di Matteo Matzuzzi (LaNuovaBQ)
Decine di pagine di emendamenti alla Relatio post disceptationem letta lunedì mattina dal cardinale Péter Erdö, relatore generale del Sinodo. I dieci circoli minori hanno presentato le relazioni nonostante la Segreteria generale, in apertura di congregazione, ieri mattina, avesse proposto di non divulgare al pubblico le sintesi. Molti padri sinodali hanno protestato, chiedendo che si tenesse almeno una votazione. Proposta accolta e approvata dalla grande maggioranza dell’assemblea.
Quanto ai contenuti delle relazioni, la metà dei gruppi di lavoro chiude ogni porta al riaccostamento dei divorziati risposati alla comunione, e chi invece apre alla possibilità lo fa ponendo diversi paletti o chiedendo approfondimenti teologici e giuridici.
Il primo circolo in lingua italiana, moderato dal cardinale curiale Fernando Filoni, prefetto diPropaganda Fide, si mostra possibilista, ma solo studiando “l’argomento alla luce del n.84 della Familiaris Consortio al fine di precisare eventuali condizioni diverse dalla disciplina attuale”.
Durissimi i gruppi Gallicus A (moderatore il cardinale guineano Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum) e Anglicus A (moderato dal cardinale Raymond Leo Burke), che fanno a pezzi la Relatio in più parti. Il testo del primo circolo francofono chiarisce che è stato necessario “riscrivere la seconda parte” e che sui divorziati risposati “non si può cambiare la dottrina della Chiesa” e quindi non è possibile “ammetterli ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia”.
Circa gli omosessuali, “accompagnare pastoralmente una persona non significa convalidare una forma di sessualità né di vita”. Riscrittura completa da parte del circolo guidato da Burke. Il gruppo che aveva come moderatore il riformista cardinale Christoph Schonborn, chiede di approfondire il rapporto tra comunione spirituale e sacramentale. Più di un padre si è chiesto come sia stato possibile che nella Relatiofosse dedicato al tema così tanto spazio quando invece in assemblea se n’era discusso assai poco.
Tutti concordano sulla necessità, più che alle situazioni pastoralmente difficili, di volgere lo sguardo ai modelli positivi di famiglia cristiana, raccontandoli in modo più efficace. Il dibattito è stato serrato e a tratti acceso, lo ha confermato anche il cardinale Schonborn nel briefing quotidiano in sala stampa. Monsignor Vincenzo Paglia, a Radio Vaticana, ha osservato che in questo Sinodo “si nota quello che il Papa aveva voluto, una grande vivacità nel dibattito”.
Il cardinale George Pell, tra i più fermi nel difendere la disciplina corrente, ha definito le relazioni dei circoli minori “documenti veramente cattolici, nel senso migliore della parola. C’è qualche differenza tra una relazione e l’altra ovviamente, ma c’è questa fedeltà radicale al Vangelo e a Gesù Cristo. Secondo me – ha aggiunto il prefetto della Segreteria per l’Economia – è stata molto, molto incoraggiante questa atmosfera di franchezza, verità, di pluralità e diversità nell’unità: la dottrina della Chiesa di Gesù, il Vangelo sono assolutamente essenziali e centrali. Ovviamente questo significa misericordia, ma misericordia nella verità”.
Ora si lavora alla stesura della Relatio Synodi, che sarà votata sabato pomeriggio ma – verosimilmente – non sarà diffusa già nella stessa serata. Ci vuole tempo per preparare un testo pubblicabile, ha chiarito padre Federico Lombardi, confermando invece che già nella mattinata sarà reso noto il Messaggio finale.
fonte: LaNuovaBQ
La Segreteria Generale del Sinodo ha annunciato la decisione di non pubblicare le relazioni dei Circuli Minores.
Decine di pagine di emendamenti alla Relatio post disceptationem letta lunedì mattina dal cardinale Péter Erdö, relatore generale del Sinodo. I dieci circoli minori hanno presentato le relazioni nonostante la Segreteria generale, in apertura di congregazione, ieri mattina, avesse proposto di non divulgare al pubblico le sintesi. Molti padri sinodali hanno protestato, chiedendo che si tenesse almeno una votazione. Proposta accolta e approvata dalla grande maggioranza dell’assemblea.
