ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 9 maggio 2015

Chi sì e chi no..

Marcia per la vita, chi partecipa e perché alla quinta edizione


L’anno scorso, sempre nel mese di maggio, sono stati in quasi 40 mila quelli che hanno sfilato a Roma per la quarta “Marcia Nazionale per la vita”. Il corteo si chiuse in piazza San Pietro, dovePapa Francesco scese fra i partecipanti, marciò un po’ con loro e, con parole assolutamente non di circostanza, li incoraggiò a suo modo: «Andate avanti così: la vita va difesa sempre!».

Ora manca solo un giorno alla quinta edizione di questa kermesse che, nata in sordina nel 2011, partirà domani alle ore 14.00 da via della Conciliazione, per concludere il suo percorso nel centro storico di Roma, cioè a piazza della Bocca della Verità.


La prima “Marcia Nazionale per la vita” si svolse in Italia nel piccolo centro di Desenzano del Garda, in provincia di Verona, vedendo solo un centinaio di partecipanti, laici e religiosi e, fra quest’ultimi, una nutrita schiera dei Frati Francescani dell’Immacolata, allora guidati dal fondatore padre Stefano Manelli.

Nel sito ufficiale del “Comitato Marcia per la Vita”, si ribadiscono quelle che sono le finalità della manifestazione fin dalle origini, quando cioè a guidare il movimento vi erano, fra gli altri, i giornalisti pro life Francesco Agnoli e Mario Palmaro, cioè «testimoniare l’amore per  la vita, dal suo concepimento alla morte naturale, senza compromessi».

Sono annunciate presenze alla Marcia da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, in particolare con l’intervento dei maggiori rappresentanti delle organizzazioni per la difesa della vita e della famiglia dei maggiori Paesi d’Europa. Moltissimi anche i fedeli organizzati dalle parrocchie di Roma e d’Italia ma, assicurano i promotori, non pochi saranno anche i non credenti, accomunati con i pro life dal desiderio di affermare quei “principi non  negoziabili” che appartengono a tutti gli esseri umani.

Alla mobilitazione romana, dopo il clamoroso appoggio del Papa l’anno scorso, sono arrivate inedite e straordinarie adesioni dal mondo della Chiesa “ufficiale”, ormai determinata a muoversi a 360° gradi, affinché, come ha fatto notare monsignor Alain Castet, vescovo di Luçon, «il crimine non venga trasformato in diritto» (citazione di Mauro FaverzaniMarcia per la Vita, tutto pronto: incredibile consenso di adesioni e presenza sui media, in agenzia “Corrispondenza romana”, 9 maggio 2015). Oltre alla rinnovata presenza del patrono del sovrano militare Ordine di Malta, un “habitué” della manifestazione, Raymond Leo Burke, quest’anno abbondano quindi le (annunciate, vedremo se confermate) presenze di altri importanti cardinali come il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi Angelo Amato, il prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, cardinale Zenon Grocholewski e il prefetto della Congregazione per i vescovi cardinale Marc Ouellet. Poi dovrebbero anche esserci noti prelati europei come monsignor Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, monsignor Józef Michalik, vicepresidente della Conferenza episcopale europea e monsignor Mario Iceta Gavicagogeascoa, presidente della subcommissione episcopale per la Famiglia e la Difesa della vita spagnola.

Messaggi significativi sono giunti da vescovi impossibilitati a partecipare fisicamente ma del tutto favorevoli alla manifestazione, come ad esempio monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha rimarcato come «nell’Europa stanca e pigra vi sia bisogno di suscitare una profonda consapevolezza di questa verità. Il futuro del nostro Continente dovrà conoscere una rinnovata stagione di generosa apertura alla vita, perché l’Europa torni ad interpretare un ruolo importante nel panorama internazionale nei prossimi decenni» e monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, che ha evidenziato come la Marcia per la Vita per l’Italia e per il mondo cattolico, così tentato dal «minimalismo» e dall’evitare «responsabilità culturali e sociali», rappresenti «un suono di campane che invitano a vivere con il sacrificio e la letizia che il Signore Gesù dona sempre largamente a coloro che offrono la propria vita per Lui e per la Sua Chiesa». Anche l’arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi ha evidenziato nel suo scritto come anche questa V edizione della Marcia costituisca «un’iniziativa coraggiosa e profetica, che richiama tutti ad amare ed a rispettare la vita come la condizione per dare espressione vera ed autentica alla nostra umanità», ed anche l’arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie monsignor Giovan Battista Pichierri ha parlato della «valenza profetica» della manifestazione.

