Da quel giorno che in San Pietro
risuonò quel “Buonasera”,
ognun colse il senso tetro
che la voce sua straniera
dall’America Latina
con orgoglio proclamò.
La mozzetta d’ermellino
col rocchetto merlettato,
i calzari in marocchino
e il camauro vellutato
nell’armadio più remoto
E da allora il piscatorio
e la croce in argentone
di valor certo irrisorio,
ma con gran ostentazione;
ed ai piè scarpacce nere
manco adatte a un carrettiere
con gran enfasi portò.
L’apostolica dimora
lasciò tosto con gran sdegno:
si coglieva sin da allora
demagogico il disegno:
Santa Marta preferendo
al palazzo suo stupendo,
la speciosa sua umiltà.
Via le mitrie di Pio nono
che indossava Benedetto,
via i piviali, ed anche il trono
fé gettar nel caminetto:
per mostrare ai non credenti
con orrendi paramenti
la sua grande povertà.
Nell’eloquio non eccelle,
l’egocentrico Francesco:
sol due frasi ed anche quelle
in un gergo cialtronesco:
ma riscuote dai massoni
infinite adulazioni
senza alcuna sobrietà.
Quando predica all'impronto
alla Messa mattutina
al fedele non fa sconto
e gli fa la ramanzina:
“Annunziare il Verbo eterno
per salvarsi dall’inferno?
Ma che gran stupidità!”
Ed ancora “Io non credo
sia cattolico il Signore,
ed il Vero non possiedo”
dice in tono adulatore.
Così Scalfari e fratelli
con i laici ed i ribelli
gli tributan lor “Urrà”.
Egli gode all’apparire
informale ed amicone,
ma l’abbraccio suo gentile
lo riserva al frammassone:
pel fedele buon cristiano,
per il prete in quel di Albano
non conosce ahimè pietà.
Quanto al bravo Cardinale,
al Prelato e al Monsignore,
che il latino del Messale
riportarono in onore,
con la frusta e col flagello
li rinchiude nel bargello
come esempio da evitar.
Per non dir dei Francescani
in odor di Tradizione,
che trattò da talebani
con severa ammonizione:
Volpi inviò qual commissario
che gli chiuse il Seminario
e la Messa lor cambiò.
All’assise sinodale
parlò tanto di accoglienza:
volle libero il parlare,
ma con scarsa coerenza
si scagliò quale molosso
contro il vescovo ortodosso
che difese nostra Fé.
Con intenti inver malvagi
schierò in campo i suoi fidati:
degli antistiti i suffragi
volle presto ribaltati;
frasi intere assai distorte
inserir ad Erdo e Forte
con il dolo comandò.
Nella prosa conciliare
dell’odioso documento,
si voleva cancellare
la virtù del Sacramento
che di Cana agli imenei
ai due coniugi Giudei
il Signore promulgò.
Né bastavan le eresie
sull’unione coniugale:
ben peggiori frenesie
sull’amor omosessuale
che a Gomorra fu punito
qual delitto pervertito
dalla mano del Signor.
Egli è ver che l’Argentino
che non s’era pronunciato,
con un gesto inver meschino
allo sdegno suscitato
Erdo e il nuovo segretario
in balia dell’avversario
incurante abbandonò.
Coi suoi modi farisaici
il Gerarca vaticano
sol per esser grato ai laici
ed al secolo mondano
mostra il “dio delle sorprese”
senza dogmi e senza chiese
che Daniele profetò.
Cosicché un infausto giorno
troveremo in Vaticano
sull'altare disadorno
l'Anticristo ciarlatano,
posto in trono da Bergoglio
che proclama con orgoglio
ecumenica deità.
Il Leone porporato
denunciò l’apostasia:
“La Relatio chi ha vergato
è sospetto di eresia!"
Per vendetta in Segnatura
chiama un altro e per censura
fa di Malta protettor.
Ecco i modi progressisti
per distrugger Santa Chiesa:
libertà pei modernisti
e dai buoni sol la resa;
vero e salso a un sol livello
accogliendo questo e quello:
bergogliana carità!
Ecco la misericordia
del tiranno conciliare:
coi pagani la concordia,
falsa pace secolare,
ma con chi è fedele a Cristo
un furor a rabbia misto
e la sua maledizion.
Si è pentito il gran Vegliardo
che ha abdicato al sacro officio,
apparendo un infingardo
o soggetto a maleficio,
or che al posto suo un Nerone
in odor di usurpazione
martirizza nostra Fè?
Ora è certo che Bergoglio
del Messia non è Vicario:
l'hanno messo su quel Soglio
il Nemico il suo emissario;
ma il Pilota del Vascello
dei Suoi piedi qual scabello
molto presto lo porrà.
Da incorniciare. alex
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