ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 8 ottobre 2015

Caramelle buone.Col buco?

Prete pedofilo ma celebra ancora la Messa: "Il Papa intervenga"

In Sicilia il sacerdote, condannato dal tribunale ecclesiastico, è stato autorizzato dal Vescovo a dire Messa. La denuncia di una Onlus


Solo due giorni fa le dichiarazioni di don Gino di Trento che "giustificava" i pedofili avevano scosso la tranquillità della Chiesa italiana. Ora arriva una nuova accusa che fa scendere un velo su quella lotta alla pedofilia portata avanti da papa Benedetto prima e Bergoglio poi.
Un prete siciliano ha pronunciato messa nonostante una condanna del tribunale ecclesiastico per abusi sessuali a un minore. Lo denuncia viene da una onlus antipedofilia, che ha ufficialmente chiesto a Papa Francesco di intervenire per far finire lo "scandalo". "Carlo Chiarenza - dice Roberto Mirabile, presidente de La Caramella buona - è stato condannato all'allontanamento per 8 anni dalla Sicilia e dalla sua diocesi perchè riconosciuto colpevole dalla sua chiesa di abusi sessuali nei confronti di Teodro Pulvirenti, quando quest'ultimo era un minore. Si tratta di una condanna in primo grado, ma pochi giorni fa il vescovo Nino Raspanti di Acireale (provincia di Catania, ndr) ha scandalosamente autorizzato Chiarenza a concelebrare una messa davanti a tanti fedeli".
La Messa, ha aggiunto la onlus, si è tenuta nella chiesa di Aci San Filippo, in provincia di Catania. Mirabile ha poi ricordato il caso di don Gino e delle sue parole "oscene e censurabili" sui bambini e sulla pedofilia: "Quelle erano parole - ha concluso- qui invece si è passati ai fatti".
 Gio, 08/10/2015 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/prete-pedofilo-celebra-ancora-messa-papa-intervenga-1180571.html

Prete sfratta anziana per ospitare profughi (e farsi pagare i lavori alla casa)

La donna versa un affitto da 43 euro. Ma la parrocchia a Venezia "vuole seguire l'esempio del Papa" e accogliere i migranti


Ora la vogliono sfrattare per ristrutturare la casa e metterla a disposizione dei profughi. Sarà per seguire le parole di papa Francesco sull'accoglienza, ma quando a rimetterci sono gli indigenti italiani non può che far indignare.
La storia viene da Venezia, dove a Malamocco, l'antico borgo di pescatori nel Lido di Venezia. Un appartamento da 155 metri quadrati che a quanto pare ha problemi all'impianto elettrico e a quello di riscaldamento. E la parrocchia, invece di sistemarlo per la 75enne italiana, le ha notificato l'ultimatum: "O paga le spese di ristrutturazione, oppure deve andarsene". La signora abita da 50 anni nella parrocchia retta da Cesare Zanusso e da tre mesi è anche rimasta vedova. La lettera di sfratto è arrivata lo scorso gennaio e oggi l'ufficiale giudiziario e le forze dell'ordine andranno a togliere dalla sua casa l'anziana.
E non solo. Perché la parrocchia ha l'intenzione di mettere a disposizione la casa per l'ospitalità dei profughi. L'unica condizione è che la Prefettura si prenda la briga (e l'onere) di ristrutturare lo stabile. "La casa è inagibile, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico sono fuori norma, se succede qualcosa la responsabilità è della parrocchia - spiega don Cesare al Corriere - ora la casa verrà chiusa, noi non abbiamo soldi per restaurarla. Seguendo le parole di papa Francesco, che ha invitato le parrocchie ad accogliere i profughi, potremmo mettere a disposizione la casa se la Prefettura o la Regione sono disponibili a eseguire i lavori necessari ad avere l’agibilità".
Per la signora sarebbe impossibile pagare un affitto a prezzo di mercato, la pensione di reversibilità non le basta. E invece di andarle incontro, il parroco la sfratta. Solo per motivi economici. È lui stesso a spiegarlo: "on quella cifra non sono in grado neppure di pagare le tasse, è uno sfruttamento della parrocchia". Molto meglio metterci i profughi e assicurarsi i 35 euro al giorno. Poi don Cesare aggiunge: "Non la mando via, le avevo già chiesto di collaborare per rifare gli impianti e pagare un affitto congruo, ma non ha voluto. La parrocchia non può sobbarcarsi l’onere, qui nessuno dà un aiuto".
Ora il caso è arrivato in Comune. La Municipalità del Lido, infatti, è andata ad incontrare l'anziana. "Era molto spaventata dall’idea di essere buttata fuori casa e molto confusa - riporta il presidente Danny Carella - mi auguro che si trovi un accordo con la parrocchia". E la signora, spiega la responsabile della Consulta della Casa del Comune, avendo una pensione, non può sperare di ottenere una casa popolare: "Purtroppo le proposte fatte dalla parrocchia sono avvenute tutte a voce - dice Bottoni - e il parroco non può pensare che la signora riesca a sobbarcarsi i lavori degli impianti e il rialzo dell’affitto a prezzo di mercato: si parla di un importo di 800 euro".
A questo punto meglio ospitare i profughi. Quelli sì che fruttano di più.

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