ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 14 maggio 2015

Iveleni dell'anima

Contro l'ideologia gender


Quest’articolo è nato dall’incontro con Pro Vita, un’associazione che promuove iniziative in difesa della famiglia naturale e della vita. Relatori dell’incontro: l’ambasciatore russo Alexey Komov, del Congresso Mondiale delle Famiglie presso l’ONU e Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita.
I movimenti religiosi tradizionalisti denunciano la natura demoniaca dell’ideologia gender, espressione di una concezione anarcoide e iconoclasta della libertà. Detta concezione nega le basi della civiltà umana, la famiglia naturale che da sempre garantisce la sopravvivenza biologica e culturale della nostra specie; e le leggi di natura, espressione della volontà divina (l’identità sessuale e la procreazione naturale). Questo è il vero volto della bestia dell’Apocalisse.
Satana non è omosessuale ma libertario e liberista, induce l’uomo a ribellarsi a ogni legge e limite, al fine di soddisfare i propri desideri e deliri di onnipotenza.
Il demonio ci sussurra nell’orecchio: «Dio non esiste, tu sei il vero Dio, tutto ti è permesso». «Vietato vietare» era lo slogan sessantottino che ha minato la base morale e politica della nostra società: aborto, eutanasia, ideologia di genere, manipolazioni del corredo genetico e mercificazione della gravidanza, liberalizzazione delle droghe, contestazione globale, uno sviluppo che devasta l’ambiente. Il neoliberismo applica all’economia questa concezione anarcoide e iconoclasta di libertà. Non esistono comunità e doveri sociali, ma solo individui che agiscono in funzione dei propri interessi e desideri, mossi da una mano invisibile che alla fine realizza il bene comune (la somma degli interessi e desideri individuali), il mercato è la divinità alla quale immolare le nostre esistenze.
Per famiglia naturale s’intende l’unione stabile di un uomo e di una donna, destinata alla procreazione e alla cura della prole. Aristotele insegna che la famiglia è la base della società umana, perché è la prima forma di comunità che l’uomo ha costituito per sopravvivere; seguono poi comunità più grandi, come la città e lo Stato. L’uomo è quindi un animale politico (zoon politikon) un essere “sociale” destinato a vivere in comunità.
Nella nostra società liberista e libertaria, la famiglia naturale è minacciata da condizioni socio - economiche e da modelli culturali ostili, che ne impediscono la formazione e la sopravvivenza: ideologia di genere, femminismo, consumismo, precarizzazione del lavoro, bassi salari, ritmi di vita incompatibili con le esigenze famigliari, taglio dei servizi pubblici (asili, assegni familiari, alloggi per le giovani coppie, ecc.).
L’ideologia di genere (in inglese gender) ideata dallo psichiatra americano John Money, sostiene che la famiglia naturale e l’identità sessuale non sono immutabili ma relative, possono essere modificate o ignorate, in base ai desideri del singolo o ai progetti di “ingegneria” sociale. Padre e madre sono parole prive di senso, esistono solo genitori A e B. Tutto questo è funzionale al progetto di omologazione imposto dalla globalizzazione, che mira a cancellare ogni forma d’identità e di spirito comunitario (nazionale, locale, religioso, politico, etnico, famigliare e sessuale) affinché i popoli divengano delle masse amorfe di produttori-consumatori facili da condizionare e da sottomettere.  Un popolo privo di valori, di tradizioni e di spirito comunitario, accetterà le mode, le idee e l’autorità di chi cercherà di sottometterlo e di condizionarlo. Indicativo è il caso degli abitanti della Val di Susa, che grazie al loro senso identitario hanno potuto organizzarsi e resistere alle pressione di chi voleva costruire la TAV Torino Lione. Stalin fece appello all’amor patrio del popolo russo, per respingere l’invasore tedesco; trasformò uno scontro ideologico in una guerra patriottica.
