ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 17 giugno 2015

«La Madonna gli ha già schiacciato la testa»

La profezia di Suor Lucia: «Lo scontro finale

tra Dio e Satana è su famiglia e vita»

La veggente di Fatima lo ha scritto al cardinale Carlo Caffarra. «La Madonna gli ha già schiacciato la testa»


Dio contro Satana: l'ultima battaglia, «lo scontro finale», sarà sulla famiglia e sulla vita. La profezia è di suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima di cui il 13 febbraio scorso è cominciato il processo di beatificazione. 
LA LETTERA A LUCIA
A raccontarla è il cardinale Carlo Caffarra in un'intervista concessa a La Voce di Padre Pio (marzo 2015). Il porporato ebbe da Giovanni Paolo II l’incarico di ideare e fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia, di cui oggi è professore emerito. «All’inizio di questo lavoro - spiega Caffarra - ho scritto a suor Lucia di Fatima, attraverso il vescovo perché direttamente non si poteva fare. Inspiegabilmente, benché non mi attendessi una risposta, perché chiedevo solo preghiere, mi arrivò dopo pochi giorni una lunghissima lettera autografa – ora negli archivi dell’Istituto». 

LA RISPOSTA DELLA SUORA
In quella lettera di Suor Lucia è scritto che lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. «Non abbia paura, aggiungeva, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo».

LA COLONNA PORTANTE DELLA CREAZIONE
La suora di Fatima sosteneva che la Madonna ha già «schiacciato» la testa a Satana. «Si avvertiva - prosegue il porporato - anche parlando con Giovanni Paolo II, che questo era il nodo, perché si toccava la colonna portante della creazione, la verità del rapporto fra l’uomo e la donna e fra le generazioni. Se si tocca la colonna portante crolla tutto l’edificio, e questo adesso noi lo vediamo, perché siamo a questo punto, e sappiamo». 

