ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 8 luglio 2014

Sassolini?



Nel comunicato d’addio il presidente dello IOR si toglie qualche sassolino


images


Nel lungo e dettagliato comunicato d’addio che il presidente dello IOR Ernst von Freyberg ha emesso martedì 8 luglio alla vigilia dell’annuncio del successore e del ricambio del consiglio d’amministrazione dell’istituto, ci sono non poche curiosità.
La più vistosa è il magro utile netto del bilancio del 2013. Appena 2,9 milioni di euro, contro gli 86,6 milioni di attivo dell’anno precedente. Tra le cause del tracollo sono segnalate la riduzione del valore dei lingotti d’oro in possesso dello IOR (meno 11,5 milioni di euro) e il pessimo andamento degli investimenti in fondi (meno 28,5 milioni).

Ma poi ci sono stati i costi del personale della Promontory, la multinazionale chiamata a ripulire i conti dell’istituto, che hanno fatto lievitare le spese del 33 per cento, ovvero di 8,3 milioni di euro.
Inoltre, si legge nel comunicato che lo IOR ha dovuto mettere in bilancio “il deprezzamento di 3,2 milioni di euro di un sostegno finanziario concesso alla diocesi di Terni”.
Il riferimento è al crack della diocesi umbra avvenuto quando ne era vescovo monsignor Vincenzo Paglia, esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio, oggi presidente del pontificio consiglio per la famiglia. La diocesi fu commissariata e lo IOR dovette tamponare per una buona metà gli oltre 20 milioni di deficit.
Ma come non bastasse, tra le perdite della cosiddetta “banca vaticana” è stata messa in conto anche la “cessione a titolo di liberalità di titoli pari a euro 15,1 milioni in favore di una fondazione della Santa Sede”.
I titoli in questione sono il 17 per cento delle azioni della Lux Vide, la società di produzione cinematografica di Ettore Bernabei e figli, che lo IOR aveva acquistato a carissimo prezzo ma ha poi preferito regalare a una non precisata fondazione vaticana, che secondo notizie giornalistiche non smentite sarebbe la “Fondazione Scienza e Fede – STOQ” legata al pontificio consiglio della cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi.
Nell’inverno tra il 2011 e il 2012 l’allora presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, aveva respinto la richiesta della Lux Vide di un soccorso finanziario. Ma dopo che fu defenestrato, l’operazione ebbe il via libera, con l’appoggio del cardinale Tarcisio Bertone. Con i risultati disastrosi che si sono visti.
Anche il bilancio consolidato della Santa Sede – nonostante i 50 milioni versati dallo IOR nel 2013 a suo sostegno – ha chiuso in rosso il primo anno del pontificato di papa Francesco, con una perdita di 24,5 milioni di euro.
In compenso, ha registrato nel 2013 un’inversione di tendenza all’insù l’Obolo di San Pietro, l’annuale offerta che i fedeli di tutto il mondo fanno al Santo Padre nella festa dei santi Pietro e Paolo: 78 milioni di dollari contro i 65 ,9 dell’anno precedente, i 69,7 del 2011 e i 67 del 2010. Non ancora però come gli 82,5 milioni del 2009.
Lo ha rivelato in un’intervista a Gianni Cardinale su “Avvenire” del 28 giugno il sostituto della segreteria di Stato Angelo Becciu.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/07/08/nel-discorso-daddio-il-presidente-dello-ior-si-toglie-qualche-sassolino/

Vaticano, lo Ior passa alla fase due. Ma l’utile scende da 87 a 2,9 milioni

Alla guida arriveranno l'economista francese Jean-Baptiste de Franssu e un nuovo “board laico”, il Consiglio di sovrintendenza, che dovrà subito affrontare il crollo dei profitti. A incidere negativamente anche i 15 milioni dati dallo Ior alla Lux Vide di Ettore Bernabei e il prestito infruttifero da 12 milioni alla diocesi di Terni. Chiusi i rapporti con oltre 3.300 clienti e bloccati oltre 2mila conti in attesa che vengano forniti i dati richiesti. Presentato anche il bilancio della Santa Sede, in rosso per 24,5 milioni

