ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 ottobre 2014

Papisti si nasce..

Non criticavamo il Papa, ma l’aria malsana di Kasper. Parla Fessio, S.I.

Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. Ma chi mai ha attaccato il Papa! Noi abbiamo criticato le tesi di Kasper, il che è un po’ diverso, dice al Foglio padre Joseph Fessio, gesuita fondatore della casa editrice Ignatius Press, che pochi giorni prima dell’apertura del Sinodo aveva mandato in stampa un libro dal titolo Remaining in the Truth of Christ, tradotto in italiano in Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella chiesa cattolica (Cantagalli). Cinque cardinali, professori e vescovi che smontavano la relazione teologica tenuta da Walter Kasper in sede concistoriale.
Il porporato tedesco se l’era presa male, aveva definito quel libro un’opera contro il Papa, che aveva sposato appieno le sue tesi. “Il libro non contiene in alcun modo tesi contro il Papa, ma contiene – ed è questo che si riprometteva di fare – una revisione scientifica completa delle proposte controverse fatte dal cardinale Kasper. Il suo discorso è durato due ore (molto tedesco!) e ha molte cose di grande valore. Tuttavia, alla fine ha fatto due proposte concrete. E c’è stata una reazione negativa molto forte in concistoro da parte di molti cardinali rispettati”, osserva padre Fessio S.I., che per la tesi di dottorato a Ratisbona ebbe l’allora professor Joseph Ratzinger come relatore. “Non è dunque una sorpresa che quando la presentazione del testo di Kasper è diventata pubblica (nonostante la segretezza richiesta ai partecipanti del concistoro), diversi cardinali e molti altri abbiano deciso che ci dovesse essere una risposta pubblica. Lo stesso Kasper – aggiunge – ha detto di non aver proposto una soluzione definitiva, ma piuttosto, dopo aver ricevuto l’approvazione del Papa, di aver posto alcune domande e aver offerto considerazioni per eventuali risposte”.

ARTICOLI CORRELATI Dispute dure sull’ostia da meritare Il Papa chiama Ravasi, Nicolás e Fernández per la stesura della Relatio Synodi Padri bergogliani per la relazione sinodale Rischi dell’ipocrisia pastoraleEbbene, “in tre dei libri da noi pubblicati, abbiamo presentato risposte ben documentate e argomentate alla proposta. Precisamente ciò che aveva chiesto il cardinale Kasper. Il cardinale Carlo Caffarra, qualche giorno fa, ha detto che il Papa ha chiesto un dibattito, “e un dibattito c’è solo se non parla uno soltanto”. A giudizio del fondatore della Ignatius Press, “vi è una sproporzione tra i giudizi espressi sulla proposta di Kasper. Sono a conoscenza di almeno dieci cardinali che hanno criticato pubblicamente la proposta del presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e solo uno (il cardinale Reinhard Marx) che l’ha pubblicamente appoggiata. Certamente la sua proposta può essere definita una ventata d’aria. Ma se l’aria sia fresca o malsana, questo è precisamente l’oggetto del dibattito in corso”.

Quel che ha teorizzato Kasper, prosegue padre Fessio, non è nulla di nuovo: “Aveva già proposto la stessa cosa in una lettera pastorale scritta in Germania nel 1993. Solo che all’epoca fu respinta con decisione dal cardinale Ratzinger, allora prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, con l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II. Kasper – aggiunge il nostro interlocutore – ha anche preso pubblicamente le distanze da Ratzinger sulla Dominus Iesus, con Giovanni Paolo II che diede pieno appoggio al documento”. “Non trovo inusuale – spiega – che molti cattolici intelligenti, inclusi molti cardinali, trovino gli argomenti di Ratzinger più convincenti di quelli di Kasper”. E comunque, dice padre Fessio, quello del riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati “è certamente un tema minore se si considera il numero delle famiglie cattoliche che potrebbero essere ricomprese in questa fattispecie. Il chiaro intento del Sinodo è un altro, e cioè di affrontare una più vasta, significativa e pressante questione: la difficoltà di comunicare e di vivere profondamente la bellezza dell’impegnativo insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia in una cultura ormai decristianizzata, secolarizzata, consumista, edonista e individualista che ha le radici in occidente, ma è stata esportata ovunque nel mondo”. E comunque, bisognerà aspettare cosa dirà il Papa, la sua decisione finale, che non arriverà prima della conclusione del Sinodo ordinario del prossimo anno. Proprio padre Joseph Fessio S.I. ha ipotizzato che Francesco abbia mandato Kasper in avanscoperta, tentando di “scuotere il nido di calabroni”. “La mia era sottile ironia. Io credo che il Papa voglia una discussione franca e aperta. Così ho suggerito, con un po’ d’ironia, che forse abbia intenzionalmente voluto scuotere il nido”. Poi si vedrà.
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/121807/rubriche/sinodo-non-criticavamo-il-papa-ma-aria-malsana-di-kasper-parla-fessio-si.htm