sources: ALETEIA 


Chi non capisce che c'è un'aggressione contro la famiglia
di Riccardo Cascioli
Sia chiaro, andare sabato 20 giugno a Roma per la manifestazione per la famiglia non è un dogma di fede né da questo gesto ci si deve aspettare la salvezza. Ma è una possibilità che è data al nostro popolo per testimoniare l’esistenza e la bellezza della famiglia naturale mentre ci sono potenti forze politiche e culturali che vorrebbero eliminarla. Per questo abbiamo invocato da molti mesi un’occasione del genere, ringraziamo quanti si sono mobilitati perché si potesse realizzare (pur tra mille ostacoli non escluso il fuoco amico), sosteniamo con convinzione la partecipazione.
Nello stesso tempo rispettiamo quanti decidono altrimenti, anche se non possiamo restare indifferenti alle motivazioni che vengono addotte e sulle quali è anche importante confrontarsi. C’è chi, ad esempio, come il Forum delle Associazioni Familiari, pur condividendo gli obiettivi e guardando con simpatia all’iniziativa, parla di «scelte strategiche differenti». Certo, se queste strategie fossero anche esplicitate aiuterebbe tutti a partecipare, invece che lasciare la sensazione di un «vorrei ma non posso» che risente delle divisioni nell’episcopato italiano che pilota il Forum.
E a proposito di episcopato italiano, in diversi si fanno scudo delle parole del segretario della Conferenza episcopale (Cei), monsignor Nunzio Galantino, che in un’intervista al Corriere della Sera (25 maggio) ha invocato il dialogo e condannato il muro contro muro. Pur tralasciando il fatto che quello di segretario generale della Cei è un ruolo esecutivo che non prevede iniziative di indirizzo “politico”, è interessante riprendere alcuni passaggi del suo intervento, perché sono rivelatori di una certa impostazione. Dice dunque monsignor Galantino: 
«Il problema è la ricerca della verità su ciò che riguarda l’uomo. Un cristiano che si mette “contro” qualcuno o qualcosa già sbaglia il passo. Io sogno il momento in cui tutto ciò che riguarda la persona, sia come singolo sia come realtà sociale, venga affrontato al netto di ogni ideologia, interesse, colore partitico. Ci vuole la serenità del confronto, mettere da parte le passioni eccessive per fare il bene di tutti. E se questo non lo favorisce uno Stato, un governo, chi altri deve farlo? Io chiedo ci sia un tavolo nel quale incontrare e non scontrarsi... Non si tratta di fare a chi grida di più, i “pasdaran” delle due parti si escludono da sé. Ci vuole un confronto tra gente che vuole bene a tutti».
Si tratta di affermazioni che suonano bene, ma in realtà a un esame più attento rivelano tutt’altro. Anzitutto perché saltano il dato fondamentale, cioè la realtà su cui ancora ieri è tornato papa Francesco: è in atto una vera e propria aggressione, “colonizzazione ideologica” la chiama il Papa, che ha preso di mira soprattutto la scuola fin dalla materna e sta distruggendo la società. E ci sono tre leggi che il Parlamento si appresta a varare che imporranno il matrimonio omosessuale (con annessa adozione), l’insegnamento dell’ideologia di genere nelle scuole, l’impossibilità di anche solo affermare che l’unica famiglia è quella naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Questa è la realtà: ci sono degli aggressori, e c’è un popolo che è aggredito. È da questo dato che si deve partire.
Sentite bene le parole che il Papa ha pronunciato ieri: «I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia: si deve agire contro questo». 
