ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 11 dicembre 2014

La crisi della famiglia e il caso dei Francescani dell’Immacolata

A Roma, sabato 13 dicembre, convegno su “LA CRISI DELLA FAMIGLIA E IL CASO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA: UNA LETTURA A PIU’ VOCI ALLA LUCE DEI RECENTI AVVENIMENTI ”

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IL COMITATO DELL’IMMACOLATA
organizza
CONVEGNO SU
“LA CRISI DELLA FAMIGLIA E IL CASO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA:
UNA LETTURA A PIU’ VOCI ALLA LUCE DEI RECENTI AVVENIMENTI ”
Roma, sabato 13 dicembre 2014, ore 16,00
Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia
Sala Alessandrina
(ingresso da Lungotevere in Sassia, 3 – rampa di fianco all’Ospedale di Santo Spirito)
 .
Roma, 13 dicembre 2014 – Il Comitato dell’Immacolata, prosegue con le iniziative in favore dei Fondatori dei Francescani dell’Immacolata, padre Stefano Maria Manelli e padre Gabriele Maria Pellettieri.
La Sala Alessandrina del Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia ospiterà il convegno, tenuto da laici, sulla tematica della crisi della famiglia nel contesto del Sinodo dei Vescovi e del caso dei Francescani dell’Immacolata.

I lavori avranno inizio alle ore 16,00 e si svolgeranno in un’unica sessione.
“Il tema del convegno è “La crisi della famiglia e il caso dei Francescani dell’Immacolata: una lettura a più voci alla luce dei recenti avvenimenti”.
Potrebbe meravigliare un convegno con questo titolo in cui si compara la crisi della famiglia con il caso dei Francescani dell’Immacolata, invece non deve sorprenderci perché sia la famiglia umana, sia la famiglia religiosa sono oggetto di un attacco che si sostanzia nel tentativo di sgretolare i fondamenti costitutivi del loro esistere.
L’aggressione ai capisaldi della famiglia umana e religiosa non comincia da oggi. Già da tempo si è avviato un processo finalizzato alla loro destabilizzazione. L’amore coniugale, che ha come fondamento la stabilità, è stato progressivamente eroso, per essere sostituito da ciò che viene definito amore liquido; un amore intercambiabile, che non dura per sempre perché collegato alla fragilità dei capricci umani. La complementarietà dell’identità sessuata è tre volte sconfessata; è negata sia nella relazione di coppia, sia nella ricaduta sull’educazione dei figli, sia in quanto funzionale per un corretto sviluppo dell’identità e percezione di sé, contrariamente a quanto dimostra la psicologia dell’età evolutiva.” (tratto dalla Premessa di Claudio Circelli).
Modererà il Dott. Claudio Circelli, il quale introdurrà con il tema “La crisi della famiglia e il caso dei Francescani dell’Immacolata. Quali legami?”.
Seguiranno gli interventi di:
Corrado Gnerre
“Le radici filosofiche dell’attacco alla famiglia e le loro conseguenze nella vita religiosa”
Carlo Manetti
“Le radici storiche dell’attacco alla famiglia”
Guido Vignelli
“La famiglia, piccolo Stato e Chiesa domestica. Premesse culturali e religiose per la sua difesa politica”
Elisabetta Frezza
“La verità della famiglia incatenata nelle parole contraffatte”
Piero Mainardi
“Il debole paradigma cattolico di oggi”
Tutte le relazioni finali degli interventi sono state raccolte nel volume “LA CRISI DELLA FAMIGLIA E IL CASO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA: UNA LETTURA A PIU’ VOCI ALLA LUCE DEI RECENTI AVVENIMENTI ” – a cura del comitato dell’Immacolata, che verrà donato ai partecipanti al termine dei lavori.
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Corrado Gnerre da tempo scrive testi di Apologetica Cattolica. Collabora su riviste come Radici Cristiane e Il Settimanale di Padre Pio. Ha fondato Il Cammino dei Tre Sentieri. Per sua stessa ammissione il professore Gnerre si sente molto vicino alla spiritualità dei Francescani dell’Immacolata e in particolar modo alla persona di padre Stefano Manelli. Ed è per questo che ha accettato volentieri l’invito ad essere qui tra noi.
Carlo Manetti si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino.
È sposato con Cristina Siccardi ed ha due figli, Stefano ed Elena.
Tiene, in varie città italiane, conferenze su temi riguardanti le Relazioni internazionali, le Culture dei popoli, le Religioni e, più in generale, il Pensiero. Insegna «Relazioni internazionali» all’Università della Terza Età di Torino e «Riverberi della Storia» all’Università della Terza Età di Collegno (TO).
È medaglia d’oro dell’Accademia del Fiorino di Prato (Fi), vincitore del Premio «Catania ed il suo vulcano» dell’Accademia Ferdinandea Scienze – Lettere – Arti di Catania, membro d’onore della Società Storica Catanese, membro dell’Accademia Costantiniana di Lettere, Arti e Scienze di Palermo, socio del Centro Culturale Amici del Timone di Rivarolo Canavese ed iscritto ad Io amo l’Italia.
Guido Vignelli, allievo di Augusto Del Noce, è studioso etica, filosofia politica e scienza delle comunicazioni. Nel 1982 è stato tra i soci fondatori del Centro Culturale Lepanto e nel 1987 dell’associazione Famiglia Domani. Dal 1993 al 2013 ha diretto il Progetto SOS Ragazzi. Dal 2001 al 2006 è stato membro della Commissione di Studio sulla Famiglia istituita dalla Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 2004 ha contribuito a fondare la rivista mensile Radici Cristiane, della quale è stato redattore per i primi due anni. Attualmente collabora con la Commissione Parlamentare Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con le associazioni Tradizione Famiglia Proprietà (Parigi-Roma) e Fraternità Cattolica – Fondazione Il Giglio (Napoli), con i siti internet Riscossa Cristiana e Totus Tuus – Pagine Cattoliche (Milano) e con riviste come Il Timone (Milano), Fides Catholica (Firenze) e Il Settimanale di Padre Pio (Frigento). Cura una rubrica mensile nella Radio Kolbe e nella Radio Buon Consiglio.
Elisabetta Frezza è Laureata in Giurisprudenza nell’università degli Studi di Padova ed è dottore di ricerca in diritto processuale civile. Moglie e madre di famiglia. Scrive su Riscossa Cristiana e Effedieffe.
Piero Mainardi vive a Livorno. È laureato in Lettere moderne, con una tesi su Jacques Maritain e il dibattito sulla Cristianità nel cattolicesimo italiano, premiata a Milano nel 1997 con il Premio “Amici dell’Opera del Duomo”. Studioso del pensiero cattolico, membro dell’Associazione Cristo Re impegnata nella diffusione e nella valorizzazione della Liturgia antica, collabora con Il Corriere del Sud. E’ autore del volume “L’amore di Dio, dal Sacro Cuore alla Divina Misericordia” con prefazione del card. Raymond Leo Burke, D’Ettori Editore.
Claudio Circelli è laureato in sociologia, tre specializzazioni post-lauream, l’ultima in psicologia penitenziaria. Padre di tre figli; è insegnante di scuola elementare nelle Istituzioni carcerarie.
In Corde Matris
Il Comitato dell’Immacolata
Per informazioni:  comitatoimmacolata2014@gmail.com

