(a cura Redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla) Si sapeva e nell'entourage del Papa si sottolineava: sulla libertà religiosa il Santo Padre pronuncerà un discorso importante a Filadelfia, davanti ad alcune comunità di immigranti, specialmente ispanici. Poi, lui stesso nell'apertura della sua allocuzione ha detto: "Cari amici, uno dei momenti salienti della mia visita è qui, davanti all’Independence Hall, luogo di nascita degli Stati Uniti d’America. E’ in questo luogo che le libertà che definiscono questo Paese sono state proclamate per la prima volta."
E fino a questo momento in molti si attendevano un discorso erudito, corposo nel linguaggio e ricercato nello sviluppo del pensiero, magari con un sostanzioso e voluminoso apparato di note a piè di pagina. "Sai, si diceva, la questione della libertà religiosa è alla base di tante altre questioni rilevanti e perciò sarà una lectio magistralis".
Invece non è accaduto nulla di questo perché Papa Bergoglio ha scelto un'altra strada - "un altro modo di scendere dal cavallo" - e quindi ha preferito un'impostazione pedagogica, catechetica, del tutto pastorale così come lo ha fatto anche con l'uso delle parole e nei passaggi pronunciati a braccio, uno piuttosto inedito sui pregi e difetti della globalizzazione. (1)
1. Lottare per restare fedeli alle radici
Sottolineando contenuti della Dichiarazione d’Indipendenza (tutti gli uomini e tutte le donne sono creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, e che i governi esistono per proteggere e difendere tali diritti), il Papa ha precisato con forza: "Ma la storia mostra anche che questa verità, come del resto ogni verità, va costantemente riaffermata, fatta propria e difesa. La storia di questa nazione è anche quella di uno sforzo costante, fino ai nostri giorni, per dare corpo a questi alti principi nella vita sociale e politica." Poi, Francesco, ricordando tante lotte sociali e politiche ("abolizione della schiavitù, all’estensione del diritto di voto, alla crescita del movimento dei lavoratori, ed allo sforzo progressivo per eliminare ogni forma di razzismo e di pregiudizio diretti contro le ondate successive di nuovi americani") ha osservato: "Questo dimostra che, quando un Paese è determinato a rimanere fedele ai suoi principi fondatori, basati sul rispetto della dignità umana, diventa più forte e si rinnova."
2. La buona memoria, antidoto per non ripetere certi errori
Sappiamo che a Papa Francesco piace molto un pensiero ironico di Friedrich Nietzsche: “L’uomo è l’unico animale che inciampa due volte nella stessa pietra” e perciò non sorprende questa sua riflessione posta all'inizio del nocciolo dell'allocuzione sulla libertà religiosa: "Tutti traiamo beneficio dal fare memoria del nostro passato. Un popolo che ricorda non ripete gli errori del passato; al contrario, guarda fiducioso le sfide del presente e del futuro. La memoria salva l’anima di un popolo da tutto ciò o da tutti coloro che potrebbero tentare di dominarla o di utilizzarla per i loro interessi. Quando l’esercizio effettivo dei rispettivi diritti è garantito agli individui e alle comunità, essi non sono solamente liberi di realizzare le proprie potenzialità, ma contribuiscono anche al benessere e all’arricchimento della società."
3. Declinare la libertà religiosa nella vita degli uomini, dei popoli, degli stati e delle istituzioni
Ecco i principi elencati da Papa Francesco:
- È un diritto fondamentale che plasma il modo in cui noi interagiamo socialmente e personalmente con i nostri vicini, le cui visioni religiose sono diverse dalla nostra.
- La libertà religiosa implica certamente il diritto di adorare Dio, individualmente e comunitariamente, come la nostra coscienza lo detta. Ma la libertà religiosa, per sua natura, trascende i luoghi di culto, come pure la sfera degli individui e delle famiglie.
- Le nostre diverse tradizioni religiose servono la società anzitutto mediante il messaggio che proclamano. Esse invitano gli individui e le comunità ad adorare Dio, fonte di ogni vita, della libertà e della bontà. Ci richiamano la dimensione trascendente dell’esistenza umana e la nostra irriducibile libertà di fronte ad ogni pretesa di potere assoluto.
