E si scusa, è ovvio
Di fronte all’ennesimo attacco, tanto protervo quanto ipocrita, del fronte omosessualista, preoccupato di non aver fastidi nella sua azione demolitrice nelle scuole, la Curia milanese fa retromarcia e poi porge le “scuse”. Tutto ciò ha un solo nome: tradimento.
di Paolo Deotto
I fatti sono arcinoti. La Curia milanese aveva inviato agli oltre seimila insegnanti di religione della Diocesi una lettera con la quale invitava i destinatari a segnalare le scuole in cui si erano svolte le solite porcherie che ben conosciamo, quali lezioni di omosessualismo, o si era propagandata la solita delirante teoria del gender. La lettera ha mandato su tutte le furie il centro supremo del pensiero unico, denominato “Repubblica”, che è subito partito all’attacco accusando la Curia di “schedatura” (parola vecchia, ma sempre piena di fascino). Poi c’è stato l’ovvio seguito, nella solita squallida gara che in questi casi si vede sempre in casa radical-chic, dove ognuno vuole mostrarsi più zelante del compagno. Quando si arriva (vedi PD) a dire idiozie stellari, come “bullismo omofobico e transfobico dei cattolici”, è già detto tutto. (vedi qui e qui)
Insomma, nihil sub sole novum. Nessuno si meraviglia se il rapinatore rapina, il ladro ruba, la prostituta si prostituisce e il politicamente corretto delira su tutto ciò che riguarda le perversioni. Rispetto alle categorie prima citate, in verità il “politicamente corretto” ha un difetto inescusabile, perché starnazzando di libertà pretende di toglierla agli altri e in particolare ai cattolici. E poi è anche ipocrita, perché volutamente “dimentica” che l’insegnamento della Religione Cattolica è facoltativo e quindi chi non gradisce la Parola della Chiesa, semplicemente può non ascoltarla.
Però il compito di questi prevaricatori è enormemente facilitato quando i cattolici sono tremebondi, paurosi, vili. Esagero? Valutate voi.
La Curia emette un primo comunicato in cui fa notare che lo scopo della missiva «era esclusivamente quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti».
Già questo comunicato, francamente, lascia l’amaro in bocca, perché ci piacerebbe tanto capire da dove venga questo bisogno di esporre la dottrina cristiana “in modo corretto e rispettoso di tutti”. Quando mai l’esposizione della dottrina cristiana può essere “irrispettosa”, trattandosi di esposizione della Verità? Ah, già, ma scordavo che non si può più parlare di “peccato” (non sta bene, poi gli altri si impressionano), né tantomeno si può parlare di diritto naturale e di valori non negoziabili. Né si può parlare di unicità della Verità. Così vuole il nuovo CdA romano, per mantenere vivo il sacro “dialogo” e non perdere l’applauso del mondo. Con buona pace della Verità.
Ma poiché il FUDP (Fronte Unico Difesa Perversioni) non era soddisfatto, ecco che arriva l’immancabile capolavoro di viltà. Comunicato successivo della Curia: “La comunicazione è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa”.
Grazie, Eminenza Cardinale Scola: con questa ciliegina sulla torta, almeno si è tolto ogni dubbio. La gloriosa Diocesi di Sant’Ambrogio è anch’essa perfettamente allineata. Basta che si alzi il ditino ammonitore di qualche difensore di quelle perfide perversioni, da sempre condannate dalla Chiesa, e le “scuse” sono pronte.
Forza, manteniamo vivo il dialogo con chi ha il chiaro intento di cancellare la presenza cattolica e di corrompere la gioventù. Forza, mostriamoci umili e mansueti.
Beliamo.
La viltà non è un diritto, tantomeno in questi tempi di guerra palese e sfrontata alla vera Fede. La viltà di un generale poi è mille volte più grave di quella del semplice soldato. E Lei, Eminenza, è il generale da cui noi, fedeli ambrosiani, ci attenderemmo gli ordini per combattere, non per chiedere scusa a un nemico che ha già chiarito ampiamente di non voler alcun dialogo, ma solo la cancellazione della presenza cattolica.
La viltà di un generale è alto tradimento. Che bello che sarebbe stato leggere un breve comunicato che dicesse qualcosa di questo genere: “La Curia milanese non si sente in dovere di rispondere agli starnazzi e ribadisce il suo diritto e soprattutto dovere di informarsi per poter adeguatamente intervenire nel vitale settore dell’educazione dei giovani. Infatti la Chiesa cattolica non annuncia la “sua” posizione. Annuncia la Verità. Punto e basta”. Lo so, è un sogno…
Mi spiace, Eminenza, parlare di tradimento, ma non mi viene in mente altro termine. Lei e io abbiamo in comune la conoscenza e la scuola di un grande educatore, Mons. Luigi Giussani. Lei, che lo ha conosciuto ancor meglio di me, riesce a immaginarsi un “Gius” che “fa le scuse” ai nemici della moralità, della salute, della Chiesa? Si è molto discusso su Don Giussani e sul suo metodo educativo, e ancora se ne discuterà. Ma era, comunque, un coraggioso Uomo di Fede. Ribadisco “coraggioso” e confermo la “U” maiuscola per la parola Uomo.
