ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 1 ottobre 2015

Go Francis Go!

Pope Francis goes rock!


Pope Francis goes rock!
Perdonate il post off topic, ma dopo le recenti avventure del pontefice, il “due di picche” rifilato a Marino, le minacce di rissa a chi gli offende la madre in coppia con Zequila e le telefonate alla gente a mo’ di callcenterista Eminflex, non si poteva non parlare anche del fatto che vuole realizzare un album rock!

Ebbene si, se non fosse diventato papa, Francesco si sarebbe certamente unito agli AC/DC come Francis Young.
Come annuncia la rivista Rolling Stones, l’album uscirà a novembre, si intitolerà Wake Up! e sarà multilingue! Purtroppo non vedremo corna e abiti da collegiale ma pare si tratti della rivisitazione in chiave rock di alcuni dei suoi recenti discorsi.
Qui il primo singolo “Wake Up! Go! Go! Forward!” tratto dall’album in uscita e Vatican approved!
https://soundcloud.com/believedigitalitaly/wake-up-go-go-forward/s-DONtr

Go Francis Go!
A cura di    

Marino: “Al posto del Papa io non avrei risposto a quella domanda”. Ai romani il viaggio in Usa è costato 15mila euro

Ospite a UnoMattina, il sindaco di Roma ha risposto al Papa sulla sua presenza negli States, ha ammesso che la visita istituzionale non è stata gratis per le casse comunali e ha ricordato come a far da tramite tra il Campidoglio e le autorità amministrative e religiose di Philadelphia sia stato proprio monsignor Paglia, che a La Zanzara lo aveva definito "un imbucato, un bischero"

Al posto di Bergoglio lui non avrebbe risposto. Perché, a suo dire, la domanda era fuori tema. Nel pensiero del sindaco di Roma, quindi, quel “Marino non l’ho invitato io, chiaro?” è visto come una sorta di sgarbo istituzionale da parte di Papa Francesco. Ignazio Marino la pensa così ed è quello che ha sottolineato nel suo intervento a UnoMattina, dove ha fornito ulteriori spiegazioni e dato due notizie. La prima: non è vero, come dichiarato da lui stesso in un primo momento, che i romani non hanno pagato un euro per la visita del primo cittadino e del suo staff a Philadelphia. La seconda: a far da tramite tra il Campidoglio e la città statunitense è stato proprio monsignor Vincenzo Paglia, durante un incontro (richiesto dal prelato) tenutosi in Comune ad aprile scorso. Insomma: nel giorno in cui il sindaco di Roma tornerà in Vaticano per la cabina di regia sul Giubileo, i rapporti con la Santa Sede sono tutt’altro che distesi e a poco è servita la nota stampa ‘distensiva’ diffusa ieri da Padre Federico Lombardi. In vista dell’Anno santo ormai alle porte, non una prospettiva particolarmente allettante.





