ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 2 dicembre 2014

Primus inter pares..


Papa Francesco in mezzo ai lupi

Cresce il consenso internazionale e nell’opinione pubblica intorno a Bergoglio ma, allo stesso tempo, l’ostilità e la diffidenza nella Curia vaticana.


L'ostilità della Curia
Proprio mentre cresce il favore dell’opinione pubblica, gente comune e non credenti, nei suoi riguardi, Papa Francesco vede crescere intorno a sé nella Curia vaticana ostilità e resistenze. E’ quello che descrive molto bene il vaticanista del Fatto Quotidiano, Marco Politi, esperto conoscitore degli avvenimenti d’Oltretevere, autore del volume “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione” (Laterza). “Papa Francesco – osserva Politi – è ancora abbastanza solo all’interno della struttura ecclesiastica. Gode di un consenso amplissimo tra i fedeli e nell’opinione pubblica agnostica e non credente, però in curia non si manifesta, per il momento un forte partito pro-Bergoglio. Anzi c’è chi spera che il papa argentino sia un’eccezione transitoria”.
Una guerra di logoramento
Chi ha paura del Papa venuto dalla “fine del mondo” e chi lo combatte: sono i settori conservatori e, soprattutto, coloro che puntano a difendere le loro posizioni di potere, spiega Politi. “I settori conservatori puntano al logoramento del Papa argentino, fanno leva sulla stanchezza che può subentrare al ripetersi delle sue esortazioni. Diffondono il timore che Francesco stia costruendo un’altra Chiesa uscendo dai binari della tradizione, della dottrina e della retta interpretazione della parola di Dio”.
Anche Francesco potrebbe dimettersi?
E ora si affaccia la possibilità che anche Francesco un giorno possa arrivare a compiere il clamoroso gesto delle dimissioni, qualora a un certo punto si accorga di aver compiuto la sua “missione” di pulizia e moralizzazione della Chiesa. Ma proprio le dimissioni vengono agitate strumentalmente per ridurre la portata della “rivoluzione di Bergoglio”. Come osserva l’autore: “Francesco è consapevole che intorno a lui il terreno è minato. ‘In Curia la resistenza sta crescendo’, ammette un curiale. La reazione del pontefice argentino ora è venata di umorismo, ora si fa pensierosa. ‘Mi hanno tirato un goal da centrocampo’, commenta quando gli organizzano qualche nomina poco convincente. Di fronte alle tensioni sotterranee la sua reazione è serena: ‘Il demonio si agita …siamo sulla buona strada’”.
I voltagabbana
Un altro grave pericolo è l’adulazione e l’ipocrisia: anche il Vaticano è la patria dei “voltagabbana”. Tuttavia “il Papa non finge di non vedere che tra i molti che applaudono ci sono quanti non condividono affatto alcune o molte delle sue posizione e da ratzingeriani si sono riciclati bergogliani solo formalmente”. Bergoglio, secondo Politi, è perfettamente consapevole di tutte queste difficoltà. La sfida della sua rivoluzione, conclude Politi, “si giocherà nei prossimi anni. Lo sbocco potrà essere per la Chiesa un New Deal come quello del presidente americano Roosvelt o un terremoto come la perestrojka di Gorbaciov. Il papa è perfettamente consapevole di guidare una svolta”. Ma l’esito non è affatto scontato.
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Ignazio Ingrao

Papa Francesco e gli altri leader religiosi firmano la Dichiarazione contro la schiavitù moderna