«Si deve agire contro questo», ha detto il Papa. Contro l’ideologia del gender, se non fosse chiaro. Bisogna agire. Ma per monsignor Galantino «un cristiano che si mette contro qualcosa già sbaglia il passo» e impone ad associazioni e movimenti che è in grado di ricattare a starsene fermi. Stai a vedere allora che per il segretario della Cei anche il Papa non parla da cristiano. Ma forse neanche Gesù, visto che spesso e volentieri si scontrava con scribi e farisei, parlava “contro” di loro. Perché se uno è per qualcosa o qualcuno necessariamente la difenderà in caso di attacco o aggressione.
È proprio perché siamo per la famiglia e per la difesa dei figli che ci mobilitiamo contro l’aggressore, che nella fattispecie assume le sembianze di alcuni progetti di legge. Forse che il Family Day del 2007 non fu convocato per fermare i Di.Co. di Bindiana memoria? C’è la casa che brucia ma mons. Galantino e chi gli va dietro invece di darsi da fare con i secchi pretendono che si convochi il tavolo con la Protezione civile, il Consiglio di circoscrizione e magari l’assemblea di condominio per parlare del valore del fuoco.
E poi il tavolo intorno a cui incontrarsi per ricercare la verità sull’uomo. Un campo neutro dove si dovrebbe accedere spogliandosi delle proprie ideologie, interessi, appartenenze varie e anche delle passioni eccessive. Ovviamente escludendo i pasdaran, quelli che quando si parla del senso della vita e del futuro dei propri figli non riescono proprio – chissà perché – a parlare con distacco. Sorge spontanea una domanda: chi sarebbero gli interlocutori che monsignor Galantino immagina, con cui intavolare una bella tavola rotonda sulla verità dell’uomo?  Renzi che ha detto che con le unioni civili dobbiamo fare in fretta per stare al passo con l’Europa dei diritti civili? Scalfarotto che vorrebbe chiudere la bocca a tutti quelli che non gridano “gay è bello”? L’Arcigay che si batte per impedire a qualche centinaio di persone di trovarsi in piazza a leggere silenziosamente un libro per un’ora? Insomma, chi sarebbero nella situazione attuale gli invitati alla tavola di Galantino e soci? O meglio, con chi stanno già dialogando al punto che una manifestazione festosa per testimoniare la bellezza della famiglia rovinerebbe questo clima idilliaco di incontro?
In ogni caso se mai questo tavolo si dovesse fare dico fin da subito che non mi sento rappresentato da monsignor Galantino, che va in tv a sostenere il dovere dello Stato a regolare le convivenze omosessuali (ma ovviamente la famiglia è un’altra cosa). È anche il contrario di quel che i vescovi italiani hanno messo nero su bianco nel 2007:
«…Riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo. Quale che sia l’intenzione di chi propone questa scelta, l’effetto sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia.
… Un problema ancor più grave sarebbe rappresentato dalla legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perché, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile».
Anche il direttore di Avvenire, il quotidiano della Cei, sta sostenendo con forza soluzioni in evidente contrasto con le indicazioni dei vescovi del 2007, mai ufficialmente sconfessate e comunque in sintonia con il Magistero. Per Marco Tarquinio non sarebbe giusto riconoscere le convivenze eterosessuali (perché se vogliono hanno già il matrimonio) ma sarebbe invece utile regolare quelle omosessuali, anche «per aumentare il tasso di solidarietà» (clicca qui)
Questi signori parlano come se di convivenze e unioni civili si cominciasse a dibattere oggi per la prima volta e spettasse a loro trovare la soluzione più intelligente. Ma visto che, violenti o nolenti, questi signori rappresentano la Chiesa italiana, quando contraddicono così palesemente ciò che è già stato stabilito e risolto dovrebbero almeno avvertire il pubblico che li ascolta, per quanto poco esso sia. Almeno un po’ di onestà.

