ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 16 luglio 2015

Ameneutica del contesto

Bolivia. Papa Francesco ricorda padre Luis Espinal e parla dell'ermeneutica del contesto

Durante il volo di ritorno dall’America Latina il Papa, nella consueta intervista collettiva con i giornalisti, ha spiegato perché ha accettato il regalo del presidente Morales – un crocifisso su falce e martello-, e ha ricordato il rapporto tra i gesuiti e la teologia della liberazione. Di seguito la trascrizione della risposta di Francesco.
“Io – è curioso – non conoscevo questo, e neppure sapevo che Padre Espinal era scultore e anche poeta. L’ho saputo in questi giorni. L’ho visto e per me è stata una sorpresa. Secondo: lo si può qualificare come il genere dell’arte di protesta.
Per esempio, a Buenos Aires alcuni anni fa è stata fatta una mostra di uno scultore bravo, creativo, argentino – adesso è morto -: era arte di protesta, e io ricordo un’opera che era un Cristo crocifisso che era su un bombardiere che veniva giù. Era una critica del cristianesimo che è alleato con l’imperialismo che era il bombardiere. Primo punto, quindi, non sapevo; secondo, io lo qualifico come arte di protesta che in alcuni casi può essere offensiva, in alcuni casi. Terzo, in questo caso concreto: Padre Espinal è stato ucciso nell’anno 80. Era un tempo in cui la teologia della liberazione aveva tanti filoni diversi, uno di questi era con l’analisi marxista della realtà, e Padre Espinal apparteneva a questo. Questo sì, lo sapevo, perché in quel tempo io ero rettore della Facoltà Teologica e si parlava tanto di questo, dei diversi filoni e di quali ne erano i rappresentanti. Nello stesso anno, il Padre Generale della Compagnia di Gesù, Padre Arrupe, fece una lettera a tutta la Compagnia sull’analisi marxista della realtà nella teologia, un po’ fermando questo, dicendo: no, non va, sono cose diverse, non va, non è giusto. E quattro anni dopo, nell’84, la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblica il primo volumetto piccolino, la prima dichiarazione sulla teologia della liberazione, che critica questo. Poi viene il secondo, che apre le prospettive più cristiane. Sto semplificando. Facciamo l’ermeneutica di quell’epoca. Espinal è un entusiasta di questa analisi della realtà marxista, ma anche della teologia, usando il marxismo. Da questo è venuta quell’opera. Anche le poesie di Espinal sono di quel genere di protesta: era la sua vita, era il suo pensiero, era un uomo speciale, con tanta genialità umana, e che lottava in buona fede. Facendo un’ermeneutica del genere io capisco quest’opera. Per me non è stata un’offesa. Ma ho dovuto fare questa ermeneutica e la dico a voi perché non ci siano opinioni sbagliate. Quest’oggetto ora lo porto con me, viene con me. Lei ha sentito forse che il Presidente Morales ha voluto darmi due onorificenze: una è la più importante della Bolivia e l’altra è dell’Ordine del Padre Espinal, un nuovo Ordine. Ora, io non ho mai accettato un’onorificenza, non mi viene… Ma lui lo ha fatto con tanta buona volontà e con il desiderio di farmi piacere. E ho pensato che questo viene dal popolo della Bolivia – ho pregato su questo, e ho pensato: se le porto in Vaticano queste andranno in un museo e nessuno le vedrà. Allora ho pensato di lasciarle alla Madonna di Copacabana, la Madre della Bolivia, e andranno al Santuario di Copacabana, alla Madonna, queste due onorificenze che ho consegnato. Invece il Cristo lo porto con me. Grazie”.
http://news.gesuiti.it/bolivia-papa-francesco-ricorda-padre-luis-espinal-e-parla-dellermeneutica-del-contesto/

Mamma, votagli contro anche per me! – di Giovanni Guareschi



MAMMA, VOTAGLI CONTRO ANCHE PER ME!
Candido n° 12, 20 marzo 1948
Questo disegno venne utilizzato nel corso della propaganda elettorale dai Comitati Civici, istituiti per iniziativa del presidente dell’Azione Cattolica Luigi Gedda e con l’approvazione ufficiale della Santa Sede. Ramificati in tutto il Paese, organizzarono una macchina propagandistica elettorale avvalendosi delle strutture diocesane e parrocchiali – di gran lunga più efficace di quella della stessa Democrazia Cristiana.

