2015 in Vaticano: nuove nomine sul tavolo e indiscrezioni sulla ‘rivoluzione’ di Francesco
Il 2015 è atteso in Vaticano soprattutto per le nuove nomine che si appresta a varare Papa Francesco. Il primo banco di prova utile sarà il concistoro del 14 e 15 febbraio dove si procederà a proclamare dieci nuovi cardinali. Infatti per quella data gli attuali 112 cardinali elettori, quelli cioè che non avendo raggiunto gli ottant’anni possono concorrere all’elezione di un eventuale nuovo papa entrando in Conclave, si ridurrà di ulteriori due caselle, poiché andranno “in pensione” il Governatore emerito del Vaticano Giovanni Lajolo e l’arcivescovo emerito di Jakarta Julius Riyadi Darmaatmadja, gesuita come Bergoglio.
Il numero massimo di cardinali elettori è fissato a 120, attualmente sono in tutto 112, ma con l’uscita di scena entro febbraio dei due sopra citati, scenderanno a 110. Pertanto Francesco potrà procedere ad assegnare dieci porpore. Chi saranno i fortunati? Nell’ultimo concistoro, quello del febbraio 2014, il Papa ha chiaramente dimostrato di non rispettare più prassi e tradizioni consolidate da anni. Ad esempio, contrariamente alle certezze di molti, lasciò fuori il patriarca di Venezia Francesco Moraglia e l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, nonostante le due arcidiocesi di norma siano state sempre guidate da cardinali.
Al posto del super favorito Moraglia, Francesco ha scelto l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti che aveva precedentemente nominato anche nella congregazione dei vescovi al posto del presidente della Cei Angelo Bagnasco. Secondo i rumor di palazzo, stavolta Moraglia dovrebbe essere nella decina ma nulla può essere dato per scontato, Francesco è infatti imprevedibile. Fra gli italiani i candidati più accreditati al cardinalato sarebbero il teologo Bruno Forte, attuale vescovo della diocesi di Chieti-Vasto nonché segretario speciale del Sinodo sulla Famiglia e monsignor Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Due personalità “moderatamente progressiste” molto vicine a Papa Francesco che, a vario titolo, hanno lavorato attivamente per l’organizzazione e la migliore riuscita del Sinodo straordinario sulla Famiglia che si è tenuto ad ottobre. Per loro Francesco pare voglia ritagliare un ruolo maggiore e più incisivo in vista del Sinodo ordinario dell’ottobre 2015, quello che dovrà indicare al Papa le soluzioni definitive su temi delicati come la nuova pastorale per le famiglie, la comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza delle coppie gay. Altro candidato molto quotato ad indossare la porpora cardinalizia sembrerebbe essere l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini che molti già vedono pronto a succedere a Crescenzio Sepe alla guida dell’arcidiocesi di Napoli. Tuttavia nei giorni scorsi Bregantini si è molto risentito con alcuni media locali del Molise che hanno annunciato la sua nomina a cardinale, bollando la notizia come destituita di qualunque fondamento. Sarà davvero così? Un altro italiano che potrebbe diventare cardinale è l’attuale sostituto alla Segreteria di stato Angelo Becciu, già stretto collaboratore dell’ex segretario di stato Tarcisio Bertone, che Francesco ha voluto mantenere al fianco dell’attuale Pietro Parolin e che potrebbe succedere in primavera al cardinale Carlo Caffarra alla guida dell’arcidiocesi di Bologna. Protagonista delle voci di palazzo anche il vescovo di Albano Marcello Semeraro chiamato da Francesco a ricoprire il ruolo di segretario all’interno della commissione ristretta degli otto cardinali, il famoso G8, che sta affiancando il Papa nel governo della Chiesa. Tre o quattro al massimo dovrebbero essere comunque gli italiani “promossi” cardinali, poi grande spazio alle “periferie del mondo”. Secondo indiscrezioni il Papa sarebbe intenzionato a “premiare” i vescovi maggiormente impegnati nei fronti caldi, dove i cristiani sono perseguitati, come ad esempio il Medio Oriente. Poi ci sono anche numerose nomine in varie diocesi italiane dove i vescovi sono in scadenza per raggiunti limiti di età. Una diocesi importante dovrebbe toccare al direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro, gesuita e grande amico di Francesco così come altre dovrebbero andare ad autorevoli religiosi di altre congregazioni. Fino ad oggi i francescani sono sembrati i più gettonati. A Terni è stato nominato l’ex custode del Sacro Convento di Assisi padreGiuseppe Piemontese, mentre a Tortona è arrivato padre Vittorio Viola, anche lui direttamente da Assisi dove è stato custode de “La Porziuncola” di Santa Maria degli Angeli.