Cattolici allo sbando  

La manifestazione del 20 giugno a Roma, che tuttora è difficile capire con che scopo preciso sia fatta, non è che l’ultimo di una serie di eventi che vedono un mondo cattolico timidamente balbettante, ansioso di essere accettato dal mondo e del tutto dimentico dell’apostolato.

di Paolo Deotto
.
zzzzcnfsnDella manifestazione del 20 giugno a Roma hanno ampiamente e chiaramente parlato le nostre Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani (clicca qui – qui – qui – qui) e il prof. Roberto de Mattei (clicca qui). In una circolare di Comunione Tradizionale e Riscossa Cristiana abbiamo ribadito i motivi per cui non partecipiamo alla manifestazione (clicca qui). Non voglio quindi tediare i lettori tornando su argomenti già trattati.
Vorrei piuttosto richiamare l’attenzione sul vortice in cui sembra ormai immerso il mondo cattolico, gerarchia in testa, una sorta di nastro di Moebius da cui è impossibile uscire. Il vortice può avere il nome di dialogo, o di confronto, o può consistere nel recente invito a “fare ponti e non muri”, ma il risultato è sempre lo stesso, il messaggio che ne scaturisce è sempre e solo uno: “sia ben chiaro che, chiunque tu sia, qualsiasi cosa tu faccia, io non voglio assolutamente convertirti. Sono qui per un civile e democratico confronto”.
È questo un garbato comportamento, senza dubbio molto bello per un incontro sindacale, per un dibattito politico, o per una di quelle tavole rotonde più o meno pseudo-culturali con cui si può riempire un paio d’ore di una trasmissione televisiva. Ma che c’entra la Chiesa Cattolica con tutto ciò?
Mi rendo conto che non sto scoprendo nulla di nuovo, perché l’ansia del “dialogo” pervade da decenni la Chiesa, ma ormai questa ansia è arrivata a livelli frenetici e non perde occasione per palesarsi. Senza dubbio il “dialogo” è la chiave falsa con cui tanti, troppi, cialtroni si costruiscono il loro posto al sole, procurandosi posizioni di rilievo con il loro comportamento “politicamente corretto”. Se il danno fosse tutto qui, potremmo anche fregarcene. Ma purtroppo la confusione mentale, strumentale per i cialtroni, si trasmette dovunque, viene imposta come nuovo dogma, sicché il comune fedele ormai riceve messaggi di una tale chiarezza per cui – ne parla proprio oggi Alessandro Gnocchi nella rubrica “Fuori moda” – capita anche che gli scout “cattolici” dell’Agesci vadano in piazza San Pietro nel mattino di sabato 13 giugno, e nel pomeriggio si trasferiscano al Gay Pride, ad applaudire la “festa di libertà”.
Capitano anche altre cose molto interessanti. Su la Bussola leggiamo un comunicato di Comunione e Liberazione (clicca qui ) con cui questo movimento spiega che non parteciperà alla manifestazione del 20 giugno a Roma, ma non per le ragioni da noi esposte, bensì perché, facendo sue le preziose indicazioni di Mons. Galantino, teme le contrapposizioni, che sono di ostacolo al fenomenale “dialogo”. Sono le stesse contrapposizioni che, va ricordato, gli organizzatori della manifestazione del 20 giugno avevano peraltro escluso, perché, come ha chiarito il portavoce Massimo Gandolfini, la manifestazione non è contro nessuno. Nessuno.
Ergo, gli organizzatori del “Family Day” del 20 giugno, che però non è più “Family Day” (né si capisce più cosa sia) e i responsabili di Comunione e Liberazione hanno comunque la stessa preoccupazione, brillantemente espressa da un faro di saggezza come Mons. Galantino: “il problema è la ricerca della verità su ciò che riguarda l’uomo. Un cristiano che si mette “contro” qualcuno o qualcosa già sbaglia il passo. A me piacerebbe un tavolo sul quale poniamo le nostre ragioni. Non si tratta di fare a chi grida di più, i“pasdaran” delle due parti si escludono da sé. Ci vuole un confronto tra gente che vuole bene a tutti”.
Già è un po’ curioso che un cristiano si metta “alla ricerca della verità su ciò che riguarda l’uomo”. Ma la Verità non è Nostro Signore Gesù Cristo? Pare che di questo si dubiti o comunque si decida che è meglio non parlarne. E ne derivano sconcertanti perle, come quella di Gianluigi Gigli, che di recente si è lamentato per il carattere troppo cattolico della Marcia per la Vita (clicca qui).
Vogliamo continuare in questa galleria degli orrori? Potremmo ricordare la Diocesi di Milano, che pochi mesi fa si lamentava, sul suo sito, che la normativa regionale sui luoghi di culto ponesse di fatto la Chiesa cattolica in una situazione di privilegio… ma ci sembra che quanto ricordato sopra sia già più che sufficiente.
In questo putiferio dialogico non si vuole essere “contro” nessuno e infatti è bandito severamente ogni discorso sul peccato, sulla necessità della conversione, del pentimento, della confessione, sulla salvezza… perché necessariamente si deve andare “contro”, contro il mondo, perché la Chiesa deve condurci alla salvezza, e questa è possibile solo – ce lo ricorda Sant’Atanasio – nella Fede cattolica e sappiamo bene chi è “il principe di questo mondo”. E Nostro Signore che ci ha detto: “Chi si convertirà e sarà battezzato sarà salvo” e ci ha detto anche “Chi non è con Me è contro di Me”, non ci ha invitato al “dialogo”, ma all’affermazione della Fede
La frenesia dialogica ha anche un aspetto francamente comico e un tantino idiota, perché si vuole “dialogare” con chi esplicitamente dichiara il suo desiderio di distruggere la Fede e la Chiesa.
Alla forza virile di un San Francesco, che va dal sultano non per aprire un dialogo ma per avvertirlo che se non si converte alla Vera Fede sarà condannato alla dannazione eterna, si contrappone oggi un cattolico svirilizzato, sorridente e condiscendente con tutto e con tutti. In tal modo sciaguratamente si manca di carità, perché, tanto per fare un esempio sull’argomento oggi più alla moda, quello della perversione dell’omosessualità, ogni omosessuale trattato con “delicatezza”, “attenzione”, “dialogo”, ma che non venga ammonito sulla dannazione eterna che lo attende se non si converte, si pente e torna sulla retta via, viene privato di quel bene assolutamente primario che la Chiesa dovrebbe perseguire: “salus animarum suprema lex”.
Già, ma per ricordarsene bisogna aver conservato la Fede…

