– NON SOLO L’ELOGIO A BENIGNI, FRANCESCO REVOLUTION ANCHE NELLE PAROLE: SI INVENTA ‘’NOSTALGIARE’’, ‘’MAFIARSI’’ - PRIMA LO FACEVA SOLO IN SPAGNOLO - ALLA CURIA A NATALE DISSE CHE ERA AFFETTA DA ‘’MARTALISMO’’ - - - -
Nel suo intervento, Papa Francesco ha citato anche Roberto Benigni: «Diceva qualche giorno fa un grande artista italiano che per il Signore fu più facile togliere gli israeliti dall'Egitto che togliere l'Egitto dal cuore degli israeliti»….
BENIGNI MILIONI CANONE DIECI COMANDAMENTI
Nel suo intervento, Papa Francesco ha citato anche Roberto Benigni: «Diceva qualche giorno fa un grande artista italiano che per il Signore fu più facile togliere gli israeliti dall'Egitto che togliere l'Egitto dal cuore degli israeliti». Come da tradizione, oggi nella Basilica Vaticana si celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, cui fanno seguito l'esposizione del Santissimo Sacramento, il canto del tradizionale inno Te Deum di ringraziamento a conclusione dell'anno civile, e la benedizione eucaristica.
PAPA BERGOGLIO PENSIEROSO
2. BERGOGLISMI - FRANCESCO REVOLUTION ANCHE NELLE PAROLE
«Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno, ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua. Le «parole nuove» di Francesco, ribattezzate «bergoglismi», nella lingua spagnola, sono state raccolte da Jorge Milla, suo ex alunno, e pubblicate a metà del 2014 dal blog Terre d’America del giornalista Alver Metalli, amico strettissimo del Papa, e presentate sul quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano .
ROBERTO BENIGNI I 10 COMANDAMENTI 9
Milla ne ha contate 17. Dall’oramai celebre «primerear» (arrivare primi) pronunciato nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il successivo 18 maggio, a «balconear» (stare al balcone), «ningunear»(confondere), «hagan lio» (fare casino), «misericordiando» e altri ancora.
SUOR CRISTINA DA IL CD A PAPA BERGOGLIO
Sono mutuati molto spesso dal lunfardo , uno slang nato nelle prigioni argentine e diffusosi poi tra il popolo, ha spiegato, tempo fa, Flavio Alivernini, autore di un saggio sulla lingua del Papa, pubblicato sulla rivista Limes: «È stato capace di togliere il dialetto da una periferia geografica e farlo simbolo di una periferia esistenziale» ha aggiunto.
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON BALOTELLI
Ecco, è questo il punto. «Mafiarsi» è molto più esistenziale di «entrare nella mafia». «Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale. E che dire di «nostalgiare la schiavitù»? È come se la schiavitù uno la «coccolasse», la «accudisse», la «covasse al caldo» del suo cuore.
«Nostalgiare» rimanda all’atteggiamento interiore di chi prova nostalgia, molto più dell’espressione «avere nostalgia», che allude a un’azione in qualche modo più esterna a chi ce l’ha. Qualche giorno prima del Te Deum , il 22 dicembre 2014, tra le quindici malattie che ha secondo lui affliggono la Curia, Bergoglio ha parlato di «martalismo», pensando a Marta, la sorella di Lazzaro e Maria.
I bergoglismi non sono solo il frutto casuale di un parlare estemporaneo, ma più propriamente meditati, scelti, voluti e, in quanto tali, rimangono nella versione ufficiale e definitiva dei discorsi papali. Insomma, anche come vescovo di Roma, Francesco forgia parole nuove, per vincere l’usura e la scontatezza dei termini comuni, che irrimediabilmente corrodono l’esperienza. Una rivoluzione passa anche dalle parole.
UNO DEI MAXISCHERMI SULLA SPIAGGIA DI COPACABANA
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/bergoglismi-non-solo-elogio-benigni-francesco-revolution-anche-91659.htm
Corriere della Sera
(Maria Antonietta Calabrò) «Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno, ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua. Le «parole nuove» di Francesco, ribattezzate «bergoglismi», nella lingua spagnola, sono state raccolte da Jorge Milla, suo ex alunno, e pubblicate a metà del 2014 dal blog Terre d’America del giornalista Alver Metalli, amico strettissimo del Papa, e presentate sul quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano .
Milla ne ha contate 17. Dall’oramai celebre «primerear» (arrivare primi) pronunciato nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il successivo 18 maggio, a «balconear» (stare al balcone), «ningunear»(confondere), «hagan lio» (fare casino), «misericordiando» e altri ancora. Sono mutuati molto spesso dal lunfardo , uno slang nato nelle prigioni argentine e diffusosi poi tra il popolo, ha spiegato, tempo fa, Flavio Alivernini, autore di un saggio sulla lingua del Papa, pubblicato sulla rivista Limes: «È stato capace di togliere il dialetto da una periferia geografica e farlo simbolo di una periferia esistenziale» ha aggiunto. Ecco, è questo il punto. «Mafiarsi» è molto più esistenziale di «entrare nella mafia». «Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale. E che dire di «nostalgiare la schiavitù»? È come se la schiavitù uno la «coccolasse», la «accudisse», la «covasse al caldo» del suo cuore. «Nostalgiare» rimanda all’atteggiamento interiore di chi prova nostalgia, molto più dell’espressione «avere nostalgia», che allude a un’azione in qualche modo più esterna a chi ce l’ha. Qualche giorno prima del Te Deum , il 22 dicembre 2014, tra le quindici malattie che ha secondo lui affliggono
la Curia, Bergoglio ha parlato di «martalismo», pensando a Marta, la sorella di Lazzaro
e Maria. I bergoglismi non sono solo il frutto casuale di un parlare estemporaneo, ma più propriamente meditati, scelti, voluti e, in quanto tali, rimangono nella versione ufficiale e definitiva dei discorsi papali. Insomma, anche come vescovo di Roma, Francesco forgia parole nuove, per vincere l’usura e la scontatezza dei termini comuni, che irrimediabilmente corrodono l’esperienza. Una rivoluzione passa anche dalle parole.