Vaticano, lo Ior passa alla fase due. Ma l’utile scende da 87 a 2,9 milioni
Ecco la triade su cui punta Francesco - ”Trasparenza e onestà” è la linea indicata per lo Ior da Bergoglio subito dopo la sua elezione al pontificato. E per concretizzarla il Papa si è affidato a tre uomini chiave. Il primo è il cardinale George Pell, richiamato dall’arcidiocesi di Sydney a Roma, uno dei porporati membri del “C9″, il consiglio dei cardinali di Francesco, a cui è stata affidata la guida della neonata Segreteria per l’economia. Il secondo uomo chiave è l’economista malteseJoseph F. X. Zahra, a cui un anno fa è stata affidata la presidenza della Pontificia Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede per studiare le riforme finanziarie da attuare in Vaticano. Concluso il lavoro di questo organismo, è stato nominato vice coordinatore del neonato Consiglio per l’economia affidato alla guida del cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, anche lui membro del “C9″ del Papa, nel quale è entrato stabilmente il Segretario di Stato Pietro Parolin. Ma nel Consiglio per l’economia c’è anche il terzo uomo chiave delle riforme economiche volute da Francesco, il francese de Franssu a cui sarà affidata la presidenza dello Ior targato Bergoglio. De Franssu, infatti, dovrebbe subentrare a Ernst von Freyberg, che era arrivato alla guida della banca vaticana quattro giorni dopo l’annuncio choc delle dimissioni di Benedetto XVI e nove mesi dopo ladefenestrazione del suo predecessore Ettore Gotti TedeschiUn mandato, quello di von Freyberg, che è durato soltanto 17 mesi e che, sottolineano in Vaticano, si conclude con una naturale alternanza e non nel modo brusco con cui era stata messa fine all’avventura del suo diretto predecessore. L’incarico dell’avvocato e banchiere tedesco allo Ior, infatti, sarebbe comunque terminato il prossimo mese di settembre, insieme a quello del cosiddetto “board laico” che si occupa della governance della banca vaticana, ed è stato semplicemente anticipato prima della pausa estiva. Una scelta dettata dalla volontà di consentire l’insediamento di quello che nei sacri palazzi definiscono un “presidente full time”, poiché il contratto di von Freyberg prevedeva la sua permanenza in Vaticano soltanto per tre giorni a settimana, mentre de Franssu risiederà sempre a Roma.
Il contributo di von Freyber “profondamente apprezzato” – Qualche giorno fa il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha chiarito che “il contributo del presidente Ernst von Freyberg continua a essere profondamente apprezzato e valutato molto positivamente”. Del resto lo stesso Francesco, sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, un anno fa, aveva detto ai giornalisti accreditati che, anche dopo gli ultimi scandali finanziari, “il presidente dello Ior rimane lo stesso che era prima“. Oltre a von Freyberg che ne è il presidente, del Consiglio di sovrintendenza uscente dello Ior fanno parte il vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz, Carl Albert Anderson, Antonio Maria Marocco e Manuel Soto Serrando. Ora, rinnovati i vertici dell’Autorità di informazione finanziaria e quelli della Commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior con l’esclusione di Bertone e dei suoi uomininominato il nuovo direttore della banca vaticana, Rolando Marranci, incassati iprimi risultati positivi sul fronte della lotta al riciclaggio di denaro sporco, è pronta a partire la fase due della riforma dell’Istituto per le opere di religione. Anche se, come ha chiarito il Papa tornando dalla Terra Santa, “ci saranno ancora incongruenze, ci saranno sempre, perché siamo umani. E la riforma deve essere continua. Siamo peccatori, siamo deboli. La Segreteria dell’economia aiuterà a evitare scandali e problemi“.
Bloccati i conti di oltre 2mila clienti e chiusi i rapporti con 3.355 – Nel bilancio 2013 dello Ior, che conclude la prima fase di ristrutturazione della banca vaticana voluta da Papa Francesco, si sottolinea che sono stati già bloccati 1.329 conti di clienti individuali e 762 appartenenti a clienti istituzionali in attesa che vengano forniti tutti i dati richiesti. La banca, inoltre, ha chiuso i rapporti con circa 3.355 clienti, di cui 2.600 con conti da tempo non operativi e sui quali sono stati riscontrati saldi di minima entità (“conti dormienti”) e 755 non appartenenti alle categorie autorizzate, i cosiddetti “conti laici”. Con 396 di questi ultimi clienti i rapporti sono già cessati, mentre per gli altri 359 le procedure sono ancora in corso. I clienti dello Ior sono passati dai 17.419 del 31 dicembre 2013 ai 15.495 del 30 giugno 2014. Il patrimonio netto dell’Istituto per le opere di religione al 30 giugno 2014 è pari a 775,4 milioni di euro. 
Santa Sede in rosso per 24,5 milioni – Sempre martedì anche la Santa Sede ha presentato il proprio bilancio 2013. Che si chiude con un rosso di quasi 24,5 milioni dovuto “soprattutto alle fluttuazioni negative derivanti dalla valutazione dell’oro per circa 14 milioni di euro”. Nel dettaglio, tra i capitoli di spesa più impegnativi si fa riferimento a quello relativo al costo del personale: 125 milioni l’anno per 2.886 dipendenti (dati al 31 dicembre 2013). Anche il pagamento delle imposte ha avuto il suo peso, gravando sul settore immobiliare per oltre 15 milioni di euro. Invece il governatorato, che ha un’amministrazione autonoma e indipendente dai contributi della Santa Sede, ha chiuso il consuntivo 2013 con un saldo attivo di 33 milioni, in aumento di circa 10 milioni rispetto a quello dell’anno precedente
Twitter: @FrancescoGrana
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/08/vaticano-lo-ior-passa-alla-fase-due-ma-lutile-scende-da-87-a-29-milioni/1053200/

