Finalmente parte davvero l’attacco all’ISIS
Tartus è una perla del Mediterraneo orientale.
Quel mare splendido che colpì tanto i Turchi quando vi arrivarono dalle steppe desertiche e desolate dell’Asia; ci arrivarono nel tardo pomeriggio, così raccontano i loro storici, quando il sole radente verso il tramonto rendeva quel mare un barbaglio di luce, davvero una mare di luce bianca.
In coro dissero “akdeniz”; Mare Bianco!
Quando avevano visto il mare di Trebisonda, spaventati e turbati avevano detto: karadenitz, o Mare Nero e quel nome, quel mare plumbeo, ancora se lo porta appiccicato addosso!
I Fenici, che di navigazione se ne intendevano moltissimo la scelsero come porto strategico per le loro navi che veleggiavano silenziose e cariche di mercanzie verso Cipro. La chiamarono con un nome simile a quello di una costellazione: Antaradus. Oggi di vestigia del periodo fenicio resta ben poco, mentre invece la città è ricca di vestigia cristiane: divenne un importante centro di pellegrinaggi; secondo la tradizione san Pietro, durante il suo viaggio da Gerusalemme ad Antiochia vi eresse una cappella votiva dedicata alla Santissima Vergine Maria, la quale conteneva un’immagine miracolosa della madre di Nostro Signore, portata lì da San Luca.
Oggi di sicuro papa Badoglio ci avrebbe fatto su un fervorino dicendo che la Madonna se fa i miracoli attira la gente, aumenta la fede e questo non è una cosa buona e giusta: come si permette di fare del proselitismo?
Ed i mussulmani poi? Si potrebbero offendere, non sta bene, no assolutamente!!
Ma c’è di più.
La città è circondata da mura erette dai Crociati, rimaste su nonostante le trasformazioni apportate dal passaggio di tanti popoli. Cambiò anche il suo nome e da Antaradus divenne Tortosa al tempo dei Crociati ed era una postazione fondamentale cristiana contro i mussulmani ed uno dei porti di collegamento tra la Terra santa e l’occidente. Nel 1183 e per un secolo, fu base militare di logistica e rifornimento gestita dai templari. Pensate un po’divenne anche possedimento d’oltremare della Repubblica di Genova!!
In tempi più recenti e più vicino a noi diventò, insieme ad Alessandria d’Egitto, una delle due basi strategiche della marina sovietica: oggi è l’unica base russa nel Mediterraneo orientale.
Più a nord, a soli 85 chilometri da Tartus, Latakia la greca Laodiceia è profumata di tabacco pregiato. Esso, conciato in maniera particolare, assume un aroma assai intenso e viene adoperato in molte misture dei tabacchi da pipa. Sa di pino, cedro e mirto con i cui rami è affumicato: diventa, così, dolciastro e speziato.
Qui i Russi tra lo stupore generale hanno piazzato, senza che nessuno se ne accorgesse nemmeno quegli occhiuti degli amerikani, in pochissimi giorni una base aerea dove i loro bellissimi Sukhoi Su 35 S, da pochissimo entrati in linea di volo nell’aviazione russa. Ad essi si affiancano i MIG 29 K in dotazione all’aviazione di marina ed i MIG 35 entrati in linea nel 2007. Aerei dalle linee incredibili e bellissimi.
Ma a Tartus ci sono altre due novità roba di qualche giorno fa: la prima una nave russa ha sbarcato 200 marines Spetsnazl’élite delle forze speciali russe, la seconda è che con molta discrezione, piano, piano senza far tanto baccano nel porto siriano ha attraccato la portaerei cinese Liaoning, una barchetta da 59500 tonnellate, 29 nodi di velocità, ha un’autonomia di sole 8000 miglia nautiche, che imbarca 1980 marinai di equipaggio. Trasporta, nella sua stiva 24 aerei d’attacco J15 e J31, 4 elicotteri AEW (KA-31, Z-8), 12 elicotteri ASW/SAR (KA-27, Z-8, Z-9). Chissà mai cosa ci sarà andata a fare a Tartus questa navetta obsoleta (è entrata in linea dopo una ristrutturazione massiccia) nel settembre 2012. Tutta roba vecchissima, un ferro da stiro! La domanda spontanea che sorge è come c’è arrivata in Siria senza che nessuno ne sapesse niente e cosa ci farà nella base militare russa una portaerei cinese? Sta vedere che Pechino non scherzava quando il 2 ottobre ha comunicato al governo russo che la sua portaerei si sarebbe affiancata alle navi russe e che le parole del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi pronunciate davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite:
“Il mondo non può stare a sedere e guardare con le braccia incrociate”
Erano davvero il preludio dell’impegno militare cinese accanto ai Russi in Siria. Incredibile: la CIA è stata presa ancora una volta in contropiede da questi avvenimenti.