Nel nuovo ordine mondiale creato dalla globalizzazione, l’incubo orwelliano prende forma: gli Stati nazionali e i poteri locali sono sostituiti da organismi sovranazionali legati agli Stati Uniti (la superpotenza vincitrice della guerra fredda) gli unici soggetti idonei a governare un mondo globalizzato; i popoli sono formati da masse anonime di produttori-consumatori, atomi manipolabili nel comportamento e nei valori. Diafane creature: consumiste, asessuate, individualiste, competitive, apolitiche, atee, nomadi, drammaticamente sole.
Pierpaolo Pasolini, omosessuale e intellettuale di sinistra, già negli anni ‘70 denunciava in Scritti Corsari (1975) il processo di omologazione-degradazione creato dalla società dei consumi ed esteso dalla globalizzazione a livello planetario: «Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a "tempi nuovi", ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono divenuti in pochi anni (specie nel centro - sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta solo uscire per strada per capirlo». E continua: «Ho visto dunque con i miei sensi il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a un’irreversibile degradazione. Cosa che non era accaduta durante il fascismo, periodo in cui il comportamento era completamente dissociato dalla coscienza».
Il legame tra ideologia di genere e globalizzazione, si manifesta non solo a livello ideologico, ma anche a livello istituzionale. L’ideologia di genere, a vario titolo, è sostenuta dalle stesse lobby e istituzioni che appoggiano la globalizzazione: politici della sinistra progressista e della destra liberista (Cameron, Obama, Hollande, Renzi, Boldrini, Scalfarotto, Vendola, Garfagna, Hillary Clinton, ecc.) giornalisti, intellettuali e artisti di fama internazionale (da Madonna a Elton John) imprese multinazionali (Ikea, le imprese legate al cambiamento del sesso, alla procreazione artificiale e all’aborto farmaceutico - pillola del giorno dopo), gli esponenti dell’alta finanza (Gates, Soros, Rockfeller), le grandi fondazioni bancarie come Goldman Sachs e JP Morgan, il governo degli Stati Uniti attraverso le proprie ambasciate, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, la maggioranza dei parlamenti e dei governi dell’Unione Europea, il parlamento europeo e perfino l’Unicef.  Quest’ultima sostiene: «la messa in atto di leggi che certifichino il riconoscimento legale dei legami familiari dei genitori LGBT e dei loro figli».  A benedire le unioni omosessuali sono anche le chiese cristiane: valdese, metodista, battista, luterana e parte di quella anglicana. Contrarie a dette unioni sono la chiesa cattolica e quella ortodossa, la parte tradizionalista delle chiese protestanti, l’Islam, i movimenti e i partiti tradizionalisti e identitari.
Le organizzazioni LGBT e le istituzioni che sostengono l’ideologia di genere cercano di imporla attraverso una campagna d’indottrinamento e di censura. L’indottrinamento, prevede il controllo dei mass-media e un programma educativo rivolto a promuovere l’omosessualità nelle scuole. Al Liceo Giulio Cesare di Roma è stato dato da leggere ad adolescenti di seconda superiore il libro di Melania Mazzucco “Sei come sei” che descrive nei particolari (odori, sapori, sensazioni) un rapporto orale tra due ragazzi in uno spogliatoio. Oppure i libri distribuiti negli asili del Veneto, e poi tolti per la rivolta dei genitori, i titoli si commentano da soli, “E con Tango siamo in tre”, “Perché hai due mamme” e via dicendo.  Oggi, come nel ‘68, la scuola abiura alla funzione pedagogica per assumere quella ideologica.
