Quegli “scomodi” riferimenti a Dio dell’inno svizzero…


Ma perché, dopo tanto tempo, tutta questa fretta e quest’ansia di cambiamento? Perché il vecchio inno è stato improvvisamente ritenuto «difficile da ricordare, pesante nello stile e superato dalla realtà. La Svizzera non vi si rispecchia più». Almeno secondo le motivazioni ufficiali, riportate dall’agenzia Actu-Chretienne.Net. Intere generazioni lo hanno intonato senza problemi per quasi due secoli, eppure oggi sembra d’un colpo esser divenuto impronunciabile… Ma è proprio questo il vero obiettivo? Cosa dice di tanto arcaico l’attuale inno, composto da Alberich Zwyssig nel 1841? Leggiamo alcuni passi del testo: «Al cielo salgon più gioiosi gli accenti d’un cuore pio», «il cuore si sente più felice vicino a Dio», «l’anima in pace è più serena», «i nostri cuori sollecitano ancora il Dio potente/ Nella tempesta e nell’angoscia Egli è la nostra forza;/ offriamoGli i cuori pii/ Dio ci benedirà dai Cieli,/ Dio ci benedirà dall’alto dei Cieli/ Di grandi monti giunge il soccorso;/ Svizzera, io confido sempre in Dio». Ed ancora: «Sull’altare della Patria/ poni i tuoi beni, il tuo cuore, la tua vita!/ E’ il tesoro prezioso/ che Dio benedirà dai Cieli,/ che Dio benedirà dall’alto dei Cieli».Il sospetto è che, in realtà, il vero obiettivo degli “innovatori” sia quello, molto più sottile e machiavellico, di eliminare con un pretesto qualsiasi dall’inno nazionale ogni riferimento a Dio, di cui viceversa oggi si canta la gloria.
Né la Chiesa Cattolica, né le comunità protestanti si sono finora pronunciate formalmente in merito, ma i giovani dell’Udc elvetico sì. Ed, in un proprio comunicato, hanno affermato che «il Salmo Svizzero proclama la bellezza della nostra terra, ricorrendo ad un sano patriottismo e ricordando le radici cristiane della Confederazione». Per questo, hanno affermato a chiare lettere di voler respingere al mittente tutta questa foga revisionista, proponendosi anzi di «mantenere ed insegnare» l’inno di sempre. Che va benissimo così com’è…