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sabato 5 settembre 2015

Hic sunt leones..

Sinodo, Müller: rischio scisma
Il Prefetto della Congregazione della Fede, il card. Gerhard Müller , parlando a Ratisbona ha messo in guardia dalla possibilità reale di una seria divisione all’interno della Chiesa sui temi che toccano il matrimonio e la sessualità.

Il Prefetto della Congregazione della Fede, il card. Gerhard Müller , parlando a Ratisbona ha messo in guardia dalla possibilità reale di una seria divisione all’interno della Chiesa sui temi che toccano il matrimonio e la sessualità. Ha fatto riferimento in particolare a vescovi della sua nativa Germania, e ha detto che la loro pretesa di assumere un ruolo leader nella definizione della politica della Chiesa universale dovrebbe essere esaminato criticamente, anche alla luce dell’esodo di massa dalla Chiesa cattolica tedesca. 

Müller ha aggiunto che la Cjiesa non dovrebbe accettare la secolarizzazione evidente in Europa occidentale, perché “non è un processo naturale inevitabile”. Anche se la tendenza è forte, un’evangelizzazione energica può contrastarla, “perché la fede muove le montagne”. 
Müller ha criticato il modo in cui si tenta di decostruire la dottrina cattolica del matrimonio: esegetico, storico, con la storia del dogma, psicologia e sociologia, una dottrina che nasce dell’insegnamento di Gesù ma che si vorrebbe rendere compatibile con la società attuale. Ha anche detto che chi è fedele agli insegnamenti della Chiesa viene diffamato come “avversario del Papa” come se il Papa e tutti i vescovi in comunione con lui non fossero testimoni della verità rivelata. 

Enfaticamente, ha evocato il rischio di una scissione, per quanto riguarda la separazione fra la dottrina e la pratica religiosa: “bisogna essere molto vigili e non dimenticare la lezione della storia della Chiesa”, facendo riferimento allo scisma protestante del 1517. Sul matrimonio, ha detto: "Non dobbiamo farci ingannare quando si tratta della natura sacramentale del matrimonio, la sua indissolubilità, la sua apertura ai figli e la complementarietà fondamentale dei due sessi. L’assistenza pastorale deve avere in vista la salvezza eterna. E ha concluso: “Non si tratta di adattare la rivelazione del mondo, ma di vincere il mondo a Dio". 
(Traduzione dell’autore: link originale in tedesco, QUI )  
MARCO TOSATTI




Chiesa, matrimonio e scisma

SCardinaliul Foglio di oggi campeggia a prima pagina un articolo di Matteo Matzuzzi dal titolo “Qui si rischia lo scisma”. La confessione choc del capo del Sant’Uffizio a un passo dal Sinodo”. E l’articolo esordisce affermando: “Il cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, avverte che c’è il rischio di uno scisma interno alla chiesa cattolica ora che il Sinodo ordinario
sulla famiglia è alle porte (i lavori inizieranno tra un mese esatto e si protrarranno per tre settimane).

“Non dobbiamo farci ingannare quando si ha a che fare con la natura sacramentale del matrimonio, la sua indissolubilità, la sua apertura alla procreazione, e la complementarietà fondamentale dei due sessi”. E ancora: “si dovrebbe essere molto vigili e non dimenticare la lezione della storia della chiesa”, perché è sulla questione della separazione tra dottrina e pastorale che si è articolata la rivoluzione protestante del 1517”. Tutto più o meno condivisibile. Ma queste affermazioni sollevano qualche perplessità e interrogativo. Il rischio scisma paventato dal cardinal Müller non c’è: non è un rischio, ma è una certezza. E non si tratta di catastrofismi, ma della costatazione della realtà odierna, non di quella prossima. Gli scismi – più corretto parlare al plurale – già ci sono e sono all’ordine del giorno, benedetti continuamente da preti e vescovi (anche vestiti di bianco). Il problema, anche intorno alla gran confusione intorno al prossimo sinodo, nascono lì: qual è la Chiesa cattolica? Quella che in termini di matrimonio ha (che piaccia o meno, non è una questione di gusti) una dottrina chiara e immutabile o quella che si è adattata al mondo, finendo per non riconoscersi più e dimenticando (avendola gettata) la sua carta d’identità? Cos’è cattolico? Cosa deve fare (ed essere) un uomo per definirsi cattolico? Oggi sotto questo nome soggiornano realtà opposte (non differenti) tra loro e in pesantissima rottura con il passato (dogmatico) cattolico. Tutto normale? Non dovrebbe. Tanto che la confusione intorno al prossimo sinodo è conseguenza di questa latitanza dell’autorità, che non parla più per dipanare dubbi, ma per chiacchierare allegramente non dicendo nulla di chiarificatore. Che ci siano tante aspettative intorno al sinodo è la conferma che si pensa possa essere possibile che la Chiesa cambi idea sul proprio credo. Che a riporre nel sinodo speranze siano degli atei o degli eretici è piuttosto comprensibile; che lo siano dei cattolici meno. Molto meno. E non sarà un sinodo a risolvere i problemi di una Chiesa che, pare, ha smesso di voler fornire soluzioni a problemi di cui la soluzione già c’è e si chiama: conversione. Conversione a qualcosa di eterno e rivelato e non continua rincorsa a qualcosa di mondano e per sua natura effimero.