Il tradimento è consumato anche verso le famiglie – e sono la gran maggioranza – che temono per le montagne di porcherie che possono venir trasmesse ai loro figli a scuola. Se la Diocesi è così pronta a tremebonde giustificazioni e a “scuse”, queste famiglie a chi si rivolgeranno? Su chi potranno far conto? Speriamo che riflettano, ad esempio, sull’urgenza, sempre più pressante, di costituire “scuole parentali” per sottrarre i loro figli al disastro educativo. Già ne esistono, di queste scuole, già ci sono valide alternative alla scuola che indottrina i giovani alla perversione. Vogliamo fare un nome terribile e nefasto? La Fraternità Sacerdotale di san Pio X ha già costituito delle scuole, dove viene impartita ai giovani, insieme alla preparazione culturale, l’educazione cattolica. Non sto facendo pubblicità, sto solo dicendo dei dati di fatto.
E qui chiudo, né “mi scuso” se qualcuno si sarà sentito offeso per quanto ho scritto.
I fatti sono arcinoti. La Curia milanese aveva inviato agli oltre seimila insegnanti di religione della Diocesi una lettera con la quale invitava i destinatari a segnalare le scuole in cui si erano svolte le solite porcherie che ben conosciamo, quali lezioni di omosessualismo, o si era propagandata la solita delirante teoria del gender. La lettera ha mandato su tutte le furie il centro supremo del pensiero unico, denominato “Repubblica”, che è subito partito all’attacco accusando la Curia di “schedatura” (parola vecchia, ma sempre piena di fascino). Poi c’è stato l’ovvio seguito, nella solita squallida gara che in questi casi si vede sempre in casa radical-chic, dove ognuno vuole mostrarsi più zelante del compagno. Quando si arriva (vedi PD) a dire idiozie stellari, come “bullismo omofobico e transfobico dei cattolici”, è già detto tutto. (vedi qui e qui)
Insomma, nihil sub sole novum. Nessuno si meraviglia se il rapinatore rapina, il ladro ruba, la prostituta si prostituisce e il politicamente corretto delira su tutto ciò che riguarda le perversioni. Rispetto alle categorie prima citate, in verità il “politicamente corretto” ha un difetto inescusabile, perché starnazzando di libertà pretende di toglierla agli altri e in particolare ai cattolici. E poi è anche ipocrita, perché volutamente “dimentica” che l’insegnamento della Religione Cattolica è facoltativo e quindi chi non gradisce la Parola della Chiesa, semplicemente può non ascoltarla.
Però il compito di questi prevaricatori è enormemente facilitato quando i cattolici sono tremebondi, paurosi, vili. Esagero? Valutate voi.
La Curia emette un primo comunicato in cui fa notare che lo scopo della missiva «era esclusivamente quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti».
Già questo comunicato, francamente, lascia l’amaro in bocca, perché ci piacerebbe tanto capire da dove venga questo bisogno di esporre la dottrina cristiana “in modo corretto e rispettoso di tutti”. Quando mai l’esposizione della dottrina cristiana può essere “irrispettosa”, trattandosi di esposizione della Verità? Ah, già, ma scordavo che non si può più parlare di “peccato” (non sta bene, poi gli altri si impressionano), né tantomeno si può parlare di diritto naturale e di valori non negoziabili. Né si può parlare di unicità della Verità. Così vuole il nuovo CdA romano, per mantenere vivo il sacro “dialogo” e non perdere l’applauso del mondo. Con buona pace della Verità.
Ma poiché il FUDP (Fronte Unico Difesa Perversioni) non era soddisfatto, ecco che arriva l’immancabile capolavoro di viltà. Comunicato successivo della Curia: “La comunicazione è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa”.
Grazie, Eminenza Cardinale Scola: con questa ciliegina sulla torta, almeno si è tolto ogni dubbio. La gloriosa Diocesi di Sant’Ambrogio è anch’essa perfettamente allineata. Basta che si alzi il ditino ammonitore di qualche difensore di quelle perfide perversioni, da sempre condannate dalla Chiesa, e le “scuse” sono pronte.
Forza, manteniamo vivo il dialogo con chi ha il chiaro intento di cancellare la presenza cattolica e di corrompere la gioventù. Forza, mostriamoci umili e mansueti.