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Empatia, amore, rispetto, uguaglianza. È fatta di questi ingredienti la base comune che ha portato oggi in Vaticano i leader delle principali religioni del mondo per firmare una dichiarazione congiunta per l'impegno all'eliminazione entro il 2020 della schiavitù moderna e della tratta di esseri umani. A far sedere allo stesso tavolo Papa Francesco e il Grande Ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi, Mata Amritanandamayi (Amma, la santa degli abbraccia per gli indù) e la venerabile Bhikkhuni Thich Nu Chan Khong (a rappresentare il maestro zen Zen Thich Nhat Hanh) è la Global Freedom Network, una rete mondiale basata sulla religione, nata quest’anno con lo scopo di debellare per sempre la schiavitù contemporanea in ogni sua forma, dal lavoro minorile alla prostituzione, dal traffico di organi a qualunque relazione che violi la dignità e la libertà di ogni singola persona.
Così, per la prima volta nella storia, le massime autorità ecclesiastiche cristiano cattoliche, anglicane e ortodosse, e i leader delle religioni buddhista, induista, ebraica e musulmana, si sono riuniti per sottoscrivere un impegno comune contro la schiavitù moderna, considerata un crimine contro l'umanità.
"Ogni azione che non considera l'altro uguale a noi costituisce un delitto aberrante",ha detto Papa Francesco. "Dio è amore che si incarna in ogni essere umano: ognuno è uguale e deve vedersi riconosciuta la stessa libertà e dignità". Il loro mancato riconoscimento, ha aggiunto Bergoglio, "rappresenta un delitto aberrante" per quella che si presenta come una "schiavitù moderna", "un crimine di lesa umanità con vittime di tutte le condizioni, ma soprattutto tra i più poveri". Francesco ha parlato di "flagello atroce presente in grande scala in tutto il mondo, compreso nel turismo", citando mali quali la prostituzione, la tratta delle persone, il lavoro forzato e quello minorile, la vendita degli organi". Una realtà che, purtroppo, "si aggrava ogni giorno di più". Il Papa, quindi, ha chiamato alle loro responsabilità sia i governi che l'opinione pubblica chiedendo loro di "elevare lo standard della vita spirituale e la visione liberatrice" dell'uomo.
Mai più schiavi. Siamo tutti fratelli e sorelle.
Alle parole di Francesco sono seguite le dichiarazioni dei principali leader religiosi, a cominciare dalla religiosa indiana Mata Amritanandamayi, anche conosciuta come Amma, che il lingua hindi significa Madre. “Distruggere la vita di un’altra persona è compiere un abuso sui doni di Dio”, ha detto Amma, seduta accanto al Pontefice. “Abbiamo bisogno di sviluppare l’empatia, permettendo alla divinità che è dentro ogni persona di realizzarsi […]. Dobbiamo fornire alle nuove generazioni, così come alle vittime del traffico di esseri umani, un’educazione pratica che li aiuti a sviluppare una maggiore consapevolezza. Dobbiamo risvegliare il loro coraggio latente e la loro sicurezza in se stessi, per aiutarli a risorgere. Devono realizzare che non sono impotenti e vulnerabili come cuccioli, ma possono essere coraggiosi come leoni […]. Quello che ci serve è una cultura del cuore”.
Come ha sottolineato Andrew Forrest, presidente della Walk Free Foundation, la firma della dichiarazione ha rappresentato anche un momento di altissima collaborazione tra autorità sciite e sunnite. Mohamed Ahmed El-Tayeb, il Grande Imam di Al Azhar, ha ricordato le parole del profeta: “Un arabo non ha la superiorità su un non arabo, così come un non arabo non ha la superiorità su un arabo”. Mentre l’Ayatollah Sheikh Basheer Hussain al Najafi (uno dei cinque Grandi Ayatollah dell’Iraq) ha collegato la schiavitù moderna alla piaga del terrorismo: “La schiavitù contemporanea è un fenomeno sociale corrotto, un modo per diffondere il terrore tra i popoli. La prostituzione, così come il traffico di organi, sono illegali e devono essere eliminati. Alcuni sistemi esistenti sono responsabili per questi mali sociali, perché non sono riusciti a salvaguardare i diritti delle persone, distanziandosi dalle istituzioni corrette secondo la giustizia di Dio”.
Secondo l'Indice globale sulla schiavitù del 2014 pubblicato dalla Walk Free Foundation, quasi 36 milioni di persone sono attualmente vittime della schiavitù moderna. Si tratta di persone che hanno perso la loro libertà e vengono sfruttate per interessi personali o commerciali. Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, gli utili complessivi ottenuti dall'utilizzo del lavoro forzato nell'economia privata in tutto il mondo ammontano a 150 miliardi di USD ogni anno.
Di seguito il testo della Dichiarazione congiunta dei leader religiosi contro la schiavitù moderna:
"Noi firmatari siamo oggi qui riuniti per un'iniziativa storica volta ad ispirare azioni spirituali e pratiche da parte di tutte le religioni del mondo e delle persone di buona volontà per eliminare per sempre la schiavitù moderna entro il 2020.
Agli occhi di Dio, ogni essere umano, ragazza o ragazzo, donna o uomo, è una persona libera, destinata a esistere per il bene di ognuno in eguaglianza e fraternità. Le diverse forme di schiavitù moderna, come la tratta degli esseri umani, il lavoro forzato e la prostituzione, il traffico di organi e qualsiasi altra pratica contraria ai concetti fondamentali di uguaglianza, libertà e pari dignità di ogni essere umano, deve essere considerata crimine contro l'umanità.
Qui e oggi, assumiamo l'impegno comune di fare tutto il possibile, all'interno delle nostre comunità di credenti e all'esterno di esse, per ridare la libertà a chi è vittima di schiavitù o di tratta di esseri umani, restituendo loro speranza nel futuro. Oggi abbiamo la possibilità, la consapevolezza, la saggezza, i mezzi innovativi e le tecnologie necessarie a raggiungere questo obiettivo umano e morale".
I firmatari:
Chiesa cattolica: Papa Francesco
Religione induista: Sua Santità Mata Amritanandamayi (Amma)
Religione buddhista: il Maestro Zen Thich Nhat Hanh (Thay) (rappresentato dalla Venerabile Bhikkhuni Thich Nu Chan Khong)
Religione buddhista: il Venerabile Datuk K Sri Dhammaratana, Sommo Sacerdote della Malesia
Religione ebraica: il Rabbino Dr. Abraham Skorka
Religione ebraica: il Rabbino Capo David Rosen KSG, CBE
Chiesa ortodossa: Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo
Religione musulmana: Mohamed Ahmed El-Tayeb, Grande Imam di Al Azhar (rappresentato dal Dr. Abbas Abdalla Abbas Soliman, Sottosegretario di Stato di Al Azhar Alsharif)
Religione musulmana: il Grande Ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi
Religione musulmana: il Grande Ayatollah Sheikh Basheer Hussain al Najafi
Religione musulmana: lo Sceicco Omar Abboud
Chiesa anglicana: Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury.
Le fedi contro la schiavitù
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Global Freedom Network
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Amma seated with Pope Francis @Pontifex

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