CARO TI COSTA DIRE ADDIO AL RICICLAGGIO: LO IOR CHIUDE 360 CONTI “LAICI” E GLI UTILI PASSANO DA 86 A 3 MILIONI - DOMANI CONFERENZA STAMPA DI PELL, DE FRENSSU, ZARHA E DEL PRESIDENTE USCENTE VON FREYBERG

I soldi di questi conti sono tornati in Italia, e per altrettanti le procedure sono ancora in corso. Chissà chi sono le centinaia di laici coi conti in Vaticano - Domani la presentazione dei nuovi dirigenti, che dovranno trasformare lo Ior in un’istituzione prevalentemente dedicata ai servizi di pagamento per la Chiesa (addio investimenti e conti sospetti)…

Maria Antonietta Calabrò per il “Corriere della Sera

george pellGEORGE PELL
Nel 2013 lo Ior (l’Istituto opere religiose, la banca del Vaticano) ha conseguito un utile netto di soli 2,9 milioni di euro, contro gli 86,6 milioni dell’esercizio precedente, con una diminuzione quindi di 83,7 milioni di euro rispetto al 2012. È quanto emerge dai risultati di bilancio dell’Istituto, pubblicati oggi».

«Nonostante la riduzione dell’utile netto», lo Ior contribuisce per 54 milioni di euro al budget della Santa Sede. Però si tratta di denaro accantonato in gran parte l’anno scorso (per circa 36 milioni) , messo a disposizione dall’Istituto per la carità e le attività di evangelizzazione del Papa, cifra analoga a quella del 2012 (54,7 milioni). Naturalmente, questi dati da soli dimostrano quale terremoto sia avvenuto nel corso del 2013 nella cosiddetta banca del Papa.

VON FREYBERG PRENDE LA COMUNIONEVON FREYBERG PRENDE LA COMUNIONE
E quale campanello d’allarme costituiscano per il futuro. Nonostante che i risultati economici dello Istituto nel primo semestre 2014, basati su dati preliminari del Management Reporting interno, mostrino un andamento giudicato «soddisfacente», in quanto si registra un utile netto di 57,4 milioni di euro (contro i 2,9 milioni di fine 2013). In ogni caso per lo Ior inizia una nuova fase che sarà affidata «a un nuovo Consiglio e a nuovo staff dirigenziale».

