VIVA IL CONCILIO ! E ABBASSO I LEFEBVRIANI ! di Antonio SOCCI
Cerco in questo periodo di focalizzarmi su temi più urgenti, ma troppo carino questo battibbecco tra la SANPIOX e SOCCI. Di Socci parlai qualche tempo fa,
evidenziando quelle lacune di un pensiero socciano fatto a buchi neri.
Tuttavia ha il grande merito di aiutare un po' tutti a prendere le
distanze da questo giornalista... e questa è cosa buona ed unisce tutti!
L'unica critica ad un articolo perfetto di don Luigi invece, è la sua data che segnerebbe una sorta di prima e dopo: 11 ottobre
1962. Io invece considero l'inizio del declino con i Patti Lateranensi: 11 febbraio 1929. Pio X è Santo un grande Santo ma non fu perfetto almeno nella salvaguardia della Tradizione Liturgica, così come Pio XII,
ma Pio XI ebbe il demerito di venire ad una "pace" che fu una presa in
giro che divenne dopo pochissimi anni calamento di braghe della Chiesa
Cattolica che la porterà alla sua totale sudditanza all'Impero
Occidentale.
Spero che Socci non prenda queste mie considerazioni come “fuoco amico nella schiena”. L’articolo di Libero di domenica 24 maggio u.s. è interessante, sin dal suo titolo piuttosto intrigante: «Mezzo secolo senza latino e la Chiesa è da rottamare» (cf. QUI il testo integrale dal blog di A. Socci).
Interessante. Spigolo qua e là: «…Si
avverte un cupo rumore di frana, come se una montagna - effetto
Bergoglio? - stesse venendo giù. […]. Della Chiesa Cattolica conosciuta
finora è minacciata perfino la sopravvivenza. C’è posto solo per una sua
ridicola parodia laicizzata […]. [Una Chiesa] che rinuncia al
proselitismo e al Dio cattolico […], che si scioglie nell’ecumenismo
massonizzato delle tante religioni, che si occupa del clima e della
spazzatura differenziata […]. La Chiesa che ha illuminato e vinto il
tenebroso mondo degli dèi e ha ribaltato la storia pagana e antiumana
[…] dei grandi santi, dei martiri, dei missionari […]».
Fin qui ci siamo.
Ma lo spirito umano non si accontenta di constatare dei fatti: è già qualcosa constatare,
e questo Socci lo fa a differenza di tanti altri che si foderano gli
occhi con spesse fette di prosciutto, e gliene diamo volentieri atto.
Però poi deve arrivare una diagnosi, o perlomeno un tentativo di dare un
ragionevole “perché” alla catastrofe constatata.
Invece Socci “toppa” clamorosamente:
«Però a liquidare la Chiesa non sono le persecuzioni, né l’odio
laicista, ma - come disse Paolo VI - è “l’autodemolizione” dall’interno.
La via del baratro fu imboccata non con il Concilio - come credono
certi lefebvriani - ma alla sua fine, esattamente 50 anni fa, con il
post-concilio».
E qui cadono le braccia, perché Socci
vorrebbe dire che dall’8 dicembre 1965 in poi è successo qualcosa che
non avrebbe nessun rapporto con i 16 documenti appena sfornati da quegli
uomini di Chiesa che hanno fatto il Concilio. Ma proprio niente. Come
dire post hoc, hoc; sed non propter hoc. Che tradotto in
soldoni significa: io metto la caffettiera sul fuoco e dopo 5 minuti c’è
il caffè; ma sia chiaro, non c’è nessun rapporto col fatto di aver
acceso il fuoco: solo dei lefebvriani ottusi e ancorati ad arcaiche
filosofie potrebbero pensare una cosa del genere. Succede così e basta:
si chiude il Concilio e poi avviene il finimondo. Tutto qui.
Caro Socci, me lo lasci dire: il problema non è Bergoglio. O meglio - diciamocelo - Bergoglio è un problema,
ma non è lui la causa. Egli sta semplicemente tirando le fila di quella
rete che i suoi predecessori (sì, caro Socci, anche Benedetto XVI)
hanno intessuto non dall’8 dicembre 1965 in poi, ma dall’11 ottobre
1962, quando Giovanni XXIII esordì nell’allocuzione di apertura del
Vaticano II dicendo che oramai non era più tempo di anatemi e di
condanne e che la dottrina cattolica è talmente bella ed amabile che si
sarebbe imposta da sola; da quando si buttò letteralmente nel cestino
tutto il lavoro preparatorio della Commissione che aveva elaborato gli
schemi dei documenti conciliari (fu l’inizio della “rivoluzione di
ottobre” della Chiesa) e tutto quello che venne dopo non fu che il
dipanarsi logico di quel colpo di mano, passando per il discorso di
Paolo VI alla chiusura del Concilio (7 dicembre 1965): «… La religione
del Dio che si fa uomo si è incontrata con la religione (perché tale è)
dell’uomo che si fa dio. Che cosa è avvenuto? Uno scontro? Una lotta? Un
anatema? Poteva essere, ma non è avvenuto […] Una simpatia immensa […].
Noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo»; passando per la riunione
di Assisi del 27 ottobre 1986 voluta da Giovanni Paolo II (già, anche
lui, Papa del Concilio), quando in nome «dell’ecumenismo massonizzato
delle tante religioni» (riconosce la citazione, Socci?) e della libertà
religiosa si permisero dei culti idolatrici nelle chiese di Assisi.
Allora si videro - e si fotografarono - statue di Budda sul tabernacolo e
frati francescani ricevere compunti la benedizione da uno sciamano
Pellerossa (è così che si ripara la barca della Chiesa? Siamo sicuri che
è così che si fa ritrovare la bussola della fede ai giovani, caro
Socci?). Ed infine - lo metto alla fine, ma è stato il primo effetto
bomba del primo documento conciliare - la demolizione della liturgia
della Chiesa introdotta dalla Sacrosantum Concilium, che dice che la redenzione si sarebbe realizzata praecipue (eminentemente) «nel mistero pasquale della passione, resurrezione e ascensione” di Cristo (Sacrosantum Concilium
n° 5) e quindi non prevalentemente dalla sua crocifissione, dal valore
che essa ha di sacrificio espiatorio (parola brutta, che dispiace tanto
ai Fratelli separati). Allora, basta altari rialzati, basta
crocifissi sanguinolenti, basta preti che parlano una lingua
incomprensibile e danno le spalle al popolo: d’ora in avanti il popolo
di Dio si riunisce «… in assemblea per ascoltare la parola di Dio e
partecipare alla eucaristia e così far memoria della Passione, della
Risurrezione e della Gloria del Signore Gesù e render grazie a Dio» (Sacrosantum Concilium 106). Date quelle premesse, non c’è da stupirsi se nel famigerato art. 7 dell’Institutio novi Messalis Romani
- che sarebbe la prefazione ufficiale del nuovo messale di Paolo VI del
1969, tuttora vigente - si legge: «La cena del Signore o Messa è la
santa assemblea o riunione del popolo di Dio che si raduna sotto la
presidenza del sacerdote per celebrare il memoriale del Signore».
Martino, che di cognome fa Lutero, sottoscriverebbe.
Se tanto mi dà tanto - direbbe qualcuno -
il risultato del referendum irlandese è la prova che il popolo di Dio
ha manifestato chiaramente di non essere più cattolico. E dicendo questo
non mi faccio la minima illusione che il popolo di Dio italiano lo sia
ancora. Anzi: proprio come quello irlandese, il popolo di Dio italiano è
quello che ha seguito più fedelmente le indicazioni dei suoi pastori.
Chi è che parlava di «autodemolizione»?
Ha ragione da vendere mons. Galantino:
«Quando la Chiesa era cattolica la Messa era in latino» (cf. articolo in
questione). Parole sante, eccellenza.
E SOCCI RISPONDE DA FACEBOOK
VIVA IL CONCILIO ! E ABBASSO I LEFEBVRIANI !
Oggi il sito ufficiale della Fraternità San Pio X (cioè i lefebvriani)
mi attacca. Con tutto quello che sta succedendo nella Chiesa attaccano
me. Mi pare interessante.
E non mi sorprende, anche perché da quell'ambiente vennero già i primi attacchi al mio libro "Non è Francesco".
Ho sempre ritenuto i lefebvriani l'altra faccia della medaglia dei cattoprogressisti: entrambi interpretano il Concilio Vaticano II come una rottura del cammino della Chiesa.
Entrambi, lefebvriani e cattoprogressisti, considerano Ratzinger e Wojtyla come i loro avversari perché questi due grandi papi hanno indicato la vera interpretazione del Concilio, come una riforma nella continuità.
Io sono un convintissimo sostenitore dell'ermeneutica dei due grandi papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che poi è l'ermeneutica della Chiesa Cattolica.
Ritengo cioè che il Concilio Vaticano II sia uno dei tanti Concili della Chiesa, DA LEGGERE DUNQUE DENTRO TUTTA LA SUA TRADIZIONE. Cosicché anche eventuali punti critici o espressioni che si prestano a interpretazioni sbagliate, trovano nel Magistero di sempre della Chiesa la loro giusta lettura.