Ecco gli effetti della guerra alla natalità e alla famiglia

17 - 06 - 2015Luca Volontè

Ieri due notizie ci hanno profondamente toccato, non le viscere ma le fondamenta della nazione. Italia è a crescita zero, non si nasce più nel Paese e forse perché non è per nulla bello nascervi.
L’illusione dello scorso ventennio, basata sulla idea che i migranti in fondo sarebbero stati sufficienti, oltre che profondamente razzista, era non solo sbagliata ma anche irrealistica. Infatti, i migranti non sono sufficienti né in Italia, né in Germania dove le più rosee previsioni del prossimo trentennio dimostrano la gravissima crisi economica e demografica che attende il paese della signora Merkel.
Senza crescita demografica non c’è nessuna crescita economica, né sviluppo. Semplice, basterebbe pensare ai consumi che non crescono da noi e alla loro relazione con il tasso di anzianità e il numero di persone anziane del nostro Paese. Il Papa ha ragione da vendere, nel suo frequente sottolineare l’importanza di bambini e anziani, purtroppo il maggior calo che subisce l’Italia è quello di persone che vogliano sentir buone ragioni.
Nel 2014 siamo stati capaci di replicare, noi che abbiamo ricordato la Prima Guerra Mondiale come fosse un anniversario felice, gli stessi saldi demografici negativi di cento anni fa, centomila morti in più dei nati, esattamente come nel 1917-1918.
Eppure di guerre il nostro Paese non ne combatte più da tempo, tranne una guerra sistematica e metodica contro la natalità e la famiglia che ormai impazza, in molte e variopinte forme, da oltre un trentennio. Siamo un Paese nel quale la politica di ogni schieramento ha sempre dimostrato attenzioni elettorali notevoli verso le famiglie e talvolta ci si è anche spesi ad inserire nei programmi elettorali misure significative nei confronti della natalità.
Altre volte, raramente e temporaneamente, si sono introdotte geniali misure di sostegno a giovani coppie, edilizia famigliare e sostegno alla maternità e paternità, troppo spesso queste a queste misure non si è dato tempo di svolgere i loro effetti benefici. Un poco come accade da trenta anni alla scuola, ogni Governo ha voluto cambiare e molte modifiche hanno lasciato ‘brutti’ segni.
Nel commentare i dati tragici di ieri, si è voluto mettere in evidenza il positivo allungamento della vita e l’innalzamento della vita media, questo vorrà dire che si dovrà lavorare di più e/o ridurre ulteriormente le pensioni, nei prossimi decenni non ci saranno sufficienti lavoratori né consumatori nel nostro paese. Non dimentichiamo che il 40% dei nostri giovani non lavora e molti hanno lasciato o stanno per lasciare l’Italia. La perdita di PIL per Germania e Italia nei prossimi decenni, dovuta alla mancanza di natalità e dunque di cittadini lavoratori/consumatori sarà molto alta, di diversi punti percentuali. Saremo più poveri, più pochi e meno felici.
Certamente l’Italia merita ben altro, una delle riforme strutturali che si devono approvare, ben più strutturale delle tante promesse degli ultimi decenni, è quella della riforma fiscale fondata sul “fattore famigliare” e indirizzata verso la natalità. E’ una decisione da prendersi oggi, se vogliamo che i nostri pochi figli non se ne vadano da questo Paese e i nostri nipoti vivano in terre sconosciute. E’ una scelta di realismo, urgente e impellente, oggi sappiamo che finiremo male e in pochi, vogliamo essere degni del nostro paese o vogliamo farlo finire? Sulla natalità e sulle politiche famigliari si lasciano i segni nella storia italiana, nei prossimi decenni nessuno si ricorderà dell’Italicum e pochi del Jobs Act.
Nessuno si potrebbe più ricordare della “Buona scuola”, perché molte scuole chiuderanno e ci sarà ben poco di buono in tutto ciò. Confidiamo che ci possano essere ancora cittadini italiani e che essi possano far memoria del passato e di chi in questi mesi saprà aver investito sul futuro del nostro Paese: i figli, il miglior investimento sul futuro.




2 commenti:

  1. Ma basta con la storiella di "Francesco"!! Basta, davvero! Questo, in un esercito, sarebbe già passato dalla corte marziale al plotone d'esecuzione, fucilato ALLA SCHIENA! falso come una banconota da 7 euro, chi vuole ancora fingere che questo lavora per il Regno di Nostro Signore? Questo è il Quisling della massoneria mondiale!

    RispondiElimina
  2. Sì, tutto molto bello ma quale "Lucia" avrebbe fatto queste dichiarazioni la vera Lucia o la marionetta manovrata dagli svergognati del Vaticano??? Su tre affermazioni farne due giuste e una devastante è la tattica del Principe delle Tenebre. Avete mentito spudoratamente su Fatima invece di rivelare l'ovvio rivelate quello che fino ad ora avete intenzionalmente tenuto nascosto!!!! IPOCRITI

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.