Beliamo.
La viltà non è un diritto, tantomeno in questi tempi di guerra palese e sfrontata alla vera Fede. La viltà di un generale poi è mille volte più grave di quella del semplice soldato. E Lei, Eminenza, è il generale da cui noi, fedeli ambrosiani, ci attenderemmo gli ordini per combattere, non per chiedere scusa a un nemico che ha già chiarito ampiamente di non voler alcun dialogo, ma solo la cancellazione della presenza cattolica.
La viltà di un generale è alto tradimento. Che bello che sarebbe stato leggere un breve comunicato che dicesse qualcosa di questo genere: “La Curia milanese non si sente in dovere di rispondere agli starnazzi e ribadisce il suo diritto e soprattutto dovere di informarsi per poter adeguatamente intervenire nel vitale settore dell’educazione dei giovani. Infatti la Chiesa cattolica non annuncia la “sua” posizione. Annuncia la Verità. Punto e basta”. Lo so, è un sogno…
Mi spiace, Eminenza, parlare di tradimento, ma non mi viene in mente altro termine. Lei e io abbiamo in comune la conoscenza e la scuola di un grande educatore, Mons. Luigi Giussani. Lei, che lo ha conosciuto ancor meglio di me, riesce a immaginarsi un “Gius” che “fa le scuse” ai nemici della moralità, della salute, della Chiesa? Si è molto discusso su Don Giussani e sul suo metodo educativo, e ancora se ne discuterà. Ma era, comunque, un coraggioso Uomo di Fede. Ribadisco “coraggioso” e confermo la “U” maiuscola per la parola Uomo.
Il tradimento è consumato anche verso le famiglie – e sono la gran maggioranza – che temono per le montagne di porcherie che possono venir trasmesse ai loro figli a scuola. Se la Diocesi è così pronta a tremebonde giustificazioni e a “scuse”, queste famiglie a chi si rivolgeranno? Su chi potranno far conto? Speriamo che riflettano, ad esempio, sull’urgenza, sempre più pressante, di costituire “scuole parentali” per sottrarre i loro figli al disastro educativo. Già ne esistono, di queste scuole, già ci sono valide alternative alla scuola che indottrina i giovani alla perversione. Vogliamo fare un nome terribile e nefasto? La Fraternità Sacerdotale di san Pio X ha già costituito delle scuole, dove viene impartita ai giovani, insieme alla preparazione culturale, l’educazione cattolica. Non sto facendo pubblicità, sto solo dicendo dei dati di fatto.
E qui chiudo, né “mi scuso” se qualcuno si sarà sentito offeso per quanto ho scritto.
– di Paolo Deotto
http://www.riscossacristiana.it/la-diocesi-ambrosiana-si-arrende-si-scusa-e-ovvio-di-paolo-deotto/
Ma la formazione degli Insegnanti di religione cattolica compete al quotidiano “Repubblica” & Co o alla Chiesa?
Non ci faremo educare da Repubblica & Co
giovedì 13 novembre 2014
Ma la formazione degli Insegnanti di religione cattolica compete al quotidiano “Repubblica” & Co o alla Chiesa?
Ogni volta che un Ufficio Diocesano invita gli insegnanti ad aggiornarsi su problematiche “sensibili”, la teoria del gender appunto, è abitudine del quotidiano “Repubblica”, scrivere sul proprio giornale cose non molto esatte e piuttosto approssimative pur di mettere in cattiva luce la Chiesa.
L’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano scrive ai suoi insegnanti che: “La richiesta di informazioni nasce dalla preoccupazione che gli eventuali discorsi su temi così delicati e all’ordine del giorno del dibattito pubblico, vengano sempre affrontati dagli insegnanti di religione con competenza e rispetto delle posizioni di tutti”.
Quali erano le informazioni che richiedeva il Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano?
Ecco quanto il Direttore scriveva: «Cari colleghi come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale … Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte».
Dov’è lo scandalo?
Repubblica pare non voglia assolutamente che l’Ufficio Scuola aggiorni i suoi insegnanti su questo tema ritenuto da noi sensibile!
Invece a noi è sembrata intelligente e opportuna quella domanda proprio ad evitare che qualche insegnante di religione cattolica non si renda pienamente conto della gravità delle idee in circolazione.
Per noi, bisogna evitare che l’insegnante non sia perfettamente aggiornato su tale problematica e disattenda sull’argomento il pericolo di opuscoli o altro.
Ciò che Repubblica & Co vorrebbero è per noi inaccettabile specie al considerare che l’argomento possa essere discusso in collegio docenti o in consigli di classe.