Quindi l’intervento militare diretto russo,ed ora pare anche cinese, sta accelerando: esso sembra andare oltre la Siria e non limitarsi soltanto ad una serie di raid aerei. DEBKA il sito israeliano sempre molto informato, in quanto una delle derivazioni dirette del Mossad, sostiene che presto aerei da combattimento cinesi si uniranno ai russi nelle operazioni contro il Califfato. Gli aerei cinesi decollerebbero dai ponti della portaerei Lioaning che sarebbe la loro base logistica di appoggio e che, come abbiamo visto, è alla fonda nel porto di Tartus. Quindi questa sarebbe la prima volta che vedrebbe i Cinesi partecipare in prima persona in operazioni di guerra in Medio Oriente e sarebbe anche la prima volta che una loro modernissima portaerei fosse impegnata in condizioni reali di combattimento e non più in manovre simulate.
Ma davvero i Russi stanno scatenando un’offensiva di vaste proporzioni nell’area mediorientale: si è appreso, infatti, che Iraq e Russia hanno appena concluso un accordo sull’utilizzo, da parte dell’aviazione russa, della base aerea di Al-Taqaddum, vicino ad Habaniya[1], situata a soli 74 chilometri ad ovest di Bagdad. I Russi utilizzeranno questo aeroporto per attaccare le posizioni dell’ISIS sia nel nord dell’Iraq che in Siria. Evidentemente le autorità irachene, pressate dal pericolo integralista, non si sono accontentate del fumo delle promesse amerikane e delle loro continue chiacchiere ed hanno scelto di fidarsi maggiormente di Putin.
Il primo ministro iracheno Haidar al-Abadi ha esplicitamente dichiarato che il suo paese sarebbe favorevole a che dal suo territorio i Russi potessero condurre attacchi contro la Stato Islamico nel territorio che questo controlla in Iraq. Ha anche sottolineato che ciò darebbe l’opportunità ai Russi, di poter affrontare i circa 2500 ceceni che in Iraq combattono nelle file del Califfato; nonostante tutto nessuna testata occidentale, nessun media ci hanno ma parlato della presenza di un numero così elevato di ceceni tra le fila dell’ISIS. I maligni mettono in evidenza come sia la CIA a dirigere in quella repubblica tutte le manovre indipendentistiche contro la Federazione russa di cui la Cecenia fa parte. Ora, per la proprietà transitiva, se tanti combattenti mussulmani ceceni si stanno battendo a fianco del Califfato, vuol dire che anche questo direttamente o indirettamente, ha l’avallo dei servizi americani.
Semplicistico?
La Nezavisimaya Gazeta, quotidiano russo[2],citando fonti anonime del Pentagono, scrive che:
“L’obiettivo di Washington in Medio Oriente è quello di dividere Siria e Iraq in diversi stati e rafforzare l’influenza statunitense nella regione attraverso il fattore curdo. In questo modo nelle operazioni contro lo stato islamico, la Russia dovrà affrontare altri gravi problemi geopolitici; a questo riguardo, non solo ci si devono aspettare misure puramente militari, ma altri passi e azioni asimmetriche che vengono utilizzati nelle guerre ibride. L’obiettivo primario degli USA in Siria non è la sconfitta dell’ISIS, ma è la caduta del Presidente Assad, ostacolo primario per raggiungere tali obiettivi primari e vitali per la politica statunitense nell’area“,
C’è di più: dopo che Putin è decisamente passato all’offensiva in Siria, iniziando bombardamenti selettivi contro i ribelli anti Assad, gli americani si sono trovati in un situazione di grande imbarazzo. Il senatore statunitense John McCain ha detto che l’aereo russo ha colpito i “ribelli” addestrati dalla CIA in Siria e questo è un segnale allarmante.
L’amministrazione Obama non erano assolutamente preparata ad uno scenario di questo tipo. E’ quindi stata costretta a dover riscrivere integralmente la strategia nello scacchiere Mediorientale.
