Il divieto di incontro con la veggente previsto a Fiuggi per il 9 novembre non impensierisce gli artefici del culto medjugorjano in Italia. E' già in calendario infatti la presenza di Padre Peter Ljubicic in quel di Sant'Andrat del Judrio. Si tratta del frate che nella religione gospista avrà il compito di rivelare al mondo i dieci segreti..
(nella foto l'imposizione delle mani , tipica dei carismatici)
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Avviso: Padre Peter Ljubicic il frate di medjugorje che dovrà rivelare al mondo intero i segreti dati dalla Madonna alla veggente Mirjana sarà a Sant'Andrat del Judrio domenica 9 novembre nella chiesa parrocchiale alle ore 18 .il programma prevede la recita del santo rosario la messa la preghiera per la guarigione l'adorazione eucaristica.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=774152352626569&set=a.503063146402159.100342.100000954336356&type=1
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Incurante delle norme che riguardano il discernimento nelle rivelazioni private e nelle apparizioni , Brosio colto nel vivo dalla schietta intervista di Mons. Loppa e dal permesso negato per il 9 Novembre , rilancia con i leit motiv classici della propaganda medjugorjana.
Oltre al solito "venga a vedere" , fra le righe il malcelato disprezzo per i vescovi di Mostar , tutti da sempre contrari alla veridicità dei fenomeni.
Brosio risponde a Mons. Loppa: “Venga a Medjugorje con me. Vescovi, non sbarrate le porte a chi ha fede”
“Ma le pare che Bernadette o i poverelli di Fatima oggi andrebbero in giro a fare incontri pubblici, magari con tanto di biglietto”? Con queste parole (riprese su www.anagnia.com) Lorenzo Loppa, vescovo della diocesi Anagni-Alatri, è tornato sulla vicenda della lettera scritta ai fedeli di Fiuggi per “vietare” la partecipazione agli incontri organizzati con veggenti che si rifanno alla Madonna di Medjugorje. E non è mancata una replica a Paolo Brosio, che aveva criticato la decisione: “Ringrazio Brosio – ha detto oggi Loppa – che non conosco ma che ha detto di pregare per me. Ho rispetto per lui, per la Madonna di Medjugorje e per i veggenti. Dico solo che non c’è nulla di provato riguardo al suo culto e dunque, secondo me, non possono essere legittimate iniziative su una questione del genere. Poi, se il Papa dovesse legittimare questa cosa, prometto che mangerò la mia lettera davanti a tutti. Ma al momento le cose stanno così”. Abbiamo intercettato il noto giornalista e abbiamo chiesto di rispondere a quello che sta diventando un caso.
Paolo, come risponde al vescovo Loppa?
“Gentile mons. Loppa, non vorrei mai come lei ha detto, che un vescovo mangiasse una lettera. Non vorrei mai e poi mai. Non lo penserei neppure per scherzo, perché ho troppo rispetto per la Chiesa e per tutti i Vescovi, anche quelli, per fortuna una minoranza, che non hanno ancora compreso a fondo l’enormità spirituale che Dio e la Madonna ci stanno regalando da trentaquattro anni a Medjugorje. Personalmente obbedisco alla Chiesa ed ai Pastori, anche quando le loro decisioni contrastano con i frutti straordinari delle conversioni e della mia conversione in particolare che è nata fra quelle montagne povere, semplici e ricche di una spiritualità che, ahimè, molto difficilmente si trova nelle ricche Diocesi e nelle grandi Chiese del nostro Paese, piene di arredi artistici, quadri di grande valore, sculture lignee e statue di marmo di inestimabile valore non solo economico, ma di altissimo pregio artistico. Purtroppo le Chiese di molte diocesi italiane sono durante la settimana vuote, con pochi fedeli e quei pochi tutti anziani, che contano i giorni della loro vita. Di giovani non ne vedo neppure l’ombra, mentre ne vedo tanti, moltissimi, tutti i giorni dell’anno, in quel luogo benedetto da Dio”.
