"Perché nella mia Irlanda oggi è morta la democrazia"
Vittoria del sì nel referendum irlandese sulle nozze gay. "L’establishment politico e culturale ha distrutto il tessuto della società, chi come me si è opposto alla mentalità dominante è stato dipinto come un pazzo reazionario". Parla John Waters, scrittore anti conformista, giornalista ed ex columnist dell'Irish Times. Il silenzio dei "vescovi codardi" e la chiesa d'Irlanda diventata "inutile"
L'Irlanda è stato il primo paese al mondo a introdurre le nozze tra omosessuali per via referendaria (foto LaPresse)
ARTICOLI CORRELATI Irish coffee e matrimoni gay, una beffa Nessun dibattito sulle nozze gay in Irlanda Siamo tutti mamme irlandesiNella campagna per il referendum ha sperimentato il livore del pensiero unico, che lo ha accolto con le uova, i sassi, le minacce, ma anche con una più sottile e pervasiva campagna di intimidazione psicologica, quella che ha portato gli sparuti donatori della sua associazione First Families First a implorare che i loro nomi non uscissero pubblicamente. La chiama una “guerra civile mentale” e “un grottesco attacco alla libertà di espressione”, il ricatto di una minoranza che “impedisce a chi la pensa diversamente di esprimersi”. “I miei argomenti sono indicibili – continua Waters – e io non ho mai tirato fuori argomenti religiosi, ho cercato di usare un linguaggio e una linea argomentata puramente laica, spiegando che siamo di fronte a una violazione innanzitutto delle idee liberali, ma sono stato demonizzato. Avessi usato il vocabolario cattolico potrei capire che la cultura dominante ormai l’ha spazzato via, ma non l’ho fatto. Figurati che molti, specialmente i giovani, non sanno nemmeno che si trattava di una riforma della Costituzione, non di un semplice referendum, ma pensano sia un gesto di compassione nei confronti dei gay, si sono bevuti un sacco di balle”.
di Mattia Ferraresi | 23 Maggio 2015
http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/05/23/referendum-nozze-gay-john-waters-nella-mia-irlanda-oggi-morta-la-democrazia___1-v-129115-rubriche_c129.htm
L’Irlanda dice sì alle nozze gay. Il cardinale Cottier: ‘Paghiamo lo scandalo della pedofilia tra i preti’
PIÙ UNA REAZIONE che una convinzione. <Non si può capire la vittoria del sì alle nozze gay senza considerare lo scandalo della pedofilia nel clero che ha sconvolto la Chiesa irlandese. C'è stata una risposta della gente a quanto accaduto negli ultimi anni>. Parola del cardinale svizzero Georges Cottier, classe 1922, teologo della Prefettura della Casa pontificia sotto Wojtyla e Ratzinger, che interpreta così lo storico risultato del referendum in Irlanda sul matrimonio anche per gli omosessuali.
La cattolicissima Isola verde è il primo Paese al mondo in cui vengono varate le nozze gay con un referendum popolare. Uno choc?
<Più che altro una sorpresa. Vent'anni fa non ci sarebbe mai stato un risultato di questo tipo>.
Negli anni '90 in Irlanda l'omosessualità era ancora un reato.
<Il problema è lo scandalo della pedofilia da parte dei sacerdoti che ha segnato profondamente la popolazione. E non è stato gestito fin da subito in maniera adeguata>.
Resta la vittoria del sì nel referendum.
<È evidente che il giudizio non possa essere positivo. Un conto è l'accoglienza, il rispetto dell'identità di una persona, altro è il matrimonio che resta l'unione tra un uomo e una donna indissolubile, esclusiva e aperta alla procreazione>.
Non pensa che molti cattolici, specie i giovani, possano aver votato sì anche alla luce di quel 'chi sono io per giudicare un gay' pronunciato dal Papa?
<Evitiamo di isolare le frasi... Il giudizio di Francesco sull'omosessualità è più ampio. In quel passaggio lui voleva distinguere tra il comportamento in sé e la responsabilità personale del singolo>.
Molti omosessuali ancora non si sentono accolti dalla Chiesa.
<Il tema è all'ordine del giorno del prossimo Sinodo sulla famiglia, staremo a vedere che cosa si deciderà>.
Finora la linea aperturista è stata nettamente sconfitta.
<Ma quello era solo il Sinodo straordinario per fare il punto della situazione. La partita vera, le decisioni saranno prese a ottobre, nell'assise ordinaria>.
Giovanni Panettiere
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