Corti in Tv, Staglianò sulla Rete: i vescovi italiani “in uscita”
Anche per l’informazione ecclesiale online quella appena trascorsa è una settimana santa. I link a eventi, luoghi, temi della Passione sono infatti la maggioranza assoluta: prevalgono cioè su tutti gli altri argomenti, compreso l’altrimenti imbattibile “Papa quotidiano”.
Francesco peraltro contribuisce al risultato presiedendo, come è consuetudine, i riti del Triduo a Roma, tra i quali, grazie alla diretta televisiva, il primato mediatico va alla Via Crucis al Colosseo. Quest’anno meditata con le intense parole di monsignor Eugenio Corti, vescovo emerito di Novara (http://tinyurl.com/ke8pkcb), la cui prima “risonanza” dice: «Ancor più dei primi discepoli, siamo noi, o Gesù, a essere fragili nella fede».
È certo per l’attrazione che il culmine dell’anno liturgico continua a esercitare anche fuori dalla comunità cristiana (e dai media che abitualmente la raccontano) che, in questi stessi giorni, sulla Rete circola insistentemente il video di una vivace omelia di monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto, sebbene non legata alla Settimana santa ma a una Messa per le cresime (Scicli, 22 marzo: http://tinyurl.com/ml94wvn).
Non amo espressioni tipo “impazza sui social network”, ma dovrò pur dire che quel video gode, ad esempio sul sito del “Corriere della sera”, di una popolarità 14 volte maggiore della media. Perché il pastore canta e chiosa Noemi e Marco Mengoni, e motiva la sua scelta con queste parole: «Una canzonetta che il vescovo deve citare, per cominciare a parlare e a far capire le cose…».
Mi piace che le cronache della Settimana santa, per vie mediatiche del tutto diverse, dall’alto della Televisione, dal basso della Rete, ci raccontino di due vescovi italiani. Diversi (in carica / emerito, profondo nord / profondo sud, riservato / estroverso) eppure entrambi ben capaci di interpretare, con la propria personalità, i propri carismi, la propria scienza (sono entrambi ottimi teologi) e il proprio cuore, la domanda di papa Francesco. Ecco una Chiesa italiana «in uscita».
La Bibbia e l’omosessualità
dal Numero 12 del 22 marzo 2015
di Corrado Gnerre
dal Numero 12 del 22 marzo 2015
di Corrado Gnerre
L’uomo moderno vuole adattare senza limiti la Legge di Dio alla sua opinione personale; ignora forse, come avviene nel caso dell’omosessualità, le parole tanto chiare della Sacra Scrittura. Vediamo quali inequivocabili espressioni usa il Testo Sacro nei riguardi del peccato impuro contro natura.
Gente strana questi progressisti cattolici e cattolici progressisti (ovviamente le due categorie non coincidono). Sono pronti (soprattutto i cattolici progressisti) a rimproverare coloro che dimenticano la Bibbia, che non la citano, che pensano solo al Magistero. E non si limitano a questo, dicono che tutto sommato Lutero e seguaci, con l’affermazione secondo cui la Scrittura è l’unica fonte della Rivelazione, non avrebbero fatto altro che riscoprire ciò che il Cattolicesimo aveva ormai irrimediabilmente dimenticato. Ma quando la Scrittura afferma cose che mal si adattano a certe “conquiste civili” e al “politicamente corretto”, allora, per i progressisti cattolici e cattolici progressisti, questa stessa Scrittura è bene non citarla, a meno che non sia adeguatamente filtrata, aggiornata, decontestualizzata, demitizzata, ecc...
È il caso dell’omosessualità. La Bibbia è categorica: si tratta di un peccato abominevole, che grida vendetta da parte di Dio, che non può essere affatto tollerato, che merita l’inferno. Ma niente di niente. O non si citano certi passi, oppure si afferma che certe affermazioni sono inesorabilmente legate a vecchie e ormai superate mentalità.