Fonte: sito di Giovannino Guareschi

«Il comunismo … una volta esaurita la sua iniziale carica di odio contro Dio e contro gli uomini, si comporta come il colossale macigno che, precipitando da una vetta, travolge e sgretola tutto al suo passaggio e poi giace inerte nella valle opprimendo la terra col suo immane peso».
Giovanni Guareschi


 1948: 
la grafica preelettorale di Giovannino 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell’«Unità» “Bisogna fare il nuo-to attorno agli industriali” contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: “Bisogna fare il vuoto attorno agli industriali”» 
da «Candido» n. 2 11 gennaio 1948 
La direttiva dell’«Unità» (con errore di stampa) alla quale obbediscono “ciecamente” i com-pagni facendo il nuoto/vuoto attorno agli industriali nella vignetta dell’11 gennaio 1948 è dovuta alla decisione presa alcuni giorni prima durante il VI Congresso del Partito Comu-nista Italiano di costituire un Fronte democratico popolare con i socialisti e di presentare li-ste unitarie alle prossime elezioni politiche del 18 aprile del 1948. Questo per indebolire e fare il “vuoto” attorno agli industriali rappresentati da altre liste. 
LASSÙ 
Garibaldi: «Tagliatemi la barba, i baffi e i capelli: sono stufo di somigliare all’emblema dei blocchi comunisti!» 
«Candido» n. 7, 15 febbraio 1948 
Giovannino fa prendere a Garibaldi le distanze dai comu-nisti dato che il simbolo del Fronte democratico popolare che rappresenta il Partito Comunista e il Partito socialista è quello di una stella con la sua effigie sovrapposta … 
ALL’UDI 
«Sono uscite anche le repubblicane: come si sta bene, adesso, senza donne!» 
«Candido» n. 7, 15 febbraio 1948 
U.D.I. Sigla dell’Unione Donne Italiane, d’ispirazione comunista. L’interpretazione della sigla, data da Giovannino è differente e decisamente de-nigratoria circa la “femminilità” delle aderenti: Unione Donni Italiani… 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell’“Unità”: “Niente ci dev’essere di comune tra noi e i saragattiani. Spezziamo ogni tegame!” contie-ne un errore di stampa, e pertanto va letta: “Spezziamo ogni legame!”» 
«Candido» n. 8, 22 febbraio 1948 
«Niente ci deve essere di comune tra noi e i saragattiani…» 
I “saragattiani” sono gli iscritti al PSLI (partito dei lavoratori italiani che in seguito a-vrebbe mutato la denominazione originaria nell’altra di Partito socialista democratico) fondato da Giuseppe Saragat nel gennaio del 1947, con la cosiddetta “scissione di Pa-lazzo Barberini” (Roma), dal Partito Socialista Italiano vincolato da ripetuti patti di u-nità d’azione stretti con il Partito Comunista. La direttiva dell’«Unità» (con errore di stampa) alla quale obbediscono “ciecamente” i compagni spezzando i tegami/legami con i saragattiani nella vignetta del 22 febbraio 1948 è dovuta al fatto che durante il congres-so del PSLI tenuto nei giorni precedenti, i socialdemocratici avevano deciso di collocarsi come terza forza progressista e riformatrice ma decisamente anticomunista e di presentarsi alle elezioni politiche del 18 aprile 1948 affiancati alla corrente socialista di Ivan Mat-tia Lombardi – che ha abbandonato nel frattempo il PSI – sotto la sigla di Unione Socia-lista. 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull’“Unità”: “In ossequio alla tregua proposta dal compagno Terracini, nei comizi e nelle riunioni non ab-bandonate mai la vostra palma” contiene un errore di stampa e pertanto va let-ta: “... non abbandonate mai la vostra calma”.» 
«Candido» n.9, 29 febbraio 1948 
La direttiva dell’«Unità» (con errore di stampa) alla quale obbediscono “ciecamente” i compagni non abbandonando la loro palma/calma nella vignetta del 29 febbraio 1948 fa riferimento al fatto che, a seguito dei tumulti di quei giorni a San Ferdinando di Pu-glia che hanno provocato morti e feriti, «la direzione del PCI» come scrive Giovanni-no, alias Il Forbiciastro, («Giro d’Italia da «Candido» n. 8, 22 febbraio 1948), ha in-caricato «Terracini di lanciare la proposta di una tregua elettorale: non distur-bare i comizi, disciplinare i contraddittori, rinunciare ai cortei. Tutti i bravi borghesi esclamano commossi. “Ma che brava gente, però, questi comunisti! E che gentiluomo questo Terracini!”» 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull’“Unità”: “I compagni che non volano sono traditori” contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “I com-pagni che non votano sono traditori”.» 
«Candido» n.10, 7 marzo 1948 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull’“Unità”: “Bisogna scendere in piazza con bandiere e porci, alla testa delle masse” contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “Bisogna scendere in piazza con bandiere, e porci alla testa delle masse”.» 