Detto questo, insinuare l’idea che l’insegnamento della religione sia una traversata senza venti contrari è un convincimento che solo chi è fuori dalla realtà scolastica può affermare. Chi, invece, ha le mani in pasta sa quante volte l’IdR deve intervenire per rettificare e chiamare per nome proprio affermazioni fatte in ambito di insegnamento di scienze che presentano teorie come dati perfettamente dimostrati o, in altri ambiti, fatti storici travisati da una ideologia laicista riguardanti la storia della Chiesa o semplicemente civile.
Il docente di religione cattolica sa di essere uno dei docenti e non certo “l’unico responsabile del cammino educativo della scuola”, ha però o meglio deve avere la consapevolezza di essere testimone e trasmettitore di una proposta educativa che punta al bene integrale dell’uomo e contribuisce in modo decisivo al bene comune e alla promessa di un buon futuro per tutti”; è per questo che “pur in un contesto di diffusa secolarizzazione”, egli rivendica il diritto di parlare e di contribuire, così, alla formazione della persona che ha una sua dignità indipendente da qualsiasi istituzione umana.
Non dimentichiamo poi la preoccupazione espressa da Papa Francesco, che, a proposito della educazione, così ha affermato: «Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”» [Alla Delegazione dell'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia (BICE) (11 aprile 2014)].
Nicola Incampo e Don Gabriele Mangiarotti
L’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano scrive ai suoi insegnanti che: “La richiesta di informazioni nasce dalla preoccupazione che gli eventuali discorsi su temi così delicati e all’ordine del giorno del dibattito pubblico, vengano sempre affrontati dagli insegnanti di religione con competenza e rispetto delle posizioni di tutti”.
Quali erano le informazioni che richiedeva il Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano?
Ecco quanto il Direttore scriveva: «Cari colleghi come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale … Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte».
Dov’è lo scandalo?
Repubblica pare non voglia assolutamente che l’Ufficio Scuola aggiorni i suoi insegnanti su questo tema ritenuto da noi sensibile!
Invece a noi è sembrata intelligente e opportuna quella domanda proprio ad evitare che qualche insegnante di religione cattolica non si renda pienamente conto della gravità delle idee in circolazione.
Per noi, bisogna evitare che l’insegnante non sia perfettamente aggiornato su tale problematica e disattenda sull’argomento il pericolo di opuscoli o altro.
Ciò che Repubblica & Co vorrebbero è per noi inaccettabile specie al considerare che l’argomento possa essere discusso in collegio docenti o in consigli di classe.
Detto questo, insinuare l’idea che l’insegnamento della religione sia una traversata senza venti contrari è un convincimento che solo chi è fuori dalla realtà scolastica può affermare. Chi, invece, ha le mani in pasta sa quante volte l’IdR deve intervenire per rettificare e chiamare per nome proprio affermazioni fatte in ambito di insegnamento di scienze che presentano teorie come dati perfettamente dimostrati o, in altri ambiti, fatti storici travisati da una ideologia laicista riguardanti la storia della Chiesa o semplicemente civile.
Il docente di religione cattolica sa di essere uno dei docenti e non certo “l’unico responsabile del cammino educativo della scuola”, ha però o meglio deve avere la consapevolezza di essere testimone e trasmettitore di una proposta educativa che punta al bene integrale dell’uomo e contribuisce in modo decisivo al bene comune e alla promessa di un buon futuro per tutti”; è per questo che “pur in un contesto di diffusa secolarizzazione”, egli rivendica il diritto di parlare e di contribuire, così, alla formazione della persona che ha una sua dignità indipendente da qualsiasi istituzione umana.
Non dimentichiamo poi la preoccupazione espressa da Papa Francesco, che, a proposito della educazione, così ha affermato: «Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”» [Alla Delegazione dell'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia (BICE) (11 aprile 2014)].
Nicola Incampo e Don Gabriele Mangiarotti
fino a prova contraria essendo facoltativa l'ora di religione è esonerato chi non è interessato a seguire la lezione ......prima x par condicio hanno istruito gli insegnanti perché presentino la religione Cristiana come fosse una delle tante e non la SOLA VIA VERITA VITA che porta alla VITA ETERNA....ora lasciano che i gli attivisti di tutti i vizi possano scorrazzare a piacimento x vomitare le loro abitudini che dovrebbero tenere nascoste nelle tenebre ......
RispondiEliminanoi togliemmo nostro figlio dalla insegnamento della " religione " scolastica. Il porf. che era una ex prete, insegnava che la madre di Dio non era vergine, che non esiste l' inferno, che il diavolo può essere una figura positiva ed altre eresie. Il decano sapeva benissimo il tutto, ma non è mai intervenuto , anzi lo ( il prof. ) faceva parlare dal pulpito in chiesa. jane
RispondiEliminaquesto è il frutto dei cristiani adulti/erati traditori....traditori.....traditori...
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