Kiko ha qualche problema con la Trinità
Nostra traduzione di un articolo di Chuck White pubblicato su Thoughtful Catholic.
Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, italiano e professore di seminario neocatecumenale, insegnava ai candidati al diaconato permanente a Guam che «Gesù divenne un peccatore» e che «fece esperienza del perdono del Padre». Questo singolare insegnamento mi ha lanciato nella ricerca dei fondamenti di tale parodia negli insegnamenti del fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello.
Ho raccolto otto "dimostrazioni", prese dagli insegnamenti di Kiko, dai suoi scritti e dalla sua arte, che mi hanno portato a concludere che Kiko ha davvero qualche problema con la Trinità.
La dimostrazione I l'ho appena menzionata: è una lezione di un professore di seminario neocatecumenale inviato qui a Guam a insegnare ai seminaristi del Seminario Redemptoris Mater e ai candidati al diaconato della nostra Arcidiocesi. Furono le sorprendenti parole di questo professore che mi portarono ad investigare il credo di Kiko (o meglio, il suo non credere) nella Santa Trinità. Le dimostrazioni da II a IV sono icone dipinte da Kiko, e le dimostrazioni da V a VIII sono riferimenti alla Divina Trinità (riferimenti presenti o mancanti) tratti da insegnamenti di Kiko rintracciabili nei primi quattro volumi del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, cioè i testi catechetici che stabiliscono i primi quattro o cinque anni di percorso nel Cammino Neocatecumenale.
Queste dimostrazioni mi hanno convinto che Kiko preferisce ignorare la Santissima Trinità generalmente evitando qualsiasi menzione esplicita di questo aspetto fondamentale della nostra fede, sia nella sua arte che nel suo insegnamento. Per di più, perfino quando nei suoi insegnamenti tocca argomenti relativi alla Trinità ne mostra una comprensione deformata o addirittura eretica di questo dogma. Insomma, Kiko Argüello ha davvero qualche problema con la Trinità.
Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, un professore di seminario italiano, neocatecumenale, ha fatto una lezione ai candidati al diaconato permanente a Guam dicendo che “Gesù divenne un peccatore.” Più esattamente ha detto:
Riuscite
a notare le differenze? Che ne pensate del fatto che nelle antiche
icone orientali cristiane, la Santissima Trinità era spesso simboleggiata da tre raggi. Ma Kiko ha deliberatamente eliminato questo potente simbolo della Trinità dalla propria "icona", rimpiazzandolo con un singolo raggio, come potete vedere dall'ingrandimento dei rispettivi dettagli qui sotto:
Dimostrazione III
Rimpiazzare tre raggi con uno solo potrebbe sembrare una cosa innocua,
ma Kiko ha fatto lo stesso quando ha dipinto la sua "icona" del
Battesimo di Gesù (che nelle Chiese Orientali viene chiamata
“Teofania”). Confrontiamo la versione di Kiko con quella di due antiche icone orientali:
E per confronto, icone russe della Teofania:
Ingrandiamo i dettagli:
Kiko è propenso a eliminare il simbolismo trinitario tradizionale delle Chiese Orientali dalle proprie opere. Nel prossimo esempio lo vediamo in modo ancora più significativo.
Dimostrazione IV
Forse il più sorprendente abuso della simbologia trinitaria orientale si trova nel dipinto della Sacra Famiglia di Kiko.
È basato sull'icona della Trinità, di Andrej Rublëv, del quindicesimo
secolo. Eccole a confronto (anche qui, cliccare per ingrandire):
Per capire quanto il dipinto di Kiko sia una parodia assurda, vediamo anzitutto il simbolismo dell'icona di Rublëv
sulla destra. Anzitutto sappiamo che Rublëv basa la sua icona sul
racconto biblico di Abramo e dei tre Angeli alle Querce di Mamre (Genesi 18, 1-15). Nelle Chiese Orientali, tale icona è considerata il modello per tutte le icone della Trinità. Tutte
le figure hanno lo stesso volto, a significare che le Tre Persone della
Trinità possiedono la stessa natura divina. Tutte e tre vestono di
colore celeste, che rappresenta la divinità. Lo Spirito Santo, sulla
destra, veste anche verde, il colore tradizionale della vita, associato a
tale Persona della Trinità nelle Chiese Orientali. Cristo, al centro,
indossa anche un color rosso scuro, a significare la Sua Incarnazione,
mentre Dio Padre, la figura sulla sinistra, veste di un luccicante
porpora, a significare la Sua regalità. Dietro la figura di Dio Padre,
c'è la "casa" del Padre con molte stanze (cfr. Giovanni 14,2; «Nella casa del Padre mio vi sono molti posti...»).
Kiko elimina completamente tutto il simbolismo Trinitario tradizionale. Kiko spazza via la Trinità costruendoci sopra il proprio impianto. Ingrandiamo la scritta in alto:
Chi conosce il Cammino Neocatecumenale sa che “Comunità, Liturgia e
Parola” sono il “tripode” (nella terminologia di Kiko) sul quale il
Cammino è fondato. Ma il "tripode" di Kiko non è la Trinità: Dio è forse “liturgia”?
