ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 19 marzo 2015

Evvài Georg..!

Parla padre Georg Gaenswein: “Vi racconto la mia vita con due Papi. E le lettere d’amore che ancora ricevo” – INTERVISTA ESCLUSIVA

La forza di Bergoglio. La salute di Ratzinger. E le tante lettere di misteriose spasimanti che ancora riceve. Padre Georg si racconta in una lunga intervista esclusiva, che Oggi pubblica sul numero in edicola

Monsignor Georg Gaenswein racconta la sua vita con due Papi. E lo fa in una lunga intervista esclusiva che ha concesso al settimanale Oggi in edicola. In cui, l’omo che vive accanto a Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, racconta dettagli inediti sulla vita in Vaticano di ratzinger e Bergoglio. Soffermandosi anche sulle lettere d’amore che continua a ricevere da misteriose spasimanti – FOTO ESCLUSIVE | LE LACRIME DI PADRE GEROG: VIDEO

“FRANCESCO SA SORPRENDERE” – «Con l’annuncio dell’Anno santo straordinario, Papa Francesco ha dato un’altra prova della sua capacità di sorprendere». Esordisce così monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia, impegnato da due anni accanto a Papa Francesco, e segretario di Benedetto XVI dal 2003, in un’intervista esclusiva al settimanale Oggi in edicola. L’arcivescovo parla dei primi due anni di pontificato di Bergoglio, della salute e delle giornate del Papa emerito, Joseph Ratzinger, e anche molto di sé: la scoperta della vocazione e il cammino sacerdotale, fatto anche di tentazioni.
LA RIFORMA DELLA CHIESA – Alla domanda su come sia il Papa visto da vicino, Georg Gänswein risponde: «La percezione personale e la percezione mediatica coincidono. Papa Francesco è una persona autentica: è come appare a chi lo guarda da lontano o in tv… Mi sorprende la sua capacità di lavoro: ha sempre tanti appuntamenti, udienze private e generali, incontri personali. E, a 78 anni, affronta tutto con una forza straordinaria». Sugli ostacoli nel suo cammino di riforma dice: «Certo, c’è chi magari non ha la sua stessa visione, ma non si può dire che Papa Francesco sia ostacolato o contrastato. La sfida della Chiesa missionaria rappresenta il filo conduttore del suo pontificato. Sulle questioni economiche e finanziarie e sulla riforma della Curia si sta lavorando, ma ci vuole pazienza e tempo. Una grande nave non può cambiare rotta in poco tempo, non è un piccolo battello».
FRANCESCO, NIENTE PELI SULLA LINGUA - Nell’intervista esclusiva al settimanale Oggi, monsignor Georg Gänswein dice, riguardo al linguaggio per immagini di Papa Francesco e ad alcune sue espressioni molto discusse, come il pugno a chi offende una madre o lo schiaffo al figlio: «Nel mondo anglosassone e tedesco si è creata una discussione accesa, anche un po’ esagerata. Bisogna contestualizzare le sue parole e inquadrarle nel suo stile comunicativo diretto, specialmente quando parla a braccio. Lui ama parlare in modo chiaro e aperto. Magari, dopo certe reazioni, che possono dipendere anche dalle diverse sensibilità di popoli e Paesi, potrebbe cambiare marcia. Magari metterà la terza, al posto della quarta».
“RATZINGER? STA BENE, HA OTTIMA MEMORIA” – Nell’intervista esclusiva al settimanale Oggi, monsignor Georg Gänswein parlando di Benedetto XVI, di cui è segretario dal 2003, ricorda di aver pianto quando il Papa emerito ha lasciato il Palazzo apostolico per Castel Gandolfo, dopo la rinuncia al pontificato. «Mi sono commosso. Non sono di pietra (VIDEO). Dopo otto anni passati lì come segretario, stavo vivendo un momento storico. Invece, Papa Benedetto era sereno. Quella sera del 28 febbraio, tutte le emozioni trattenute fino ad allora sono diventate lacrime», dice.
“LO ACCOMPAGNO NEI GIARDINI VATICANI” – Monsignor Georg Gänswein racconta anche la giornata di Benedetto XVI («Sta bene, per la sua età»), che ogni pomeriggio fa la sua passeggiata nei Giardini vaticani (FOTO ESCLUSIVE). «Lo accompagno di solito io. Recitiamo insieme il Rosario. Camminiamo una mezz’oretta. Papa Benedetto, che ha sempre avuto un passo svelto, adesso, su consiglio del medico, usa il girello durante la passeggiata e in casa il bastone. Le giornate cominciano sempre con la messa, e io concelebro con lui tutte le mattine. Durante il giorno prega, legge, studia, risponde alle tante lettere e, non raramente, la sera suona il pianoforte». E aggiunge: «Non si dedica più a scritti teologici o scientifici. Dice che, con i tre volumi su Gesù di Nazaret, ha concluso la sua opera teologica. Dice di non avere più le forze per scrivere. Nella santa messa della domenica tiene sempre un’omelia, senza appunti scritti. Ha un’ottima memoria».
“FRANCESCO, ESEMPLARE CON BENEDETTO” – Monsignor Georg Gänswein riflette anche sul suo ruolo, senza precedenti, di collaboratore di due Papi. «Ho cominciato questo percorso con grande fede, energia, ma anche un po’ di tremore. Ora, dopo due anni, è più facile. All’inizio ero più insicuro. Anche perché, in un primo momento, qualcuno non aveva ben accolto la presenza del Papa emerito in Vaticano. Poi l’atteggiamento accogliente di Papa Francesco verso Benedetto XVI è stato, ed è, esemplare. Tra i due c’è davvero un rapporto molto cordiale e rispettoso», dice.
“IO, RESPONSABILE DI VATILEAKS” – Ricordando lo scandalo Vatileaks e la rinuncia al pontificato di Ratzinger, l’arcivescovo spiega così il suo stato d’animo: «Umanamente è stato un periodo difficile, ho vissuto una delusione, mi sono sentito tradito. Ma la fiducia di Papa Benedetto nei miei confronti non è mai mancata. Io mi sono sentito, in un certo senso, responsabile per non aver vigilato in modo adeguato, per aver dato fiducia a chi non la meritava. Certo, anche tra gli apostoli c’è stato chi ha tradito. Ma quando ho capito che a farlo era stata una persona così vicina al Papa, sono rimasto molto scosso… Quando ci ripenso, sento fitte nel cuore».
“RICEVO ANCORA LETTERE D’AMORE” – Nell’intervista esclusiva a Oggi, monsignor Gänswein racconta di sé, della sua famiglia, del tifo per il Bayern Monaco che lo accompagna fin da bambino, del tennis che vuole tornare a praticare, delle escursioni in Abruzzo, delle letture che fa in tedesco, in italiano e latino. E confida: «Preferisco la musica classica. Ma mi piacciono anche le canzoni di Gianna Nannini, Eros Ramazzotti, Lucio Dalla». E sulle critiche che in passato aveva mosso a Fiorello e Crozza per le imitazioni di Ratzinger, spiega: «Ho esagerato, anzi sbagliato, in quel caso. La satira sana, sottolineo sana, svolge il suo ruolo. Certo, quando colpisce forte, può ferire e offendere. Questo va oltre e va evitato». Padre Georg non si sottrae neanche a una domanda sulle lettere d’amore che, si dice, ricevesse copiose: «Non succede più. Qualcuna. È capitato nei primi anni del mio impegno da segretario di Papa Benedetto. Gli anni passano per tutti».

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