Se anche l’America si scopre meno cristiana (e soprattutto meno cattolica)
In crisi pure la "Bible Belt". Raddoppiano atei e agnostici, tengono induisti, musulmani ed ebrei
La chiesa di St Patrick a New York
Roma. Mai, prima d’ora, c’erano stati così pochi cristiani negli Stati Uniti, dove il prossimo settembre arriverà il Papa per la sua prima visita – Bergoglio non c’è mai stato neppure prima di ascendere al Soglio di Pietro – nell’America del nord. Premessa: le cifre sono ancora alte (il 71 per cento della popolazione si dichiara cattolico, protestante, ortodosso), ma in calo ormai costante.
Solo otto anni fa, ha rilevato il Pew Research, i cristiani erano il 79 per cento. Una “perdita” stimata in circa cinque milioni di adulti che semplicemente hanno smesso di credere in Dio. “La tendenza è grande, estesa e visibile ovunque”, ha spiegato Alan Cooperman, il direttore del centro di ricerche Pew sulle religioni. “Il declino sta prendendo piede in ogni regione del paese, inclusa la Bibble Belt”, il fortino di predicatori evangelici che tanto peso aveva anche nelle primarie repubblicane per decidere chi mandare alla Casa Bianca. E’ ora di buttare al macero le vecchie cartine che dividevano il paese a seconda delle confessioni religiose, capaci di spartirsi per secoli stati e comunità da est a ovest. Il sud bastione degli evangelici bianchi, il nordest culla dei cattolici, il midwest nido del resto dei protestanti, l’ovest appannaggio dei cosiddetti non affiliati: fotografia vecchia e sbiadita, a quanto pare. In Massachusetts, terra della apostolica romana dinastia dei Kennedy, i cattolici sono calati di dieci punti percentuali. Stesse cifre in Carolina del sud per gli evangelici, nonostante i canali televisivi e le trasmissioni radio inneggianti alla causa.
Il grafico del Pew Research Center che testimonia il calo dei cristiani negli Stati Uniti
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di Matteo Matzuzzi | 13 Maggio 2015
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