http://latina.biz/chiesa-matrimonio-e-scisma/05/09/2015/7768.html

“Qui si rischia lo scisma”

Il Sinodo sulla famiglia è alle porte e il capo del Sant’Uffizio, cardinale Gerhard Müller, avverte: "La riforma protestante iniziò allo stesso modo". E B-XVI si rifà vivo (contro il gender)
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller
di Matteo Matzuzzi | 04 Settembre 2015 ore 19:51
Il cardinale prefetto della congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, avverte che c’è il rischio di uno scisma interno alla chiesa cattolica ora che il Sinodo ordinario sulla famiglia è alle porte (i lavori inizieranno tra un mese esatto e si protrarranno per tre settimane). “Non dobbiamo farci ingannare quando si ha a che fare con la natura sacramentale del matrimonio, la sua indissolubilità, la sua apertura alla procreazione, e la complementarietà fondamentale dei due sessi”, ha detto il porporato intervenendo a Ratisbona, città di cui è stato vescovo dal 2002 al 2012, prima di essere chiamato a Roma da Benedetto XVI. A quanti sostengono che non è in discussione la dottrina ma solo la prassi pastorale che può essere adeguata alle mutate circostanze dei tempi, Müller risponde che “si dovrebbe essere molto vigili e non dimenticare la lezione della storia della chiesa”, perché è sulla questione della separazione tra dottrina e pastorale che si è articolata la rivoluzione protestante del 1517. Un chiaro riferimento alla posizione della conferenza episcopale tedesca, in prima fila nell’appoggiare l’aggiornamento ai tempi correnti della morale sessuale cattolica e che ha già fatto sapere – tramite il suo presidente, il cardinale Reinhard Marx – che qualunque cosa deciderà il Sinodo convocato dal Papa, andrà avanti per la sua strada: “Il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania”, sottolineava l’arcivescovo di Monaco e Frisinga in una conferenza stampa risalente allo scorso inverno, quando aveva anche chiarito che “noi non siamo una filiale di Roma”.
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Fa specie, ha notato il capo dell’ex Sant’Uffizio, che a pretendere di voler delineare i contorni della chiesa rinnovata sia una realtà, come quella tedesca, che da anni ha a che fare con migliaia di fedeli che firmano dichiarazioni in cui rinunciano a essere credenti pur di non sborsare ogni anno la Kirchenstauer (la tassa che ha reso ricca la chiesa di Germania); una chiesa i cui confessionali sono vuoti, così come vuoti sono i seminari e le case per religiosi. Il porporato è intervenuto alla presentazione dell’edizione tedesca di “Dio o niente”, il libro del cardinale guineano Robert Sarah anticipato in Italia dal Foglio il 13 marzo scorso. L’edizione americana, edita dalla Ignatius Press, è impreziosita da un commento al volume del Papa emerito Benedetto XVI, che scrive: “Ho letto ‘Dio o niente’ con grande profitto spirituale, gioia e gratitudine. La sua testimonianza della chiesa in Africa, della sua sofferenza sotto il marxismo e il dinamismo della sua intera vita spirituale, hanno una grande importanza per la chiesa, che è un po’ spiritualmente stanca in occidente. Tutto ciò che lei ha scritto riguardo la centralità di Dio, la celebrazione della liturgia e la vita morale dei cristiani è particolarmente rilevante e profondo. Le sue coraggiose risposte ai problemi della teoria gender mettono in chiaro, in un mondo obnubilato, una fondamentale questione antropologica”. Il commento, che campeggia nella quarta di copertina, è solo una parte del più lungo messaggio che Joseph Ratzinger ha inviato a Sarah. I primi paragrafi, infatti, hanno carattere privato e non attengono al libro del prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

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