Voci di corridoio riferiscono poi di un possibile cambio al vertice della Congregazione per la Dottrina della Fede. L’attuale prefetto cardinale Gerhard Ludwig Muller (creato da Bergoglio nell’ultimo concistoro) ha guidato il fronte dei conservatori nel Sinodo sulla Famiglia insieme all’ex prefetto della Segnatura apostolica Leo Burke. Muller e Burke hanno bocciato l’intera linea progressista del cardinale Walter Kasper, ormai considerato nei sacri palazzi “il braccio operativo” di Bergoglio, sulla comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza alle coppie gay, ribadendo l’inconciliabilità delle aperture kasperiane con la dottrina della Chiesa. All’indomani della conclusione del Sinodo straordinario che ha visto le tesi di Kasper approvate da una maggioranza semplice, lo scrittore Antonio Socci parlò di un ipotetico rischio purghe nei confronti dei porporati che con tanta tenacia si erano opposti alle svolte bergogliane. Leo Burke si è ritrovato “promosso” alla guida del supremo Ordine di Malta e sostituito alla Segnatura dall’arcivescovo Dominique Mamberti fedelissimo del Papa, altro cardinale in pectore; Muller dovrebbe restare al suo posto di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, difficile ipotizzare una sua rimozione, ma ad ogni modo da tempo circolano voci di una sua possibile “promozione” ad arcivescovo di Berlino.
C’è poi l’attesa riforma della Curia romana progettata dal gruppo ristretto degli otto cardinali chiamati da Francesco a coadiuvarlo nel governo della Chiesa universale. La riforma dovrebbe essere ultimata nei primi giorni del 2015 e presentata alla vigilia del Concistoro di febbraio. Sono previsti accorpamenti e riduzioni di dicasteri e pontifici consigli. Poi naturalmente sullo sfondo resta il Sinodo sulla famiglia che si dovrà tenere ad ottobre del 2015.
E’ probabile che la composizione dell’organismo sarà rivisitata anche alla luce della nomina dei nuovi cardinali e degli eventuali cambi ai vertici degli organismi curiali. I progressisti riusciranno ad avere quella maggioranza qualificata indispensabile a Francesco per poter avviare le riforme auspicate e accolte tiepidamente dall’ultimo Sinodo?
Al posto del super favorito Moraglia, Francesco ha scelto l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti che aveva precedentemente nominato anche nella congregazione dei vescovi al posto del presidente della Cei Angelo Bagnasco. Secondo i rumor di palazzo, stavolta Moraglia dovrebbe essere nella decina ma nulla può essere dato per scontato, Francesco è infatti imprevedibile. Fra gli italiani i candidati più accreditati al cardinalato sarebbero il teologo Bruno Forte, attuale vescovo della diocesi di Chieti-Vasto nonché segretario speciale del Sinodo sulla Famiglia e monsignor Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Due personalità “moderatamente progressiste” molto vicine a Papa Francesco che, a vario titolo, hanno lavorato attivamente per l’organizzazione e la migliore riuscita del Sinodo straordinario sulla Famiglia che si è tenuto ad ottobre. Per loro Francesco pare voglia ritagliare un ruolo maggiore e più incisivo in vista del Sinodo ordinario dell’ottobre 2015, quello che dovrà indicare al Papa le soluzioni definitive su temi delicati come la nuova pastorale per le famiglie, la comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza delle coppie gay. Altro candidato molto quotato ad indossare la porpora cardinalizia sembrerebbe essere l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini che molti già vedono pronto a succedere a Crescenzio Sepe alla guida dell’arcidiocesi di Napoli. Tuttavia nei giorni scorsi Bregantini si è molto risentito con alcuni media locali del Molise che hanno annunciato la sua nomina a cardinale, bollando la notizia come destituita di qualunque fondamento. Sarà davvero così? Un