La censura prevede l’introduzione del reato di omofobia e il boicottaggio delle opinioni contrarie al pensiero dominante. Il reato di omofobia punisce ogni atto di violenza e di discriminazione verso gli omosessuali e i transessuali, con pene che vanno dai sei mesi ai sei anni. Una norma che non è stata creata per tutelare gli omosessuali dalla violenza e dalle discriminazioni (a tale scopo basterebbe applicare il codice penale e l’articolo 3 della costituzione italiana che garantisce la parità dei cittadini); ma per soffocare ogni voce contraria all’ideologia di genere. Il reato di omofobia appartiene alla categoria dei reati di opinione. In Germania Eugene Martens ha scontato un giorno di prigione per essersi rifiutato di portare la figlia alle lezioni di genere. Oggi la pena è di un giorno, ma in futuro potrebbe essere di un anno, tutto dipenderà dalla forza delle lobby omosessuali.  Discorso analogo per le unioni di fatto, lo scopo di detto istituto è quello di introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso e non è quello di tutelare una relazione tra persone non sposate e non legate da vincolo parentale. Per quest’ultime basterebbe adattare l’istituto giuridico della procura alle loro esigenze relazionali. Infine, per porre fine allo squallido mercato degli uteri in affitto basterebbe rendere le adozioni più semplici, più rapide e meno costose.
La censura non si manifesta solo con la repressione, ma anche con l’esclusione. Ogni opinione contraria all’ideologia gender è definita “omofoba” e come tale va bandita dai mass media, dalle istituzioni scolastiche, dai circoli culturali, o boicottata sul mercato se si tratta di un’azienda (Barilla e Dolce e Gabbana).
Si fonda sull’indottrinamento e sulla censura il DDL Scalfarotto (vicepresidente del partito democratico) che prevede l’introduzione del reato di omofobia e dell’ideologia di genere nel nostro ordinamento. Considerazioni analoghe valgono per le direttive contenuta nella Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni sul sesso (2013-2015), voluta dall’ex ministro del Welfare (con delega alle Pari opportunità) Elsa Fornero.
Le politiche a favore dell’ideologia di genere sono promosse e coordinate dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimenti Integrazione e Pari Opportunità. L’UNAR si avvale della sola consulenza delle associazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Questa scelta esclude le famiglie degli alunni dai programmi scolastici e dimostra lo spirito totalitario della politica gender.
Si deve all’UNAR, la diffusione di una trilogia di manuali, dal titolo “Educare alla diversità” a scuola. Questi testi destinati alla scuola elementare, media inferiore e superiore, col pretesto di combattere le discriminazioni e promuovere l’educazione sessuale, indottrinano bambini e adolescenti: all’ideologia di genere, all’aborto, all’attività sessuale in età precoce.
La campagna d’indottrinamento e censura è preceduta dal vittimismo, la “cultura del piagnisteo”(Robert Hughes 1994). Le organizzazioni LGBT denunciano l’emergenza omofobia, frequenti atti di violenza e di discriminazioni a danno della comunità LGBT. I dati forniti dall’organismo interforze della Polizia di Stato e dei Carabinieri, l'OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) smentiscono l’emergenza; o la restringono all’ambiente della prostituzione, nel quale, sono spesso coinvolti i transessuali autori delle denunce. La relazione trasmessa al Parlamento dall'OSCAD, certifica che in più di tre anni di attività dell'osservatorio (settembre 2010 - dicembre 2013) sono pervenute all'OSCAD 83 segnalazioni relative ad atti di violenza e di discriminazione. Una media di 28 all'anno e un caso all'anno in media ogni 2 milioni di italiani.
Solo creando una presunta emergenza “omofobia” è possibile giustificare politiche e norme degne di un regime totalitario, come lo sono le nostre sedicenti “democrazie”. Governi, che per tutelare i propri interessi conducono guerre imperialiste camuffate da crociate umanitarie (Libia, Afghanistan, Iraq, Serbia, Siria e Ucraina); governi, che per coprire i disavanzi pubblici e di quelli delle banche private (frutto di politiche irresponsabili e criminali) impongono ai propri cittadini politiche di “lacrime” e di “sangue”, fondate sul taglio dei servizi pubblici, dei salari e delle pensioni, o sulla precarizzazione del lavoro.
