ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 3 novembre 2014

Vae Nosiglia!

La bufala dell’omofobia


Sbatti il mostro in prima pagina 2. Il caso dell’insegnante di religione di Moncalieri mostra la vergognosa sudditanza dei mass-media – Repubblica in testa, e pure in buona compagnia – nei confronti della lobby gay. Leggete il CS dei Giuristi per la Vita, in allegato
Non è bastato alla lobby gay di creare il caso della «zoofilia» a proposito del dibattito scolastico tra l’Avv. Amato e l’on. Scalfarotto. Adesso il mondo mediatico si scaglia contro una insegnante di religione colpevole di avere parlato della omosessualità con i suoi alunni (anzi, rispondendo a una insistente domanda di uno di loro) e avere ricordato che, nella complessità della situazione, dall’omosessualità si può venire fuori. Se si leggono i giornali, della realtà dei fatti non rimane più nulla, e i vari commentatori sembrano impazziti nella assurda accusa alla docente di essere «omofobica».
A dire il vero, di fronte a questo ennesimo caso di manipolazione delle notizie, di accuse infondate, di offese non pertinenti (e pare che gli stessi protagonisti siano rimasti interdetti per come hanno visto riportare i fatti) sembra di essere di fronte alla ipotesi di follia collettiva.
Come se il cervello della lobby gay fosse stato colpito da un virus peggiore di Ebola, il virus della menzogna e della conseguente intolleranza.
E pensate: ora non è ancora stato approvato il ddl Scalfarotto. Che cosa avverrà se questa legge liberticida e intollerante sarà approvata dal Parlamento?
Se basta ora che un insegnante serio possa rispondere correttamente alla domanda di un allievo su un argomento di bioetica per essere infamato da tutti i media chissà quale spettacolo di autodafé sta per iniziare.

P.S.: E quello che più sconcerta è che coloro che dovrebbero difendere i propri insegnanti da questi attacchi violenti e sconsiderati hanno paura ad esporsi. Ho letto con sgomento le affermazioni del Vescovo Nosiglia su Repubblica, giornale che, da un po’ di tempo, sembra essere il nuovo bollettino parrocchiale per le esternazioni dei prelati, e mi chiedo con quale autorità si possano fare simili affermazioni: “Non credo che a scuola, per di più in una scuola pubblica, si debba affrontare la discussione in questo modo. Si è in un ambiente educativo, dove si forma la persona, bisogna ispirarsi a principi quali il rispetto e l’accoglienza. Soprattutto ora, dopo la discussione che c’è stata all'interno della Chiesa”. Perché in una scuola pubblica non si devono affrontare i temi della vita, della famiglia, della sessualità secondo la dottrina cattolica? Certo si potrà anche sbagliare, ma le contestazioni non sono nel merito, ma nel diritto di parlare di certi argomenti. Allora dovremo cancellare dai nostri discorsi la storia di Luca di Tolve solo perché ai gay non sono gradite?
Dalla Chiesa mi aspetto coraggio e profezia, non appiattimento sulla mentalità comune! E se la paura è di perdere l’ora di religione, ben venga questa eventualità se gli insegnanti di religione non potranno più comunicare l’insegnamento della Chiesa Cattolica! Se Repubblica e compagnia cercano – dopo che la CGIL non c’è riuscita – di cacciare la Religione dalla scuola dello stato, che almeno non siamo noi e i nostri vescovi a dargli man forte! A questo pensano già i poveri lacchè del politically correct «Chiediamo, ancora una volta, l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica, e l’introduzione, ad opera di insegnanti laici reclutati dallo Stato, di un'ora di storia delle religioni» [Rete degli studenti medi].
Don Abbondio sembra avere ancora troppi seguaci ed emuli. Forse un po’ di coraggio non farebbe male!

P.P.S.: Spiace leggere il commento di Avvenire, che, come giornale di «ispirazione cattolica» farebbe meglio ad ascoltare la voce della insegnante.