Molte le realtà associative presenti all’evento con le proprie bandiere, i propri slogan ed i propri striscioni. Tra queste, l’Istituto del Verbo Incarnato con circa 200 partecipanti, l’associazione “Famiglie Numerose”, i Giuristi per la Vita, l’Unitalsi, l’Ordine di Malta col Gran Priorato di Roma e naturalmente numerosi “Centri di Aiuto alla Vita”, fra i quali l’assiduo Cav di Roma “Palatino”, che ha sede proprio a 100 metri dal luogo in cui approderà verso le 16.00 la Marcia, cioè piazza della Bocca della Verità.

Molte le delegazioni estere che hanno organizzato pullman e viaggi aerei in comune, fra le quali quella guidata da John Smeaton, presidente della britannica Spuc, Society for the Protection of Unborn ChildrenMaria Medise, coordinatrice dell’inglese Voice of the Family, Colleen Bayerdella neozelandese Family Life International e molte altre sigle, da Irlanda, Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Malta, Croazia, Slovenia, Romania, Stati Uniti, Canada, Australia.

La V edizione della Marcia per la Vita vivrà un primo momento domenica alle ore 12 in piazza San Pietro per l’Angelus di papa Francesco, di cui è previsto un saluto ai partecipanti. Poi, alle ore 14, avrà ufficialmente inizio con la proposta di cinque testimonianze, che daranno il senso dell’iniziativa: quella di una giovane donna, aiutata a mantenere il proprio figlio dal Centro per la Vita di una parrocchia romana; poi quella di altre due giovani, che hanno abortito; quella di un giovane monaco americano, per raccontare dell’aborto di sua madre; infine, quella della giovane madre di un figlio malformato che volevano abortisse. Due fratelli, entrambi ventenni, presenteranno e spiegheranno inoltre una canzone da loro composta contro l’aborto. Il corteo partirà poi da via della Conciliazione-angolo via Traspontina, proseguirà per corso Vittorio Emanuele, piazza Venezia, Teatro di Marcello ed, infine, giungere alla Bocca della Verità. Qui, tutti i gruppi pro-life stranieri saranno sul palco assieme alla portavoce della Marica Virginia Coda Nunziante, che pronuncerà il discorso di chiusura.