Ci racconti cosa vede a Medjugorje e da cosa rimane colpito.
“File di centinaia di metri di giovani in coda ai confessionali, per ore in ginocchio davanti ad un’Adorazione Eucaristica straordinaria e recitata con la preghiera del cuore dai frati francescani, intervallata dal suono dei violini, dei flauti e delle chitarre. Fuori dalle date canoniche, fuori quindi dalla domenica, nei giorni dove da noi non c’è neppure un cagnolino in Chiesa, là si deve discutere e farsi largo per trovare un posto, per inginocchiarsi e andarsi a confessare. A me questo basta per riempire il mio cuore di gioia, una gioia che in Italia trovo raramente, perché purtroppo questa cultura relativistica e questo vento di razionalismo che soffia forte anche all’interno di una parte della Chiesa di oggi, hanno ucciso i sentimenti cristiani e spesso si finisce per ridicolizzare, schernire e diffamare chi si adopera per testimoniare da laico le grandi guarigioni inspiegabili, le straordinarie e molteplici conversioni e le numerose vocazioni sacerdotali che fioriscono dai pellegrinaggi a Medjugorje. Quanta tristezza provo nel pellegrinaggio del ritorno quando vedo le Chiese della mia diocesi in Versilia vuote, i Santuari riconosciuti persino con decreto del Papa deserti, con pochi giovani che raramente le frequentano perché preferiscono buttare via gli anni della loro vita nelle undici discoteche e nei duemila disco-bar del litorale toscano”.
Detto questo, ha due parole da dire sui veggenti che ha conosciuto? E sui loro viaggi per testimoniare la fede?
“Ringraziamo Dio e La Madonna se oggi i veggenti di Medjugorje sono laici, padri e madri di famiglia, che per loro scelta testimoniano di essere sale e luce della vita come dice il Vangelo. Siamo alla fine del 2014 esistono gli aerei, le autovetture e i treni, per spostarsi e testimoniare la grandezza del messaggio di Medjugorje. Non credo che nel 1858 la povera Bernardette potesse volare per dare la sua testimonianza all’età di 14 anni, visto che essendo povera e semi analfabeta perché parlava solo il dialetto occipitano né tanto meno che nel 1917, in un’Europa arroventata dalla Prima Guerra Mondiale, lo potessero fare i tre pastorelli Lucia di 10 anni, Francisco di 9 anni e Giacinta di 7 anni che erano poveri e piccoli e come lei ben sa molto presto malati. E la stessa Lucia essendo suora e dovendo obbedienza gerarchica ai superiori ha patito le pene d’inferno quando i vescovi ed i cardinali hanno disatteso le istruzioni della Madonna dovendo annunciare al mondo la completezza del terzo segreto di Fatima che, invece, fu tenuto in parte all’oscuro. Stia tranquillo Eccellenza che i segreti di Medjugorje verranno divulgati nella loro completezza e quando lo dirà la Madonna, senza se e senza ma, senza censure e senza omissioni, anche e qualora si dovesse parlare dei mali della Chiesa e di questa umanità sempre più lontana da Dio. Non c’è migliore testimonianza dei veggenti di Medjugorje e dei convertiti in Erzegovina, sia essi laici che religiosi, non ci può essere per dare una dimensione planetaria al messaggio della Madonna. Se i veggenti fossero stati dei religiosi oggi milioni di persone venute a Medjugorje o che li hanno ascoltati nel mondo non si sarebbero convertite, perché, come è noto, la posizione del vescovo di Mostar Ratko Peric, che non condivido assolutamente ma che rispetto in quanto Vescovo, è fortemente contraria alla veridicità delle apparizioni. I veggenti di Medjugorje o suore o sacerdoti sarebbero stati imbavagliati da un’obbedienza esasperata e priva di misericordia e sarebbero finiti rinchiusi in qualche convento sperduto sui monti della Bosnia, impedendo la diffusione delle parole di Maria Regina della Pace“.
La Chiesa e i laici è un tema che le sta a cuore. Lo spiega?