Dimostrazione V
La parola “Trinità” compare una sola volta nelle 427 pagine del Volume I del Direttorio Catechetico Neocatecumenale (Orientamenti per la fase di conversione). A pagina 202 del Mamotreto "Decimo giorno - celebrazione penitenziale" dice infatti:
Alla pagina 12 dello stesso volume Kiko dice:
Dimostrazione VI
Passando ad un'altra sezione del primo volume del suo Direttorio
Catechetico, vediamo Kiko spazzar via la Trinità in un modo
completamente diverso. A pagina 333 dice:
Dimostrazione VII
Dimostrazione VIII
Il termine “Trinità” è menzionato una sola volta nelle 110 pagine del terzo volume del Direttorio Catechetico di Kiko, il testo degli Orientamenti alle Equipes dei Catechisti per lo Shemà. Lo Shemà è un'altra fase del Cammino Neocatecumenale. Il termine Shemà,
che in ebraico significa "ascolta", indica la preghiera che si trova
nella Bibbia (Deuteronomio 6, 4-9): «Ascolta, Israele: il Signore è il
nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con
tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze...»
Kiko menziona la Trinità soltanto quando sta introducendo una canzone. A pagina 69, "Ammonizione al Cantico delle creature" Kiko dice:
KIKO HA PROBLEMI CON LA TRINITÀ
Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, italiano e professore di seminario neocatecumenale, insegnava ai candidati al diaconato permanente a Guam che «Gesù divenne un peccatore» e che «fece esperienza del perdono del Padre». Questo singolare insegnamento mi ha lanciato nella ricerca dei fondamenti di tale parodia negli insegnamenti del fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello.
Ho raccolto otto "dimostrazioni", prese dagli insegnamenti di Kiko, dai suoi scritti e dalla sua arte, che mi hanno portato a concludere che Kiko ha davvero qualche problema con la Trinità.
La dimostrazione I l'ho appena menzionata: è una lezione di un professore di seminario neocatecumenale inviato qui a Guam a insegnare ai seminaristi del Seminario Redemptoris Mater e ai candidati al diaconato della nostra Arcidiocesi. Furono le sorprendenti parole di questo professore che mi portarono ad investigare il credo di Kiko (o meglio, il suo non credere) nella Santa Trinità. Le dimostrazioni da II a IV sono icone dipinte da Kiko, e le dimostrazioni da V a VIII sono riferimenti alla Divina Trinità (riferimenti presenti o mancanti) tratti da insegnamenti di Kiko rintracciabili nei primi quattro volumi del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, cioè i testi catechetici che stabiliscono i primi quattro o cinque anni di percorso nel Cammino Neocatecumenale.
Queste dimostrazioni mi hanno convinto che Kiko preferisce ignorare la Santissima Trinità generalmente evitando qualsiasi menzione esplicita di questo aspetto fondamentale della nostra fede, sia nella sua arte che nel suo insegnamento. Per di più, perfino quando nei suoi insegnamenti tocca argomenti relativi alla Trinità ne mostra una comprensione deformata o addirittura eretica di questo dogma. Insomma, Kiko Argüello ha davvero qualche problema con la Trinità.
Dimostrazione I
Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, un professore di seminario italiano, neocatecumenale, ha fatto una lezione ai candidati al diaconato permanente a Guam dicendo che “Gesù divenne un peccatore.” Più esattamente ha detto:
“Gesù ha fatto esperienza del segno. Ha fatto esperienza dell'amore di Dio, il Padre. Ha fatto esperienza del perdono del Padre, poiché era un peccatore. È diventato un peccatore. Volontariamente, non per imposizione, perché era un peccatore, volontariamente peccatore.“
Non c'è molto spazio interpretativo in tali affermazioni, né c'è alcun
modo di negare che don Veraldi abbia inteso dire ciò che ha detto. Se
Gesù Cristo era un peccatore, allora certamente non era la Seconda
Persona della Santissima Trinità.
Si consideri l'icona di Kiko “L'Annunciazione”, riprodotta qui sotto,
sulla sinistra. Si può notare che Kiko copia molte caratteristiche dalle
icone delle Chiese Orientali.(nota: l'argomento è trattato più estesamente in questo articolo, che contiene la registrazione audio della viva voce di don Veraldi; le affermazioni citate avvengono verso la fine del primo minuto).
Dimostrazione II
Kiko (a sinistra) e icona della scuola di Novgorod (a destra, XV-XVI sec.) |
Dettaglio: Kiko: singolo "raggio" --- scuola di Novgorod: tre "raggi" |
Dimostrazione III
Kiko Argüello: Battesimo di Gesù |
E per confronto, icone russe della Teofania:
Ingrandiamo i dettagli:
A sinistra: singolo raggio (nero e storto) di Kiko Argüello. A destra: triplo raggio (trinitario) in due icone ortodosse. |
Kiko è propenso a eliminare il simbolismo trinitario tradizionale delle Chiese Orientali dalle proprie opere. Nel prossimo esempio lo vediamo in modo ancora più significativo.