Quello che più irrita i politici USA più sono i raid aerei russi contro i cosiddetti ribelli moderati anti Assad che Usa e Turchia addestrano ed armano per combattere il legittimo governo siriano, la consistenza di questi gruppi raggiunge, infatti, la cifra ragguardevole di 70000 unità.
Per ora il Segretario di Stato Kerry ha dovuto accettare consultazioni militari congiunte:
“un modo per garantire che gli aerei (americani e russi) non spareranno tra di loro.”
In questa linea, il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha annunciato che, durante tale riunione, le parti hanno discusso “proposte per evitare un possibile conflitto tra Stati Uniti d’America e Russia nel cielo della Siria”.
La diplomazia russa si sta muovendo in grande stile: essa ritiene sempre più probabile anche un attacco terrestre contro l’ISIS, ma anche contro i ribelli “moderati” anti Assad di Daesh ed Jabhat al-Nusra. Quindi è necessario creare una coalizione “diversa” da quella messa su in fretta e furia dagli amerikani con i soliti sudditi. Quella antiterrorismo russa coinvolge il Libano, l’Egitto, la Cina, l’Iran e l’Iraq paesi tutti estremamente interessati a risolvere definitivamente questa situazione di forte caos creata ad arte per il raggiungimento dei fini amerikani.
Il silenzio da parte degli USA è molto preoccupante: il Pentagono sta pensando, infatti, ad una eventuale risposta militare a quanto la Russia sta facendo in Siria. I falchi dell’apparato militare industriale è da parecchio che hanno voglia di passare a d azioni di guerra contro la Russia: in Ucraina l’opzione militare stava rischiando di far perdere la faccia davanti all’opinione pubblica mondiale, adesso ritentano la sorte in Medio Oriente.
Varie fonti d’informazione d’oltre atlantico riportano quanto dichiarato da una fonte anonima del Pentagono all’agenzia Associated Press:
“I funzionari ed i capi del Pentagono stanno seriamente soppesando di usare la forza in risposta ai bombardamenti russi in Siria.”
Si stanno soppesando i rischi che comporta l’uso della forza: ma essa sarebbe in linea coerente con la politica di Washington di proteggere a tutti i costi i ribelli “moderati” addestrati dalla CIA. Quindi l’opzione di un confronto armato diretto con i Russi è ritenuta molto probabile: il responsabile che ha voluto mantenere l’anonimato lo ha fatto in quanto il grado di segretezza dei quello che si sta studiando non permette la divulgazione di dettagli sui colloqui in corso.
Ci troviamo di fronte ad un modus agendi dei servizi segreti che lanciano dei ballon d’essai per misurare la reazione della parte avversaria di fronte a certe notizie: in base ai risultati di ritorno si aggiusta il tiro o si alza ancora la posta: ovviamente i sensori che hanno a disposizione sono molteplici e spesso per lo più sotto traccia cioè assolutamente non espressi in maniera palese dall’avversario.
La Nezavisimaya Gazeta, citando fonti russe, afferma che agli agenti dell’intelligence degli USA in missione in Siria è stato ordinato di sospendere le attività di appoggio e coordinamento tra le forze di opposizione ad Assad e di lasciare il territorio siriano. L’ordine è stato impartito appena si è concretizzata l’ipotesi della partecipazione dei Russi ad azioni militari contro i gruppi jihadisti.
Sempre le stesse fonti ritengono che siano circa 300 gli istruttori militari americani ed inglesi di stanza in due centri di formazione in Turchia e Giordania.
Davanti alla bombardante retorica propagandista messa in campo dai media occidentali contro Assad ed il suo folle attaccamento al potere in maniera del tutto illegittima, nessuno si domanda chi abbia dato l’autorizzazione agli amerikani di armare ed addestrare miglia glia di combattenti, coinvolgendo anche altre nazioni tipo la Turchia, la Giordania e l’Iraq. Su quale tipo di fondamento giuridico basa questo genere di azione di sovversione nei confronti di un governo legittimo che regge le sorti di un paese in base ad un mandato ricevuto attraverso regolari elezioni? Nessuno è la risposta: le azioni intraprese sono del tutto illegittime e basate soltanto sul presupposto che Washington decide chi buono o cattivo ed assegna dei rating di democrazia in base a parametri del tutto discutibili ed arbitrari. Conviene ricordare come le parti si siano invertite rispetto a quando c’era ancora la vecchia URSS, la quale veniva accusata dagli occidentali di essere l’impero del male e dell’arbitrio. La stampa comunista svolgeva un ruolo di megafono del regime: ora questo tipo di atteggiamento è quello che tutti accettano se posto in essere dagli Stati Uniti.