P.P.P.S.: Spiace pure leggere le esternazioni dell’esperto di curia Don Gian Luca Carrega per le questioni omosessuali. Anche lui dovrebbe con più umiltà imparare a guardare i fatti. E ascoltare le persone. Parlano tutti con una presunzione e una piaggeria rispetto al potere mass-mediatico da fare invidia a Goebbels: non hanno bisogno più di veline o di minacce. Sanno già che cosa dire e come comunicarlo. Schiavi nell’anima, ma presuntuosi.

P.P.P.P.S.:
 «Chi sono io per giudicare un gay?». Oh, non sono proprio nessuno. Ci basta giudicare tutti gli altri!!!
domenica 2 novembre 2014
Fonte: CulturaCattolica.it
Prof di religione vittima della caccia all'omofobo


La professoressa Adele Caramico, insegnante di religione cattolica dell’I.T.I.S. “Pininfarina” di Moncalieri, al centro di una bufera mediatica per alcune affermazioni considerate omofobe, ha dato incarico ai legali dell’associazione Giuristi per la Vita di tutelare il proprio onore, la propria reputazione ed il proprio decoro personale e professionale.
La professoressa Caramico è stata, infatti, oggetto di una vergognosa campagna mediatica diffamatoria per aver dichiarato, su insistente domanda di un allievo, quanto segue: «Le persone omosessuali che vivono con sofferenza la loro condizione e desiderano cambiare - solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento - talora si rivolgono a terapisti che, con un accompagnamento insieme psicologico e spirituale, possono venire incontro al loro desiderio», citando un caso concreto di avvenuto recupero a sua diretta conoscenza.

Del resto, la nota vicenda di Luca Di Tolve, l’ex attivista dell’Arcigay che, dopo i trent’anni, ha intrapreso un percorso psicologico, unito ad un cammino di fede, che lo ha portato a scoprire la gioia dell’amore per una donna e, poco dopo, il matrimonio, sta a dimostrare la fondatezza dell’assunto sostenuto dalla professoressa Caramico.
Stupisce il fatto che l'arcivescovo di Torino, mons. Nosiglia - che pure tante volte è sceso in campo a favore della famiglia e della vita - abbia preso le distanze dall’insegnante di religione dell’I.T.I.S. “Pininfarina”, sostenendo che quelle espresse sono solo “opinioni personali”, e affermando quanto segue: «Non credo che a scuola, per di più in una scuola pubblica, si debba affrontare la discussione in questo modo. Si è in un ambiente educativo, dove si forma la persona, bisogna ispirarsi a principi quali il rispetto e l’accoglienza. Soprattutto ora, dopo la discussione che c’è stata all'interno della Chiesa».
Si potrebbe chiedere a Sua Eccellenza cosa debba insegnare un docente di religione cattolica se non quello che insegna in materia il Magistero e l’art. 2357 del Catechismo della Chiesa cattolica, ovvero che l’omosessualità è un insieme di atti «intrinsecamente disordinati», e «contrari alla legge naturale», e che da questo «disordine morale»  – come da ogni disordine morale – chi vuole può uscirne, anche per evitare il destino della dannazione eterna, visto che l’art.1867 dello stesso Catechismo insegna che «il peccato dei sodomiti è uno dei quattro peccati mortali che gridano al cielo». O è forse cambiata la dottrina cattolica senza che i fedeli siano stati avvertiti?
Ancora una volta, in realtà, siamo di fronte al pericoloso tentativo mistificatorio di sbattere il mostro in prima pagina, manipolando fatti e parole secondo la consolidata tecnica della disinformatija sovietica, in un pesante clima da “caccia all’omofobo”, che ricorda sempre più l’aria angosciante e sinistra che si respirava nell’America degli anni cupi del maccartismo. Aveva ragione Melanie Phillips, l’intelligente e prestigiosa giornalista britannica quando in un suo celebre articolo pubblicato sul quotidiano Daily Mail il 24 gennaio 2011, ha denunciato l’intolleranza dell’ideologia gay e il fatto che gli stessi omosessuali «rischiano di diventare i nuovi maccartisti.
di Antonio Amato03-11-2014