http://www.riscossacristiana.it/roma-sabato-13-dicembre-convegno-su-la-crisi-della-famiglia-il-caso-dei-francescani-dellimmacolata-una-lettura-piu-voci-alla-luce-dei-recenti-avvenimenti/

Pedofilia, assolti dopo 16 anni
Il 12 novembre 1998, in piena notte e tra urla disperate, i loro quattro bambini erano stati portati via dalle forze dell’ordine. L’accusa per i due genitori, Lorena e Delfino Covezzi, era di far parte di una banda criminale di pedofili satanisti. Per sedici anni da quel giorno non hanno più potuto vedere i loro figli (la più piccola aveva 3 anni, la più grande 11) cui nel frattempo è stato raccontato di quei due genitori orchi, responsabili di violenze inaudite, orge nei cimiteri, profanazioni, abusi su decine di bambini, persino decapitazioni delle piccole vittime. Ieri la giustizia di questo Stato ha ammesso l’errore: assolti definitivamente per non aver commesso il fatto. Una sentenza che Lorena, 55 anni, ha potuto accogliere da sola, perché nel frattempo suo marito è morto, di infarto. Come don Giorgio Govoni, parroco amatissimo nella Bassa Modenese, presunto capo dei satanisti pedofili, assolto e riabilitato dopo il crepacuore che se l’è portato via nel maggio del 2000 nello studio del suo avvocato. E come altre sei persone di questa orrenda storia che da 17 anni sconvolge i tranquilli paesini della Bassa (un’altra delle mamme accusate si suicidò), e conta una ventina di bambini tolti all’epoca ai loro genitori. 