Giuseppe Brienza
http://www.formiche.net/2015/05/09/marcia-la-vita-chi-partecipa-perche-alla-quinta-edizione/
saintdominic
Una premessa metodologica prima di tutto: Radio Spada è, per essenza e statuto, una casa editrice. A questa attività principale e caratterizzante ha affiancato un blog ancillare di informazione e cultura dove scrivono, ora membri della casa editrice, ora semplici collaboratori occasionali, ora amici cooptati: chiunque scrive lo fa a titolo personale, rappresentando la propria visione dei problemi e dell’attualità ecclesiale, significando maggiori o minori priorità, concentrandosi su questo o su quel problema. Radio Spada pubblica spesso comunicati di istituzioni religiose: anche questo lo fa per dovere di informazione, non disgiunto ovviamente da una totale o minore condivisione dei singoli contenuti da parte dei singoli membri di Radio Spada. Si chiama informazione, si chiama cultura, si chiama rendere conto della complessa abissalità della crisi che attraversa, travolge, strazia, tritura la nostra santa Chiesa cattolica.
Contrariamente all’anno scorso dove aveva dato un’ “adesione critica” (poi oggetto di correzioni e rettifiche in corso d’opera), quest’anno Radio Spada, molto più saggiamente, ha lasciato voce ad alcuni suoi membri ed amici che partecipano alla Marcia, senza però aderirvi ufficialmente né come blog, né come casa editrice. Ora lascia voce ad un altro suo membro che non solo non aderisce alla Marcia ma che aveva esposto, con altri, una lunga serie di critiche motivate sotto forma di “pubblica ammenda” (http://radiospada.org/2014/05/marcia-per-la-vita-ammenda-pubblica/).
Non mi addentrerò in questo breve pezzo sulle articolate polemiche che attraversano il mondo “pro-life” delle quali è molto più esperto di me l’amico avvocato Micaletti, né sui conflitti e gli antagonismi che lo caratterizzano (su cui con tanta passionalità scrisse l’anno scorso Roberto Dal Bosco su questo blog), nè sulle caratteristiche della marcia, elogiata l’anno scorso da Bergoglio come “ecumenica” addirittura dalla loggia vaticana, dalla quale spande e diffonde ora amenità, ora eresie. Voci amiche (e anche fidate) ci raccontano di un miglioramento della Marcia, di un maggiore consolidamento della sua identità cattolica: non mettiamo in dubbio la buona fede e una certa oggettività di queste affermazioni, né discutiamo la volonterosa dedizione di gran parte dei “marcianti”. La causa è infatti nobilissima, il delitto contro cui combatte uno dei più ignobili che la storia umana ricordi. Rimane però indiscusso il fatto che queste chiamate alle armi intorno al “diritto naturale”, a quelli che un tempo si chiamavano “valori non negoziabili” obliterano, occultano, accantonano la gravissima crisi dottrinale e d’autorità che attraversa la Chiesa, orba di veri e legittimi pastori, orba di confermatori nella Fede. Si brancola oggi nel buio e nel buio è difficile camminare, impossibile marciare: si cerca una bandiera, fosse anche uno straccio di bandiera, si seguono suoni vaghi (sperando non si tratti di pifferai magici o di trappole di cacciatori di frodo). Alcuni dei marcianti, ad esempio, brandiranno il santino di “san” Giovanni Paolo II, vero emblema eversivo del divorzio tra morale e dottrina cattolica, altri beleranno vicino al colonnato del Bernini, implorando non dico una benedizione ma almeno uno sguardo ammiccante del pirata argentino, altri marceranno per la controrivoluzione conservatrice, altri accarezzando sogni restaurativi di qualche grande o piccolo cesarismo novecentesco. Tanta buona volontà e confusione, amore per la vita innocente e piccoli e grandi disegni egemonici (l’egemonia delle macerie del cattolicesimo romano), prassismo e dottrine acattoliche: tutto questo rende e renderebbe impossibile la partecipazione di cattolici integrali a siffatte manifestazioni (pubbliche).
Lo si dica con buona pace di tutti: non esistono solo le “sentinelle in piedi” (cui va tanta umana solidarietà per gli attacchi e le violenze che ricevono) ma esistono soprattutto le “sentinelle della Dottrina”. Essi sono i fedeli “Domini canes” che, nel momento in cui l’ovile è invaso dai lupi ed il mercenario di turno, che tiene spalancate le porte, sorseggia matè in un angolo, devono gridare con forza e con costanza che la casa va a fuoco, il cattolicesimo romano si è via via trasformato in una brutta copia dell’anglicanesimo e via degenerando. Questi “Domini canes” che, in tempi tanto odiosi, portano su di sé il peso e l’onere tutto intero della crisi della Chiesa, circondati ora da ignari ora da complici della Rivoluzione, tendono a volta ad inselvatichirsi, ad abbaiare sempre e senza posa per denunziare gli errori vecchi e nuovi, ma essi sono assolutamente necessari per questi drammatici tempi in cui viviamo. Senza di loro sarà impossibile qualsiasi restaurazione della Chiesa. Come fa il cane da guardia, può abbaiare qualche volta a delle ombre vane ma assai più spesso si tratta di vecchi e nuovi ladri delle anime che si avanzano nella notte oscura seguita al 1965. Anche questo è il dovere dei cattolici integrali oggi: segnalare con un’assenza l’assoluta e verticale centralità del problema della Dottrina e dell’Autorità oggi, portare al centro, opportune e importune, quella Fede, senza la quale non si può piacere a Dio.
Anche nel rispetto franco e benevolo, pur nella polemica, di amici e conoscenti che facessero scelte diverse.

Piergiorgio Seveso
http://radiospada.org/2015/05/marcia-per-la-vita-unassenza-motivata/

Marcia per la Vita, tutto pronto: incredibile consenso di adesioni e presenza sui media