Non dobbiamo odiare e discriminare gli omosessuali, hanno il diritto di vivere la loro vita come credono. Il nemico da combattere e da odiare è l’ideologia di genere e la canaglia giacobina che la sostiene, il loro distruttivo totalitarismo. Rendiamo onore agli omosessuali che rinnegano la follia gender. Cristiano Malgioglio, Dolce e Gabbana, sono omosessuali ma hanno condannato le adozioni gay, mentre molti eterosessuali le sostengono.
Negli incontri tenuti da Pro Vita, la presenza dell’ambasciatore Alexey Komov non è stata casuale. La Russia di Putin ha sfidato il nuovo ordine mondiale, imposto dagli Stati Uniti e dai loro vassalli europei. Una sfida che è geopolitica e ideologica: geopolitica, il rifiuto dell’egemonia atlantica (Kosovo, Ossezia del sud, Siria e Ucraina); ideologica, la difesa dei valori tradizionali (famiglia, patria e religione). Valori che il Presidente Putin ha sostenuto nel discorso tenuto a Valdai (Russia) il 24 ottobre 2014.
Putin difende l’identità cristiana: «In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) è nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apra una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale». Putin difende la famiglia naturale: «Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e anche sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di persone dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana.» Putin difende il valore dell’identità nazionale minacciato dalla globalizzazione: «Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli.». E continua: «La sovranità, indipendenza e integrità territoriale della Russia sono incondizionate. Qui ci sono “linee rosse” che a nessuno è permesso scavalcare.».
L’attuale governo russo sostiene i valori tradizionali in politica interna ed estera. In politica interna, vieta la propaganda omosessualista e l’aborto dopo le 12 settimane di gravidanza, dà sostegno materiale e psicologico alle donne per non costringerle ad abortire, assegna una somma di circa 10.000 dollari per il secondo figlio, concede terreni alle famiglie con più di tre figli, stanzia fondi per la costruzione di 30.000 chiese e seicento monasteri, combatte gli oligarchi mafiosi e filoccidentali.  In politica estera difende la sicurezza nazionale, minacciata dall’allargamento ad est della Nato (Ossezia del Sud ed Ucraina) e dall’islamizzazione del Caucaso.Putin non è un santo, ma uno statista razionale e consapevole del proprio ruolo. Ha ereditato una nazione prostrata da una profonda crisi politica, sociale ed economica; conseguenza del fallimento dell’ideologia comunista e della sciagurata presidenza di Boris Eltsin (1991 - 1998) un ubriacone che vendette il Paese agli oligarchi e agli interessi stranieri. Putin ha capito che una nazione non si fonda sul mercato, o su un concetto iconoclasta e anarcoide di libertà; ma sui valori tradizionali. Detti valori assicurano la rinascita nazionale e un futuro di pace e di prosperità.
L’accusa di omofobia mossa alla Russia da Stati Uniti ed Europa, è ipocrita e falsa: falsa, perché in Russia esistono centinaia di locali per omosessuali e nessuno è condannato per tale orientamento; ad essere vietata è la propaganda omosessuale tra i minori, dai gay pride, alle lezioni gender negli asili e nelle scuole. Ipocrita, perché diretta a colpire un Paese “nemico” e non a difendere i diritti degli omosessuali; non a caso tale “accusa” risparmia i Paesi mussulmani alleati dell’Occidente (Arabia Saudita, Pakistan e Qatar) che infliggono agli omosessuali pene detentive e corporali, compresa quella capitale.  Discorso analogo vale per il rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa che le citate nazioni quotidianamente calpestano. Se la Russia non è democratica, che cosa sono l’Arabia Saudita e il Qatar? Dispotiche teocrazie e Stati “canaglia” sostenitori del terrorismo islamico. Paesi che senza il petrolio e la protezione degli Stati Uniti tornerebbero allo stato originario: terra di capre e di cammelli, abitata da miserabili e ignoranti beduini.
