Francescani dell’Immacolata. La strana vicenda del sequestro di beni e l’informazione scorretta dell’agenzia Zenit
Zenit, agenzia cattolica di informazione, si comporta come Repubblica ed emette condanne definitive sulla base di un semplice sequestro “preventivo”, omettendo anche di dare alcune notizie essenziali. Lungi dal “fare chiarezza”, la vicenda getta ulteriori pesanti ombre sul commissariamento.
di Paolo Deotto
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L’agenzia Zenit ha pubblicato in data 27 marzo u.s. un articolo (che riportiamo interamente in calce) e che potete anche leggere in originalecliccando qui . Già il titolo è suggestivo: “La Santa Sede cerca di recuperare le proprietà dei Francescani dell’Immacolata”. Ergo, i lettori che si fermano al titolo (e sono tanti) diranno: “perbacco, ma allora c’erano dei beni che sono stati sottratti”. Il sottotitolo più che suggestivo è bugiardo, perché si chiude con le parole “chiarisce una vicenda controversa”. E invece è tutto da chiarire, perché siamo assolutamente nelle fasi preliminari. Si “chiarisce” solo in sede processuale, a sentenza definitiva. È il buon vecchio stile di Repubblica, l’organo supremo di pensiero radical-chic: sulla base di atti istruttori, anzi pre-istruttori, io ti condanno.
Prima di entrare nel dettaglio dell’informazione scorretta, è bene fornire anche alcuni chiarimenti, cosa che Zenit non fa.
- La Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata non possiede e non ha mai posseduto beni. Sottolineo: parliamo della stessa Congregazione, non dei singoli frati che naturalmente a loro volta non possiedono beni materiali, avendo pronunciato il voto di povertà. Le donazioni, cospicue, che nei decenni sono state fatte da tanti benefattori, sono sempre state a favore di associazioni di fedeli, formate da laici, non da religiosi.
- Queste associazioni, da prima del commissariamento, sono presiedute da laici, non da religiosi.
- Di tutto ciò i generosi benefattori erano ovviamente al corrente, poiché un atto di donazione deve prevedere specificamente un beneficiario.
- I beni, mobili e immobili, amministrati dalle associazioni di laici, sono utilizzati per gli scopi specifici della Congregazione: apostolato, opere caritative, buona stampa, informazione religiosa.
- Tutto ciò non è certo una novità. Il commissario Fidenzio Volpi da tempo aveva espresso il proprio disappunto per non aver potuto mettere le mani sui beni dei Francescani dell’Immacolata. Il motivo era ed è molto semplice: questi beni, repetita iuvant, sono di proprietà di associazioni che a loro volta li mettono a disposizione dell’Istituto.
Ciò detto, e sarebbe stato il caso che queste cose le dicesse anche Zenit, passiamo al modo di far informazione. È un modo totalmente scorretto perché non si può assolutamente parlare di “chiarezza” quando gli atti finora compiuti sono, come del resto dice la stessa agenzia Zenit, mordendosi la coda, dei sequestri preventivi, ordinati da una Procura della Repubblica sulla base di ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico.
Siamo quindi in una fase di pura e semplice indagine; anzi, visto che il sequestro è preventivo, se ne evince che l’indagine vera e propria deve ancora iniziare.
La Procura della Repubblica, è bene ricordarlo, non è un organo giudicante. La “chiarezza” data per certa dal quotidiano “Repubblica”, pardon, da Zenit, ci potrà essere, se ci sarà, solo dopo l’eventuale processo e la sentenza definitiva. E abbiamo parlato di processo “eventuale”, perché nulla ci può assicurare, ora e adesso, che le risultanze delle indagini saranno tali da provocare un rinvio a giudizio di una o più persone fisiche. Né diciamo a caso “persone fisiche”, perché la responsabilità penale può essere solo in capo a persone fisiche.
Mi pare lecito ricordare che sono infiniti gli esempi di inchieste mai arrivate a processo, o che a processo sono state smontate non solo e non tanto dagli avvocati della difesa, quanto dalle sentenze del magistrato giudicante.
Certo, chi crede a Babbo Natale può prendere per oro colato le parole di Zenit e finalmente dire: “Che bello! È stata fatta chiarezza sul commissariamento dei Francescani dell’Immacolata”. Magari si può anche dire, con espressione pensosa e molto democratica: “Abbiamo fiducia nella magistratura”. Noi siamo testardamente affezionati all’uso delle celluline grigie e non vediamo alcuna chiarezza in ciò che sta accadendo.