Il bene diventa male ed il male bene!
Al contrario l’intervento russo è stato almeno richiesto dal governo siriano con delle precise modalità lo si voglia o no.
E le ingerenze in Cecenia, le manipolazioni sull’oro al tungsteno, le pressioni per abbassare il prezzo del petrolio per affamare la Russia e tanti altri medi produttori, la forzata imposizione di un unico mercato mondiale dominato dagli interessi USA? Queste cose sono se non violenza e dittatura sadica che coinvolge milioni di esseri umani li affama,li priva della dignità, li umilia, li riduce ad uno stato bestiale e, da ultimo, gli toglie anche il diritto alla propria essenza di diversità ed identità sessuale con la teoria gender?
Nei piani criminali di questa élite di Illuminati da satana, il Nuovo Mondo di Huxelyana memoria, avrà finalmente sesso senza procreazione e procreazione senza sesso: ma scusate a suo tempo i criminali nazisti non perseguivano il sogno di una razza di persone alte, bionde, atletiche fatte tutte con lo stampino, in provetta? Ma allora certe scoperte della genetica non c’erano state ancora ed allora si cercava una eugenetica attraverso i normali canali di riproduzione umana: ma la sostanza non era identica?
Ora si è andati oltre e la scienza prepara scempi molto maggiori: cloni, decerebrati con facoltà soltanto di compiere lavori pesanti, umanoidi robotizzati, tutto per servire questa élite di folli satanisti.
Ma per nascondere tutto ciò si guarda alla pagliuzza nell’occhio di Putin e si grida allo scandalo e ci si strappa le vesti dicendo che è lui il tiranno il male assoluto: poi quando si bombardano ospedali pieni di malati, beh quelli sono effetti secondari di trascurabile entità!
Alexei Pushkov, presidente della commissione per gli affari internazionali della Duma russa parla di un intervento di durata limitata in Siria:
“Tre o quattro mesi al massimo: altrimenti c’è il rischio di impantanarsi e questo Mosca non lo vuole”
“Tre o quattro mesi al massimo: altrimenti c’è il rischio di impantanarsi e questo Mosca non lo vuole”
Ha anche aggiunto che la cosiddetta coalizione guidata dagli Usa contro l’ISIS non ha funzionato ed ha giustificato l’intervento russo considerando che si deve passare ad un’altra tappa nella lotta in Siria contro questo mostro terrorista.
Secondo Pushkov: “Solo il 20% delle operazioni della coalizione internazionale ha avuto qualche risultato. Nel restante 80% nemmeno ci sono stati dei bombardamenti ma solo raid dimostrativi“.
Due ultime osservazioni: guarda caso 80/20 non è la famosa legge di Pareto? 80% del risultato si ottiene con il 20 % delle risorse quindi niente di nuovo nemmeno qui!
Seconda osservazione: ma la Federazione russa non è uno stato tiranno? Che è dominato dalla mente criminale di Putin che elimina spietatamente i suoi avversari politici, poverini tutti esuli con i conti correnti grondanti dollari a Londra o in Israele?
Ed allora come mai questa Federazione criminale ha un parlamento: la Duma, appunto, delle commissioni parlamentari, dei voti che autorizzano gli interventi militari all’estero e che votano leggi?
Ma scusate, questo non è quello che avviene in USA, in Europa dove vige un sistema democratico?
Comincio ad avere le idee confuse io o qualcuno intorbida l’acqua per nascondere la sua tirannide, la sua ferocia, la sua politica di soprusi e di violenza cieca ed assurda?
Putin eliminerebbe gli avversari politici e come mai allora alla Duma ci sono dei partiti di opposizione al governo?
Sono i Russi, o gli amerikani che mandano droni in giro per il mondo a tirare missili a dritta e a manca per cacciare terroristi, che congelano fondi di stati esteri per impedire loro di onorare i loro debiti e far crollare le loro economie?
Tutto questo per asfissiare, con spire mortali di un debito reso eterno, le economie in modo da schiavizzare attraverso il medesimo le loro generazioni future fino all’infinito?