“Il formalismo della Chiesa non deve uccidere le preghiere e le iniziative dei laici per portare la gente a pregare. Questa è la dimostrazione che noi laici, i cenacoli delle famiglie e i gruppi di preghiera mariani rappresentano importanti e fondamentali mattoni della Chiesa e che la conversione del cuore di una persona è agli occhi di Dio ben più importanti delle carte bollate, dei precetti e del rispetto esasperato dei regolamenti che caricati sulle spalle dei peccatori e del popolo di Dio ostacolano la grazia e il vento dello Spirito Santo”.
Brosio a Monsignor Loppa cosa direbbe oggi?
“Sua eccellenza, Monsignor Loppa, rivolgendomi a Lei ed ai Vescovi di Italia e di tutto il mondo vi chiedo: aprite le porte della Chiesa a chi vuole pregare e non ingabbiate lo Spirito Santo. Ripeto: c’è bisogno di pregare non di impedire di pregare. Credo, se non sbaglio, che lo abbia detto un certo Jorge Mario Bergoglio, sia come arcivescovo di Buenos Aires, sia come Papa Francesco. Ma lei è mai stato a Medjugorje? La invito con me in Erzegovina e sono convinto che Lei, laggiù, dall’alto della sua sapienza spirituale e pastorale, capirà tutto in pochi secondi quando camminerà sulla collina delle apparizioni e quando celebrerà la Santa Messa con i Frati Francescani Minori, gli eredi spirituali del testamento dei trentatré Martiri di Siroki Brijeg che furono uccisi barbaramente dai partigiani di Tito in meno di trentasei ore, per non aver abiurato la Fede cattolica dinnanzi alle armi spianate e alla ragion di stato marxista-leninista“.
Il vescovo Loppa ha ribadito comunque la sua contrarietà alla spettacolarizzazione della religione: “Quando girano tanti soldi c’è sempre qualche pericolo. Guardate Fatima; nonostante la rilevanza del fenomeno, in quel santuario si respira un’aria di povertà che non vedo in altre zone. Non si possono organizzare eventi di tipo religioso andando in giro a proporre biglietti. Non si può sfruttare una cosa del genere”. Cosa risponde in questo caso?
“Per quanto riguarda i pagamenti dei biglietti, sono d’accordo che l’evento religioso debba essere libero oppure autofinanziato dai fedeli. Ma non si può fare demagogia. Chi paga l’allestimento per il rispetto delle norme di sicurezza? Chi paga per l’affitto dei locali e dei palazzetti? Chi paga le spese di viaggio, vitto e alloggio dei veggenti che hanno famiglia e non sono pagati ne dalla Chiesa ne tantomeno dallo Stato povero della Bosnia a maggioranza mussulmana di Sarajevo? Chi paga le spese del service per l’amplificazione e l’allestimento audio, video, luci del palco per le testimonianze, le preghiere, la Santa Messa e l’Adorazione? Paga la Diocesi di Anagni? Non credo. Paga il comune di Anagni? Non credo. Paga la Provincia di Frosinone? Non credo. Paga la Regione Lazio? Non credo. Paga il Vaticano? Non credo. Certo, se i vescovi dessero la disponibilità delle grandi Chiese e delle grandi Cattedrali non ci sarebbero questi problemi, potrebbero tenere in pugno meglio la situazione. . Ma se vengono migliaia di persone e i movimenti di preghiera non sono finanziati né dal governo italiano, né dalla Regione Lazio né dal Comune di Anagni, né tanto meno (mi sembra di capire) dal Vaticano, chi è che finanzia? Nelle Chiese no, nel Palazzetto non te lo fanno fare, e poi , infine, chi paga? E’ giusto che non ci siano speculazioni o guadagni di lucro, ma è anche giusto che la gente per pregare non debba mettere in difficoltà il lavoro e le famiglie che sono sacre agli occhi di Dio. Se gli organizzatori non l’hanno avvertita hanno fatto un grave errore, ma se Lei li avesse convocati stabilendo delle regole sì ferree ma destinate a realizzare l’evento, quel giorno ci sarebbe stata una grande grazia nella Sua Diocesi e Lei avrebbe visto migliaia di giovani pregare tutti insieme in un momento in cui sono davvero pochi coloro che lo fanno con fede viva e sincera e con quell’entusiasmo autentico e popolare che si poteva riscontrare solo nelle generazioni dei nostri nonni e bisnonni. Le ribadisco con tutto il cuore ancora una volta l’invito.”