Quanto ai contenuti delle relazioni, la metà dei gruppi di lavoro chiude ogni porta al riaccostamento dei divorziati risposati alla comunione, e chi invece apre alla possibilità lo fa ponendo diversi paletti o chiedendo approfondimenti teologici e giuridici.
Il primo circolo in lingua italiana, moderato dal cardinale curiale Fernando Filoni, prefetto diPropaganda Fide, si mostra possibilista, ma solo studiando “l’argomento alla luce del n.84 della Familiaris Consortio al fine di precisare eventuali condizioni diverse dalla disciplina attuale”.
Durissimi i gruppi Gallicus A (moderatore il cardinale guineano Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum) e Anglicus A (moderato dal cardinale Raymond Leo Burke), che fanno a pezzi la Relatio in più parti. Il testo del primo circolo francofono chiarisce che è stato necessario “riscrivere la seconda parte” e che sui divorziati risposati “non si può cambiare la dottrina della Chiesa” e quindi non è possibile “ammetterli ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia”.
Circa gli omosessuali, “accompagnare pastoralmente una persona non significa convalidare una forma di sessualità né di vita”. Riscrittura completa da parte del circolo guidato da Burke. Il gruppo che aveva come moderatore il riformista cardinale Christoph Schonborn, chiede di approfondire il rapporto tra comunione spirituale e sacramentale. Più di un padre si è chiesto come sia stato possibile che nella Relatiofosse dedicato al tema così tanto spazio quando invece in assemblea se n’era discusso assai poco.
Tutti concordano sulla necessità, più che alle situazioni pastoralmente difficili, di volgere lo sguardo ai modelli positivi di famiglia cristiana, raccontandoli in modo più efficace. Il dibattito è stato serrato e a tratti acceso, lo ha confermato anche il cardinale Schonborn nel briefing quotidiano in sala stampa. Monsignor Vincenzo Paglia, a Radio Vaticana, ha osservato che in questo Sinodo “si nota quello che il Papa aveva voluto, una grande vivacità nel dibattito”.
Il cardinale George Pell, tra i più fermi nel difendere la disciplina corrente, ha definito le relazioni dei circoli minori “documenti veramente cattolici, nel senso migliore della parola. C’è qualche differenza tra una relazione e l’altra ovviamente, ma c’è questa fedeltà radicale al Vangelo e a Gesù Cristo. Secondo me – ha aggiunto il prefetto della Segreteria per l’Economia – è stata molto, molto incoraggiante questa atmosfera di franchezza, verità, di pluralità e diversità nell’unità: la dottrina della Chiesa di Gesù, il Vangelo sono assolutamente essenziali e centrali. Ovviamente questo significa misericordia, ma misericordia nella verità”.
Ora si lavora alla stesura della Relatio Synodi, che sarà votata sabato pomeriggio ma – verosimilmente – non sarà diffusa già nella stessa serata. Ci vuole tempo per preparare un testo pubblicabile, ha chiarito padre Federico Lombardi, confermando invece che già nella mattinata sarà reso noto il Messaggio finale.
fonte: LaNuovaBQ
- 10/17/2014Libertà e Persona Web site view
La frenata del Sinodo su divorziati e gay
17 - 10 - 2014Matteo Matzuzzi
Sono state presentate ieri le relazioni dei circoli minori, i gruppi di lavoro ristretti chiamati a proporre modifiche alla Relatio post disceptationem presentata lunedì scorso dal cardinale ungherese Péter Erdo. E gli emendamenti sono stati molti, frutto di una discussione che ha visto emergere “punti di vista diversi, non bisogna nasconderlo”, ha detto durante il briefing quotidiano in Sala stampa il cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna.