altro italiano che potrebbe diventare cardinale è l’attuale sostituto alla Segreteria di stato Angelo Becciu, già stretto collaboratore dell’ex segretario di stato Tarcisio Bertone, che Francesco ha voluto mantenere al fianco dell’attuale Pietro Parolin e che potrebbe succedere in primavera al cardinale Carlo Caffarra alla guida dell’arcidiocesi di Bologna. Protagonista delle voci di palazzo anche il vescovo di Albano Marcello Semeraro chiamato da Francesco a ricoprire il ruolo di segretario all’interno della commissione ristretta degli otto cardinali, il famoso G8, che sta affiancando il Papa nel governo della Chiesa. Tre o quattro al massimo dovrebbero essere comunque gli italiani “promossi” cardinali, poi grande spazio alle “periferie del mondo”. Secondo indiscrezioni il Papa sarebbe intenzionato a “premiare” i vescovi maggiormente impegnati nei fronti caldi, dove i cristiani sono perseguitati, come ad esempio il Medio Oriente. Poi ci sono anche numerose nomine in varie diocesi italiane dove i vescovi sono in scadenza per raggiunti limiti di età. Una diocesi importante dovrebbe toccare al direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro, gesuita e grande amico di Francesco così come altre dovrebbero andare ad autorevoli religiosi di altre congregazioni. Fino ad oggi i francescani sono sembrati i più gettonati. A Terni è stato nominato l’ex custode del Sacro Convento di Assisi padreGiuseppe Piemontese, mentre a Tortona è arrivato padre Vittorio Viola, anche lui direttamente da Assisi dove è stato custode de “La Porziuncola” di Santa Maria degli Angeli.
Voci di corridoio riferiscono poi di un possibile cambio al vertice della Congregazione per la Dottrina della Fede. L’attuale prefetto cardinale Gerhard Ludwig Muller (creato da Bergoglio nell’ultimo concistoro) ha guidato il fronte dei conservatori nel Sinodo sulla Famiglia insieme all’ex prefetto della Segnatura apostolica Leo Burke. Muller e Burke hanno bocciato l’intera linea progressista del cardinale Walter Kasper, ormai considerato nei sacri palazzi “il braccio operativo” di Bergoglio, sulla comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza alle coppie gay, ribadendo l’inconciliabilità delle aperture kasperiane con la dottrina della Chiesa. All’indomani della conclusione del Sinodo straordinario che ha visto le tesi di Kasper approvate da una maggioranza semplice, lo scrittore Antonio Socci parlò di un ipotetico rischio purghe nei confronti dei porporati che con tanta tenacia si erano opposti alle svolte bergogliane. Leo Burke si è ritrovato “promosso” alla guida del supremo Ordine di Malta e sostituito alla Segnatura dall’arcivescovo Dominique Mamberti fedelissimo del Papa, altro cardinale in pectore; Muller dovrebbe restare al suo posto di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, difficile ipotizzare una sua rimozione, ma ad ogni modo da tempo circolano voci di una sua possibile “promozione” ad arcivescovo di Berlino.
C’è poi l’attesa riforma della Curia romana progettata dal gruppo ristretto degli otto cardinali chiamati da Francesco a coadiuvarlo nel governo della Chiesa universale. La riforma dovrebbe essere ultimata nei primi giorni del 2015 e presentata alla vigilia del Concistoro di febbraio. Sono previsti accorpamenti e riduzioni di dicasteri e pontifici consigli. Poi naturalmente sullo sfondo resta il Sinodo sulla famiglia che si dovrà tenere ad ottobre del 2015.
E’ probabile che la composizione dell’organismo sarà rivisitata anche alla luce della nomina dei nuovi cardinali e degli eventuali cambi ai vertici degli organismi curiali. I progressisti riusciranno ad avere quella maggioranza qualificata indispensabile a Francesco per poter avviare le riforme auspicate e accolte tiepidamente dall’ultimo Sinodo?
Americo Mascarucci
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