I lefebvriani attaccarono il mio libro "Non è Francesco" perché iniziava col capitolo "Viva il Concilio". E anche oggi mi attaccano per un articolo dove affermo che la tragedia della Chiesa non è stata il Concilio, ma il postConcilio.
A questi signori rispondo con una sola, semplice domanda:
SE LA TRAGEDIA DELLA CHIESA E' RAPPRESENTATA DAL CONCILIO E DAI DOCUMENTI DEL CONCILIO, COME DICONO LORO, PERCHE' MONS. LEFEBVRE FIRMO' TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO STESSO?
Si attendono risposte.
Nel frattempo prendo atto che questi signori risultano particolarmente indulgenti con quanto accade sotto papa Bergoglio....
E' Benedetto XVI il loro vero avversario. E si capisce il perché.
Con Benedetto XVI la ricucitura con tutta la tradizione era compiuta e tante persone che sbagliando erano andati con i lefebvriani tornavano nel seno della Chiesa con tutto il cuore.
Bergoglio invece sta creando un enorme smarrimento e i lefebvriani pensano così di poter avere intere praterie da conquistare per ampliare il loro orticello...
Per questo sono così silenti nell'attuale dramma della Chiesa.
Dire oggi - come loro dicono - che "il problema non è Bergoglio", ma il problema sarebbe il Concilio di cui Bergoglio sarebbe solo la "conseguenza", significa legittimare quello che sta facendo l'attuale "vescovo di Roma" come frutto perfetto del Concilio Vaticano II. Cosa che non è affatto !!! Tutt'altro!
Con tali tesi i lefebvriani rappresentano di fatto il miglior supporto di papa Bergoglio. Complimenti!
In effetti non ci sarebbe da stupirsi di un accordo fra la S. Pio X e papa Bergoglio perché costui non richiederebbe affatto, a loro, l'adesione al Vaticano II. Entrambi lo ritengono superato.
E non avrebbero divergenze dottrinali come avevano con Benedetto XVI perché a papa Bergoglio della dottrina importa assai poco.
Così, in odio al Vaticano II, i lefebvriani stanno finendo per legittimare silenziosamente, il Concilio Vaticano III che Bergoglio sta realizzando.
Dimmi con chi vai.....
Antonio Socci
E non mi sorprende, anche perché da quell'ambiente vennero già i primi attacchi al mio libro "Non è Francesco".
Ho sempre ritenuto i lefebvriani l'altra faccia della medaglia dei cattoprogressisti: entrambi interpretano il Concilio Vaticano II come una rottura del cammino della Chiesa.
Entrambi, lefebvriani e cattoprogressisti, considerano Ratzinger e Wojtyla come i loro avversari perché questi due grandi papi hanno indicato la vera interpretazione del Concilio, come una riforma nella continuità.
Io sono un convintissimo sostenitore dell'ermeneutica dei due grandi papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che poi è l'ermeneutica della Chiesa Cattolica.
Ritengo cioè che il Concilio Vaticano II sia uno dei tanti Concili della Chiesa, DA LEGGERE DUNQUE DENTRO TUTTA LA SUA TRADIZIONE. Cosicché anche eventuali punti critici o espressioni che si prestano a interpretazioni sbagliate, trovano nel Magistero di sempre della Chiesa la loro giusta lettura.
I lefebvriani attaccarono il mio libro "Non è Francesco" perché iniziava col capitolo "Viva il Concilio". E anche oggi mi attaccano per un articolo dove affermo che la tragedia della Chiesa non è stata il Concilio, ma il postConcilio.
A questi signori rispondo con una sola, semplice domanda:
SE LA TRAGEDIA DELLA CHIESA E' RAPPRESENTATA DAL CONCILIO E DAI DOCUMENTI DEL CONCILIO, COME DICONO LORO, PERCHE' MONS. LEFEBVRE FIRMO' TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO STESSO?
Si attendono risposte.
Nel frattempo prendo atto che questi signori risultano particolarmente indulgenti con quanto accade sotto papa Bergoglio....
E' Benedetto XVI il loro vero avversario. E si capisce il perché.
Con Benedetto XVI la ricucitura con tutta la tradizione era compiuta e tante persone che sbagliando erano andati con i lefebvriani tornavano nel seno della Chiesa con tutto il cuore.
Bergoglio invece sta creando un enorme smarrimento e i lefebvriani pensano così di poter avere intere praterie da conquistare per ampliare il loro orticello...
Per questo sono così silenti nell'attuale dramma della Chiesa.