tuttiaroma(di Mauro Faverzani)Tutto è pronto. Mancano ormai poche ore al “via” ufficiale per la V edizione della Marcia nazionale per la Vita e la macchina organizzativa, ormai ampiamente collaudata, anche quest’anno è stata in grado di assicurare in termini di logistica e di servizi quanto necessario alle decine di migliaia di persone previste da tutta Italia e da tutto il mondo, soprattutto giovani, famiglie, figli, parrocchie, associazioni, convenuti tutti a Roma, per poter affermare, questa domenica, il diritto alla vita «senza compromessi», una mobilitazione importante affinché – come ha fatto notare mons. Alain Castet, Vescovo di Luçon -«il crimine non venga trasformato in diritto».
Oltre alla presenza, confermata, del Card. Raymond Leo Burke, anche quest’anno non sono mancate le adesioni da parte di numerosi prelati come il Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, il Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli. E poi ancora mons. Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca; mons. Józef Michalik, vicepresidente della Conferenza episcopale europea; mons. Mario Iceta Gavicagogeascoa, presidente della Subcommissione episcopale per la Famiglia e la Difesa della Vita spagnola; messaggi sono giunti da mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e da mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha rimarcato come «nell’Europa stanca e pigra vi sia bisogno di suscitare una profonda consapevolezza di questa verità. Il futuro del nostro Continente dovrà conoscere una rinnovata stagione di generosa apertura alla vita, perché l’Europa torni ad interpretare un ruolo importante nel panorama internazionale nei prossimi decenni». Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, ha evidenziato come la Marcia per la Vita per l’Italia e per il mondo cattolico, così tentato dal «minimalismo» e dall’evitare «responsabilità culturali e sociali», rappresenti «un suono di campane che invitano a vivere con il sacrificio e la letizia che il Signore Gesù dona sempre largamente a coloro che offrono la propria vita per Lui e per la Sua Chiesa». Anche l’Arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, ha evidenziato come si tratti «di un’iniziative coraggiosa e profetica, che richiama tutti ad amare ed a rispettare la vita come la condizione per dare espressione vera ed autentica alla nostra umanità». L’Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Giovan Battista Pichierri, ha parlato della «valenza profetica» della Marcia per la Vita. Adesioni sono giunte anche da prelati austriaci, danesi, francesi, inglesi, polacchi, portoghesi e spagnoli.
Tante anche le Diocesi, che – come Cremona, Brescia e Salerno, ad esempio – si sono mobilitate, organizzando pullman oppure sollecitando ed incoraggiando adesioni alla Marcia per la Vita: il Vescovo di Reggio Emilia, mons. Massimo Camisasca, ha invitato i propri fedeli a partecipare; lo stesso han fatto mons. Tommaso Ghirelli, Vescovo di Imola, e mons. António de Souza Braga, Vescovo di Angra. Molte le realtà aggregative presenti all’evento con le proprie bandiere, i propri slogan ed i propri striscioni. Tra queste, l’Istituto del Verbo Incarnato con circa 200 partecipanti, l’associazione “Famiglie Numerose” – che con un proprio comunicato ha sollecitato la presenza dei propri iscritti, per «essere in piazza a testimoniare l’intangibilità e l’indisponibilità della vita umana innocente, dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, condizione o compromesso» -: sono circa un’ottantina le associazioni ed i gruppi, che hanno aderito alla Marcia: Ginecologi, Ostetrici e Farmacisti cattolici, i Giuristi per la Vita, l’Unitalsi, l’Ordine di Malta col Gran Priorato di Roma, numerosi Centri di Aiuto alla Vita e molte altre ancora. Tra le delegazioni estere, segnaliamo quella guidata da John Smeaton, presidente della Society for the Protection of Unborn Children, Maria Medise, coordinatrice dell’ingleseVoice of the Family; Colleen Bayer della neozelandese Family Life International; e molte altre sigle, da Irlanda, Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Malta, Croazia, Slovenia, Romania, Stati Uniti, Canada, Australia. Dalla Spagna, da Barcellona in particolare, giunge un’intera scuola media cattolica; dalla Romania, un pullman di giovani protestanti, guidati da un sacerdote cattolico, con una propria banda, per accompagnare l’imponente manifestazione; due pullman pieni di ragazzi anche dalla Polonia, dalle diocesi di Stettino e di Cracovia.
Anche la grande stampa si è occupata dell’evento: il quotidiano dei Vescovi italiani, Avvenire, vi ha dedicato ampio spazio nell’inserto E’ Vita dello scorso 7 maggio, riportando anche le significative dichiarazioni di Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita, che ha evidenziato come le recenti risoluzioni approvate al Parlamento europeo, risoluzioni che presentano l’aborto come un «diritto per tutte le donne, ci portano verso derive culturali sempre più pericolose. C’è il tentativo di banalizzare sempre di più l’aborto, non si pensa più al dramma che ne consegue». L’agenzia di stampa italiana, l’Ansa, ha dedicato due lanci alla manifestazione, mentre altre agenzie – come Fidest ed Inform per gli Italiani all’estero -, quotidiani nazionali, periodici e giornali web se ne sono ampiamente occupati.
La V edizione della Marcia per la Vita vivrà un primo momento domenica alle ore 12 in piazza San Pietro per l’Angelus di papa Francesco, di cui è previsto un saluto ai tanti partecipanti. Poi, alle ore 14, avrà ufficialmente inizio con la proposta di cinque testimonianze, che daranno il senso dell’iniziativa: quella di una giovane donna, aiutata a mantenere il proprio figlio dal Centro per la Vita di una parrocchia romana; poi quella di altre due giovani, che hanno abortito; quella di un giovane monaco americano, per raccontare dell’aborto di sua madre; infine, quella della giovane madre di un figlio malformato: volevano che lei abortisse, invece lo ha fatto nascere e lo ha fatto subito battezzare, dopo cinque ore è morto. Due fratelli, entrambi ventenni, presenteranno e spiegheranno inoltre una canzone da loro composta contro l’aborto. Il corteo partirà poi da via della Conciliazione-angolo via Traspontina, proseguirà per corso Vittorio Emanuele, piazza Venezia, Teatro di Marcello ed, infine, giungere alla Bocca della Verità. Qui, tutti i gruppi pro-life stranieri saranno sul palco assieme alla dottoressa Virginia Coda Nunziante, che pronuncerà il discorso di chiusura. (di Mauro Faverzani)

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