E poi siamo anche affezionati a quel minimo di civiltà che prevede processi regolari, davanti a un giudice che valuta le prove portate da accusa e difesa, ed emette la sentenza. Ma ormai viviamo nell’epoca sciagurata dei processi celebrati sulla stampa a colpi di notizie da “sbatti il mostro in prima pagina”. Poi tante volte è accaduto che il mostro era tutt’altro che mostro, era innocente. Ma intanto si è gettato fango, e gli schizzi vanno lontano.
Complimenti quindi a Zenit, che con questo articolo ha raggiunto le vette finora riservate a Repubblica, quotidiano che del resto occupa un posto sempre più rilevante nella cattolicità.
L’attuale “dirigenza” dei Francescani dell’Immacolata ha “ringraziato sentitamente l’Autorità Giudiziaria e i componenti della Guardia di Finanza di Avellino per la brillante operazione grazie alla quale i beni riferiti all’Istituto potranno essere ricondotti all’uso cui sono destinati: l’assistenza spirituale, le attività caritative e quelle missionarie, nel rispetto del nostro carisma originario”.
Ora il commissario Fidenzio Volpi sarà soddisfatto. Ha ottenuto la sua vittoriuccia anche in campo civile, dopo averne ottenute altre con la chiusura del Seminario, con la sospensione a divinis di alcuni frati, con il turbamento che ha causato a tanti fedeli che per anni e anni hanno avuto nei Francescani dell’Immacolata la sicura guida spirituale, sottratta con tanti trasferimenti immotivati. Eccetera. Del resto il Volpi non ignora di certo la differenza tra inchiesta, atti istruttori e giudizio e quindi avrà ancora un po’ da penare prima di poter cantare realmente vittoria. Ammesso e non concesso che quel momento arrivi.
E chiudiamo con alcuni legittimi dubbi, sui quali però sembra che sia molto scorretto soffermarsi:
- le vere ragioni del commissariamento non sono mai state chiarite. Ora,a quasi due anni di distanza dall’inizio del commissariamento, si scopre, oplà, una colossale truffa. Che roba. Ma allora il commissariamento era stato fatto per quel motivo? In caso affermativo, perché non se ne è mai parlato?
- È vero o non è vero che il Volpi per il suo compito di commissario percepiva la bella somma di euro 5.000 al mese? Questa notizia è stata data più volte e mai smentita dal Volpi, che peraltro ha già dimostrato di avere la carta bollata facile. E sorvoliamo sulla perplessità inevitabile: ma il Volpi non ha fatto anche lui voto di povertà? Né vogliamo essere così maliziosi da pensare che il Volpi avesse un gran bisogno di entrare nella disponibilità dei beni materiali. Suvvia, sappiamo tutti che è un sant’uomo.
Infine, perché il Volpi, già che siamo in vena di “fare chiarezza”, non spiega appunto con chiarezza la vicenda del processo di diffamazione contro di lui intentato, proprio per accuse da lui stesso formulate su presunte sottrazioni di beni? Perché il Volpi non fa chiarezza sulla transazione da lui stesso sottoscritta per evitare il processo? Una transazione in un caso come questo non è un’ammissione di colpevolezza, visto che il Volpi si era detto disponibile a versare una cospicua somma alle persone da lui diffamate? E, visto che lui stesso dovrebbe essere povero, da dove pescava i soldi per tacitare i querelanti? E perché ha fatto quello strano balletto di “pago, no, non pago più”? E come è finito quel balletto?
Potete rileggere questa edificante vicenda cliccando qui e cliccando qui.
Insomma, con buona pace di Zenit e di quanti sono abituati a sparare sentenze in anticipo sui processi (eventuali) qui, più che fare chiarezza, si gettano ulteriori ombre su tutta la vicenda del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata. Purtroppo l’unica “chiarezza” finora raggiunta è la demolizione di uno dei pochi ordini che ancora raccoglievano vocazioni e che ancora erano un edificante esempio di vita religiosa.
Il resto sono chiacchiere, buone solo per confondere la gente e spargere cortine fumogene. A beneficio di chi?
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Ecco il testo integrale dell’articolo di Zenit (su: http://www.zenit.org/it/articles/la-santa-sede-cerca-di-recuperare-le-proprieta-dei-francescani-dell-immacolata)
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La Santa Sede cerca di recuperare le proprietà dei Francescani dell’Immacolata
Il sequestro di beni per un valore vicino ai 30 milioni di euro a due associazioni vicine alla congregazione chiarisce una vicenda controversa
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La notizia è triste, ma serve almeno a far chiarezza su una vicenda che i media avevano trattato in maniera confusa e controversa. La storia ha inizio l’11 luglio 2013, quando, in seguito ad una precedente visita apostolica, papa Francesco ha emesso un decreto per il commissariamento della Congregazione dei Francescani dell’Immacolata.