Dimostrazione IV
A sinistra: la Sacra Famiglia di Kiko. A destra: la Trinità di Rublëv. |
Kiko elimina completamente tutto il simbolismo Trinitario tradizionale. Kiko spazza via la Trinità costruendoci sopra il proprio impianto. Ingrandiamo la scritta in alto:
"Dio è comunità, liturgia, parola" |
Dimostrazione V
«Tutto questo l'ha compiuto in Gesù, dato che Lui, fratelli, è entrato veramente con la natura umana nella divinità, nella Trinità. Ha raggiunto la trascendenza, è stato risuscitato da Dio ed è entrato nella Terra Promessa».Dunque Gesù sarebbe «entrato veramente con la natura umana nella divinità» ed avrebbe «raggiunto la trascendenza»... ma Gesù non era la seconda Persona della Santissima Trinità e trascendente prima della Sua Incarnazione? Kiko non lo specifica, poiché non menzionerà più la Trinità nella sua esposizione.
Alla pagina 12 dello stesso volume Kiko dice:
«...Era un uomo come noi e Dio stava agendo in lui, facendo segni perchè fosse manifesto che egli era l'Inviato di Dio, l'Eletto di Dio. Perchè ogni profeta in Israele deve dimostrare che viene da parte di Dio; se no, è un falso profeta. E lo dimostra con fatti, facendo miracoli e proferendo parole che si compiono. Il padre doveva compiere opere in lui per confermare che era suo inviato, unto da Dio con lo Spirito Santo per realizzare la sua missione.»Per Kiko, dunque, i miracoli di Cristo erano opera del Padre che agiva in Lui, e non venivano dalla natura divina di Cristo.
Dimostrazione VI
«Forse che Dio ha bisogno del Sangue del Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di Suo Figlio alla maniera degli dèi pagani. Per questo gli atei dicevano: Che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro Suo Figlio nella croce?... E chi poteva rispondere?... Le razionalizzazioni sull'Eucarestia ci avevano condotto a queste deformazioni. Ma le cose non stanno così».Qui Kiko tenta di negare l'elemento sacrificale della morte di Gesù, utilizzando un argomento "fantoccio", cioè un argomento che ignori la dinamica della Trinità.
(nota: nelle edizioni successive, i Mamotreti Segreti hanno aggiunto qualche sfumatura del tipo: «Certe razionalizzazioni giuridiche grossolane della teologia...» ma la Trinità è spazzata via ugualmente).Questa presentazione ignora completamente la dinamica della Trinità escludendo la possibilità che Gesù sia contemporaneamente il sacerdote (colui che offre il sacrificio) e la vittima del sacrificio stesso, e che il Suo sacrificio sulla croce era un'offerta di sé, offerta fatta nella fornace ardente d'amore che è la Santissima Trinità. Questo punto è meglio spiegato in un altro articolo.
Dimostrazione VII
Kiko non utilizza mai la parola “Trinità” nel secondo volume di 160 pagine del Direttorio Catechetico, che è dedicato alla Convivenza per il Primo Scrutinio,
"scrutinio" che marca la seconda fase del Cammino Neocatecumenale. Ed
ugualmente non cita mai la Trinità nel quarto volume di 226 pagine,
dedicato alla Convivenza per il Secondo Scrutinio.
Posso immaginare che qualcuno voglia rispondere: «oh, ma la parola "trinità" non è menzionata nemmeno una volta in tutta la Bibbia!» Rispondo
che la Chiesa ha celebrato ventuno Concili Ecumenici dopo che è stato
scritto l'ultimo libro del Nuovo Testamento, e molti di quei Concili
hanno discusso e chiarito la verità rivelata sulla Santissima Trinità.
Non siamo più una Chiesa bambina, una Chiesa coi pannolini. La verità
sulla Trinità è effettivamente parte della Buona Novella, il Kerygma.
Dimostrazione VIII
Kiko menziona la Trinità soltanto quando sta introducendo una canzone. A pagina 69, "Ammonizione al Cantico delle creature" Kiko dice:
Questi tre giovani, che cantano e lodano il Signore insieme a tutta la creazione, vengono rappresentati molte volte in dipinti delle catacombe, perché nella Chiesa primitiva questi tre giovani erano un'immagine, che esprimeva quello che è la Chiesa. Il numero tre è simbolo della Trinità di Dio, è simbolo della comunità, è simbolo della Chiesa. Questi tre giovani, che lodano Dio con le mani alzate in mezzo al fuoco sono l'immagine della Chiesa in mezzo al mondo.Tutto qui. "Il numero tre è simbolo della Trinità di Dio". Non ci sta dicendo nulla che non sappiamo già sulla Trinità. Infatti Kiko sta evidenziando in questo passaggio la comunità, non Dio.
(fonte articolo: Kiko's trouble with the Trinity)
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