- Le nostre ricche tradizioni religiose cercano di offrire significato e direzione, «posseggono una forza motivante che apre sempre nuovi orizzonti, stimola il pensiero, allarga la mente e la sensibilità» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 256). Esse chiamano alla conversione, alla riconciliazione, all’impegno per il futuro della società, al sacrificio di sé nel servizio al bene comune, e alla compassione per coloro che sono nel bisogno. Al cuore della loro missione spirituale, si trova la proclamazione della verità e della dignità della persona umana come pure dei diritti umani."
- Al cuore della loro missione spirituale, si trova la proclamazione della verità e della dignità della persona umana come pure dei diritti umani. Le nostre tradizioni religiose ci ricordano che, come esseri umani, noi siamo chiamati a riconoscere l’altro/l’Altro che rivela la nostra identità relazionale di fronte ad ogni tentativo di instaurare «un’uniformità che l’egoismo del forte, il conformismo del debole, o ancora l’ideologia dell’utopista potrebbero cercare di imporci» (M. de Certeau). (2)
- In un mondo dove le diverse forme di tirannia moderna cercano di sopprimere la libertà religiosa, o cercano di ridurla a una sotto-cultura senza diritto di espressione nella sfera pubblica, o ancora cercano di utilizzare la religione come pretesto per l’odio e la brutalità, è doveroso che i seguaci delle diverse religioni uniscano le loro voce per invocare la pace, la tolleranza, il rispetto della dignità e dei diritti degli altri.
- Le religioni hanno quindi il diritto e il dovere di far comprendere che è possibile costruire una società in cui «un sano pluralismo, che davvero rispetti gli altri ed i valori come tali» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 255) è un «prezioso alleato nell’impegno per la difesa della dignità umana […] una via di pace per il nostro mondo ferito» (ibid., 257) dalle guerre.
- Colgo ora l’occasione per ringraziare tutti coloro che, qualunque sia la loro religione, hanno cercato di servire il Dio della pace costruendo città animate dall’amore fraterno, prendendosi cura del prossimo nel bisogno, difendendo la dignità del dono divino della vita, in ogni sua fase, difendendo la causa dei poveri e dei migranti. Troppo spesso quanti hanno bisogno del nostro aiuto sono incapaci di farsi sentire.
- Per favore non vergognatevi delle vostre tradizioni. Non dimenticate le lezioni apprese, specialmente dai vostri anziani, che sono il contributo col quale potete arricchire la vita di questo Paese americano. Lo ripeto, non vergognatevi di ciò che fa parte di voi, il sangue della vostra vita. Voi siete anche chiamati ad essere cittadini responsabili e a contribuire
- Non dimenticate le lezioni apprese, specialmente dai vostri anziani, che sono il contributo col quale potete arricchire la vita di questo Paese americano. Lo ripeto, non vergognatevi di ciò che fa parte di voi, il sangue della vostra vita. Voi siete anche chiamati ad essere cittadini responsabili e a contribuire (...) in maniera fruttuosa alla vita delle comunità in cui vivete.
***
(1)«Un momento fa, ho parlato della globalizzazione. La globalizzazione non è cattiva, al contrario, la tendenza alla globalizzazione è buona, ci unisce; quello che può essere cattivo è il modo di farla. Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come in una sfera, quella globalizzazione distrugge la ricchezza e la particolarità di ogni popolo». Invece «se cerca di unire tutti, ma rispettando ogni persona, la sua ricchezza, la sua peculiarità, ogni popolo, quella globalizzazione è buona e ci fa crescere tutti e porta alla pace. Mi piace la geometria: se la globalizzazione è una sfera nella quale ogni punto è uguale, equidistante dal centro, annulla, non è buona; se, invece, la globalizzazione unisce, come un poliedro nel quale tutti sono uniti e ognuno conserva la propria identità, allora è buona e fa crescere un popolo, e dà alle persone dignità e le conferisce dei diritti».
(2) Gesuita, filosofo e storico francese nato nel 1925 e morte nel 1986, fondatore della rivista “Christus”. Fu anche direttore dell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Una parte importante della sua ricca e originale produzione intellettuale è legata alla vita quotidiana e ai suoi meccanismi (everyday life). Autori di numerose opere tra cui il famoso testo "L'invenzione del quotidiano".
(2) Gesuita, filosofo e storico francese nato nel 1925 e morte nel 1986, fondatore della rivista “Christus”. Fu anche direttore dell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Una parte importante della sua ricca e originale produzione intellettuale è legata alla vita quotidiana e ai suoi meccanismi (everyday life). Autori di numerose opere tra cui il famoso testo "L'invenzione del quotidiano".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.