ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 settembre 2014

Non avendo san Gennaro dalla loro, fan parlare la sibilla cumana*

San Gennaro, si ripete il miracolo del sangue: “Il Papa a Napoli il 21 marzo 2015″

Alle ore 10.11 si è sciolto il sangue del Patrono di Napoli, custodito nelle ampolle esposte in occasione della celebrazione religiosa. La notizia del Papa a Napoli comunicata dal cardinale Sepe dall'altare: atterrerà in una periferia della città, pranzerà coi detenuti e visiterà un ospedale cittadino. Poi la messa in una piazza napoletana.

Oggi è il 19 settembre, giorno di San Gennaro, patrono della città di Napoli. E nel capoluogo campano c’è la celebrazione religiosa in attesa che si verifichi l’annuale, attesissimo, prodigio della liquefazione del sangue custodito all’interno delle ampolle.
In realtà le funzioni religiose sono iniziate ieri, oggi proseguono con la messa officiata dal cardinale Crescenzio Sepe. Alla celebrazione, com’è tradizione, partecipano anche esponenti delle istituzioni e delle autorità civili e militari del territorio: oggi in prima fila c’è il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Presente anche il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis cui molti tifosi, nella navata della cattedrale hanno rivolto complimenti per la vittoria di ieri in Europa League e hanno chiesto, tra il sacro e il profano, di comprare qualche giocatore nuovo in campagna acquisti a gennaio. «Cosa chiedo a San Gennaro? “Amore, fratellanza e solidarietà: che non sia una giornata di divisione che ci sia vicinanza a tutti i bisognosi. Bisogna fare sempre di più per chi ha meno”: sono le parole del sindaco partenopeo a chi gli chiedeva, sul sagrato del Duomo di Napoli cosa chiedesse al santo per quest’anno. Quest’anno è possibile anche guardare in diretta video, grazie a Canale 21, la cerimonia religiosa.

Alle ore 10.11 si è sciolto il sangue di San Gennaro

Alle ore 10 le reliquie del santo hanno fatto il loro ingresso nella navata centrale del Duomo tra gli applausi scroscianti dei fedeli, seguite dal busto bronzeo che ha dato poi a San Gennaro il nomignolo di “faccia gialla”. Ora è il momento della preghiera, in attesa della liquefazione del sangue. Alle ore 10.11 si è sciolto il sangue di San Gennaro: sventolano i fazzoletti nella cattedrale e tanti applausi per il rinnovo del prodigio: “Vi do il lieto annuncio, la bella notizia”, ha detto il presule dall’altare. “Il Signore vuole bene a Napoli – ha affermato ancora cardinale – e questo prodigio è segno che San Gennaro ci è vicini e protegge Napoli”. L’evento prodigioso, i era già verificato quando le ampolle sono state prelevate dalla cassaforte in compagnia del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a capo della Deputazione. L’attesa breve, secondo un’antica tradizione, sarebbe di buon auspicio per l’intera città e per i napoletani. La credenza popolare vuole che il ritardo nel prodigio preconizzi eventi nefasti per la città e i suoi abitanti.

L’omelia del cardinale Sepe

Durante la sua omelia Sepe ha salutato le delegazioni di fedeli provenienti dall’estero: dall’Austria alla Svezia. L’arcivescovo di Napoli salutato in particolar modo i fedeli di San Gennaro che si trovano negli Stati Uniti, in America Latina, in Australia, in Canada e in Sud Africa:”Desidero rivolgere a tutti i cittadini della diocesi un pressante invito perché ognuno faccia la sua parte nel ridare vivibilità e dignità a questa terra – ha detto il cardinale durante la sua omelia -. Su Napoli pesano le “conseguenze si una crisi mondiale che ha reso più precarie le sue già difficili condizioni di vita. Ma se è vero che quel che succede al mondo interessa anche Napoli è anche vero che quel che succede a Napoli deve interessare il mondo”. “Questo – ha rimarcato – è un appuntamento al quale non possiamo mancare. Napoli e San Gennaro si richiamano reciprocamente si rispecchiano l’uno nell’altro. Non si può immaginare Napoli senza San Gennaro e San Gennaro senza Napoli”.

Il Papa a Napoli il 21 marzo 2015: il programma

Il cardinale Sepe ha dato un annuncio importante: Papa Francesco sarà a Napoli sabato 21 marzo 2015. Bergoglio arriverà in elicottero, in una periferia di Napoli, non si sa ancora e poi visiterà la Cattedrale e le reliquie di San Gennaro, farà pranzo coi detenuti, non si sa se al carcere di Poggioreale o quello di Secondigliano e poi visiterà dei malati in un ospedale cittadino, è probabile si tratti del Cardarelli che ha anche un eliporto. Subito dopo – ha spiegato Sepe – ci sarà incontro con giovani e laicato e alla fine la messa solenne, per la quale non è stato ancora specificato il luogo.