Un invito?
“Sì, invito il Vescovo a venire a Medjugorje per fargli vedere che aria di povertà si respira là dove hanno sofferto 1000 anni. Per 500 anni sono stati i turchi a comandare e i frati hanno versato sangue e la gente ha fatto la fame, per 50 anni poi c’è stata la dittatura comunista di Tito e per 6 anni la più sanguinosa guerra civile di tutto il 1900 con il più alto numero di donne stuprate di tutto quel secolo. Il primo supermercato a Medjugorje è arrivato nel 2005 quando ad Anagni-Alatri i supermercati c’erano già da 20 anni. Io invito con gioia il vescovo, Monsignor Loppa, a venire con me a Medjugorje e a rendersi conto dei frutti meravigliosi che ci sono in quel paradiso caduto sulla terra tra sangue, rovi, spine e terra rossa. Infine,mi perdoni questa lunga e accorata intervista, lungi da creare polemiche ma solo al fine di dar vita ad una discussione costruttiva all’interno della Chiesa. Si parla infatti sempre tanto di nuova evangelizzazione, ma quando noi laici ci rimbocchiamo le maniche e ci diamo da fare per davvero all’interno della Chiesa, veniamo contrastati da un fuoco di sbarramento di regole, regolamenti, norme, codici e pandette che hanno l’effetto di soffocare l’entusiasmo per la preghiera ed allontanare i giovani e le famiglie dalla vita della parrocchia e della Diocesi. Le ricordo inoltre che la dichiarazione dei Vescovi del 1991 dice che il soprannaturale di Medjugorje non è evidente né accertato, ma non dice che sicuramente non esiste il soprannaturale. Questa è l’interpretazione che è stata data dalla Segreteria di Stato del Vaticano quando c’era il Cardinal Bertone che , infatti, se da un lato ha proibito alle parrocchie di organizzare i pellegrinaggi a Medjugorje, dall’altra parte ha invitato i Pastori ad accompagnare i pellegrini in quella terra benedetta. Le ricordo che il Cardinal Schonborn da diversi anni ha organizzato nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna incontri con cinquemila persone alla presenza dei veggenti di Medjugorje con il seguente svolgimento della giornata di preghiera: Santo Rosario, Santa Messa, Adorazione Eucaristica e testimonianze di laici, la stessa cosa è stata fatta molte altre volte in Italia da altri Vescovi, da ultimo, in ordine di tempo, dal Vescovo Sigalini nella Diocesi di Palestrina. Mi chiedo, nel pieno rispetto della libertà di ciascun vescovo, perché non adottate misure che rispettano i criteri di uguaglianza per tutte le Diocesi? Da ultimo, perché vietare una preghiera e sbarrare le porte a chi ha fede viva? ”.
Paolo, come risponde al vescovo Loppa?
“Gentile mons. Loppa, non vorrei mai come lei ha detto, che un vescovo mangiasse una lettera. Non vorrei mai e poi mai. Non lo penserei neppure per scherzo, perché ho troppo rispetto per la Chiesa e per tutti i Vescovi, anche quelli, per fortuna una minoranza, che non hanno ancora compreso a fondo l’enormità spirituale che Dio e la Madonna ci stanno regalando da trentaquattro anni a Medjugorje. Personalmente obbedisco alla Chiesa ed ai Pastori, anche quando le loro decisioni contrastano con i frutti straordinari delle conversioni e della mia conversione in particolare che è nata fra quelle montagne povere, semplici e ricche di una spiritualità che, ahimè, molto difficilmente si trova nelle ricche Diocesi e nelle grandi Chiese del nostro Paese, piene di arredi artistici, quadri di grande valore, sculture lignee e statue di marmo di inestimabile valore non solo economico, ma di altissimo pregio artistico. Purtroppo le Chiese di molte diocesi italiane sono durante la settimana vuote, con pochi fedeli e quei pochi tutti anziani, che contano i giorni della loro vita. Di giovani non ne vedo neppure l’ombra, mentre ne vedo tanti, moltissimi, tutti i giorni dell’anno, in quel luogo benedetto da Dio”.
