Il Ba'th, la laicità dello Stato, la sovranità.
Di conseguenza l’anti-islamismo in Europa possiede
la stessa pertinenza dell’anti-feudalesimo (in assenza di feudalesimo),
o per usare una terminologia più conforme al nostro tempo,
dell’anti-fascismo in assenza di fascismo.
Le notizie che arrivano dall’Iraq sui massacri dei cristiani da parte dei miliziani dell’Isis non aiutano a capire la situazione e non fanno altro che confondere le problematiche del nostro secolo. In primo luogo acciecano i cristiani, in secondo luogo propagano una visione distorta della civiltà e della religione musulmana imponendo al soggetto occidentale l’equazione: musulmano = tagliagola = terrorista = nemico. Ma i seguaci dell’Isis, di Al Qaeda o degli svariati gruppi fondamentalisti non rappresentano l’intera “umma” (la comunità dei fedeli dell’Islam). La religione islamica è altro. È una fede sacra, tollerante, plurisecolare, come il cattolicesimo.
Alla luce degli attuali stravolgimenti dell’Iraq, dovremmo ricordare un Paese socialista, moderno, progressista, laico. Quello governato da Saddam Hussein e dal partito Baʿth tra gli anni Settanta e l’inizio del nuovo millennio (partito panarabo fondato negli anni Cinquanta da un siriano di confessione cristiana: Michel Aflaq). In quei trent’anni le donne avevano ottenuto gli stessi diritti degli uomini, il codice civile era stato modellato su quello dei paesi occidentali (sostituendo così la Sharīʿa, legge islamica), l’apparato giudiziario era stato laicizzato attraverso l’abolizione delle corti islamiche, l’industria petrolifera era stata nazionalizzata e gli introiti stanziati per la realizzazione di uno Stato sociale forte (istruzione gratuita e obbligatoria; sanità pubblica e gratuita) e per modernizzare le infrastrutture, ad esempio portando l’elettricità in tutto il Paese.
E poi, in relazione alle ultime vicende, in quegli anni, le minoranze religiose, compresa quella cristiana, venivano tutelate. Pensate che l’uomo di fiducia (nonché capo del governo) del presidente Saddam Hussein si chiamava Tāriq ʿAzīz ed era di fede cattolica. Ma poi arrivarono gli americani che processarono e impiccarono i gerarchi iracheni per “crimini contro l’umanità”. Oggi invece ci sono i fanatici dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), un curioso sottoprodotto geopolitico degli Stati Uniti come afferma la stessa Hillary Clinton. E domani?
Inshallah.
http://www.lintellettualedissidente.it/cera-una-volta-liraq/
Le notizie che arrivano dall’Iraq sui massacri dei cristiani da parte dei miliziani dell’Isis non aiutano a capire la situazione e non fanno altro che confondere le problematiche del nostro secolo. In primo luogo acciecano i cristiani, in secondo luogo propagano una visione distorta della civiltà e della religione musulmana imponendo al soggetto occidentale l’equazione: musulmano = tagliagola = terrorista = nemico. Ma i seguaci dell’Isis, di Al Qaeda o degli svariati gruppi fondamentalisti non rappresentano l’intera “umma” (la comunità dei fedeli dell’Islam). La religione islamica è altro. È una fede sacra, tollerante, plurisecolare, come il cattolicesimo.
Alla luce degli attuali stravolgimenti dell’Iraq, dovremmo ricordare un Paese socialista, moderno, progressista, laico. Quello governato da Saddam Hussein e dal partito Baʿth tra gli anni Settanta e l’inizio del nuovo millennio (partito panarabo fondato negli anni Cinquanta da un siriano di confessione cristiana: Michel Aflaq). In quei trent’anni le donne avevano ottenuto gli stessi diritti degli uomini, il codice civile era stato modellato su quello dei paesi occidentali (sostituendo così la Sharīʿa, legge islamica), l’apparato giudiziario era stato laicizzato attraverso l’abolizione delle corti islamiche, l’industria petrolifera era stata nazionalizzata e gli introiti stanziati per la realizzazione di uno Stato sociale forte (istruzione gratuita e obbligatoria; sanità pubblica e gratuita) e per modernizzare le infrastrutture, ad esempio portando l’elettricità in tutto il Paese.
E poi, in relazione alle ultime vicende, in quegli anni, le minoranze religiose, compresa quella cristiana, venivano tutelate. Pensate che l’uomo di fiducia (nonché capo del governo) del presidente Saddam Hussein si chiamava Tāriq ʿAzīz ed era di fede cattolica. Ma poi arrivarono gli americani che processarono e impiccarono i gerarchi iracheni per “crimini contro l’umanità”. Oggi invece ci sono i fanatici dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), un curioso sottoprodotto geopolitico degli Stati Uniti come afferma la stessa Hillary Clinton. E domani?
Inshallah.
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