Lunedì scorso papa Francesco ha parlato a una folla di 7000 persone delle comunità Roma e Sinti nell’aula Paolo VI in Vaticano nella stessa data in cui 50 anni fa Paolo VI incontrò i Rom nella capitale. Alcune sue frasi hanno provocato reazioni offese da parte dei Rom.
Lunedì scorso papa Francesco ha parlato a una folla di 7000 persone delle comunità Roma e Sinti nell’aula Paolo VI in Vaticano nella stessa data in cui 50 anni fa Paolo VI incontrò i Rom nella capitale.
Fra l’altro, papa Francesco ha detto: “Che si volti pagina! È arrivato il tempo di sradicare pregiudizi secolari, preconcetti e reciproche diffidenze che spesso sono alla base della discriminazione, del razzismo e della xenofobia. È lo spirito della misericordia che ci chiama”.
Ma anche aggiunto: “Cari amici, non date ai mezzi di comunicazione e all'opinione pubblica occasioni per parlare male di voi. Come tutti i cittadini, potete contribuire al benessere e al progresso della società rispettandone le leggi, adempiendo ai vostri doveri».
E ancora: “I vostri figli hanno il diritto di andare a scuola, non impediteglielo! I vostri figli hanno il diritto di andare a scuola! (due volte) È importante che la spinta verso una maggiore istruzione parta dalla famiglia, parta dai genitori, parta dai nonni”.
Inoltre ha ricordato alle famiglie il dovere di impegnarsi “a costruire periferie più umane... È anche compito vostro. E potete farlo se siete anzitutto buoni cristiani, evitando tutto ciò che non è degno di questo nome: falsità, truffe, imbrogli, liti”.
Secondo Niremberg, “Molti Rom si sono sentiti offesi da lacune parti del discorso, notando che il messaggio generale era mescolato agli stereotipi e a un visione che biasima i Roma per la loro povertà e alienazione….Uno non si accattiva un’udienza chiamando le persone ladri o bugiardi”. Niremberg inoltre accusa papa Francesco di aver mostrato “mancanza di ricerca e consapevolezza” per quanto riguarda l’istruzione, affermando che l’Unione Europea e l’Onu hanno criticato parecchi Stati europei perché attuano una segregazione scolastica verso i Rom.
Il testo dell'articolo in inglese è a questo LINK.
http://www.lastampa.it/2015/10/30/blogs/san-pietro-e-dintorni/papa-e-rom-reazioni-offese-wUErAPALGp98Bmu6s8S19J/pagina.html
Il buonismo delle associazioni cattoliche: "Andiamo a prendere i profughi in aereo"
La Comunità Papa Giovanni XXIII e la Comunità di Sant'Egidio lavorano per creare due corridoi umanitari, dal Libano e dal Marocco, per andare a prendere i profughi di guerra e portarli in Italia con l'aereo
La Comunità Papa Giovanni XXIII e la Comunità di Sant'Egidio lavorano per creare due corridoi umanitari, dal Libano e dal Marocco, per andare a prendere i profughi di guerra e portarli in Italia con l'aereo
I profughi di guerra vanno accolti, lo prevede la Costituzione. Ovviamente bisogna distinguere i profughi veri dai migranti "economici", quelli che scappano dalla fame e non perché minacciati da guerre o persecuzioni.
Come abbiamo visto in questi mesi molti profughi si sono messi in cammino per raggiungere il nostro Paese. Molti, a bordo dei barconi, non ce l'hanno fatta. Ora due associazioni cattoliche, la Comunità Papa Giovanni XXIII e la Comunità di Sant'Egidio, chiedono di attivare un corridoio umanitario per andare a prendere i profughi con l'aereo. E annunciano che nei prossimi mesi saranno avviati due canali umanitari dal Libano e dal Marocco all'Italia.
Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII: "Vorremmo salvare tutti, ma tra tutto e il niente c'è il possibile. Ci sono dei volti e delle storie. Ci sono dei diritti fondamentali che vanno garantiti, centinaia e centinaia di persone che possono tornare alla vita". E aggiunge: "I profughi devono arrivare in Italia con un volo regolare, non è più pensabile che rischino la loro vita per mare, il nostro è un progetto di vita e di libertà. Il corridoio umanitario sarà possibile grazie alla collaborazione fra Comunità di Sant'Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII e grazie al grosso contributo economico della Chiesa valdese. I profughi verranno accolti dalle nostre realtà e nelle parrocchie".
Il fondatore di Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, spiega che saranno creati "due canali umanitari, negoziando duramente con il governo italiano. Faremo in modo che l’Italia possa concedere dei visti umanitari in caso di situazioni drammatiche accertate". E si domanda: "Perché queste persone devono sopportare l’esame della morte dei Balcani e del Mediterraneo?".
Al di là dei numeri - al momento si parla di 1000-2000 visti - le due associazioni puntano al fatto che questa iniziativa diventi un modello. "Stiamo creando delle liste di persone che potranno essere accolte, allestendo dei desk in Libano e in Marocco. E questo in Europa non l'ha fatto ancora nessuno".