Ci racconti cosa vede a Medjugorje e da cosa rimane colpito.
“File di centinaia di metri di giovani in coda ai confessionali, per ore in ginocchio davanti ad un’Adorazione Eucaristica straordinaria e recitata con la preghiera del cuore dai frati francescani, intervallata dal suono dei violini, dei flauti e delle chitarre. Fuori dalle date canoniche, fuori quindi dalla domenica, nei giorni dove da noi non c’è neppure un cagnolino in Chiesa, là si deve discutere e farsi largo per trovare un posto, per inginocchiarsi e andarsi a confessare. A me questo basta per riempire il mio cuore di gioia, una gioia che in Italia trovo raramente, perché purtroppo questa cultura relativistica e questo vento di razionalismo che soffia forte anche all’interno di una parte della Chiesa di oggi, hanno ucciso i sentimenti cristiani e spesso si finisce per ridicolizzare, schernire e diffamare chi si adopera per testimoniare da laico le grandi guarigioni inspiegabili, le straordinarie e molteplici conversioni e le numerose vocazioni sacerdotali che fioriscono dai pellegrinaggi a Medjugorje. Quanta tristezza provo nel pellegrinaggio del ritorno quando vedo le Chiese della mia diocesi in Versilia vuote, i Santuari riconosciuti persino con decreto del Papa deserti, con pochi giovani che raramente le frequentano perché preferiscono buttare via gli anni della loro vita nelle undici discoteche e nei duemila disco-bar del litorale toscano”.
Detto questo, ha due parole da dire sui veggenti che ha conosciuto? E sui loro viaggi per testimoniare la fede?
“Ringraziamo Dio e La Madonna se oggi i veggenti di Medjugorje sono laici, padri e madri di famiglia, che per loro scelta testimoniano di essere sale e luce della vita come dice il Vangelo. Siamo alla fine del 2014 esistono gli aerei, le autovetture e i treni, per spostarsi e testimoniare la grandezza del messaggio di Medjugorje. Non credo che nel 1858 la povera Bernardette potesse volare per dare la sua testimonianza all’età di 14 anni, visto che essendo povera e semi analfabeta perché parlava solo il dialetto occipitano né tanto meno che nel 1917, in un’Europa arroventata dalla Prima Guerra Mondiale, lo potessero fare i tre pastorelli Lucia di 10 anni, Francisco di 9 anni e Giacinta di 7 anni che erano poveri e piccoli e come lei ben sa molto presto malati. E la stessa Lucia essendo suora e dovendo obbedienza gerarchica ai superiori ha patito le pene d’inferno quando i vescovi ed i cardinali hanno disatteso le istruzioni della Madonna dovendo annunciare al mondo la completezza del terzo segreto di Fatima che, invece, fu tenuto in parte all’oscuro. Stia tranquillo Eccellenza che i segreti di Medjugorje verranno divulgati nella loro completezza e quando lo dirà la Madonna, senza se e senza ma, senza censure e senza omissioni, anche e qualora si dovesse parlare dei mali della Chiesa e di questa umanità sempre più lontana da Dio. Non c’è migliore testimonianza dei veggenti di Medjugorje e dei convertiti in Erzegovina, sia essi laici che religiosi, non ci può essere per dare una dimensione planetaria al messaggio della Madonna. Se i veggenti fossero stati dei religiosi oggi milioni di persone venute a Medjugorje o che li hanno ascoltati nel mondo non si sarebbero convertite, perché, come è noto, la posizione del vescovo di Mostar Ratko Peric, che non condivido assolutamente ma che rispetto in quanto Vescovo, è fortemente contraria alla veridicità delle apparizioni. I veggenti di Medjugorje o suore o sacerdoti sarebbero stati imbavagliati da un’obbedienza esasperata e priva di misericordia e sarebbero finiti rinchiusi in qualche convento sperduto sui monti della Bosnia, impedendo la diffusione delle parole di Maria Regina della Pace“.