«Il mio secondo pensiero è andato a mio marito – racconta in lacrime Lorena dopo l’assoluzione –. Il primo è andato ai nostri quattro figli, che ormai hanno dai 20 ai 27 anni e che non vogliono più nemmeno sentire nominare la loro mamma». È lo stesso copione tragico nel quale ci imbattiamo ogni volta che incontriamo un caso di falso-abuso: negli anni disperati della separazione i bambini, allontanati a forza dai genitori, si convincono non solo della loro colpevolezza, ma soprattutto di essere stati abbandonati. E non perdonano. «Quando la maggiore ha compiuto i 18 anni, la zia paterna ha provato a parlarle, ma lei l’ha scacciata urlando che da 7 anni aspettava almeno una cartolina e che l’avevamo abbandonata», spiega Lorena. Ci parla per telefono dalla Francia in cui vive: «Quando i servizi sociali di Mirandola seppero che aspettavo il quinto figlio, avvertirono il Tribunale dei minori, così scappai a partorire all’estero, non certo per sottrarmi ai processi, tant’è che Delfino è rimasto in Emilia a difendersi, ma per salvare almeno Stefano», il quinto figlio, l’unico che le è rimasto. C’era infatti un precedente, un’altra delle coppie accusate aspettava un bimbo e appena nato le fu tolto... 

Innocenti, dunque. Ma Agnese, Enrico, Paolo e Valeria non lo sanno, non vogliono nemmeno saperlo, ormai cresciuti in famiglie affidatarie che si sono succedute al loro fianco, ma soprattutto sempre in contatto con quei servizi sociali e psicologi che combinarono il guaio: «Tutto iniziò nel 1997, quando la nostra nipotina, una bimba di 8 anni con forti disagi psichici e quindi già in carico ai servizi sociali, prese a raccontare di orchi e uccisioni. Non c’era altro che i suoi racconti, ma venne creduta e man mano la valanga si ingigantì». Il vero problema è il metodo utilizzato da psicologi e assistenti sociali, che interrogarono sempre più bambini con una tecnica americana oggi inconcepibile, allora ritenuta all’avanguardia: una suggestione progressiva del bimbo cui, a partire da sogni o da frammenti di colloqui, si suggerivano le risposte che da loro ci si aspettava. 

Oggi la Carta di Noto e il Protocollo di Venezia impediscono questo scempio e i periti vengono formati a raccogliere le testimonianze dei piccoli senza suggestionarli, filmando e registrando ogni colloquio. Nel caso della Bassa Modenese, invece, i video sono un’eccezione e dai pochi che restano si vede bene come si arrivò a don Giorgio Govoni: Piccolina, chi era quell’uomo? Un dottore? Risposta: sì. Ma poteva anche essere un sindaco? Sì. Anche un prete? Sì. Poteva chiamarsi Giorgio? Hai mai sentito questo nome? Ovvio che sì. 

La piccola raccontava di bimbi decapitati e poi buttati da don Giorgio nel fiume, così, anche se in paese nessun bambino mancava all’appello, fu dragato il Panaro, un’operazione da 280 milioni di lire...
La psicosi si diffuse, decine di bambini aggiunsero racconti a racconti, sempre interrogati col metodo "americano", e 17 adulti finirono inquisiti, oltre a 7 preti poi risultati del tutto estranei. Sette persone morirono di crepacuore (la cognata di Lorena, madre della bimba psicolabile, perì in cella a 36 anni), ma soprattutto nessuno di quei venti piccoli allontanati vuole più rivedere i genitori... «Se io e Delfino non siamo impazziti è solo grazie alla fede e alla totale solidarietà del paese, che ha sempre sostenuto la nostra innocenza – conclude Lorena –. Ora però vorrei tanto riuscire a farmi ascoltare dai miei figli, spiegare loro che li ho sempre cercati. Ho saputo dove vivono solo un anno fa, alla morte di mio marito, per la successione, perché i pochi averi li ha lasciati a loro... ma hanno rifiutato anche questo. Mi affido allo Spirito Santo, che mi aiuti».

«La Corte d’Appello nella sentenza di assoluzione critica fortemente l’operato della Asl di Mirandola e parla a chiare lettere dell’impreparazione degli psicologi – sottolinea l’avvocato Pier Francesco Rossi –. Ora saranno verificate le responsabilità per avviare un’azione civile: qualcuno deve pur pagare». «Ma nessuno restituirà la vita a questa famiglia, che era bellissima», nota don Ettore Rovatti, autore anche di un ampio volume su tutta questa storia, scritto nel 2003 e giudicato dal Tribunale ineccepibile nei contenuti. «Ammiro la loro forza, hanno sempre avuto fiducia nel bene, anche nei momenti peggiori. Io mi chiedo: qual è il potere che ha il diritto di strappare per 16 anni i figli ai loro genitori? Lo Stato ha abusato del suo potere, questi quattro ragazzi sono rovinati per sempre». «Uno Stato che assolve una famiglia dopo averla distrutta», conferma Carlo Giovanardi, che già nel 1998 come vicepresidente della Camera chiese al ministro della Giustizia Diliberto di intervenire...
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/innocenti-16-anni-dopo.aspx