Lezione choc sui gay, l'arcivescovo Nosiglia critica la prof: "Le scelte sessuali non si discutono"


Il capo della chiesa torinese non risparmia le bacchettate alla docente dell'istituto "Pininfarina" che in classe ha definito gli omosessuali "persone non normali, da curare": "A scuola servono rispetto e accoglienza, soprattutto ora dopo la discussione avvenuta nella Chiesa"
"Trovo che non sia il caso di mettere in discussione le scelte sessuali delle persone, per di più in un ambiente educativo come la scuola". L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, bacchetta l'insegnante di religione dell'istituto Pininfarina di Moncalieri che, interrogata da uno studente, ha risposto che l'essere gay "è una malattia e che si può guarire". Un'affermazione che si ispira elle teorie della "riparazione" sulla omosessualità. E la professoressa ha pure portato esempi a sostegno della sua posizione. "Non credo che a scuola, per di più in una scuola pubblica, si debba affrontare la discussione in questo modo. Si è in un ambiente educativo, dove si forma la persona, bisogna ispirarsi a principi quali il rispetto e l'accoglienza. Soprattutto ora, dopo la discussione che c'è stata all'interno della Chiesa". L'arcivescovo non condanna l'insegnante, ricorda che esiste "una morale cattolica e che esiste la teoria della riparazione, ma l'Oms non considera più l'omosessualità una malattia da tempo". E aggiunge: "Ognuno è libero di pensarla personalmente come crede, altra cosa però è discuterne in classe". Insomma, un comportamento fuori luogo per Nosiglia.

Il caso della lezione choc di religione fa discutere. Di fronte a episodi del genere, dice Marco Giusta, presidente di Arcigay Torino, "sembra di vedere persone che sostengono ancora il sistema tolemaico mentre tutto il mondo è già passato a quello copernicano. Episodi di omofobia nelle scuole, alcuni dei quali sono sfociati in fatti molto gravi fino al suicidio, ce li abbiamo davanti tutti i giorni: per questo un insegnante deve ancora di più fare attenzione di fronte a minorenni che sono ancora più indifesi". E Paolo Montagna, vicesindaco di Moncalieri dove si trova il "Pininfarina", sottolinea che in città "non c'è spazio né per gli omofobi né per l'omofobia. Ci muoveremo sin da subito per mandare un messaggio forte e adottare efficaci provvedimenti. È importante che sull'episodio venga fatta subito chiarezza: in questo senso il preside gode del pieno appoggio del Comune.

Anche la Rete degli studenti medi condanna il gesto dell'insegnante e chiede al ministero e all'Ufficio scolastico regionale di organizzare nella scuola un momento di formazione per i docenti su identità di genere, sesso biologico e identità sessuale. "Chiediamo, ancora una volta, l'abolizione dell'insegnala mento della religione cattolica, e l'introduzione, ad opera di insegnanti laici reclutati dallo Stato, di un'ora di storia delle religioni".

Il caso arriva in Parlamento: il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della Commissione istruzione a Palazzo Madama, con un'interpellanza urgente chiede conto al ministro all'Istruzione Giannini, definendo la vicenda "intollerabile". Mentre a Torino il consigliere comunale radicale del Pd, Silvio Viale, non chiede provvedimenti punitivi, "ma un corso di aggiornamento sì. L'omosessualità non è una malattia. Possono esserci comportamenti sessuali patologici, ma nessuno è da considerare malato per la "categoria" a cui appartiene. Anche per questo è importante che lunedì (domani, ndr) il Consiglio comunale discuta, finalmente, la mozione per la trascrizione dei matrimoni omosessuali nei registri comunali".