La Chiesa e i laici è un tema che le sta a cuore. Lo spiega?
“Il formalismo della Chiesa non deve uccidere le preghiere e le iniziative dei laici per portare la gente a pregare. Questa è la dimostrazione che noi laici, i cenacoli delle famiglie e i gruppi di preghiera mariani rappresentano importanti e fondamentali mattoni della Chiesa e che la conversione del cuore di una persona è agli occhi di Dio ben più importanti delle carte bollate, dei precetti e del rispetto esasperato dei regolamenti che caricati sulle spalle dei peccatori e del popolo di Dio ostacolano la grazia e il vento dello Spirito Santo”.
Brosio a Monsignor Loppa cosa direbbe oggi?
“Sua eccellenza, Monsignor Loppa, rivolgendomi a Lei ed ai Vescovi di Italia e di tutto il mondo vi chiedo: aprite le porte della Chiesa a chi vuole pregare e non ingabbiate lo Spirito Santo. Ripeto: c’è bisogno di pregare non di impedire di pregare. Credo, se non sbaglio, che lo abbia detto un certo Jorge Mario Bergoglio, sia come arcivescovo di Buenos Aires, sia come Papa Francesco. Ma lei è mai stato a Medjugorje? La invito con me in Erzegovina e sono convinto che Lei, laggiù, dall’alto della sua sapienza spirituale e pastorale, capirà tutto in pochi secondi quando camminerà sulla collina delle apparizioni e quando celebrerà la Santa Messa con i Frati Francescani Minori, gli eredi spirituali del testamento dei trentatré Martiri di Siroki Brijeg che furono uccisi barbaramente dai partigiani di Tito in meno di trentasei ore, per non aver abiurato la Fede cattolica dinnanzi alle armi spianate e alla ragion di stato marxista-leninista“.
Il vescovo Loppa ha ribadito comunque la sua contrarietà alla spettacolarizzazione della religione: “Quando girano tanti soldi c’è sempre qualche pericolo. Guardate Fatima; nonostante la rilevanza del fenomeno, in quel santuario si respira un’aria di povertà che non vedo in altre zone. Non si possono organizzare eventi di tipo religioso andando in giro a proporre biglietti. Non si può sfruttare una cosa del genere”. Cosa risponde in questo caso?
“Per quanto riguarda i pagamenti dei biglietti, sono d’accordo che l’evento religioso debba essere libero oppure autofinanziato dai fedeli. Ma non si può fare demagogia. Chi paga l’allestimento per il rispetto delle norme di sicurezza? Chi paga per l’affitto dei locali e dei palazzetti? Chi paga le spese di viaggio, vitto e alloggio dei veggenti che hanno famiglia e non sono pagati ne dalla Chiesa ne tantomeno dallo Stato povero della Bosnia a maggioranza mussulmana di Sarajevo? Chi paga le spese del service per l’amplificazione e l’allestimento audio, video, luci del palco per le testimonianze, le preghiere, la Santa Messa e l’Adorazione? Paga la Diocesi di Anagni? Non credo. Paga il comune di Anagni? Non credo. Paga la Provincia di Frosinone? Non credo. Paga la Regione Lazio? Non credo. Paga il Vaticano? Non credo. Certo, se i vescovi dessero la disponibilità delle grandi Chiese e delle grandi Cattedrali non ci sarebbero questi problemi, potrebbero tenere in pugno meglio la situazione. . Ma se vengono migliaia di persone e i movimenti di preghiera non sono finanziati né dal governo italiano, né dalla Regione Lazio né dal Comune di Anagni, né tanto meno (mi sembra di capire) dal Vaticano, chi è che finanzia? Nelle Chiese no, nel Palazzetto non te lo fanno fare, e poi , infine, chi paga? E’ giusto che non ci siano speculazioni o guadagni di lucro, ma è anche giusto che la gente per pregare non debba mettere in difficoltà il lavoro e le famiglie che sono sacre agli occhi di Dio. Se gli organizzatori non l’hanno avvertita hanno fatto un grave errore, ma se Lei li avesse convocati stabilendo delle regole sì ferree ma destinate a realizzare l’evento, quel giorno ci sarebbe stata una grande grazia nella Sua Diocesi e Lei avrebbe visto migliaia di giovani pregare tutti insieme in un momento in cui sono davvero pochi coloro che lo fanno con fede viva e sincera e con quell’entusiasmo autentico e popolare che si poteva riscontrare solo nelle generazioni dei nostri nonni e bisnonni. Le ribadisco con tutto il cuore ancora una volta l’invito.”