Il Papa chiama Ravasi, Nicolás e Fernández per la stesura della Relatio Synodi


Con una mossa a sorpresa, il Papa ha deciso di aggiungere ben sei nuovi padri al gruppo ristretto incaricato di stendere la Relatio Synodi, il documento conclusivo di questo Sinodo straordinario sulla famiglia. Oltre al Relatore generale, cardinale Peter Erdo, al segretario speciale mons. Bruno Forte, e al segretario generale, cardinale Lorenzo Baldisseri, faranno parte del "comitato" anche i cardinali Gianfranco Ravasi e Donald Wuerl (arcivescovo di Washington), i vescovi Victor Manuel Fernandez (rettore della Pontificia Università cattolica argentina), Carlos Aguiar RetesPeter Kang U-Il e il Preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolas S.I.

Diffusi anche i nomi dei padri moderatori e relatori dei dieci circuli minores, divisi per gruppi linguistici. In questo caso, i padri sono stati eletti e non nominati. Moderatori eletti sono i cardinali Robert Sarah, Christoph Schoenborn, Raymond Leo Burke, Wilfried Fox Napier, Joseph Kurtz, Angelo Bagnasco, Angelo Massafra, José Francisco Robles Ortega e Lluis Martinez Sistach.

Padri bergogliani per la relazione sinodale

di Matteo Matzuzzi | 11 Ottobre 2014 ore 06:24
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Foto LaPresse
Roma. Si discute talmente tanto, nell’aula nuova del Sinodo, che l’altra sera i padri hanno avuto un appassionato scambio di opinioni perfino su Pio X, il Papa santo della Pascendi. Oggetto del contendere, ancora una volta, la comunione ai divorziati risposati. Dinanzi a una contrapposizione tra due schieramenti ben organizzati – merita sottolineatura  che nell’ora di discussione libera di giovedì siano intervenuti, l’uno dopo l’altro i cardinali Erdö, Ouellet, Schönborn, Forte, Vingt-Trois e Rodriguez Maradiaga –, c’è chi ha infatti ricordato che anche Pio X fu definito un “rivoluzionario” quando decise di ammettere all’eucaristia i bambini, cento e più anni fa: “Ci sono quindi degli esempi di coraggio da parte di un Papa nel riflettere o introdurre delle novità per quanto può riguardare la prassi d’accesso all’eucaristia”, ha commentato padre Lombardi. Oltre alla posizione del prefetto della Segnatura apostolica, il cardinale Raymond Leo Burke, anche il cardinale George Pell ha ribadito la sua contrarietà a ogni mutamento dell’insegnamento cattolico così come è ora configurato.

ARTICOLI CORRELATI Dispute dure sull’ostia da meritare Non criticavamo il Papa, ma l’aria malsana di Kasper. Parla Fessio, S.I. Soffia il vento GiovanneoQuasi tutti i padri hanno fatto sentire la propria opinione (quasi duecentosessanta interventi complessivi in questi primi giorni di Sinodo), con il cardinale Gerhard Ludwig Müller che si è detto contrariato dalla decisione di non diffondere i testi dei padri: “I fedeli hanno il diritto di conoscere le posizioni dei loro vescovi”. La strada che pare riscuotere i consensi maggiori – in un confronto comunque a tratti acceso, con un padre che ha definito “un rimedio peggiore della malattia” la proposta di Kasper – è quella delineata dal cardinale canonista Francesco Coccopalmerio e che è appoggiata anche da Francesco, mai intervenuto fino a ora nel dibattito: salvaguardia assoluta della dottrina ma valutazione dei singoli casi demandata ai vescovi diocesani, con i divorziati risposati che potrebbero essere ammessi al sacramento dopo un cammino penitenziale i cui contorni iniziano già a intravedersi. In più d’un intervento, infatti, si sono ipotizzate “forme e atti ecclesiali” da mettere in pratica, proponendo delle celebrazioni comunitarie, come ad esempio “un Giubileo della grazia”. L’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, che in aula ha nuovamente raccontato la sua esperienza di figlio di divorziati, ha auspicato un percorso penitenziale serio per i divorziati risposati che chiedono l’ammissione alla comunione.

Di Humanae Vitae, invece, s’è parlato ben poco, almeno tra i padri sinodali, eccezion fatta per quanto detto mercoledì sera dall’arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois. Qualche accenno en passant e poco altro. A rimediare c’hanno pensato gli uditori laici, che hanno ricordato in aula il contributo decisivo dell’enciclica di Paolo VI promulgata nel 1969. Intanto, terminata la discussione generale, i padri si sono divisi nei circoli minori, dove il confronto proseguirà. E sarà lì che la Relatio Synodi prenderà forma. Un’indicazione sull’orientamento prevalente, però, si avrà già lunedì, con la Relatio post disceptationem, la cui stesura è già a buon punto.


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