ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 17 settembre 2015

“Stay faithful!”


Il cardinale Burke: “Continuare ad avere fede nonostante il Sinodo”


Parlando ad un pubblico di oltre 300 persone, radunato presso l’hotel Clayton Plaza di Saint Louis (Missouri, Stati Uniti), sul tema “La Verità di Cristo nel matrimonio”,  Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke, ha riflettuto sugli aspetti spirituali, sociali, dottrinali e canonici della crisi che colpisce il matrimonio e la famiglia nella cultura occidentale, avvertendo che questa crisi ha portato a una grave confusione e anche a forme di ribellione all’interno della Chiesa stessa.
Il cardinale Burke, ancora una volta, ha espresso forte il suo disaccordo verso la proposta del Cardinale Walter Kasper di ammettere alcuni cattolici divorziati e risposati civilmente alla Santa Comunione. Sua Eminenza ha anche osservato che alcuni problemi potrebbero sorgere in relazione alla nuova legislazione sulla nullità del matrimonio che Papa Francesco ha promulgato l’8 settembre scorso.
Ha sottolineato che queste revisioni del Codice di Diritto Canonico richiederanno “una attenta interpretazione e applicazione”, alla luce della lunga e tradizionale dottrina canonica della Chiesa. Il cardinale Burke, che della materia è un esperto, essendo stato a capo anche della Segnatura Apostolica Vaticana, ha detto che l’esperimento americano di “razionalizzare” il processo di nullità ha portato in pratica ad un lassismo tanto grave che venne così ampiamente percepito e fu uno dei motivi della reintroduzione della revisione nel Codice del 1983.
Alla domanda su che cosa dovrebbero fare i cattolici se il prossimo Sinodo dei vescovi dovesse prendere una “strana svolta”, il cardinal Burke ha risposto con due parole: “Stay faithful!” (“continuate ad avere fede!”), un programma di vita che guida la testimonianza, coraggiosa e schietta, del cardinale Burke in giro per il mondo, in questi tempi di divisione e incertezza sulle questioni morali nella Chiesa.
Sinodo sui blocchi di partenza: squadre e spifferi
17 settembre 2015, Americo Mascarucci
Sinodo sui blocchi di partenza: squadre e spifferi
Il vescovo di Chieti - Vasto Bruno Forte, quello di Novara Franco Giulio Brambilla e quello di Ancona Edoardo Menichelli guideranno il fronte italiano dei progressisti nel prossimo Sinodo sulla Famiglia che si aprirà in Vaticano il 4 ottobre e durerà fino al 25 ottobre. 

L’arcivescovo di Milano Angelo Scola, l’ex segretario di Stato Angelo Sodano, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana Angelo Bagnasco il vescovo di Parma Enrico Solmi, sono considerati invece conservatori a tutto tondo; in mezzo in una posizione di stampo moderato ci sarebbero invece l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra e quello emerito di Milano Dionigi Tettamanzi. 

Proprio così, pur provenendo da posizioni ideologiche divergenti, da una parte Caffarra, dall'altra Tettamanzi, secondo i rumor, al Sinodo si troveranno fianco a fianco per sostenere le linee guida dell’Instrumentum Laboris ossia il documento preparatorio del Sinodo che si prefigge di venire incontro alle istanze del mondo moderno senza entrare in conflitto con la dottrina della Chiesa. 

Un testo che Caffarra e Tettamanzi, ora si scopre, avrebbero contribuito a redigere svolgendo un importante opera di mediazione nei fronti contrapposti. Ecco perché Francesco li avrebbe voluti entrambi nel Sinodo, forse convinto che il loro contributo possa essere ancora più determinante proprio nei giorni caldi della discussione. 

Una discussione che si annuncia piuttosto accesa e forse è proprio ciò che vuole Bergoglio il quale, nella scelta dei padri sinodali da lui direttamente indicati, è stato ben attento a rappresentare tutte le parti in campo; il Papa in pratica ha fatto sì che controbilanciando le varie istanze presenti all’interno della Chiesa, il Sinodo possa essere contraddistinto da un dibattito vero, da un confronto aperto, franco e leale, senza decisioni pre confezionate. E il dibattito ci sarà, statene certi. A guidare il fronte dei progressisti italiani ci sarà il segretario speciale del Sinodo, il vescovo Forte, sostanzialmente favorevole ad un approccio conciliante verso i divorziati risposati, le coppie di fatto e gay; al suo fianco avrà sicuramente il vescovo di Novara Brambilla legato a lui dal fatto di essere stati entrambi allievi del cardinale Carlo Maria Martini. 