Un invito?
“Sì, invito il Vescovo a venire a Medjugorje per fargli vedere che aria di povertà si respira là dove hanno sofferto 1000 anni. Per 500 anni sono stati i turchi a comandare e i frati hanno versato sangue e la gente ha fatto la fame, per 50 anni poi c’è stata la dittatura comunista di Tito e per 6 anni la più sanguinosa guerra civile di tutto il 1900 con il più alto numero di donne stuprate di tutto quel secolo. Il primo supermercato a Medjugorje è arrivato nel 2005 quando ad Anagni-Alatri i supermercati c’erano già da 20 anni. Io invito con gioia il vescovo, Monsignor Loppa, a venire con me a Medjugorje e a rendersi conto dei frutti meravigliosi che ci sono in quel paradiso caduto sulla terra tra sangue, rovi, spine e terra rossa. Infine,mi perdoni questa lunga e accorata intervista, lungi da creare polemiche ma solo al fine di dar vita ad una discussione costruttiva all’interno della Chiesa. Si parla infatti sempre tanto di nuova evangelizzazione, ma quando noi laici ci rimbocchiamo le maniche e ci diamo da fare per davvero all’interno della Chiesa, veniamo contrastati da un fuoco di sbarramento di regole, regolamenti, norme, codici e pandette che hanno l’effetto di soffocare l’entusiasmo per la preghiera ed allontanare i giovani e le famiglie dalla vita della parrocchia e della Diocesi. Le ricordo inoltre che la dichiarazione dei Vescovi del 1991 dice che il soprannaturale di Medjugorje non è evidente né accertato, ma non dice che sicuramente non esiste il soprannaturale. Questa è l’interpretazione che è stata data dalla Segreteria di Stato del Vaticano quando c’era il Cardinal Bertone che , infatti, se da un lato ha proibito alle parrocchie di organizzare i pellegrinaggi a Medjugorje, dall’altra parte ha invitato i Pastori ad accompagnare i pellegrini in quella terra benedetta. Le ricordo che il Cardinal Schonborn da diversi anni ha organizzato nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna incontri con cinquemila persone alla presenza dei veggenti di Medjugorje con il seguente svolgimento della giornata di preghiera: Santo Rosario, Santa Messa, Adorazione Eucaristica e testimonianze di laici, la stessa cosa è stata fatta molte altre volte in Italia da altri Vescovi, da ultimo, in ordine di tempo, dal Vescovo Sigalini nella Diocesi di Palestrina. Mi chiedo, nel pieno rispetto della libertà di ciascun vescovo, perché non adottate misure che rispettano i criteri di uguaglianza per tutte le Diocesi? Da ultimo, perché vietare una preghiera e sbarrare le porte a chi ha fede viva? ”.
Grande sostegno al Vescovo Loppa! Mi auguro che in Italia siano molti i vescovi che abbiano il suo coraggio. Dobbiamo smettere di pensare che la vera fede sia quella che ci esonera dall'obbedienza alla Chiesa.
RispondiEliminaUn ex medugoriano