Il viaggio è costato 15mila euro al Comune di Roma”
A ciò, poi, va aggiunta la polemica politica e meno istituzionale.Perché se ancora non è dato sapere quanto (e se) il sindaco ha percepito dalla Temple University per la sua lecture, ora è certo che il Comune di Roma ha pagato viaggio e alloggio ad almeno due componenti della delegazione di Marino. Che non sa di che cifre si parla. I conti in tasca li ha fatti un esponente della Lista Marchini: “Hanno speso 15mila euro, due dirigenti sono stati a carico di Palazzo di città, al sindaco e alla sua addetta stampa invece è stato pagato il pernottamento a New York” ha detto alMessaggero Alessandro Onorato.
“Io a quella domanda non avrei risposto”
La questione più spinosa, però, è quella del rapporto Marino-Bergoglio. E il sindaco, in tal senso, non è stato tenero. Letterale: “Il Santo Padre va negli Stati Uniti, parla dei cambiamenti climatici, del petrolio, del dramma delle armi, dello sfruttamento del pianeta, fa dei discorsi epocali sul ruolo della donna nella Chiesa e ilgiornalista italiano chiede ‘L’ha invitato lei Marino?’. Se me l’avesse fatta a me avrei risposto: ‘Non è questo lo scopo del viaggio e della conferenza stampa'”. Per il primo cittadino, quindi, Papa Francesco poteva evitare quella precisazione così piccata.Tradotto: un sindaco che critica il comportamento di un capo di Stato. E che entra in aperta polemica personale con la massima autorità religiosa mondiale.
Nessun commento (o quasi) sulle parole di monsignor Paglia
“Non esprimo opinioni sui vescovi che hanno il compito di curare le nostre coscienze”. A differenza di quanto fatto con le parole di Bergoglio, inizialmente Marino ha preferito dire poco o nulla sull’intervista-tranello estorta da La Zanzara a monsignor Vincenzo Paglia, nella quale il primo cittadino veniva definito “un bischero, un imbucato”. Poi, però, il numero uno del Campidoglio ha ricordato la presa di posizione ufficiale del Vaticano: “Il portavoce della Santa Sede, Padre Lombardi, ieri ha smentito le affermazioni di Vincenzo Paglia dicendo che le parole inqualificabili utilizzate nei confronti del sindaco Marino, in una telefonata rubata, non corrispondono all’opinione del Santa Sede. E’ stato smentito dal portavoce del Papa. Io non ho nessun commento da fare” ha detto.
In un altro passaggio dell’intervento, però, Marino ha fornito un particolare non di poco conto sul suo rapporto con monsignorVincenzo Paglia. Letterale, anche in questo caso: “Voglio fare chiarezza. Nell’aprile di quest’anno un arcivescovo italiano, si chiama Vincenzo Paglia, chiede un appuntamento e io lo ricevo – ha detto il sindaco – Mi annuncia che ci sarà la riunione mondiale delle famiglie a Philadelphia, una città che io conosco molto bene. Mi annuncia anche che il sindaco e l’arcivescovo di Philadelphia vogliono incontrarmi nel loro viaggio in Italia per avere indicazioni sull’organizzazione di un grande evento visto che noi avevamo organizzato l’anno prima la canonizzazione di due Papi senzanessun incidente. Il vescovo di Philadelphia, a luglio, mi ringrazia perché abbiamo inviato tutto il manuale delle procedure e mi scrive che mi aspettavano lì per l’evento“.
Spese di rappresentanza/1 – “Due collaboratori pagati dal Comune”
Il sindaco, poi, ha fatto il punto sui costi della visita istituzionale. Chi ha pagato cosa? “Per quello che riguarda le mie spese e della persona che lavora con me queste sono state sostenute dallaTemple University“. E fin qui nessuna novità. Marino però subito dopo ha aggiunto un piccolo particolare che smentisce la sua prima versione dei fatti: “Mi hanno accompagnato anche un ambasciatore che lavora in Comune e il capo del nostro cerimoniale – ha spiegato – Quelle spese sono state supportate dal Comune, come è normale che sia per i sindaci delle grandi e piccole città”. E sugli importi di queste spese Marino ha precisato: “Io esattamente il conto esatto non lo conosco (per la Lista Marchini si tratta di 15mila euro). Posso dire che per quel che mi riguarda per i miei spostamenti personali ho avuto anche una macchina messa a disposizione dal Comune di Philadelphia”.
Spese di rappresentanza/2 – Marino tira in ballo i 5 Stelle: “Ho speso meno di Pizzarotti”
Ignazio Marino, infine, ha replicato alle critiche del Movimento 5 Stelle, che lo hanno accusato di aver speso troppo in qualità di primo cittadino. “Nessun party e limousine presa a nolo – ha detto – Quello che noi spendiamo per la nostra attività di rappresentanza, siamo una capitale di un paese del G7, lo pubblichiamo sul nostro sito. Roma nel 2013 ha speso 91mila euro, Milano 143mila euro, Napoli 87mila e Parma 108mila euro – sono stati i dati forniti dall’esponente del Pd – Parma è grande come un quartiere di Roma, 191mila abitanti. Cito tre città dove ci sono sindaci che stimo moltissimo: Pisapia, De Magistris e Pizzarotti. Nel 2014 Roma pubblica 128mila euro di spese, Milano non le ha ancora pubblicate,Napoli 74mila, Parma non le ha ancora pubblicate. Questa è la nostra trasparenza e questi sono i nostri dati”.
di  | 1 ottobre 2015

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