Dirigenti scolastici a scuola di omosessualismo











Full immersion organizzata dal Ministero dell'Istruzione per inculcare nei prèsidi la dottrina gender e renderla obbligatoria in tutte le scuole statali (il passo successivo sarà imporlo a quelle cattoliche)
Dirigenti scolastici di tutta Italia convocati a Roma il 26 e 27 novembre. Scopo: una full immersion per imparare la "dottrina gender" e riproporla in tutte le scuole d'Italia. Così la dittatura omosessualista avanza a tappe forzate per conquistare la scuola e le nuove generazioni, in attuazione di quella "Strategia nazionale 2013-2015 per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere", che fu adottata dal governo Monti nell'aprile 2013 (decreto del ministro Fornero, sotto la cui direzione agiva il Dipartimento per le Pari Opportunità).
Il corso di rieducazione Il corso di formazione – ma sarebbe più corretto dire "di rieducazione" – è organizzato dal MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca) e dall'UNAR (l'Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali ormai votatosi alla diffusione dell'ideologia di genere) con la collaborazione del Servizio LGBT di Torino e della Rete RE.A.DY, ovvero la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni impegnate nella promozione dell'ideologia omosessualista.
È la più clamorosa smentita alla pretesa - espressa in una lettera al nostro giornale - del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi di scaricare la responsabilità di certi programmi "educativi" lontano dal proprio ministero. Ma è anche la dimostrazione della inattendibilità delle promesse del ministro Stefania Giannini che in un question time alla Camera lo scorso 5 giugno – secondo quanto riportato da Avvenire - aveva affermato: «Mai più gender nelle scuole». Erano i giorni dello scandalo al Liceo Giulio Cesare di Roma e del Liceo Muratori di Modena, il ministro Giannini aveva assicurato che «sarà evitato il ripetersi di tali eventi», di cui aveva attribuito la responsabilità proprio a quella "Strategia nazionale eccetera…", che oggi viene riproposta come fonte di questi corsi di formazione che hanno come obiettivo tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Sui contenuti dei corsi non c’è alcun dubbioSono divisi in cinque sezioni: la prima è curata dal Servizio LGBT di Torino (Torino è la città che funge da segreteria nazionale del RE.A.DY) e consiste nell'illustrazione della posizione dell'Italia quanto al riconoscimento dei diritti e delle politiche LGBT rispetto all'Europa (possiamo immaginare che dovremo muoverci rapidamente per metterci al passo con gli altri paesi). A seguire la presentazione dell'indagine ISTAT su "La popolazione omosessuale nella società italiana", finanziata dal Dipartimento per le pari opportunità (ovviamente con i soldi delle nostre tasse). Si passa poi a una lezione su "Lessico e stereotipi", vale a dire l'imposizione di un linguaggio gay-friendly così che già dalla scuola materna – tanto per fare un esempio - si dovrà insegnare che non c'è una sola famiglia, ma tante famiglie diverse (forse che la diversità non è una ricchezza?). E guai al bambino che dirà "papà" e "mamma" e a chi oserà ripetere quella terribile affermazione sentita in casa "Di mamma ce n'è una sola". E poi ancora un focus sul ruolo del MIUR e degli Uffici scolastici regionali in questa bella campagna di rieducazione nelle scuole, con «strumenti di governance per l'inclusione delle tematiche LGBT nel mondo della scuola» e presentazione della campagna "Tante diversità uguali diritti". Né potrebbe ovviamente mancare l'affronto del «fenomeno del bullismo omofobico e transfobico a scuola», tanto più che sono già pronte le linee guida in materia, come abbiamo scritto alcuni giorni fa.
Ma non è finita, perché altre due ore di lavoro saranno dedicate alla presentazione di "buone pratiche" realizzate con alcune associazioni LGBT in ambito educativo e scolastico, cui seguiranno tre workshop.
Nessuno può scampare
Per chi va a scuola dunque non pare esserci scampo, il processo di trasformazione delle scuole in "campi di rieducazione" – espressione ripresa da papa Francesco – è ormai ben avviato. Fatta salva la possibilità di interventi politici che blocchino questa deriva, ai genitori che vogliono ancora esercitare il proprio diritto/dovere di educazione dei figli non resta che cercare tutele giuridiche per sottrarre i propri figli a lezioni non volute. Qui vi linkiamo due modelli di lettere – preparate dai Giuristi per la Vita, li trovate in fondo all'articolo - per chiedere per i propri figli l'esonero da eventuali lezioni "speciali" in questa settimana dedicata alla lotta contro la violenza e la discriminazione, ma anche nel corso dell'anno.
Resta un'ultima breve considerazione: si avvicina rapidamente il momento in cui saranno le scuole paritarie a entrare nel mirino. Si vincolerà l'eventuale contributo statale o comunale all'adozione o alla produzione di programmi che veicolano l'ideologia di genere. E molte scuole cattoliche si troveranno allora davanti all'alternativa: chiudere o adottare programmi "inclusivi" che contraddicono apertamente il Magistero della Chiesa. Forse bisognerebbe cominciare a pensarci.

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