ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 9 novembre 2014

Dopo i trombati, i promossi!

Padre D'ors, un prete (un po' troppo) di frontiera


Pablo D'ors
Si definisce “scrittore mistico, erotico e comico”, si chiama Pablo D'ors (nipote del famoso critico d'arte spagnolo Eugenio D'ors), attualmente è sacerdote della diocesi di Madrid. Recentemente è stato nominato consigliere del Pontificio Consiglio della Cultura, il dicastero diretto dal Card. Ravasi, quello del Cortile dei Gentili. «Perchè mi ha scelto papa Francesco? Un mistero. - ha dichiarato a Repubblica - Forse avrà chiesto: qual è il prete più marginale di Madrid?»

Da questa intervista apprendiamo che prima di consacrarsi ha trascorso una vita «ricca di amori, letture, viaggi anche spericolati» e questo lo ha aiutato per la sua vocazione maturata a 27 anni. Sì, perché «conoscere l'amore umano aiuta a conoscere meglio l'amore divino». Chi siamo noi per giudicare? Nessuno, però chissà cosa ne pensa quella schiera di vergini che nella storia della Chiesa si sono donati anima e corpo al Signore...
Il povero cattolico terra-terra ormai si sente inadeguato, lo ammetto. Sotto la spinta della cultura, quella “alta”, si accorge che le sue povere convinzioni, apprese da quel vecchio parroco di montagna, sono ciarpame, cultura di serie B. Bisogna aggiornarsi, smetterla di essere “alternativi”, dice D'ors, e vivere il cristianesimo nel “dialogo” con il mondo.
Don Pablo autore di romanzi, come quello della donna slovacca che va a letto con i più grandi scrittori del Novecento, e di saggi, come il successo “Biografia del silenzio”, dice che della vita ognuno «dovrebbe fare un'opera d'arte».  Vasco Rossi, per scendere alla portata della nostra misera cultura, forse direbbe “una vita spericolata”, di quelle piene di guai.
E allora molliamo gli ormeggi. I sacerdoti potrebbero vivere meglio con una donna al loro fianco perchè – sostiene il prete acculturato - “i tempi ormai sono maturi”. Ma questa è solo una opinione personale, di «questo al Pontificio Consiglio non si parlerà». Mentre si parlerà eccome di donne prete. «Penso che dietro la prossima riunione plenaria ci sia questa impostazione».
Assolutamente favorevole al sacerdozio femminile (“e non sono da solo”) D'ors è fedele alla linea di fare della sua vita un'opera d'arte, secondo lui «un criterio importante per misurare la vitalità spirituale di una persona è la sua disponibilità al cambiamento. Resistere alla vita è un peccato perché la vita è svolgimento continuo». Panta rei.
E noi che avevamo pensato di costruire la vita sulla solida roccia, ci accorgiamo che, invece, è sulla sabbia che possiamo vivere con autentica vitalità spirituale. Ben venga la pioggia, che straripino i fiumi e soffino i venti, lasciamoci travolgere dal vortice della vita. È questa la nuova ascesi? Dobbiamo proprio aggiornarci.
Per farlo si potrebbe frequentare un corso tenuto da anni dal neo consultore del dicastero vaticano: “Cercatori della montagna”. Seminario di formazione spirituale per cui non è richiesta nessuna appartenenza a confessioni religiose o pratiche spirituali, anche se il lavoro viene svolto “principalmente” a partire dalla tradizione cristiana e “secondariamente” in quella buddista zen. D'altra parte, ha detto D'ors in un'altra intervista, «se non fossi cristiano, sarei un buddista».
Salendo su questa montagna forse il povero cattolico terra-terra imparerà che il modo migliore per accompagnare un moribondo è «ascoltare e basta, dimenticando se stessi, che è la cosa più difficile». Così ha detto D'ors a Repubblica rispondendo alla domanda «come si accompagna una persona a morire?»
L'altro giorno passavo dalle parti della mia vecchia parrocchia di montagna, il parroco non c'è più da un po' di anni, è salito al Cielo. Si faceva in quattro per andare sul letto dei moribondi, per portare conforto umano, ma soprattutto quello sacramentale. Per assicurarsi che si salvassero l'anima.
A ben riflettere preferisco rimanere un cattolico terra-terra, lascio l'aggiornamento ai Pontifici Consigli e spero che almeno all'ultimo respiro avrò a fianco un prete non troppo acculturato.
di Lorenzo Bertocchi08-11-2014
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-padre-dors-un-prete-un-po-troppo-di-frontiera-10875.htm


Mamberti al posto di Burke, l'inglese Gallagher è il nuovo «ministro degli Esteri» 

Al centro, mons. Gallagher
AL CENTRO, MONS. GALLAGHER

È l'attuale nunzio in Australia. Il segretario ai rapporti con gli Stati promosso Prefetto della Segnatura apostolica al posto del cardinale statunitense conservatore che diventa patrono dei Cavalieri di Malta.

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO


Dopo l'arrivo un anno fa di Pietro Parolin, Papa Francesco muove un'altra importante pedina negli organigrammi della Segreteria di Stato: l'attuale segretario per i rapporti con gli Stati, l'arcivescovo corso Dominique Mamberti, viene promosso alla guida del supremo tribunale della Segnatura apostolica: prende il posto del cardinale Raymond Leo Burke, a sua volta trasferito all'Ordine dei Cavalieri di Malta, come patrono. Una nomina, quest'ultima, che lo stesso Burke aveva confermato in un'intervista durante il recente Sinodo.

Il nuovo «ministro degli Esteri» vaticano che succede a Mamberti è Paul Richard Gallagher, arcivescovo titolare di Hodelm (antica diocesi scozzese poi soppressa), nato a Liverpool il 23 gennaio 1954 e attualmente nunzio apostolico in Australia. Gallagher, nominato nunzio in Burundi e consacrato vescovo nel 2004, dal 2009 alla fine del 2012, prima di approdare in Oceania, era stato rappresentante pontificio in Guatemala.

Nato nello stesso quartiere dove i Beatles hanno iniziato la loro carriera, sacerdote per la diocesi inglese di Liverpool nel 1977, ha iniziato il suo servizio come aiuto del parroco nella chiesa Holy Name, ed è stato anche cappellano dell'ospedale di Fazakerley. Si è laureato in diritto canonico ed è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1984. Prima di diventare nunzio apostolico ha prestato servizio nelle rappresentanze diplomatiche vaticane della Tanzania, Uruguay, Filippine e presso il Consiglio d'Europa.

Come nunzio in Burundi Gallagher è stato il successore dell'arcivescovo irlandese Michael Aidan Courtney, grande promotore della pace nella guerra civile, assassinato il 29 dicembre 2003. Ed è anche scampato a un bombardamento della sua abitazione. Nominato da Benedetto XVI prima in Guatemala e poi in Australia, ha presentato le credenziali a Canberra il 30 aprile 2013.

Il nuovo «ministro degli Esteri» vaticano ha fatto esperienza diplomatica nei cinque continenti: in questi ultimi anni in Oceania, prima in America Latina e Africa e prima ancora in Asia e in Europa. Ha lavorato per cinque anni in Segreteria di Stato e dunque conosce da vicino anche la macchina curiale. Ha già avuto modo di collaborare con l'attuale Segretario di Stato Parolin. Gallagher parla inglese, spagnolo, francese e italiano. Viene descritto come un prelato competente, al di fuori di ogni cordata, che ha svolto bene il suo servizio in tutti gli incarichi ai quali è stato destinato.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.