di DIEGO LONGHIN
http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/11/02/news/lezione_choc_sui_gay_l_arcivescovo_nosiglia_critica_la_prof_le_scelte_sessuali_non_si_discutono-99587931/?ref=HREC1-14

Il cardinale Poletto: "Sui matrimoni gay Torino non faccia follie"




L'arcivescovo emerito alla vigilia della discussione in Sala Rossa: "Pazzi certi sindaci". E sulla lezione choc della prof di religione: "Sembra che essere omosessuale diventi un vanto, così si rovina l'equilibrio naturale"
L'avvertimento del cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, al sindaco Piero Fassino e alla Sala Rossa arriva dopo la messa al Monumentale e alla vigilia della discussione sulla mozione per trascrivere i matrimoni gay contratti all'estero. "Non si vada dietro alla pazzia di certi sindaci che hanno trascritto. In Italia non si può fare e mi auguro che le leggi tengano conto di questa problematica. In questa vicenda è la visione antropologica della persona che va a farsi benedire". E poi il "no" alla fecondazione eterologa, le preoccupazioni sul futuro di Mirafiori, il "disagio" provato per la proposta del bus solo per i rom a Borgaro - "ero esterrefatto, Torino è una città aperta e moderna" - e il dialogo con Papa Francesco. "Mi ha chiamato una sera a sorpresa  -  racconta  -  è venuto a sapere che mi ero operato al ginocchio, mi ha chiesto come stavo. Lui è fatto così". Il cardinale lascia pochi spiragli pure sulle unioni civili: "Il matrimonio vero è tra un uomo e una donna. Non sono contrario ai diritti individuali: se due omosessuali vogliono mettersi insieme non li giudico, ma non chiamiamolo matrimonio". Formule alternative, come in Germania, sistema che si vorrebbe introdurre in Italia? "Dipende da che diritti si danno. Se sono gli stessi che si danno a una famiglia non sono d'accordo".

Le parole di Poletto arrivano pochi giorni dopo la lezione choc dell'insegnante di religione che al Pininfarina di Moncalieri ha sostenuto che "i gay sono malati, ma si possono curare". Il cardinale è convinto che "c'è una disputa se questa inclinazione dipende da un fatto genetico, culturale o choccante che la persona ha avuto nella sua infanzia o adolescenza. Credo che se uno che ha questa inclinazione voglia farsi testare psicologicamente possa avere risultati". Cita un caso capitato anni fa: "Un ragazzo mi ha detto: io sono omosessuale. Perché?, gli ho risposto. Perché i miei amici mi prendono in giro. Io ci credo, anche se non lo sento. Certe situazioni si creano culturalmente: questo gay pride, questo orgoglio omosessuale, questo propagandare, questo Marino che trascrive, sembra che poi diventi un vanto. Così si rovina l'equilibrio naturale. C'è tutta una corrente culturale che se ne infischia".

Anche con l'introduzione della fecondazione eterologa secondo Poletto si è superato il confine: "Spero che si corregga, che non si introduca. È un diritto di tutti sapere chi è la mamma e chi il papà". E le aperture del sinodo su gay e divorziati? "Io non c'ero, ma non si è concluso nulla. Il Papa dice che bisogna avere misericordia. Giusto. Ma se si è divorziati non si può fare la comunione".
Il cardinale Poletto contro la trascrizione dei matrimoni gay

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/11/03/news/il_cardinale_poletto_sui_matrimoni_gay_torino_non_faccia_follie-99617284/


1 commento:

  1. Anche il buon Nosiglia fa parte della cricca dei Pastori che si identificano col mondo, che aprono la bocca e danno fiato, che invece di difendere un'insegnante la bacchetta, mortificandola, considerando che ella si attiene alle disposizioni della Chiesa. Libera nos Domine!

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