Ma già, dimenticavo: gli Stati Uniti sono la più grande e libera democrazia del mondo e tutti gli altri devono amarla servirla e seguirla senza mai dissentire da essa, se no sono tutti esseri non degni di vita!!
luciano garofoli
Dite quel che volete, ma certe foto aprono il cuore
E’ una colonna di automezzi per il rifornimento di Daesh incendiati dall’attacco di quattro Su-34 dalle parti di Kasr Faraj, nei pressi di un centro di comando dei jihadisti. Come mostrano le spesse nuvole di fumo nero, erano soprattutto autobotti che portavano carburante per i guerriglieri. Da dove? Quasi certamente dalla Turchia, la grande fornitrice; non siamo infatti nell’Irak ricco di petrolio (in cui l’ISIS lo estrae e lo esporta alla Turchia), ma nella Siria sostanzialmente priva di risorse energetiche proprie. Datemi del cattivo, ma questa immagine mi fa’ piacere: un bel danno per Erdogan e i suoi servizi, il preludio ad un assottigliarsi della vena di carburante che arriva ai jihadisti, riduzione della loro capacità di manovrare per combattere – o per scappare. Le teste in primo piano sono di takfiri che guardano costarnati il loro gasolio andare in fumo, mentre gli aerei russi distruggono metodicamente i loro magazzini di munizioni, i loro centri di comando e comunicazione – in preparazione, verosimilmente, dell’attacco di terra dei siriano, che avranno contro un nemico disarticolato, a corto di materiali, impossibilitato a coordinarsi.
E non basta: notate come le autobotti erano lì ferme muso contro culo, addossate in una lunga fila a brevissima distanza tra loro, insomma parcheggiate come se non temessero un attacco aereo. Sono le abitudini militarmente sceme che agli strateghi di Daesh hanno dato gli americani, con i bombardamenti della loro coalizione anti-Isis: bombardamenti continui (seimila, dice il Pentagono) che non hanno indotto i wahabiti a disperdere, coprire e proteggere i loro mezzi logistici, specie se strapieni di gasolio.
A costo di ripeterci, converrà dichiararsi ancora una volta stupefatti che gli attacchi americani non abbiano, in mesi di attività, prodotto immagini di distruzione come questa. Forse i piloti statunitensi hanno bisogno urgente di essere richiamati per un esame della vista. Forse i russi hanno smascherato il trucco della finta lotta, e della vera alleanza, del cosiddetto Occidente coi tagliagole. Vale la pena di ricordare che è da giugno che Putin ha offerto agli americani e alla loro coalizione di unirsi alle forze russe nella guerra contro i terroristi. Pochi giorni fa Lavrov ha chiesto agli americani di indicare alle forze russe dove sono posizionati i ribelli democratici del Free Syrian Army, onde possano rispettare questa forza che parteciperà alla futura transizione. Lavrov ha un comprovato senso dell’umorismo. Il Free Syrian Army “è un fantasma”, ha detto. A combattere come ISIS o Al Nusra sono stranieri, non siriani.
Fatto sta che l’Occidente adesso teme che l’invincibile Califfato si sciolga come neve al sole. Almeno è ciò che rivela un titolo del britannico Express: “L’ISIS è così indebolito dagli attacchi aerei russi e dalle diserzioni che può essere distrutto nel giro di ore”.
Forse esagera, il giornale britannico. Forse non sono ore, ma settimane.
Ma questo timore spiega – per esempio – perché il governo italiano si prepara a ordinare ai suoi quattro Tornado, che ha in Irak da anni nel quadro della coalizione americana e Nato, di cominciare a bombardare le posizioni dell’ISIS in Irak. Si ha il vago sospetto che questa fretta sia stata incitata da Washington: la “coalizione” deve partecipare alla distruzione dell’ISIS nell’Irak (sciita, sotto influenza iraniana ) prima che cada per mano russa nella Siria, dove la disfatta probabilmente precipiterebbe lo sgretolamento anche del Califfato iracheno? E’ un’ipotesi.
ECCO PERCHE’ I NOSTRI TORNADO BOMBARDERANNO
L’altra ipotesi, non necessariamente opposta alla prima, è che nel progetto di Washington, uno dei motivi per cui ha creato l’ISIS con questi caratteri di ferocia stupida contro i cristiani locali (1) e contro i venerabili monumenti archeologici, era di creare nell’opinione pubblica europea la paura e l’odio che gli israeliani provano verso i musulmani; spingere gli europei ad entrare in quella guerra, coinvolgerli, impantanarceli, fare in modo così che siano sempre più dipendenti dall’ombrello armato della Superpotenza.