La Tv russa ha dedicato un documentario all’ideologia di genere. Una serie d’interviste e di riflessioni (anche a carattere religioso) su tale fenomeno e sugli interessi che lo sostengono (il ruolo degli Stati Uniti e delle oligarchie politico - finanziarie). Il servizio è stato tradotto in italiano e diffuso tramite un DVD dal titolo: Sodom: La rivoluzione antropologica in atto.
I “diritti” degli omosessuali sono un’arma di “distrazione di massa”, che la casta usa per distogliere l’attenzione della gente dai reali problemi del Paese; solo così può sperare di sopravvivere alla propria inettitudine e corruzione. Infatti, le vere emergenze di una nazione non sono le ossessioni genitoriali delle lesbiche e dei sodomiti; ma la crisi economica, l’inefficienza della pubblica amministrazione, il precariato, la disoccupazione giovanile, la criminalità, il terrorismo islamista, salari e pensioni che non assicurano una vita dignitosa, lo scempio dell’ambiente e del patrimonio artistico, le “guerre umanitarie” che l’Occidente scatena per tutelare i propri interessi.
Dedico questo articolo a Dominique Venner, saggista e storico francese: «Insorgo contro i veleni dell'anima e contro gli invadenti desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà plurimillenaria».  Il suo suicidio, nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, il 21 maggio 2013, fu un atto di protesta contro l'introduzione nell'ordinamento francese del matrimonio omosessuale (legge “Taubira”). Non un atto di delirante omofobia come sostengono le persone ignoranti e in malafede. Venner nel matrimonio omosessuale vedeva il compimento del processo di disgregazione dell’identità europea. Onore a Dominique Venner, ultimo “samurai” d’Occidente morto per amore dell’Europa.
Giorgio Da Gai  

14 Maggio 2015

A Vienna arrivano i semafori ‘travestiti’ da gay friendl

  • SemaforoOrmai la propaganda Lgbt imperversa senza più argini e senza alcun ritegno: lo dimostra l’ultima “novità” – in ordine di tempo – introdotta in Austria. Potrebbe sembrare uno scherzo di pessimo gusto. Non lo è. Non è uno scherzo, intendiamo. Pur restando di pessimo gusto.
Di cosa si tratta? Di un centinaio – dicasi un centinaio – semafori “travestiti”. Li si trova a tutti gli incroci, in pieno centro e nella capitale, Vienna. Sono stati modificati, così da rappresentare due gay o due lesbiche, che si illuminano per segnalare se si possa attraversare o meno, al posto del tradizionale omino verde o rosso. Cuoricini compresi… Il tutto, a poche settimane dal Life Ball – evento di beneficenza contro l’Aids, 16 maggio – e dall’Eurovision Song Contest, che prevede tra l’altro il 22 maggio una giornata a tema dal titolo più che eloquente: «Conchita: Queen of Austria» con in programma un «Conchita Look-Alike Contest». Senza dimenticare la Regenbogenparade – in una parola, il Vienna Pride – in agenda per il 20 giugno.
La mascherata dei semafori gay friendly dovrà esser mantenuta pertanto sino a fine giugno. Tra i prevedibili consensi di media compiacenti e dei politici di regime à la page, che han fatto a gara per definire la trovata un esempio di grande «tolleranza». Unica eccezione, unica voce fuori dal coro quella dell’Fpö, il Partito della Libertà austriaco, che non ha esitato a bollare l’intera operazione come un caso di «delirio gender» da parte del Comune viennese, delirio oltre tutto pagato coi soldi dei contribuenti, come ha segnalato il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Costo, 63 mila euro.
  • Mauro Faverzani
http://www.nocristianofobia.org/a-vienna-arrivano-i-semafori-travestiti-da-gay-friendly/

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