ci sono tante persone come noi che testimoniano la sua incrollabile fedeltà alla Chiesa ed al Santo Padre, come è possibile riscontrare anche dai suoi numerosi scritti. In risposta allo sparuto numero di persone che autoreferenzialmente hanno indossato le vesti di “salvatori” della Santa Madre Chiesa da fantasiosi scisma, costruendo contraddittorie teorie a sostegno delle proprie accuse, rispondiamo con questa iniziativa di preghiera, confidando nella misericordia e nell’apertura al dialogo di Papa Francesco.
Qui non è in gioco soltanto la decisione di sciogliere o meno un Istituto religioso, ma di impedire a religiosi e laici di poter continuare la propria vita di Fede nella specificità del carisma Francescano Mariano. Per questo non possiamo restare a guardare e ci appelliamo al Santo Padre per supplicarLo di restituire, al popolo di Dio, Padre Stefano Maria Manelli e Padre Gabriele Maria Pellettieri, affinché possano prestare il loro servizio ministeriale, svincolato dall’influenza di quanti non si riconoscono più nei loro stessi Fondatori.
Nel ramo maschile dell’Istituto ormai si è verificata una frattura insanabile. Lungi dal formulare alcun tipo di giudizio sulle scelte personali di ciascuno, noi, con questa manifestazione di preghiera, chiediamo all’amato Papa Francesco di concederci la Sua Santa Benedizione per proseguire nell’itinerario tracciato dal Sentiero Mariano Serafico e a professare il voto mariano pubblicamente prestato, con l’approvazione ed in perfetto sentire con la Santa Romana Chiesa, lasciando che ognuno prosegua nella strada tracciata dal carisma in cui meglio si identifica.
Nel ramo maschile dell’Istituto ormai si è verificata una frattura insanabile. Lungi dal formulare alcun tipo di giudizio sulle scelte personali di ciascuno, noi, con questa manifestazione di preghiera, chiediamo all’amato Papa Francesco di concederci la Sua Santa Benedizione per proseguire nell’itinerario tracciato dal Sentiero Mariano Serafico e a professare il voto mariano pubblicamente prestato, con l’approvazione ed in perfetto sentire con la Santa Romana Chiesa, lasciando che ognuno prosegua nella strada tracciata dal carisma in cui meglio si identifica.
Confidiamo nell’intervento del Santo Padre, nel Suo coraggio e nella Saggezza derivante dal Suo ministero posti a difesa della Verità, quella stessa Verità che noi tutti vogliamo perseguire sempre con costanza e sprezzo dei rischi e delle rinunce a cui dovremo andare incontro.
Con fiducia filiale rimettiamo la speranza di tutti i nostri cuori, nelle mani del nostro caro Pontefice.
Con fiducia filiale rimettiamo la speranza di tutti i nostri cuori, nelle mani del nostro caro Pontefice.
Il Comitato dell’Immacolata
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