Con loro l’arcivescovo di Ancona Menichelli che proprio nelle ultime ore, con un’intervista ad Avvenire è tornato a ribadire l’esigenza di un approccio più conciliante e meno aggressivo nei confronti delle istanze provenienti dalla società contemporanea, stando ben attenti a “curare le ferite”. Sulla stessa linea anche l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, mentre il vescovo di Albano Marcello Semeraro è indicato come moderato, ossia in una sorta di terza via, al pari di Caffarra e Tettamanzi. Il fronte dei conservatori dovrebbe essere guidato dal duo Sodano-Bagnasco, entrambi rigidi custodi dei principi etici in perfetta continuità con i pontificati dei papi di cui sono stati stretti collaboratori, Sodano di Wojtyla e Bagnasco di Ratzinger. Più defilato apparirebbe in queste ore Scola sulla cui ortodossia in molti iniziano a nutrire qualche dubbio. Anche l’arcivescovo di Milano infatti avrebbe mitigato e di molto certe posizioni eccessivamente tradizionaliste e secondo i rumor potrebbe anche lui collocarsi in una posizione di terzietà. Forse anche lui ha deciso di seguire il nuovo corso di Comunione e Liberazione e passare dal ratzingerismo al bergoglismo puro? Una domanda che si stanno ponendo i maligni in considerazione della provenienza ciellina di Scola, ma che naturalmente lascia il tempo che trova. 

Scola per storia e tradizione è sempre stato un conservatore e difficilmente potrà abbracciare posizioni rivoluzionarie come quelle proposte dal duo Kasper-Forte. 

Potrebbe invece condividere i contenuti dell’Instrumentum Laboris che sostanzialmente sembra venire incontro alle istanze della società, dei divorziati risposati, dei gay e dei conviventi senza contraddire la verità evangelica mettendo in discussione indissolubilità del matrimonio e finalità procreativa dello stesso. Stessa posizione che dovrebbe condividere con il Segretario del Vaticano Giuseppe Bertello anche lui di tendenze conservatrici ma orientato su una linea di maggiore moderazione. Insomma, vuoi vedere che alla fine il “bilancino” di Bergoglio, lungi dal creare quella situazione di impasse che molti temono, riuscirà al contrario a creare la giusta armonia fra le opposte posizioni in campo?
Card. Menichelli: accompagnare senza “condonismi” misericordiosi
menichelli
“Va sottolineato che misericordia e verità non possono né confliggere, né separarsi, dal momento che nascono insieme dalla persona di Gesù Cristo e svelano la forza della sua Pasqua. La misericordia di Cristo unita alla parola di salvezza aiuterà la Chiesa, chiamata a annunciarle e a viverle, a evitare “condonismi” misericordiosi e affermare scelte di verità.” Con queste parole il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, nonché padre sinodale di fresca nomina pontificia, ha risposto alla domanda sul rapporto tra misericordia e verità in vista del prossimo sinodo di ottobre.

Al quotidiano Avvenire Menichelli ha anche ricordato che “non è assolutamente pensabile che, a conclusione del Sinodo, vengano presentate delle decisioni.” Il Sinodo, ha detto “è chiamato a offrire al Santo Padre orientamenti e approfondimenti dai quali solo lui stesso trarrà le conclusioni da offrire a tutta la chiesa.”
A proposito delle cosiddette “famiglie ferite”, tra cui anche i divorziati risposati, “il verbo chiave resta “accompagnare”. La Chiesa troverà le strade giuste, nella consapevolezza che innanzitutto è Dio che opera nelle coscienze delle persone e che “misura” a suo modo le scelte dei suoi figli. Se la Chiesa accompagna, se è madre che ama, sarà consolata anche da figli che si convertono. Per il resto, il rapporto con Dio è personale e la Chiesa oltre che educare e accompagnare, non credo che possa fare altro.”
Sull’accompagnamento e l’accoglienza delle persone omosessuali il cardinale ha osservato che “le persone vanno aiutate a raggiungere un equilibrio di ubbidienza e a celebrare la sessualità non nella sfinitezza autarchica, ma nell’armonia di tutta la persona. Questo impegno riguarda le persone vivono sia l’omosessualità, che l’eterosessualità. Sembra che siamo caduti in una sorta di rozzezza e di superficiali giudizi nei confronti delle persone.”