GLI APPROFONDIMENTI NECESSARI
Nessun via libera alla riammissione dei divorziati risposati al sacramento della comunione. Anche i gruppi più aperturisti si ribadisce che la questione merita approfondimento, “a livello teologico e giuridico” scrive il circolo moderato dal cardinale catalano Lluis Martinez Sistach. Il primo circolo in lingua italiana, guidato dal cardinale Fernando Filoni, si dichiara pronto a discutere nel merito, ma solo “in riferimento al n. 84 di Familiaris Consortio”, l’esortazione promulgata più di trent’anni fa da Giovanni Paolo II.
LA STRADA DEL CAMMINO PENITENZIALE
Chiusure nette dal primo gruppo in lingua inglese e dal primo francofono. Quest’ultimo, pur constatando la necessità di applicare la dottrina alle situazioni diverse e dolorose della nostra epoca, afferma l’impossibilità non solo di cambiare la dottrina stessa sull’indissolubilità del matrimonio, ma anche “sulla non ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti”. Più di un gruppo ha sostanzialmente sposato l’ipotesi di aprire a un via libera alla riammissione dopo un cammino penitenziale. A ogni modo, la questione è ancora aperta e tra i padri non c’è affatto unità di vedute in merito, come peraltro faceva notare qualche giorno fa in un’intervista a un sito belga il cardinale Godfrieed Danneels.
CHIUSURE SULLE UNIONI OMOSESSUALI
Netta è invece la chiusura sul fronte omosessuali, che pure notevole (e contestato) spazio aveva avuto nella Relatio. I circoli, pressoché unanimemente, ribadiscono che un conto è l’accoglienza (dovuta a tutti), altra cosa è approvare un comportamento di vita considerato scorretto. E’ stata, questa, una delle parti più contestate della Relatio letta da Erdo. Parte, tra l’altro, da cui lo stesso relatore generale aveva già preso le distanze pubblicamente durante la conferenza stampa di presentazione del testo, lunedì scorso.
BOCCIATO IL PRINCIPIO DEL SUBSISTIT IN
Niente da fare neppure per la gradualità, nonostante su questo ci fossero stati molti sforzi in Aula, così come è arrivata la bocciatura per l’applicazione del “subsistit in”, tratto dalla Lumen Gentium che avrebbe permesso di applicare gli schemi conciliari sulla connessione tra verità e libertà religiosa anche a materie quali le convivenze o le unioni civili, per trarne “gli elementi positivi”.
DOMANI SI VOTA LA RELATIO SYNODI
Sabato sarà votata la Relatio Synodi, per il testo bisognerà con ogni probabilità attendere ancora un po’. Pare evidente, anche dalle relazioni dei circoli, che nessuna decisione sarà presa prima del Sinodo ordinario del 2015 e dal successivo pronunciamento papale. Anche questi testi, hanno ribadito dalla Segreteria generale del Sinodo, sono “strumenti di lavoro”, tappa di un cammino che Francesco ha voluto biennale.
SAN PIETRO E DINTORNI | Marco Tosatti |
16/10/2014
Sinodo, altra censura, proteste
La Segreteria Generale del Sinodo ha annunciato la decisione di non pubblicare le relazioni dei Circuli Minores. L'annuncio ha provocato la protesta del card. Erdo, e di numerosi altri Padri sinodali. Il Papa muto e serissimo. Infine padre Lombardi ha annunciato che le relazioni delle Commissioni saranno rese pubbliche.
Un'altra censura, e i Padri Sinodali si ribellano.
La Segreteria Generale del Sinodo ha annunciato la decisione di non pubblicare le relazioni dei Circuli Minores.
Erdo ha preso la parola, prendendo implicitamente le distanze dalla relazione che portava la sua firma, e dicendo che se era stata pubblicata quella “disceptatio” si dovevano pubblicare anche quelle dei Circuli Minores, le Commissioni.
Il suo intervento è stato seguito a pioggia da numerosi altri sullo stesso tono, sottolineati da applausi fragorosi.
Il Segretario del Sinodo, il card. Baldisseri, guardava il Papa, come in cerca di consiglio e lumi, e il Papa stava muto e serissimo.
Muti anche il sottosegretario al Sinodo, Fabene, Forte, Schoenborn e Maradiaga.
Kasper non c’era.
Infine padre Lombardi ha annunciato che le relazioni delle Commissioni saranno rese pubbliche.
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