Sarà questa la soluzione giusta? Ovviamente se in ballo c'è l'esigenza di salvare vite umane, è difficile rispondere di no. Ma sarebbe altresì importante, per non dire necessario, lavorare per creare le condizioni di continuare a vivere, in sicurezza, nei Paesi di origine.
MIGRANTI: BEFFA ALL'ITALIA
Migranti, firmato accordo Ue sui balcani: porterà più immigrati in Italia. L'Ue aprirà le porte ad altri 100mila immigrati. Ma quelli che verranno respinti arriveranno in Italia dall'Albania. E' un programma beffa per l'Italia di Giuseppe De Lorenzo
Migranti, firmato accordo Ue sui balcani: porterà più immigrati in Italia
L'Ue aprirà le porte ad altri 100mila immigrati. Ma quelli che verranno respinti arriveranno in Italia dall'Albania
di
Giuseppe De Lorenzo
il Giornale.it
Ben 11 Paesi europei hanno trovato un accordo per la gestione dei migranti. E lo hanno fatto firmando 17 punti che sanno di programma beffa per l'Italia.
Il premier Matteo Renzi, infatti, era il grande assente della riunione: nessuno lo aveva invitato.
Il problema, è che l'accordo in questione promosso dalla Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker rischia proprio di penalizzare il Belpaese. In poche parole, i paesi baltici investiti dall'ondata dei migranti dicono di voler ridurre gli ingressi e i passaggi di frontiera. E così i migranti - secondo l'allarme della stessa Ue ("C'è il rischio che la strada dall'Albania potrebbe diventare il nuovo percorso seguito quest'inverno") - rivolgeranno il loro sguardo all'Italia.
Non solo dal mare dunque, dovremo guardarci anche dalla rotta balcanica. E questo grazie al fatto che all'incontro per parlare di migrazioni Renzi non fosse stato invitato. Il poco peso internazionale, è inevitabile, si paga molto caro.
Ieri notte si è infatti deciso un "piano operativo" di 17 punti, che prevede tra l'altro controlli più severi nei confronti dei migranti sulla rotta che dal Medio Oriente raggiunge l'Europa. Al contempo, l'Ue si impegnerà a fornire un riparo per altri 100 mila richiedenti asilo (30mila la Grecia, 20mila l'Onu e 50mila i Paesi del Nord Europa). Gli Stati dovranno inoltre potenziare i controlli delle frontiere: a tal fine l'Ue invierà 400 agenti di polizia, solo nella prossima settimana, in Slovenia. La conseguenza sarà che l'unica via di fuga per gli immigrati sarà raggiungere l'Albania e da lì invadere l'Italia.
Parte della stampa slovena aveva chiesto ragione dell'assenza dell'Italia, ma il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, aveva risposto che Roma è "toccata dal fenomeno" in modo "meno specifico". W invece, proprio la sua assenza di fatto permetterà ai paesi dell'Est di scaricare su di noi il problema.
Angela Merkel, alla conclusione del meeting che fino a notte fonda ha tenuto i leader col fiato sospeso, ha detto che "siamo di fronte a conflitti globali che ci toccano ora direttamente" e che "l'Europa deve dimostrare che si tratta di un continente di valori e di solidarietà". Junker, invece, si fa baldanzoso anche se l'atmosfera in cui si è svolto l'incontro è stata molto tesa e alcuni leader lo hanno definito solo un piccolo "passo in avanti".
I punti dell'accordo sono dunque 17: scambio più efficace e duraturo di informazioni; limitazioni al passaggio dei profughi da uno stato all'altro; sostegno ai profughi con cibo, alloggio e assistenza medica; maggiore coordinazione dei flussi migratori; contrasto al traffico di migranti; riaffermazione dell'accordo con la Turchia, da attuare in tempi rapidi.
"Solo un approccio transfrontaliero collettivo - si legge nella nota diffusa - nel rispetto dello spirito europeo basato sulla solidarietà, la responsabilità e la cooperazione pragmatica tra le autorità nazionali, regionali e locali, può avere successo. Un'azione unilaterale può innescare una reazione a catena: i paesi dovrebbero quindi lavorare insieme, così come con i paesi d'entrata come la Turchia".
Tutti insieme, ma senza l'Italia. Messa all'angolo.
Giuseppe De Lorenzo
Bah. Il paesucolo calpestato, il paesucolo del Cermis e delle mille basi yankee, il paese servo di Londra, il paese dei Badoglio e dei Vittorio Emanuele, il paese di "Galibardo", il paese di Schettino, ma cosa c**zo vogliamo che conti? Zero, men che zero. E si sa, e si vede.
RispondiEliminaLa repubblica fondata sul tradimento dell 8 settembre, la pseudo nazione unificata con l oro inglese e il terrorismo mazziniano made in London, il "paese" in mano alla massoneria internazionale e governato da gente come napolitano che si compiaceva nel 56 di vedere i tank sovietici a schiacciare Budapest... Tutto qui puzza di tradimento e putrefazione... Ecco gli ultimi frutti, marci...
RispondiEliminaAlberto