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Galantino: "Non è tempo di ideologie ogni decisione sarà presa ascoltando le voci di tutti"

A pochi giorni dall'apertura del Sinodo sulla famiglia cinque cardinali mandano in stampa un libro contro le aperture del cardinale Kasper. L'alto prelato sostiene, infatti, che anche i divorziati risposati possano ricevere la comunione
CITTÀ DEL VATICANO - A pochi giorni dall'apertura del Sinodo sulla famiglia cinque cardinali mandano in stampa un libro contro le aperture del cardinale Walter Kasper che alle ferite della famiglia risponde con la medicina della misericordia e con la possibilità  -  è una delle strade da vagliare  -  di concedere, dopo un periodo di penitenza, la comunione ai divorziati risposati.
Monsignor Nunzio Galantino, Kasper ieri ha reagito dicendo fra le altre cose: "Il bersaglio delle polemiche non sono io, ma il Papa". Lei, in qualità di segretario generale della Cei, ritiene opportuna la pubblicazione del libro?
"Vorrei soltanto dire che oggi più che mai è il tempo dell'unità. Non di altro. Le contrapposizioni non servono quando si è davanti a un Sinodo nel quale ci si potrà confrontare apertamente. Mi pare che il cardinale Walter Kasper, con la sua bellissima relazione, abbia voluto ricordare a tutti che vivere secondo il Vangelo significa portare Cristo a ogni uomo, nessuno escluso. E questo movimento proiettato verso l'esterno è ciò che ci deve unire, nella verità e nella carità. Non sono d'accordo con chi esprime posizioni ideologizzate da una parte e dall'altra. Davvero le posizioni ideologizzate non servono a nessuno. Occorre piuttosto equilibrio, quell'equilibrio che anche il Papa auspica quando chiede il confronto aperto".

Nell'udienza generale di ieri Francesco ha detto di essere sempre contrario a quando nella Chiesa si formano corti, cordate e cori di consenso. Cinquant'anni prima di lui Giovanni XIII aprì il Concilio Vaticano II volutamente senza indicare un progetto, un piano di lavoro preciso. Desiderava che tutto nascesse dal basso, senza interferenze o, appunto, cordate. Sarà così anche il Sinodo?
"L'intento del Papa credo sia proprio questo. Non a caso per la prima volta un Sinodo viene convocato in due puntate. Perché? Proprio per il motivo che diceva lei poc'anzi. Per far sì che i lavori avvengano nel modo più collegiale possibile, perché si ascoltino le voci di tutti, perché si arrivi poi a conclusioni che siano il frutto maturo di ciò che i padri, gli uditori, tutti gli invitati dicono e pensano nel rispetto di tutte le sensibilità delle Chiese locali. Ci saranno i vescovi ma anche i laici, con un numero non risicato di coppie di sposi".

E si arriverà anche a qualcosa di concreto sulla comunione ai divorziati risposati?
"Io la penso come il Papa che ritiene che non sia questo il centro, il cuore, del Sinodo. L'assise non è stata convocata per risolvere specificatamente il problema dei divorziati risposati né per risolvere altre problematiche affini. Non è questo l'intento. Anche perché, come ha detto ancora Francesco, nulla si risolve con la casuistica".

Però le ferite, come vengono chiamate, della famiglia tradizionale ci sono e sono tante.
"È senz'altro vero. E nessuno vuole eluderle, dimenticarle. Tuttavia, occorre anche aiutare tutti a riscoprire la bellezza della famiglia. Spesso i media tendono a diminuire questa bellezza parlando sempre e soltanto di ciò che non va. Ci sono famiglie che vivono stupendamente pur in mezzo a mille difficoltà. Sono dei fari a cui tutti, anche coloro che hanno esperienze di fallimento, debbono guardare. E tutto può avvenire senza manifestazioni urlate".

Ad esempio come?
"Come presidenza della Cei abbiamo invitato il popolo a prendere parte a un momento pubblico di preghiera e di riflessione che culminerà con un intervento del Papa. Vogliamo manifestare l'attenzione della Chiesa italiana verso la famiglia che, lo ribadisco, è nucleo vitale della società e della stessa comunità ecclesiale. E il Papa ha benedetto questa iniziativa di preghiera, un momento non invasivo ma importante".

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