ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 28 agosto 2014

Profeti a loro insaputa?

La chiesa capovolta

Ho sempre pensato che l'arte è un mezzo
potente con il quale si esprime visivamente
quanto vive lo spirito umano in un
determinato tempo.
Le opere artistiche riflettono, così, quanto passa 
nel cuore umano, che sia positivo o meno.
I nostri, si sà, sono tempi di confusione, ma è
una confusione voluta. Basterebe volerlo 
e non prevarrebbe tale confusione ma un minimo 
di ordine, nei singoli e nella società.
La cosa riguarda in primis la Chiesa.


Oggi la Chiesa - almeno in Occidente - ha inevitabilmente 
finito per assoggettarsi alla moda del secolo con la conseguenza 
di esserne strattonata più o meno a seconda dei suoi ambienti,
 nonostante la resistenza - sempre più eroica - di chi vi si
oppone venendo sistematicamente isolato.
L'artista registra tutto questo filtrandolo con la sua sensibilità.
Generalmente all'artista sfuggono le minoranze eroiche e si 
catalizza, a suo modo, sul pensiero generale.
Ho casualmente scoperto questo lavoro artistico di Dennis 
Oppenheim che si trova esposto in Canada, a Calgary e che fu
inizialmente esposto alla biennale di Venezia nel 1997. 
È evidentemente una chiesa rovesciata. Nell'intenzione dell'artista
la chiesa è orientata in tal modo per... sconfiggere il male,
affermazione che, personalmente, mi pare più una semplice
scusa contro qualche polemica che altro. 

Infatti non può non sfuggire una cosa: il campanile che indica più 
di ogni altro elemento architettonico l'ascensionalità dell'edificio,
 il suo slancio verso il cielo - a cui guarda il cristiano praticante - 
si proietta dentro la terra, si fa terra con la terra. La terra sostituisce 
il cielo, con tutto il significato simbolico che ciò inevitabilmente comporta.
 La chiesa, poi, è rappresentata come una struttura vuota. 
(Tralascio eventuali osservazioni psicoanalitiche sul manufatto 
poiché potrebbero parere inopportune e scandalizzare i pusillis...).
 
Perché meravigliarsi? L'artista - anche se non lo dice e forse non ne è 
totalmente cosciente - ha saputo rendere nel modo più chiaro e plastico 
quanto, di fatto, buona parte del Cristianesimo oramai vive... 
Nonostante ciò nel Cristianeismo ci sono ancora alcune braci ardenti 
che continuano a bruciare sotto tanta cenere, nell'indifferenza, 
se non nel disprezzo, di tanti cosiddetti cristiani. 

Domande provocatrici: chissà come reagirebbero i mussulmani 
se un artista mettesse nella piazza di un paese a maggioranza 
islamica la riproduzione in miniatura di una moschea con i minareti 
ficcati sotto terra?  L'indifferenza della maggioranza del nostro mondo 
non indica, per converso, che qui il Cristianesimo nella società è in 
avviato stato comatoso?


Qualcosa di simile all'opera canadese
c'è stata anche in Italia alcuni anni fa'
con una criticata opera di Maurizio 
Cattelan rappresentante Giovanni Paolo II
 travolto da una meteorite. 

Non darei tanto la "colpa" 
all'artista, nonostante sia palese la sua
voglia di emergere costi quel che costi perché, come dicevo, l'artista è quasi un catalizzatore dello spirito del tempo che ne sia cosciente o meno.
Questo lo si osserva chiaramente aprendo un qualsiasi libro di storia dell'arte: anche gli epigoni e gli artisti minori riflettono la temperie del lorosaeculum!
L'opera, osservata in questo senso, pare rappresentare la debolezza e la 
sopprimibilità della figura papale, evidentemente sentita non da pochi come 
qualcosa di totalmente inutile, nonostante la sua proprorzionalmente inversa 
e crescente pubblicità (ai nostri giorni in taluni momenti  quasi insopportabile).
 La cosa fa' impressione particolare se si considera che il papa "soppresso" 
ha usato in modo intensissimo ogni mezzo mediatico per emergere. 
Con questo risultato finale, poi?

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