Dire oggi - come loro dicono - che "il problema non è Bergoglio", ma il problema sarebbe il Concilio di cui Bergoglio sarebbe solo la "conseguenza", significa legittimare quello che sta facendo l'attuale "vescovo di Roma" come frutto perfetto del Concilio Vaticano II. Cosa che non è affatto !!! Tutt'altro!
Con tali tesi i lefebvriani rappresentano di fatto il miglior supporto di papa Bergoglio. Complimenti!
In effetti non ci sarebbe da stupirsi di un accordo fra la S. Pio X e papa Bergoglio perché costui non richiederebbe affatto, a loro, l'adesione al Vaticano II. Entrambi lo ritengono superato.
E non avrebbero divergenze dottrinali come avevano con Benedetto XVI perché a papa Bergoglio della dottrina importa assai poco.
Così, in odio al Vaticano II, i lefebvriani stanno finendo per legittimare silenziosamente, il Concilio Vaticano III che Bergoglio sta realizzando.
Dimmi con chi vai.....
Antonio Socci
Il bravo Antonio Socci sta diventando nervoso ed aggresivo, dispiace doverlo rilevare. Il fato poi che tranci giudizi ma rifiuti di confrontarsi sui contenuti, su un "rispondo punto su punto" (richiamo qui il famoso scritto di San Pio X), limitandosi a demonizzare, fa vedere che non vuole assolutamente discutere sui contenuti del famigerato CV II, che per lui, come per i modernisti, è il nuovo e unico dogma, l'Ipse Dixit della Chiesa Cattolica, di fronte al quale due millenni di magistero cattolico non valgono un fico secco. Mi dispiace, caro Antonio, ma sta sbagliando di grosso. Glie lo dice uno che studia il modernismo da vari anni, e su questo si è documentato moltissimo. lei lo ha fatto per caso? ne dubito, altrimenti non vedo come potrebbe conciliare il "subsist in" con la necessità di pregare per il ritorno di scismatici ed eretici nel seno di santa Madre Chiesa; altrimenti non vedo come potrebbe accettare le enormità contenute in Nostra Aetate: ebrei, musulmani e cattolici adorano lo steso Dio? ma il nostro non è Cristianesimo? Non abbiamo solo noi la SS.ma Trinità? Non ci vuole una laurea in teologia per capire certe cose, caro Socci. E che dire poi dell'abbandono del concetto di Regno sociale di Cristo? della fissa sula libertà religiosa? di un ecumenismo suicida? di un "dialogo" sostituito all'evangelizzazione, al proselitismo, alla conversione di tutte le genti. Cristo non ci disse andate e dialogate, ma andate e convertite. Embè? e allora? donde viene la fissa del dialogo? dal CV II, ovviamente. No, caro Socci, il crollo è iniziato nel 1958 ed è proseguito nel 1962, 1963, 1965. Dopo è stato un "liberi tutti", fate pure i cxxxi vostri, questa è la verità. L'unica persecuzione è stata contro la FSSPX e l'I.M.B.C, o lo vuol forse negare? quella è il "piccolo resto", quella è la sola, vera Chiesa, tutto il resto è inganno. Con stima e rispetto umano, ovviamente.
RispondiEliminaProbabilmente Socci è in vacanza all' isola di Patmos assieme alla gatta Ipazia , e si sa, un colpo di sole oggi, un colpo di sole domani, e .......... jane
RispondiEliminaSocci vaga qua e là etilicamente, una testata qui, una ginocchiata là, un capitombolo, un rialzarsi trascinandosi su un appendiabiti, ubriaco di vino scadente delle Cantine Giussani & C. Non sai sé è più ridicolo o da compatire.
RispondiEliminaSE LA TRAGEDIA DELLA CHIESA E' RAPPRESENTATA DAL CONCILIO E DAI DOCUMENTI DEL CONCILIO, COME DICONO LORO, PERCHE' MONS. LEFEBVRE FIRMO' TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO STESSO?
RispondiEliminaSi attendono risposte.
Si prega il Sig Socci di leggere la risposta data dallo stesso Mons Lefebvre nel 1991.
RispondiEliminaNel 1991 Mons Lefebre passò a miglior vita (speriamolo per lui); è questa la risposta che fu data all'epoca?
EliminaO ce né un'altra? e si può conoscere attraverso un link su internet?
Evidentemente l'intervista l'ha data nel mese in cui era ancora in vita e stia sicuro che Mons Lefebre è tra Santi anche se la Chiesa non lo ha ancora canonizzato. Ecco il Link:http://www.unavox.it/Documenti/Doc0633_Intervista_Lefebvre_genn_1991.html
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