Le argomentazioni del commissariamento sembravano riguardare solo il divieto ai frati di celebrare la messa secondo la forma straordinaria del rito romano antico di San Pio V, più noto come “Messa tridentina”.
Da allora i media si sono occupati spesso della vicenda. Critiche e, a volte, anche insulti sono stati rivolti al Commissario apostolico della Congregazione, padre Fidenzio Volpi e a padre Alfonso Bruno che, dal 5 settembre 2013, era stato nominato segretario generale dell’Istituto .
Seppure i quattro quinti dei Francescani dell’Immacolata avessero giurato fedeltà al Commissario indicato dal Pontefice alcuni organi di informazione hanno continuato a criticare il commissariamento dei Francescani dell’Immacolata. Padre Volpi e anche padre Bruno sono stati indicati come coloro che stavano operando una ingiustizia contro il fondatore e i suoi seguaci.
Ieri è giunta poi la notizia che la Guardia di Finanza di Avellino ha eseguito il sequestro preventivo di 59 fabbricati, 17 terreni, un impianto radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale, 102 autovetture, alcuni conti bancari, per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro, la cui proprietà è riferibile alle associazioni “Missione dell’Immacolata” e “Missione del Cuore Immacolato”.
Il sequestro fa seguito ad un ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, secondo cui i beni che appartenevano all’istituto religioso sarebbero passati nelle mani di persone e di associazioni esterne alla struttura religiosa.
Secondo il comunicato della Procura, “le articolate indagini sviluppate dalle Fiamme Gialle hanno permesso di svelare una serie di condotte fraudolente attuate da alcune persone operanti nell’ambito delle associazioni le quali, nonostante il commissariamento della congregazione dei Frati francescani dell’Immacolata, hanno proceduto alle modifiche degli statuti delle due associazioni allo scopo di mantenere il controllo sulle stesse ma anche e soprattutto sui loro cospicui patrimoni, così da impedire al commissario apostolico di esercitare le prerogative che gli statuti assicurano al governo dell’ordine religioso”.
Insomma, il patrimonio dell’Istituto è stato sottratto al controllo del commissario della Santa Sede. Tutti i beni sequestrati sono stati affidati in custodia giudiziale a padre Fidenzio Volpi, commissario apostolico che agisce per conto del Vaticano.
In merito all’accaduto, sul proprio sito, i Francescani dell’Immacolata hanno “ringraziato sentitamente l’Autorità Giudiziaria e i componenti della Guardia di Finanza di Avellino per la brillante operazione grazie alla quale i beni riferiti all’Istituto potranno essere ricondotti all’uso cui sono destinati: l’assistenza spirituale, le attività caritative e quelle missionarie, nel rispetto del nostro carisma originario”.
Il comunicato prosegue sottolineando che “la quantità e l’identità dei beni sequestrati ci era in gran parte sconosciuta, il che conferma i dubbi sulla trasparenza della loro gestione”. “L’azione svolta dalla Autorità Civile esprime e rafforza lo spirito di collaborazione, rivolta a perseguire il bene comune, con l’Autorità Ecclesiastica, ed è di buon auspicio per la concordia della nostra collettività. Da parte dei Frati Francescani dell’Immacolata sarà offerta la massima collaborazione alle indagini”.
Ai generosi benefattori che hanno dato loro sostegno, i Francescani dell’Immacolata assicurano “la preghiera e la profonda gratitudine: in questo momento teniamo a rassicurarli del fatto che quanto da essi donato ritroverà la destinazione che li ha motivati”.
Per evitare ogni ambiguità, il comunicato precisa infine che “qualora alcuni di essi abbiano riferito le loro donazioni ad una particolare figura di Religioso, ricordiamo che noi tutti siamo vincolati al Voto di Povertà individuale e collettivo, per cui i proventi della carità a noi conferita possono lecitamente essere destinati soltanto alle attività svolte dall’Istituto, in conformità con la normativa canonica sui Beni Ecclesiastici”.
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Finchè c’è poi Bergoglio (che con il suo quasi silenzio-assenso ha “benedetto” il commissariamento) è inutile meravigliarsi di chicchessia, quando poi anche quasi l’intero schieramento politico italiota ammira l’argentino, e stasera, la Biancofiore ha ammesso di adorare il Bergoglio…. altro che i soliti radicali e comunisti o post-comunisti papa-adulatori!