Adesso questa parte del programma va’ affrettata…tanto più che negli stessi vertici politici statunitensi di fronte alla figura in Siria, le fratture si acuiscono. McCain con la bava alla bocca, e Brezezinski con razionalità paranoide, urgono Obama a che crei una no-fly zone, dia armi ai jihadisti, contrasti la Russia…cosa che Obama ha risposto che non farà. La divisione è forte anche fra la Cia, che alla formazione ed armamento delle forze jihadiste anti-Assad ha consacrato addirittura il 10 percento del suo bilancio, e il Pentagono che ha fatto il meno possibile. Per non parlare di Donald Trump, il candidato-sorpresa che (certo annusando l’umore dell’opinione pubblica) dice in ogni occasione televisiva: “Lasciate che i russi si prendano cura dell’IS”.
Se invece gli europei si coinvolgono sul terreno, la cosa diventa seria, l’amministrazione americana viene forzata a tener duro.
E’ per questo che i media italiani sono improvvisamente pieni di esperti che proclamano: “E’ ora di passare dalle parole ai fatti! L’ISIS è un pericolo estremo per noi! Alla guerra, alla guerra!”. Nelle radio mainstream, i giornalisti danno loro ragione: è una guerra di civiltà, bisogna farla…
L’ISIS vuole farsi la bomba atomica, ha già “cercato contatti” con trafficanti “russi” di materiali. Non lo sapevate? Lo dice l’ANSA, quindi è vero. E’ urgente che ci buttiamo alla guerra contro l’ISIS, anche noi.
Anzi, i nostri governanti (parassiti) stavano forse cominciando di nascosto a bombardare, adesso sono stati scoperti e dicono che prima ascolteranno il Parlamento. Ma “sono i doveri di una coalizione”, come ci ammaestra un tal Franco Venturini sul Corriere: “Noi e gli alleati, un solo nemico”. Anzi, poi, ci conviene, dicono all’unisono giornalisti ed esperti, perché “il salto di qualità” in Irak ci darà “più peso decisionale nella crisi libica”.
Ecco, vedete che, a cercarlo, un motivo per bombardare gli iracheni si trova.
Del resto, perché no? I quattro Tornado non cambieranno le cose. Anzi, la partecipazione dell’Italia alla coalizione dell’Occidente dovrebbe rallegrarci, se abbiamo memoria storica: entriamo come alleati degli uni, possiamo finire come alleati degli altri. Avere l’Italia come alleata bellica non è una cosa che porta bene.
Del resto, il ministro della difesa russo ha invitato ufficiali della Nato a recarsi a Mosca quando vogliono, per partecipare al coordinamento degli attacchi aerei: è la risposta di Putin ai paranoici-propagandistici allarmismi della NATO su presunti “sfioramenti” dei Sukhoi con gli F-22 americani, e dei presunti sconfinamenti russi in Turchia. Non abbiamo insieme un solo avversario, l’ISIS?
I jihadisti intanto stanno apprendendo la lezione: droni russi hanno mostrato che essi stanno spostando armi, munizioni, rifornimenti e centri di comando all’interno dei centri abitati, e di preferenza vicino alle moschee. Usano la popolazione siriana come scudo umano. Preparatevi alla prossima ondata dei media: “I russi bombardano le moschee! Uccidono civili!”. Gli americani lo fanno da 15 anni, ma niente.
Note
- Gli attentati feroci, dementi e strategicamente immotivati al museo del Bardo in Tunisia, contro turisti sulla spiaggia, oltre a rovinare l’economia tunisina avevano anche questo scopo. E si veda per esempio questa notizia:ISLAMICI AMPUTANO DITA A 12ENNE CRISTIANO PERCHÉ SUO PADRE SI CONVERTA: POI LO CROCIFIGGONO – Gli islamici di ISIS hanno amputato le dita di un ragazzo cristiano di fronte a suo padre, prima di crocifiggere entrambi. Il gruppo islamico stava cercando di costringere i cristiani siriani in un villaggio nei pressi di Aleppo a convertirsi all’Islam. Lo riporta Christian Aid Mission. Il bambino, 12 anni, era il figlio di un siriano che aveva ricostruito nove chiese nel paese. “Di fronte ai parenti e in mezzo alla folla, gli islamici hanno tagliate al ragazzino le punta delle dita, poi lo hanno picchiato, dicendo a suo padre che avrebbero fermata la tortura solo se lui, il padre, si fosse convertito all’Islam”.