Un furbo e sfacciato gioco che rende molto ideologico l’approccio con il Testo Sacro. “Ideologico” perché non ci conforma al Testo rivelato, bensì si pretende conformare la Bibbia al proprio pensiero e alle proprie “illuminate” convinzioni. Una Bibbia, insomma, a doppio uso: “fondamentale” quando si tratta di svilire l’importanza del Magistero, “relativa” quando afferma delle cose che non vanno a genio e che non sono funzionali al proprio pensiero.
Detto questo, vediamo allora cosa dice la Sacra Scrittura in tema di omosessualità. Solo qualche citazione:
- «Non accoppiarti con un maschio come si fa con una donna: è cosa abominevole. [...] Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Levitico 18,22 e 29).
- «Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con una donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13).
- «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!» (Isaia 3,9).
- «Disse dunque il Signore [ad Abramo]: “Il clamore delle colpe che mi giunge da Sodoma e da Gomorra è grande, e molto grave è il loro peccato” [...]. Poi quei due [Angeli] dissero a Lot: [...] “Fa uscire da questo luogo generi, figli e figlie e tutti i tuoi parenti che si trovano in questa città, perché noi siamo giunti per distruggerla: grande è infatti il clamore dei peccati che da essa si è innalzato verso il Signore, e il Signore ci ha inviati per distruggerla”. [...] Allora il Signore fece piovere dal cielo zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra, e distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti della città e ogni sorta di piante. [...] Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dove prima si era fermato davanti al Signore, e, volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la regione di quella pianura, vide che dalla terra si alzava un fuoco simile al fumo di una fornace» (Genesi 18,20; 19,12-13; 19,24-28).
- «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura in quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Romani 1,24-32).
- «Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti [...] erediteranno il Regno di Dio!» (1Corinzi 6,9-10).
- «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se liberò Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti, [...] il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2Pietro 2,6-9).
- «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Giuda 7).
È il caso dell’omosessualità. La Bibbia è categorica: si tratta di un peccato abominevole, che grida vendetta da parte di Dio, che non può essere affatto tollerato, che merita l’inferno. Ma niente di niente. O non si citano certi passi, oppure si afferma che certe affermazioni sono inesorabilmente legate a vecchie e ormai superate mentalità.
Un furbo e sfacciato gioco che rende molto ideologico l’approccio con il Testo Sacro. “Ideologico” perché non ci conforma al Testo rivelato, bensì si pretende conformare la Bibbia al proprio pensiero e alle proprie “illuminate” convinzioni. Una Bibbia, insomma, a doppio uso: “fondamentale” quando si tratta di svilire l’importanza del Magistero, “relativa” quando afferma delle cose che non vanno a genio e che non sono funzionali al proprio pensiero.
Detto questo, vediamo allora cosa dice la Sacra Scrittura in tema di omosessualità. Solo qualche citazione:
- «Non accoppiarti con un maschio come si fa con una donna: è cosa abominevole. [...] Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Levitico 18,22 e 29).
- «Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con una donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13).
- «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!» (Isaia 3,9).
- «Disse dunque il Signore [ad Abramo]: “Il clamore delle colpe che mi giunge da Sodoma e da Gomorra è grande, e molto grave è il loro peccato” [...]. Poi quei due [Angeli] dissero a Lot: [...] “Fa uscire da questo luogo generi, figli e figlie e tutti i tuoi parenti che si trovano in questa città, perché noi siamo giunti per distruggerla: grande è infatti il clamore dei peccati che da essa si è innalzato verso il Signore, e il Signore ci ha inviati per distruggerla”. [...] Allora il Signore fece piovere dal cielo zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra, e distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti della città e ogni sorta di piante. [...] Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dove prima si era fermato davanti al Signore, e, volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la regione di quella pianura, vide che dalla terra si alzava un fuoco simile al fumo di una fornace» (Genesi 18,20; 19,12-13; 19,24-28).
- «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura in quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Romani 1,24-32).
- «Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti [...] erediteranno il Regno di Dio!» (1Corinzi 6,9-10).
- «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se liberò Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti, [...] il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2Pietro 2,6-9).
- «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Giuda 7).
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