«Candido» n.11, 14 marzo 1948 
In tutte queste vignette Giovannino fa riferimento alle famose elezioni politiche del 18 aprile 1948. 
«Candido» n. 10, 7 marzo 1948 
«Candido» n. 12, 20 marzo 1948 
Questo disegno venne utilizzato nel corso della propaganda elettorale dai Comitati Civici, istituiti per iniziativa del presidente dell’Azione Cattolica Luigi Gedda e con l’approvazione ufficiale della Santa Sede. Ramificati in tutto il Paese, organizzarono 
una macchina propagandistica elettorale – avvalendosi delle strutture diocesane e par-rocchiali – di gran lunga più efficace di quella della stessa Democrazia Cristiana. 
Giovannino, alias Il Forbiciastro, scrive nel «Giro d’Italia» («Candido» n. 40, 5 ottobre 1947) a proposito di Nicola Pe-tkov: 
«Qui in Italia tutto bene. All’estero sono guai, invece, comin-ciando dalla Bulgaria: la democrazia sovietica ha fatto impic-care Nicola Petkov, leader dell’opposizione (partito dei conta-dini) ... “L’Unità” scrive che si tratta di un “atto di giustizia” e che hanno fatto benissimo. E termina: “La Bulgaria ha dato al mondo intero un esempio di come si deve lottare contro i nemici del popolo e della libertà”. Bravo tovarisch.» 
«Candido»n . 13, 27 marzo 1948 
«Candido» n. 11, 14 marzo 1948 
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA 
«Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull’“Unità”: “Tutti i lavoratori devono essere legati a un unico gatto” contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “Tutti i lavoratori devono essere legati a un unico patto”.» 
«Candido» n. 13, 27 marzo 1948 
La direttiva dell’«Unità» (con errore di stampa) alla quale obbediscono “ciecamente” i compagni legandosi ad un unico gatto/patto nella vignetta del 22 marzo 1948 fa riferi-mento all’invito al patto che lega il PCI e il PSI di Nenni nel Fronte Democratico Popo-lare, lista unitaria creata per le elezioni politiche del 18 aprile 1948. 
«Candido» n. 14, 4 aprile 1948 
Giovannino, alias Il Forbiciastro, scrive nel «Giro d’Italia» («Candido» n. 14, 4 aprile 1948): «Bi-sogna parlare seriamente delle cellule elettorali. ...Gravissimi brogli elettorali... arbitrarie cancella-zioni dalle liste... il numero dei certificati non recapitati è enorme... sia a Genova che a Venezia che a Milano dove le amministrazioni sono comuniste e i certificati non li ricevono proprio coloro che, o per censo o per la loro appartenenza a partiti non di sinistra si può presumere che non voteranno per il Fro-de (Fronte Democratico, N.d.R.)». 
Giovannino, alias Il Forbiciastro, scrive nel «Giro d’Italia» («Candido» n. 13, 27 marzo 1948): «Stati Uniti, Inghilterra e Francia propongono la restituzione di Trieste all’Italia (...) ed invitano la Rus-sia ad aderire alla proposta ... Adesso si tratta di vedere cosa decide di fare la Russia: accetterà fregando i compagni ti-tini, o dirà di no fregando i compagni i-taliani... nel senso elettorale, si capisce, perché ai compagni italiani interessa ben poco Trieste in sé. Naturalmente il com-pagno Togliatti, in uno storico articolo dell’“Unità”, spiega che è tutta una ma-novra elettorale e che solo il Fro-De-Pop 
IL COMPAGNO PADRE 
«Candido» n. 14, 4 aprile 1948 
può restituire Trieste all’Italia. E questa è la miglior battuta della settimana.» 
IN RUSSIA 
«Speriamo che Dio salvi i compagni italiani dal comunismo.» 
«Candido» n. 13, 27 marzo 1948 
«Candido» n. 14, 4 aprile 1948 
Giovannino, alias Il Forbiciastro, scrive nel «Giro d’Italia» («Candido» n. 13, 27 marzo 1948): «Il Fronte Democratico Popolare si mimetizza: ecco uscire a Milano “Pace Cristia-na”, bollettino del Movimento Cristiano per la pace, con testata azzurrina (una croce bianca e una colombella candida con un rametto d’ulivo). (...) Ecco in Piemonte gli Agit-prop (Agitatori di Propaganda, N.d.R.) distribuire il santino che riproduciamo (immagine di San Francesco e la scritta “Un vero cristiano contro i falsi cristiani, N.d.R.) e che, nel retro, porta l’incitamento a votare per il Fronte Democratico Popolare.» 
Questa vignetta elettorale è rivolta agli elettori di si-nistra e raffigurava un votante all’interno della ca-bina elettorale, dubbioso sul simbolo da votare. Ave-va lo scopo di tranquillizzare i dubbiosi che deside-ravano votare contro il Fronte e, nello stesso tempo poneva loro un problema morale dato che il Fronte rappresentava l’URSS che professava l’ateismo di stato. In effetti nel 1948 non era ancora stata pro-mulgata la scomunica per gli attivisti comunisti e la Chiesa aveva una grossa influenza sui comunisti che si sposavano ancora religiosamente e portavano i lo-ro figli a battezzare. 
© alberto e carlotta guareschi 

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