“Quando l’uomo ha rifiutato, i militanti ISIS hanno torturato lui e altri due membri della chiesa locale. I tre uomini e il ragazzo poi sono stati uccisi crocifiggendoli “. Altri otto operatori umanitari, tra cui due donne, sono stati poi giustiziati per essersi coraggiosamente opposti alle crocifissioni. Gli otto sono stati portati in una zona separata nel villaggio, e anche a loro è stato chiesto di convertitsi all’islam. Le donne, 29 e 33 anni, sono state stuprate davanti alla folla islamica convocata per guardare. Le donne hanno continuato a pregare durante il loro straziante calvario. Successivamente tutti e otto sono stati decapitati per essersi rifiutati di allontanarsi dalla loro religione. “Gli abitanti dei villaggi hanno detto che alcuni pregavano nel nome di Gesù, mentre altri pregavano il Padre Nostro”.“Una delle donne alzò gli occhi e sembrava essere quasi sorridente, mentre gridava, ‘Gesù!’” Anche i loro corpi sono stati poi appesi alle croci, dopo essere stati uccisi”. La sola cosa dubbia qui è la fonte, un centro americano di propaganda anti-islamica, ripreso da Magdi Allam.
Ecco la prova che l’America NON sta distruggendo l’Isis
Uno dei suoi ricercatori Mikah Zenko ha paragonato i bombardamenti degli americani nelle grandi missioni militari degli ultimi vent’anni con quelli in Siria. Vediamoli.
Da quando un anno fa è stata lanciata la campagna militare contro l’Isis il Pentagono ha sganciato 43 bombe al giorno, mentre in Irak nel 2003 ne lanciò 1039, in Afghanistan 230, in Kosovo 364 e nel 1991 nella prima guerra addirittura 6123.
E ricordatevi la polemica di qualche mese fa, di cui ho dato conto su questo blog, quando i piloti statunitensi protestarono con il Pentagono per le regole di ingaggio a cui dovevano sottostare, regole così assurde e burocratiche che di fatto vanificavano la possibilità di colpire seriamente ed efficacemente le truppe del califfato islamico.
Quando gli Usa fanno sul serio la loro force de frappe è devastante per intensità e potenza; invece quando, come accade in Siria contro l’Isis, si limita a dei raid dimostrativi, significa che la vittoria finale non è la vera priorità e le operazioni hanno più che altro fini mediatici.
Chi invece vuole vincere è Putin. E la differenza è evidente. Il Cremlino sta colpendo molto duramente i gruppi armati salafiti in Siria, persino con missili di lunga gittata. E che tali gruppi appartengano all’Isis o al Qaida o ad altre organizzazioni islamiche è francamente risibile: i ribelli armati moderati in Siria di fatto non esistono, sono tutti estremisti islamici della peggior risma.
Sia chiaro: al sottoscritto non piacciono né le bombe americane né quelle russe e vorrei, come ha scritto Ron Paul, che nessun ordigno insanguinasse la Siria. Sun Tzu insegna che la guerra è la soluzione estrema, a cui bisogna ricorrere solo in casi estremi e il fatto che si sia arrivato a tanto rappresenta una sconfitta per tutti i grandi Paesi, a cominciare da quelli occidentali, dall’Arabia Saudita e dalla Turchia, responsabili per la destabilizzazione della regione.
Ma una volta che è dichiarata va combattuta senza se e senza ma, soprattutto avendo ben chiari gli obiettivi: l’America dice di voler sconfiggere l’Isis ma la sua priorità è di far cadere Assad ovvero l’uomo che si oppone all’Isis. E non sembra per nulla preoccupata dalla conseguenza ultima delle sue manovre che è quella di consegnare al neocaliffato e/o ad Al Qaida l’area tra Siria e gran parte dell’Iraq ovvero a un regime violento, settario, retrogrado; il peggio che si possa immaginare e ben lontano dai valori di democrazia, libertà, diritto che Washington difende e promuove in altre parti del mondo.
Capire le logiche di questa America è davvero molto difficile.
http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/10/08/ecco-la-prova-che-lamerica-non-sta-bombardano-lisis/
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