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/01/vaticano-da-nostalgiare-mafiarsi-i.html
La "lingua nuova" di Papa Francesco che sferza il cuore della gente
Durante il Te Deum il papa ha parlato di «mafiarsi» e «nostalgiare la schiavitù». Sono gli ultimi di una serie di neologismi introdotti nei suoi discorsi
«Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua (Corriere della Sera, 2 gennaio). IL LUNFARDO ARGENTINOI neologismi sono mutuati molto spesso dal lunfardo, uno slang nato nelle prigioni argentine e diffusosi poi tra il popolo, ha spiegato, tempo fa, Flavio Alivernini, autore di un saggio sulla lingua del Papa, pubblicato sulla rivista Limes: «È stato capace di togliere il dialetto da una periferia geografica e farlo simbolo di una periferia esistenziale» ha aggiunto. I CONNOTATI DELLA MAFIAEcco, è questo il punto. Scagliando un duro monito contro la corruzione, Bergoglio ha detto che «se la società costringe i poveri a 'mafiarsi' va in miseria». In questo contesto, scrive il Corriere, «mafiarsi», è molto più esistenziale di «entrare nella mafia».«Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale. COCCOLARE LA SCHIAVITU'E che dire di «nostalgiare la schiavitù»? È come se la schiavitù uno la «coccolasse», la «accudisse», la «covasse al caldo» del suo cuore. «Nostalgiare» rimanda all’atteggiamento interiore di chi prova nostalgia, molto più dell’espressione «avere nostalgia», che allude a un’azione in qualche modo più esterna a chi ce l’ha. Qualche giorno prima del Te Deum, il 22 dicembre 2014, tra le quindici malattie che ha secondo lui affliggono la Curia, Bergoglio ha parlato di «martalismo», pensando a Marta, la sorella di Lazzaro e Maria.IL CELEBRE PRIMEREARSono numerosi neologismi del papa che hanno fatto rumore in questa prima parte di pontificato. Dall’oramai celebre «primerear» (arrivare primi) pronunciato nel corso del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2013, poi ripetuto in occasione della vigilia di Pentecoste coi movimenti ecclesiali il successivo 18 maggio, a «balconear» (stare al balcone), «ningunear»(confondere), «hagan lio» (fare casino) e altri ancora.LA RACCOLTA DI MILLANe ha raccolti 17 Jorge Milia, già alunno di Bergoglio quando questi insegnava Letteratura e Psicologia a Santa Fe negli anni '64 e '65, sulle pagine dell'Osservatore Romano (19 novembre 2013). Milia ha ribattezzato i «neologismi papali» in «bergoglismi». Tra tutti ce ne è uno, «probabilmente quello a lui più caro», «misericordiando», che sfugge «anche al lunfardo perché solo lui, il suo autore, ne detiene la paternità esclusiva. Non ha soltanto a che vedere con la misericordia, che in lui più che una parola è un sentimento, ma c'entra direttamente col suo motto: miserando atque eligendo». IL GERUNDIO BERGOGLIANOMilia, incontrando il papa, gli ha chiesto: «Perché 'misericordiando´?». E lui: «Il gerundio latino miserando è intraducibile sia in italiano che in spagnolo. Mi è venuto in mente di tradurlo con un altro gerundio che non esiste: `misericordiando´».Il blog di Milia, Terre d'America (1 agosto 2014), pubblica in ordine i 17 "begoglismi" di Francesco.1. Quel Dio cattolico che ci “primerea” sempre2. Non “balconear” la vita, ma tuffarsi come ha fatto Gesù3. Una civilizzazione che si è “spannata” ha bisogno della speranza cristiana4. “Hagan lio”, perché la Buona Notizia non è silenziosa…5. Quella nullificazione che cancella l’Altro. Non lasciateviningunear…6. Quell’invito a “pescar” uno sguardo nuovo sulla società e sulla Chiesa7. Che pena una gioventù empachada e triste!8. “Misericordiando”. Dialogo con il Papa su un curioso gerundio9. Il “chamuyo” di Dio, seduttore ad oltranza10. Que Dios me banque! Se mi ha messo qui che ci pensi lui11. Lo spirito del soldato e i generali sconfitti del doverfaresimo12. “Giocare in attacco”. Le metafore calcistiche di un papa tifoso13. Cristiani gioiosi e facce da “cetriolini sott’aceto”14. La fiaba cinese dell’abolizione della schiavitù15. Viandanti della Fede tra scuola e strada16. Un consiglio ai “trepas” nella Chiesa: arrampicatori, fate gli alpinisti, è più sano17. “Recen por mi”. Un bergoglismo poco bergogliano? Forse. Ma a forza di chiederlo il Papa ci ha messo il copyrightLA STORIA DELLE COMADRIMa non c'è solo «misericordiando». Il settimanale Vita ne ha raccolte diverse in un approfondimento sulle parole del Papa, pubblicato qualche mese fa. Ad esempio, la preghiera «memoriosa», piena di memoria; le «comadri» (ai ginecologi cattolici: «Un tempo, alle donne che aiutavano nel parto le chiamavamo “comadre”’: è come una madre con l’altra, con la vera madre, no? Anche voi siete “comadri” e “compadri”: anche voi»).
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