NUOVO PRESIDENTE
Dopo una prima fase caratterizzata dalla riforma della banca Vaticana, la fase due, spiega una nota ufficiale dello Ior è «l’integrazione dell’Istituto nel nuovo contesto economico-amministrativo del Vaticano». Affidata appunto «a un nuovo Consiglio e a un nuovo staff dirigenziale di nuova nomina, che opereranno in una struttura di governance rinnovata».

JEAN BAPTISTE DE FRANSSUJEAN BAPTISTE DE FRANSSU
Infatti mercoledì mattina il prefetto della nuova Segreteria per l’Economia, George Pell, annuncerà la nomina del nuovo Presidente, il finanziere francese Jean Baptiste De Franssu, e nuovi componenti del board . Lo Ior inoltre dismetterà presto le proprie attività di investimento per trasformarsi in un’istituzione prevalentemente dedicata ai servizi di pagamento per la Chiesa Cattolica universale.

CONTI «LAICI»
A conclusione dello screening dei conti, lo Ior ha chiuso i rapporti con circa 3.355 clienti. Si tratta di circa 2.600 con conti non più operativi («dormienti») e 755 non appartenenti alle categorie autorizzate (i cosiddetti conti «laici»): di questi ultimi, con 396 clienti i conti sono già cessati, per altri 359 le procedure sono in corso.

Alfred Xuereb con papa Francesco BergoglioALFRED XUEREB CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Nel 2013 e nella prima metà del 2014, la cessazione dei rapporti con questi 396 clienti ha determinato un deflusso di fondi per un totale di 44 milioni circa, di cui 37,1 milioni sono stati trasferiti a mezzo bonifico a istituzioni finanziarie con sede in giurisdizioni che garantiscono la tracciabilità dei fondi in forza di un quadro normativo equiparabile ( l’88% è stato destinato a istituzioni italiane ). Quindi sono stati chiusi circa 360 conti «laici» di personalità italiane.

Oltre a chiudere definitivamente i rapporti con circa 3.350 clienti (2.600 con conti «dormienti» e 755 non appartenenti alle categorie autorizzate), a conclusione dello screening iniziato nel maggio 2013 e conclusosi a fine giugno 2014 lo Ior ha «bloccato» i conti di altri 2.100 clienti - 1.329 clienti individuali e 762 clienti istituzionali - per i quali il censimento dei dati identificativi ha mostrato casi di informazioni mancanti o lacunose, secondo i nuovi standard introdotti nel secondo trimestre 2013. L’operatività dei conti di questi clienti è stata quindi sospesa «in attesa che vengano forniti tutti i dati richiesti», fa sapere l’Istituto contestualmente alla pubblicazione dei risultati di bilancio 2013.
IORIOR

ESERCIZIO NEGATIVO
«Sui risultati del 2013 gravano i costi necessari al completamento della Fase I della riforma e quelli connessi agli investimenti ereditati dalle gestioni precedenti». Lo sottolinea sempre lo Ior pubblicando i risultati di bilancio 2013 che mostrano, come detto, un forte calo dell’utile netto, pari a 2,9 milioni di euro contro gli 86,6 milioni di fine 2012. Tra gli oneri ereditati, anche i 15,1 milioni di euro dell’operazione Lux Vide, inscritta in bilancio come «cessione a titolo di liberalità titoli» a favore di una fondazione della Santa Sede, oltre ad altri risultati non positivi di investimenti finanziari.

SEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONESEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONE
Le «svalutazioni», pari a -5,7 milioni di euro, comprendono invece il deprezzamento di un sostegno finanziario alla diocesi Terni, registrato in 3,2 milioni di euro. «A seguito dalla review effettuata a partire dal maggio 2013, il management dello Ior ha individuato una serie di investimenti, ereditati dalle precedenti gestioni, che hanno reso necessaria una svalutazione prudenziale e straordinaria nell’esercizio 2013», viene sottolineato.

VON FREYBERG
Il presidente uscente ha commentato che «questo processo doloroso ma assolutamente necessario ha posto le basi per un nuovo futuro dello Ior quale gestore di servizi finanziari completamente ed esclusivamente dedito a servire la missione della Chiesa Cattolica».

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.