Pubblicato il
  in sinodo2015.

5 commenti:

  1. In poche parole: keep calm and apostata!

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    1. Non credo che significhi questo, ma che si può (deve) restare sereni di fronte a chi apostata, anche se fosse il papa.
      Salmo 90 :
      90:7 Cadranno mille al tuo fianco, e diecimila alla tua destra: * ma nessun male si accosterà a te.
      90:8 Eppure osserverai coi tuoi occhi, * e vedrai la retribuzione dei peccatori.
      90:9 Perché [tu hai detto]: O Signore, sei la mia speranza; * e hai scelto l'Altissimo per tuo rifugio.
      90:10 Il male non si accosterà a te, * e il flagello non si avvicinerà alla tua dimora.
      90:11 Perché ha dato ordine per te ai suoi angeli, * affinché ti custodiscano in tutte le tue vie.

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    2. come no, un po' come spalleggiare un mafioso cercando di mantenersi onesti. Non penso che la parola di Dio intenda questo. Qui c'è un equivoco di fondo, carissimo: se io riconosco qualcuno quale Vicario di Cristo io non mi posso poi permettere di scegliere in che modalità e a che condizioni prestargli fedeltà. C'è solo un modo di rimanere fedeli a Cristo: accettando Pietro come. Se non accetto Pietro non accetto Cristo. Se colui che dice di essere Pietro erra e offre insegnamenti sbagliati e o contradditori rispetti ai suo Predecessori, Pietro non è più Pietro ma diviene un semplice uomo separato dalla Chiesa e se anche continuasse in tale condizione a presentarsi come Pietro chiunque sia consapevole della situazione non è tenuto ad obbedirgli. In ragionamento del card. Burke sarebbe inappuntabile nel caso in cui lui non riconosca autorità a Bergoglio, nel caso in cui riconosca l'auotrità di Bergoglio il comportamento del card. Burke non solo è inopportuno ma pure scismatico. Delle due l'una o Bergolgio è Papa e quindi lo riconosco come tale e gli obbedisco o non è Papa e mi trovo obbligato a rigettare qualsivoglia sua atto sia esso buono o cattivo. Basta con questa ambiguità, il card. Burke si dimostra raffinato maestro di ambiguità e incertezza. Cosa vuol dire che se il Sinodo dovesse prendere una brutta piega occorre rimanere fedeli? Possibile che il card. Burke non sappia che il Sinodo ha semplice funzione consultiva e che quindi la piega finale del Sinodo sarà determinato da un atto personale di Bergoglio che impegna la sua autorità di Somma Pontefice!?!

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    3. Proprio no.
      Non si tratta di spalleggiare un mafioso mantenendosi onesti, ma di discernere la verità dagli errori.
      Questi li può fare anche un Papa, e se li fa non sono tenuto a seguirli,(secondo il criterio di S.Vincenzo de Lerins), senza disconoscere che sia Papa, anche se lo é non secondo i miei gusti ed idee.
      Ciò infatti non toglie che sia papa finché non dogmatizza l'errore.
      Non ha forse Cristo detto a Pietro "vade retro"?. Non gli ha detto che non era più Pietro!
      L'ambiguità non é in Burke, ma semmai in Bergoglio, quindi é meglio aspettare come impegnerà la sua autorità di sommo pontefice, e pregare: queso per me significa il "restare fedeli"

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    4. Vedo che anche lei sta diventando un normalista, buona fortuna, le arrampicate sui vetri sono estenuanti, mi creda, anche io per un po' di tempo mi ci sono cimentato!

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